fFavole e Favole mie, Versioni e ingrandimenti senza un verso, storie vere e storie mie, i miei peggiori incubi. |
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AREA PERSONALE
LO SAI CHI È UN...
Kokopelli Kachina?
He is found in all pueblos of the southwest. A flute player, baby maker, seducer and good luck for hunters Kachina.
In ancient Indian legend, Kokopelli the flute player was the symbol of happiness and joy. He talked to the wind and the sky. His flute could be heard in the Spring breeze, bringing warmth after the winter cold.
Kokopelli embodies everything pure and spiritual about music. He was also thought of as a fertility god and traveling prankster. He would visit villages playing his flute, carrying his songs on his back. Everyone would sing and dance the night away. In the morning, when he left, the crops were plentiful and all the women were pregnant.
There are many stories of Kokopelli. One is that he is responsible for the end of winter and the coming of spring. Native American legend has it that when the Kokopelli comes playing his flute the Sun comes out, the snow melts, the green grass grows, the birds come out and begin to sing, and all the animals gather around to hear his songs. Kokopelli and his flute bring the Spring out of the Winter.
‘vai,
proteggi,
nascondi il buio,
spargi le tracce,
perché, è x la forza
delle tue ali
che ci sarà qualcuno
che sognerà ancora,
perchè una persona
abbraccerà l'altra
che non vede l'uscita di un
tunnel nero,
perchè è per te,
che un pittore dipingerà
qualcosa inconsciamente,
sei il motivo per cui ci si passa un sorriso,
sei la cosa più bella che sta tra gli uomini
poveri e ricchi assieme,
felici e arrabbiati sempre,
sei ciò che l'amore suggerisce
sei l'amore che si traduce…’
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Post n°466 pubblicato il 06 Aprile 2010 da xgattoconglistivalix
sono in una pizzeria come tante, in una via che si trova sul fianco di un monte pieno di vegetazione e stradine varie, illuminazioni carine ai balconi, una bella zona. la pizzeria è tutta rifinita con legno, un ambiente caldo, composto di varie sale. attraversandone una vedo il pizzaiolo che sta per sfornare la mia pizza. e il cameriere aziona il dispenser di sapone proprio sopra la mia pizza e ne fa cadere con sfacciata noncuranza alcune gocce sopra la mia pizza. io mi avvicino e faccio presente che ho visto e che vorrei cambiare pizza, perchè non credo sia salutare. il cameriere un bell'uomo alto, capelli castani chiari, leggermente lunghi e barba di qualche giorno mi guarda malissimo con una luce di inequivocabile e vera cattiveria negli occhi. io ringrazio e faccio per allontanarmi con la brutta sensazione che sia tutt'altro che finita la cosa, vedo che con stizza sbatte e sputa qualcosa sopra la mia pizza. io così, per istinto, faccio per uscire dalla pizzeria ma lui mi segue, dissimula, ma io lo capisco. mi fissa e mi sta seguendo. comincia la mia paura. una paura radicata che mi spinge a correre e a cercare vie di fuga. ripasso attraverso le stesse piante e le stesse luci di poco prima ma ora mi sembrano nascondigli, soluzioni o pericolo. comincio a sentire che non potro' scappare a lungo, ma sento un rumore, lo seguo velocemente ed è il cancello automatico, con ampie volute in ferro battuto, di una zona condominiale, mi infilo per un pelo. si chiude e lui rimane fuori arrabbiato come un demone. suono tutti i campanelli, con il fiatone, leggo dei nomi, nessuno mi dice niente. scende una signora, le chiedo se posso salire perchè un cameriere mi segue, sono vestita male e impolverata, ho elementi che non mi rendono credibile e me ne accorgo subito. mi guarda, scuote la testa va via. e io suono ancora qualche campanello. sono in casa sua, lei ha la mia età, lei mi ha creduta. e vuole provare a proteggermi. io ho ancora paura, ma mi sento poco più forte. le dico che vorrei nascondermi, ovunque e la prego di farmi nascondere perchè sono stremata e sono sicura che arriverà. mi fa vedere una vetrinetta sotto la tv. le dico che va bene, che va benissimo, ci sto in posizione fetale, è piccolissima, ma non c'è claustrofobia, solo un senso di riposo e forse di pace. suonano il campanello, attraverso una trasparenza del mobiletto vedo. è lui. parla e sembra che non creda a quello che gli dice la ragazza che mi ha nascosta. si avvicina al mobiletto. deve avermi per forza vista. chiudo gli occhi e mi immagino la scena: lui apre e mi trova. oppure io apro e lo sorprendo distruggendolo di botte. ora è a terra, ho infilato indice e medio nei suoi occhi, ho sfogato molta rabbia. molti calci. io e la ragazza che mi ha nascosta siamo affannate, ci arrabattiamo per capire come legarlo. una cinta attorno ai polsi e attorno alle caviglie, no, le dico che temo si slacci le caviglie e possa alzarsi. lui è privo di sensi e riusciamo a fare alcune ipotesi, finchè non le dico di prendere un lenzuolo, lo avvolgiamo. non potrà certo srotolarsi. semplice, efficace. ora non sappiamo cosa farne. fra poco si riprenderà. potremmo chiamare la polizia. nei film lo fanno, ma qui non siamo in un film, mi immagino di raccontare alla polizia la scena della pizza. mi immagino che non crederebbero che questo mi ha inseguita nelle sterpaglie per farmi del male. e ho di nuovo paura. magari mi, anzi ora ci, accusano di aver ferito una persona, non posso immaginarmi le conseguenze. oppure potremmo dargli fuoco. la rabbia che mi ha fatto provare, la paura e la sensazione di essere finita, potrebbero valerne la pena. ma è giusto? e quante possibilità ho di non essere scoperta? poi omicidio sarebbe decisamente peggio... non so, non so cosa fare. e lui apre gli occhi... |
siamo nel deserto, la sabbia è rossa e dorata, ma lontano c'è il mare e la sua acqua è fresca, limpida, con riflessi verdi e oro, certo è lontana, ma alle tende e alle nostre cose non baderà nessuno, certo che è un deserto, le persone sono veramente poche... andiamo a fare il bagno, portiamo le bici, a mano, magari queste ci possono servire. poi io torno prima alle tende, non so il perchè, in effetti è quasi notte. e comincia a fare freddo, dopo un pò mi raggiungono anche gli altri e constatiamo che il sole sta di nuovo scaldando, ci domandiamo se fosse solo un nuvolone quello di prima, e invece ho ragione io, è la notte che qui dura soltanto un'ora, questa è già l'alba. ce ne andiamo, passo attraverso un suk. un accampamento nomade, non so cos'è perchè rimango agghiacciata nel vedere che in un 'negozio' ci sono due bruttissimi uomini tipo pirati che stanno minacciando un' altra persona. con delle sciabole, nere. assisto alla scena. per difendersi questa persona riesce a tagliare la testa al pirata. è un uomo grosso, scuro, con la barba, la sua testa rotola poco lontano. io ho la sensazione che tutto sia finito, estremamente male. sono sconvolta, tutto ora è diverso da prima e sento che non sarà mai più come prima. ma il corpo si muove. mi siedo alla scrivania asettica, bianca, grigia, della dottoressa. ne parliamo e decide di effettuare l'intervento. sa che quell'uomo è un assassino. e io sento cio' che lui pensa: ha ucciso tanta gente e non si merita la vita. ma la desidera tanto e sento la sua gioia. |
Post n°464 pubblicato il 05 Novembre 2008 da xgattoconglistivalix
non cercherò occasione per farti giungere questa lettera, spero tu la legga comunque qui. oppure in futuro te la recapiterò in qualche modo. ora non lo so. sei l'unica persona entrata a far parte della mia vita alla quale vorrei negare la presenza nei ricordi, vorrei riavvolgere tutte le pellicole e cancellarti piano piano, sfumarti, fino a lasciare un buco, un'assenza, una leggerezza. |
Post n°462 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da xgattoconglistivalix
in questi ultimi tempi, alcuni biologi marini hanno anche rilevato un’abnorme diffusione della Pfiesteria piscicida. fonte wiki e earthlings così giusto per fare un pò di informazione... |
Post n°461 pubblicato il 29 Settembre 2008 da xgattoconglistivalix
mi guidano, non sono sola, guardo dove metto i piedi, la rampa in salita ha barre trasversali per non farci scivolare. guardo dietro di me e quelli che mi stan dietro sono bagnati dalle onde, dai flutti, meno male che io sono già in cima a questa rampa. di ferro grosso e vecchio. rosso scuro. poi mi arrampico per la scaletta. tutti uno dopo l'altro. io uso una mano perchè con l'altra tengo lo zaino. fatica. ma riesco. ok. arrivo sopra la nave. mi spiegano che anche se il fucile cade in acqua un meccanismo e una corda te lo riportano. mi dicono di provare. è pesante è una cosa che non so definire, un bazuca, una fiocina, una balestra. non lo so che cos'è. mi dicono che ora devo sparare. sparare alla balena lucida grigia, grande e buona che sta sotto di noi. io lo imbraccio. decido che non lo voglio fare e mentre lo fanno loro, le fanno buchi come voragini, io tremo, mi chiudo la bocca con una mano, mi trema lo stomaco e mi sento di carta. |
Post n°460 pubblicato il 18 Settembre 2008 da xgattoconglistivalix
sono nata all'inizio del secolo, ma ancora non so mangiare da sola stamattina ho finito la scuola so già cosa farò stasera, so già che fra due giorni è vacanza. so già che fra tre giorni inizio a lavorare. parlo di futuri coabitanti e la gente non mi sente profumo di ammorbidente e la gente non mi vede urlo, e allora sentono soltanto le urla cinque minuti fa è stata l'ultima volta che ho avuto paura da domani ne avrò un'altra |
Post n°459 pubblicato il 16 Settembre 2008 da xgattoconglistivalix
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Post n°458 pubblicato il 03 Settembre 2008 da xgattoconglistivalix
Lei Lui incredibile |
Post n°457 pubblicato il 10 Luglio 2008 da xgattoconglistivalix
da ieri mi domando se sia giusto o meno il non un insulto, subito provoca la reazione difesa, chiusura. espulsione di corpo estraneo, no? punizione o indulgenza, istinti che poi chiudono la cosa. e invece odio sentirmi addosso la pellicola del film di qualcun altro. non è possibile stimare ed amare qualcuno da fuori. da lontano. ecco le domande di ieri hanno la loro fine. io sono così. pazienza. |
Post n°456 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da xgattoconglistivalix
cioè non mi va di parlare dei miei stati d'animo, non mi va perchè non ne ho? o forse perchè non mi sembrano sufficientemente eleganti e qualificati? non mi va di parlare dei problemi del mondo, non mi va, punto. posso essere criticata, posso criticarmi? non lo so. forse. ma resta il fatto che ora non mi va, è come se spostassi i carrarmatini del risiko dalla prussia al congo. niente di più. dall'esogeno e nobile al endogeno e vile. eh beh. sarà poi anche la natura? ma non lo so e non mi interessa. non mi va di parlare degli animali e le loro inutili sofferenze, delle infauste e vergognose scale gerarchiche che l'uomo ha impiolato (uh ho inventato una parola? demì ne ho inventata un'altra hai visto? che intelletto sopraffine che ho) dicevo, non ho voglia di raccontare cose che io so a gente che non sa, e non ho voglia di sapere da altra gente cose che non so, su come vengono spellati vivi i procioni per esempio. o i cani. o postare canzoni che parlano di corrida con ska appassionati. non faccio più sogni terribili (incubi), con morti che cuociono o io che soffoco nell'acqua sotto le fiamme o che sparo alla testa di un amico. mah non so, ne faccio tanti, particolareggiati come il gorgonzola di muffe e batteri, sì, ma non così carichi di sapore, di paura, di spavento. anzi, spesso mi fan ridere. e non ho assolutamente voglia di prendere pezzi di storia e farci favole. o di inventare trame tra folletti e gattini neri. perchè? per chi dovrei farlo? ma per te naturalmente gatto, penserete, mah sì ho capito, ma non mi va, perchè devo fare una cosa per uno a cui non va, nel tal caso sempre io? ah non so. e ricollegandomi al primo paragrafo di questo post, oltre a non aver stati d'animo di cui mi sento che mi scappa di scrivere, o meglio a non ritenerli degni di tale impiego di energia, sento proprio le pareti della mia materia cerebrale liscie, non porose, incapaci di trattenere quei flash, quelle immagini che a me sembravano così ermetiche ma così capaci, in grado di raccontare in due parole tutto un mondo che stava nel mio petto, nel mio stomaco, dietro ai miei occhi. non lo so. ma mi sembrano così liscie da non poter rimanere impressionate dalla luce che filtra e si trasforma dalle mie pupille. il perchè secondo voi mi interessa? e che lo dico a fare.
|
Post n°455 pubblicato il 05 Febbraio 2008 da xgattoconglistivalix
sono nella parte est di cuba, qualcosa mi impedisce di esserne felice, di godermi questo viaggio, il pensiero di un collega in difficoltà per la mia assenza e forse anche questa casa in cui ci ritroviamo, è incredibilmente sporca... |
Post n°454 pubblicato il 31 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix
ape(car) assassina sono nella cartoleria in cui andavo quando avevo 6 anni. odore di matite, la signora gentile, le do del tu. no del lei. sempre, anche se ora sono grande. ma sì. |
Post n°453 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix
So benissimo che questo titolo susciterà curiosità e ironia... eheheh ebbene no: l'uomo dei miei sogni non è il vecchio dario (argento) nè qualcuno di altrettanto inquietante. fisicamente poteva ricodare un ragazzo argentino che conosco di vista, alto, viso regolare, addominale scolpito, pelle non chiara, non scura, e aveva i capelli e i lineamenti un pò assomiglianti a Juanes, che senz'altro conoscete. parlava male italiano, perchè era spagnolo, ed era totalmente dissacrante, mi faceva addirittura uno strip nel ristorante in canna di bambu nel quale eravamo. cosa che anche se divertente, un pò imbarazzante, direi. ah e inoltre era in tournèe, non so bene cosa facesse di lavoro... ma era tremendamente passionale... e voleva convincermi ad accompagnarlo per le date restanti... tra l'altro era molto persuasivo.
uomo dei miei sogni! |
Post n°452 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix
credo che chi nella propria vita non abbia a provare il dolore di abbattere il proprio cane, chi cioè non si capacita di cosa significhi vedere il suo sguardo svuotarsi, nel ritenere tutto questo inappropriato per una 'non persona' per un animale, beh, mi dolgo per lui. la natura sopperisce alla mancanza di un senso con l'acuirsi di altri. l'udito in un non vedente per esempio. e poi la terra... |
Post n°451 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix
le farfalle mirabal c'era una volta non definita, nè nel tempo nè nello spazio... vivevano tanti animali e insetti, singolarmente felici, distrattamente vivevano, ponevano domande con il bollino blu alle loro esili coscienze. altre domande, le ricacciavano giù in fondo. perchè il Benefattore non avrebbe avuto piacere di vedere un animaletto della propria foresta, avere un comportamento disdicevole e disonorevole, certo! anche solo facendosi una domanda di troppo. in uno splendido mattino tiepido e dolce, all'ombra di una vecchia palma, nacquero 4 farfalle. dapprima baconi, sempre più grossi, sempre più pelosi, poi schiusero le ali colorate in un tripudio alla forza, l'eleganza e la bellezza. crebbero, salutando il Benefattore come loro unico creatore e più importante del vero loro padre. anche se era un essere strano, dalla foto sembrava inquietante, quasi un uomo. o forse un caprone. poi alcune delle farfalle mirabal andarono a studiare. ai margini della loro amata foresta tropicale. piano piano sottovoce, giorno dopo giorno, notte dopo notte, negli anni, costruirono un'immagine parallela a quella del Benefattore che ogni animale e insetto aveva appesa nella propria tana. un'immagine di orco, di mangiatore di farfalle e falene, di terribile sanguinario, che pur di far pensare nel modo giusto anche i più indisciplinati procioni, era disposto a farli scomparire. serpeggiava sottile la voce che il padre, lo zio, il nonno di bamby, e infine bamby stesso, fossero scomparsi nel nulla. solo le sorelle e le madre rimasero e a brucare erba amara. serpeggiava sottile la voce che chi veniva chiuso nelle grotte-prigioni, perchè in disaccordo o offensore della volontà del Benefattore, venisse torturato. torturato? le farfalle giovani e belle si domandavano come fosse mai possibile. passò il tempo, le farfalle crebbero e venne la festa del fraschifolli. la notte concerti di cicale, danze di lucciole e profumi di acacia. il mare del caribe luccicava alla luna. il Benefattore in quella sera d'aromi, scelse una farfalla: aveva appetito. ma non fu così facile togliersi tale languore, perchè scelse una delle farfalle mirabal. incredula e indignata la bellissima farfalla schiaffeggiò il Benefattore. da allora fu Guerra. fu guerra ma non sottovoce. non più. le morbide farfalle irrobustirono determinazione e ragnatele di attività. finchè fu loro possibile. le farfalle vennero imprigionate. torturate, strapparono loro ali e armonia. morirono dentro, nel loro colore. che si spense a poco a poco. finchè vennero liberate. ma mentre in un mattino di caldo e vento, andavano con i loro ormai tristi occhi a fare visita ai propri cari, ancora chiusi nella grotta-prigione, vennero assassinate. 3 farfalle che avevano combattuto per non dover parlare più sottovoce, per non dovere più cacciare indietro le domande, per poter avere sogni e dignità di persone libere, vennero assassinate su una strada rossa, piena di foglie dei caraibi. ma le mariposas mirabal avevano seminato il seme della rivolta, della libertà dell'intera foresta. a tutti coloro che offrono la propria vita per la Libertà della Vita. |
Post n°450 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix
credo... che Madre Natura abbia appositamente creato gli uomini fornendoli di un limite fondamentale: e così, sapendo che i nostri giorni non sono illimitati, ma ancor di più, non sapendo l'esatto momento in cui finiranno, siamo indotti ad attribuire anche alla risorsa tempo, come a tante altre, maggiore valore. quantità limitata e incognita del tempo, sono i doni che impreziosiscono minuto dopo minuto la nostra vita di scimmie evolute. credo che madre natura sia veramente una madre perfetta |
Post n°449 pubblicato il 15 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix
tutto inizia dove ha sede la fonte del pensiero, il generatore della mente, l'interruttore del pensiero. tutto inizia lì, nero che nasce, che si espande, che si allarga, lento, ma nero. cosa c'è più nero del nero, più coprente, più soffocante, più pesante e resistente? il nero. si allarga, dentro la scatola cranica, spinge nelle sue pareti, comprime, dilata, scivola sulle pareti tonde del cranio e scende sugli occhi, li senti che schizzano, bruciano, scottano e si asciugano. senti il nero che scende tra pelle e naso, lo senti che si allarga agli zigomi, e prende i denti. anche sotto le gengive, l'osso ormai sembra nero. sotto la pelle tutta la faccia è macchiata. e pensi che il sonno arriverà, che se ti concentri puoi scomparire, rilassare il tratto cervicale, nel modo più comodo e aspettare che arrivi il sonno a portarti via per non sentire più questo dolore nero. lucida descrizione di ieri ore 22.00 sul divano di casa mia |
Post n°448 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix
stanotte ho sognato... mia madre e mia cognata che mi accompagnano in macchina all'università, sotto un portico di una città verde e velata di nebbia, tanta gente, no parcheggi, strade antiche e strette, e la biblioteca, sono i posti che mi diverranno familiari è un sogno senza senso, fatto di sguardi tristi, di odore di muffa, di nebbia della mattina, di rumore di autobus affollati e di città e condomini che io non conosco. non volevo raccontarlo qui nel blog, perchè non è un incubo e non è interessante, ma ancora ora, dopo 12 ore di lavoro, continuo a visualizzare alcune immagini. ed è per liberarmene che lo scrivo. stesso motivo d'altronde per il quale ho creato questo blog. buonanotte a tutti, che possiate ricordare il più possibile dei vostri incubi o sogni, e che possiate anche avere il metodo per cancellarli, a vostra scelta, come faccio io. buonanotte e incubi d'oro a tutti. |
Post n°447 pubblicato il 10 Gennaio 2008 da xgattoconglistivalix
syd stanotte ho sognato una bellissima gatta pelosa e tigrata,avrei tanto voluto che mi venisse a dormire sulla schiena, ma nn si fidava di me... confesso: ieri ho letto la sua biografia... |
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