Creato da psike830 il 19/11/2005

1,nessuno&centomila

Le mie contraddizioni: vivo spegnendo incendi con la benzina

 

 

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Post n°1981 pubblicato il 02 Luglio 2012 da psike830

quella notte lì
quando due pezzi si sono incastrati ed è scattato l'ingranaggio
quando ho pensato che in fondo non era così male essere innamorati e completamente esposti
completamente nudi in balia delle intemperie
perché c'erano le tue dita e il tuo respiro
perfino la tua voce

che se un giorno mi innamorerò di nuovo sarà solo per riavere momenti come quello

 
 
 

e che si fa quando...

Post n°1980 pubblicato il 23 Giugno 2012 da psike830

che si fa quando sei praticamente innamorata di una persona per come è, per come ti fa sentire, ma non provi attrazione fisica?
e che si fa se lui si mostra anche interessato e tu non riesci a stare lontana e quindi, in un certo senso, lo stai illudendo (involontariamente)?
e che si fa se questa persona è anche un caro amico?

nessuno dei due ha mai esplicitato la cosa, ma è palese

e che si fa quando non sai che fare e non puoi parlarne con nessuno dei tuoi amici perchè sono anche amici suoi e si creerebbe un casino peggiore di quello che si è già creato?


 
 
 

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Post n°1979 pubblicato il 23 Giugno 2012 da psike830

è che in fondo non ho nessuna voglia di finire questo trasloco
o coraggio
me ne sto qui, in mezzo agli scatoloni con le linguette aperte, come un cane che alza una sola orecchia per prestare attenzione a chissà quale rumore
me ne sto qui, seduta per terra in mezzo agli scatoloni
che a guardare da fuori non si capisce se sono appena arrivata o se sto per andarmene
che, a guardare da dentro, non ho capito se sono appena arrivata o se sto per andarmene
che, certe volte, devi solo aspettare che passi
il dolore o un treno che ti porti lontano

sono nel luogo dove il tempo non esiste
tutto è adesso, tutto è passato
e somiglia tanto al piccolo spazio che si crea fra le tue labbra quando sorridi

ho provato a incellophanarmi il cervello per soffocare i pensieri
ma ce n'è uno che resiste in apnea
e sento i tuoi passi a piedi nudi, nel corridoio, mentre torni dal bagno lasciandoti dietro un vago odore di sapone
e quando mi giro non c'è nessun corridoio

immaginavo mi avresti chiamato da londra nel cuore della notte, preso dalla nostalgia, per racconatarmi una stronzata qualsiasi
io avrei ascoltato i rumori di sottofondo, cercato i cucchiaini che sbattono sulle tazzine dei bar senza trovarli, e poi ti avrei risposto con un'altra cazzata, altrettanto qualsiasi, e avremmo riso accorgendosi che 7o km o 700 non fanno alcuna differenza, soprattutto di notte

immaginavo che avremmo collezionato ancora un bel po' di addioarrivederci finché non avremmo finito le scuse per tornare, ma quelli come te le scuse non le finiscono mai e io avevo un solo cuore da farti prendere ad accettate
così una notte tu se arrivato con la pistola ed io ho sparato
"tanto non sai togliere la sicura" dicevi tu
ma non eri tanto convinto se ti spostavi di lato cercando di uscire dalla mia traiettoria
ed eri buffo spalmato sul vetro a scegliere con cura le parole con cui difenderti per poi, invece, tirarmi una bomba a mano in pieno viso

e invece fanno 30 gradi e a mezzanotte sono sdraiata nuda accanto ad un tizio che nemmeno ti somiglia
non c'è un filo d'aria e il fumo della sigaretta è una linea retta che divido a metà con l'indice
mi giro a guardarlo e penso alle lenzuola rosarosso che non ti piacevano molto
son più di 10 chilometri da qui a casa mia e c'è quella canzone che ripete per una serie infinita di volte la stessa frase
come gli infiniti sms che mi hai mandato la prima volta che l'ho ascoltata a quel concerto
anche quelli saranno finiti dentro a uno di questi scatoloni
e le parole si saranno mescolate in modo da far perdere alle frasi quel poco significato che avevano
e se ci provassi magari riuscirei a ricomporle senza nemmeno troppa fatica
avevo due anni più di te e dieci centimentri di cosce in meno per somigliare alle altre che avevi avuto
e anche un sacco di più di stoffa addosso che provvedevi comunque a togliermi, di tanto in tanto
ma non era questo che ti interessava più di tutto
più di tutto avevi da dire e raccontare
così tanto che l'ultima volta hai dimenticato perfino di mettere le pause nei discorsi
e io invece stanotte sono un'idiota senza parole

 
 
 

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Post n°1978 pubblicato il 15 Giugno 2012 da psike830

non sapevo quanto mi mancassi finché non ho risentito la tua voce
e il modo in cui parlavi, cercando di infilare più parole possibili in ogni frase, non aveva niente a che fare con la punteggiatura dei tuoi messaggi
quando ripetevi infinite volte le vocali finali o i punti interrogativi
e le frasi erano sempre brevi, come i tuoi sorrisi telegrafici

credo di averti aspettato oggi
sempre nello stesso posto
quello in cui ho imparato a distinguere il rombo di una Ducati da quello di una Suzuki
era semplice, dicevi tu, ma all'inizio io mi confondevo perfino coi trattori in lontananza
e nel frattempo mi preparavo a risponderti a tono a qualsiasi frase
solo che tu non sei arrivato e le parole mi sono rimaste dentro come bombe inesplose
chissà se ci tornerai più lì, tra i tavoli blu e il barista svogliato, ad ascoltare il karaoke della domenica e a lamentarti perché "una volta" era un posto tranquillo
e una volta forse era un paio di mesi prima
che non lo so come fai ma riesci a impossessarti di tutto
delle cose come dei luoghi
e delle persone
un attimo prima ne ignori l'esistenza
e un attimo dopo ne sei il padrone
con quella leggerezza come se non t'importasse affatto
era casa mia questa, l'acqua in cui a 5 anni ho imparato a nuotare, la sabbia su cui mi distendevo le notti di San Lorenzo da adolescente e invece adesso tutto è diventato l'angolo in cui parcheggi la moto, il tavolo dove ti piace prendere il caffè, il punto che speri sempre sia libero perchè lì non arriva l'ombra e le scale da cui te ne vai.

io mi sono limitata a un parcheggio minuscolo davanti ad una chiesa, a due passi da casa tua, ti ho lasciato il bar e le finestre di casa da cui non mi hai mai visto arrivare

e poi mi viene da ridere a star seduta qui e a guardarti mentre sei con un'altra, è così surreale che mi viene proprio da ridere, ma non provo nessuna gelosia, davvero, come se ti avessi visto con tua sorella e non riesco a capire il perché

dovrebbe quantomeno darmi fastidio vedere la tizia che ha preso il mio posto è che è alta almeno -almeno- dieci centimentri più di me
forse è perché non l'ho vista per niente ridere, nemmeno sorridere a dire il vero, e comincio anche a sospettare che sia muta
 chissà se lei ti ha mai ascoltato parlare per una notte intera per telefono, se ha aspettato che poggiassi il telefono sul bancone per girare lo zucchero nel caffè, o sulle cosce per rullare una sigaretta
chissà se lei ha preso una grappa con tuo padre alle 3 del mattino in un'altra regione o se ha incontrato tua sorella in un discopub pensando a quanto vi somigliate
chissà se hai mai guardato le vostre foto e commentato che quello è stato uno dei periodi più spensierati e felici della tua vita in cui, nonostante tutto, non facevi altro che ridere e sorridere e tua madre nemmeno ci credeva

e poi non mi va più di scrivere

 
 
 

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Post n°1977 pubblicato il 13 Giugno 2012 da psike830

i tavoli li ricordavo rossi
e invece sono blu
blu anche quelli

 
 
 

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Post n°1976 pubblicato il 11 Giugno 2012 da psike830

non è mica giusto
(pensavo mentre continuavi ad infilare un numero esagerato di parole in ogni frase)
non è mica giusto che adesso dovrò ricominciare da capo a dimenticarti

 
 
 

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Post n°1975 pubblicato il 10 Giugno 2012 da psike830

232 giorni
e incontrarti
in mezzo a una sagra di paese a 50 km da casa
mentre sei con un'altra
cercare di non salutarti mentre mi fissi
di non parlarti mentre mi poni domande
cercare di evitarti e invece ritrovarti sempre tra i piedi
"da quando ti ha visto non si è più filato la tizia e ti sta sempre appiccicato"
"allora non è solo una mia impressione!"
"no, decisamente no!"

[tipo che erano seduti su una panchina
e quando mi sono avvicinata lui si è alzato
e ha iniziato a farmi domande e a balbettare
cercando di riempirmi di notizie sulla sua vita
cercando di infilare in una frase più cose possibili per recuperare forse il tempo perduto
tipo che una sua amica mi ha chiesto di restare con loro
e io ho inventato la scusa di dover fare l'ultima tappa
e lui continuando ad ignorare la tipa mi ha guardato dicendo
"andiamo a fare l'ultima tappa?"
non esiste più nessun andiamo
nessun facciamo
nessun siamo
c'è un andate
fate
siete]

e allora, dopo averti lasciato i dolci con le nocciole, dopo che mi hai presentato la tua nuova fiamma, dopo averle stretto la mano, quando vedo che non hai intenzione di scollarti da qui, che se io mi poggio sul muro di destra tu attraversi pure la strada per starmi vicino
dopo tutto
nonostante tutto
me ne torno a casa


cosa dovrei fare io ora?

[che mi mancava la tua voce
più di tutto
la tua voce che racconta
e mi mancava anche raccontarti di me
ma non ti ho detto niente
che non c'è più niente da dire]

 
 
 

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Post n°1974 pubblicato il 01 Giugno 2012 da psike830

più cerchi di evitare le situazioni più quelle capitano


 
 
 

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Post n°1973 pubblicato il 30 Maggio 2012 da psike830

quando stai tutto il giorno a pensare ad una persona e cerchi in tutti i modi di non chiamarla
ma poi sai che alla fine troverai la scusa più banale tra le storie banali e le manderai un sms
pur sapendo che non è affatto giusto nei suoi e nei tuoi confronti

che tu sei una persona meravigliosa
mentre io sono marcia e col cuore spaccato
e, per di più (comesenonbastasse), siamo amici, di quelli che non si vogliono perdere
di quelli che non si possono perdere


 
 
 

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Post n°1972 pubblicato il 28 Maggio 2012 da psike830

c'era un vento leggero e sul tavolo rosso un bicchiere vuoto dove il sole si rifletteva arrivandomi dritto nell'occhio destro
io pensavo ai tuoi occhiali da sole col bordo rosso e a te che continuavi a sostenere fossero tutti neri,
era una cosa che non potevamo verificare, uno dei due aveva un ricordo distorto, ma c'eravamo giocati una cena e in qualche modo dovevamo pur decidere chi aveva ragione
non ricordo com'è andata a finire, come ci siamo ritrovati poi seduti in un ristorante ad ordinare un antipasto di pesce dopo che avevamo girato per tutta la fiera con te che cercavi di prendermi per mano e io che provavo a sfuggire, perché, se mi avessi preso, anche per un attimo solo, lì, mi sarei arresa senza riuscire più a tornare indietro, senza riuscire più a dirti che era finita perché tu non avevi intenzione di cominciare
e poi c'è stato un momento, tra il secondo e terzo bicchiere di vino, in cui mi hai guardato e io ho ricordato perfettamente quegli occhiali poggiati vicino all'ombrellone quel lunedì pomeriggio d'agosto, li ho ricordati perché per un attimo mi hai guardato nello stesso identico modo, anche se con 13 mesi di distanza
e poi hai detto proviamoci, proviamoci davvero e io ti ho dato la mano e io ti ho dato fiducia
e quelli sono stati per me i 10 giorni più belli dal 2005 a questa parte
ma per te era solo una prova, per me era la felicità

 
 
 

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Post n°1971 pubblicato il 27 Maggio 2012 da psike830

mentre guardo i lucchetti su ponte milvio trovo l'angolo in cui eravamo seduti a uno dei nostri primi appuntamenti
con le gambe penzoloni sul tevere e il bicchiere in mano

è così che forse siamo stati per tutto il tempo: mezzi ubriachi e sospesi nel vuoto

 
 
 

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Post n°1970 pubblicato il 22 Maggio 2012 da psike830

e mi torna in mente quella frase che dicevi quando avevi (non a torto) da ridire sui miei abbinamenti

"sei l'unica donna che vesto invece di spogliare"

e giravi per le corsie dei negozi con le commesse che avrebbero davvero voluto spogliarti con gli occhi
e io ti seguivo un po' a distanza pensando che poi, di lì a poco, io ti avrei spogliato davvero
e invidiavo me stessa per la fortuna che avevo

 
 
 

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Post n°1969 pubblicato il 22 Maggio 2012 da psike830

in ogni giornata arriva il momento in cui si spengono le luci e scende il silenzio

e allora mi torni in mente

 
 
 

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Post n°1968 pubblicato il 18 Maggio 2012 da psike830

è così che va
ogni mattina ti svegli fingendo che non sia mai successo
finché un giorno, mentre la luce del sole entra dalla finestra, a te non interessa più

finché non interessa più nemmeno se sia successo davvero o meno
finché non interessa più

 
 
 

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Post n°1967 pubblicato il 17 Maggio 2012 da psike830

no, tranquilli, continuate pure ad usare l'insulto come unica forma di comunicazione, non preoccupatevi tanto la stronza ha le spalle larghe.

fortuna che hanno inventato il cioccolato
i cruciverba
e, soprattutto, le strade che conosci a memoria e su cui puoi guidare e guidare e guidare e guidare


 
 
 

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Post n°1966 pubblicato il 06 Maggio 2012 da psike830

...quando faresti due telefonate
una ad una persona per dire che la ami ancora
e una ad un'altra per dire che ti stai innamorando
e ti accorgi che la seconda sarebbe ancora più insensata della prima...

 
 
 

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Post n°1965 pubblicato il 05 Maggio 2012 da psike830

nelle ultime settimane ho scritto e cancellato un post almeno venti volte
l'ho fatto anche questa volta

questa cosa mi farà impazzire del tutto, lo so

sono già un bel pezzo avanti...

 
 
 

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Post n°1964 pubblicato il 27 Aprile 2012 da psike830

lo so che un giorno te ne andrai (dalla mia testa intendo)
e io non ricorderò più le rughette intorno al tuo sorriso o il taglio dei tuoi occhi
lo so che succederà un giorno
che sta già succedendo, pian piano
ogni ora che passo lontano da te se ne vanno un sacco di cose
ma, ora come ora, è così bello ricordare com'eri bello e com'ero felice
era così bello sentire di avere di nuovo quindic'anni e di essere innamorati
così innamorati come se fosse la prima volta
e credere che sarebbe stato per sempre e credere che avremmo vinto contro tutto
e forse avremmo potuto
avremmo potuto vincere contro tutto
ma non contro noi stessi

 
 
 

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Post n°1963 pubblicato il 27 Aprile 2012 da psike830

un giorno esploderemo
e saremo dappertutto nella vita dell'altro
esploderemo e tutto quest'amore ci scivolerà via dalle mani e dalle labbra e non potremo non parlarne e non potremo non toccarci
esploderemo e in tutti quei pezzi ci accorgeremo di essere finalmente tutti interi
tutte le schegge che c'hanno ferito diventeranno solo rumore
e non avremo più ferite, solo cure
e non avremo più vuoti da riempire, solo pieni, stracolmi
e doneremo quello che abbiamo in abbondanza

vedrai che saremo felici
un giorno
anche noi saremo felici


scrivo un mucchio di stronzate ma vorrei solo che
in questi giorni difficili di decisioni difficili
(e l'aggettivo sembra ridondante ma non lo è)
ecco, io vorrei solo che tu fossi qui
nel modo in cui sai esserci tu
nè troppo invadente nè troppo distante
quel modo lì
di quando mi scrivevi su fb le cose che non riuscivi a dirmi a voce
e io le leggevo col sorriso sulle labbra
quel sorriso che una volta che ti si stampa sul viso è difficile da togliere
quel modo lì
di quando era un momentaccio anche per te, ma non volevi farmi star male
ma non volevi farmelo pesare e volevi starmi vicino
e allora cenavamo all'aperto a trastevere con una cacio e pepe
e poi nel mezzo della notte tiravi fuori una bottiglia di vino bianco da chissà dove
e continuavi a versarmene ancora e ancora
e io ne versavo a te
e sotto le macchine continuavano a far vibrare la finestra
e io tiravo ancora un po' più su il piumone perché avevo freddo
e discutevamo per la luce accesa ogni volta
e ogni volta arrivavamo allo stesso compromesso di accendere quella dell'ingresso e spegnere quella della camera
ed era bello farlo ogni volta pur sapendo come sarebbe andata a finire
ecco
io avrei bisogno di quella bottiglia di vino
della luce accesa del corridoio
e di te nel lettone col copriletto rosso
di te che sorridi soprattutto

ma no
non posso davvero telefonarti
non posso proprio cedere adesso
dopo sei mesi di fatiche

 
 
 

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Post n°1962 pubblicato il 23 Aprile 2012 da psike830

ché non esistono -forse- persone senza cicatrici
il problema è che cerchi sempre chi ne ha più di te
il problema è che le persone ferite riescono a riconoscersi da lontano
si fiutano, come fanno gli animali
che in fondo è quello che siamo, animali

è così che -forse- ti ho riconosciuto quel lunedì pomeriggio
come se ce l'avessi scritto in faccia
ti ho guardato e ho capito che eri pieno di cicatrici,
molto diverse da quella minuscola che avevi sotto l'occhio e che io amavo così tanto

ti ho guardato ed è stato come riconoscermi
riconoscerti

conoscendoti davvero, poi
ho avuto l'impressione che qualcuno si sia divertito con te prendendo in mano un coltello e tagliandoti ovunque, a caso e senza una valida ragione

li ho riconosciuti quei tagli, quei ricami che avevi sul corpo
come tu hai riconosciuto i miei
era per quello che riuscivi a parlare così tanto con me
era per quello che chi credeva di conoscerti non riusciva a credere che tu parlassi e raccontassi così tanto
non poteva crederci perchè lei, quelle ferite, non ce le aveva

erano le ferite in cui infilavo le unghie ogni tanto
erano le ferite che tu riuscivi a riaprire ogni tanto
ma che, la maggior parte del tempo, curavi

perché chi ce le ha quelle ferite,
chi sa riconoscerle, quelle ferite,
sa anche come usarle
sa colpire dove fa più male
e io sono consapevole di averti fatto questo
sono consapevole di aver approfittato della tua fragilità proprio nel  momento in cui meno te l'aspettavi, proprio nel momento in cui avevi deciso di fidarti
e so anche di averlo fatto consapevolemente e volontariamente
ed è questo che tu non sei mai riuscito a perdonarmi
il fatto che io abbia scelto di farlo
mentre tu, per lo più, lo facevi inconsapevolmente

quello che la gente non riesce a capire è che
tra i due
la più stronza sono stata io
e anche la più stupida
perchè sapevo che ferire te voleva dire ferire anche me con l'aggiunta dei sensi di colpa

loro hanno visto solo quando te ne andavi
ma non sanno com'era quando c'eri
non sanno che io non ti ho mai preso per mano o baciato per prima
se non quella sera in cui mi hai detto
"guarda che lo so che ieri eri ubriaca"
"ma no, non è vero"
"oh sì, stavi talmente fuori che ti sei avvicinata e mi hai baciato per prima, cosa che, in un anno, non hai mai fatto!"
che ne sanno loro di quella sera lì e di tutte le altre
che ne sanno loro di qual era il nostro modo di dimostrare affetto
loro si chiamano "amore mio" e si regalano fiori
io passavo le notti ad ascoltare il rumore di sottofondo che fanno i cucchiani sulle tazzine dei bar mentre tu mi descrivevi una città che sembra non dormire mai
e non ti ho mai detto "amore mio", ma l'ho pensato ogni istante
anche quando ti infilavo il coltello nel cuore e continuavo a rigirarcelo dentro
e probabilmente lo pensavi anche tu quando mi graffiavi via le croste e poi rimanevi a guardare il sangue scorrere

però, gli ultimi mesi, mi hai fatto un regalo
mi hai regalato un pezzo di me stessa
e quel pezzo lì io voglio portarmelo sempre appresso
e quel pezzo lì spero abbia imparato tutte quelle cose che prima non avevo capito

ti ho amato tanto perchè più conoscevo te più conoscevo me stessa
perché quando parlavi di me usavi aggettivi che io non credevo di meritare
perchè ci sono stati due momenti meravigliosi per noi ma fondamentali per diventare un po' di più la persona che da sempre voglio diventare

e non ti vedo da sei mesi e spero di non rincontrarti a breve perchè sto guarendo solo ora
ma se mai ti rincontrerò quello che vorrei dirti è
"grazie, nonostante tutto, grazie davvero"



 
 
 

JO

perché forse più bello che descrivere una grand’amicizia, è averne una.

 

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DUE ZERO ZERO CINQUE

RADIOFRECCIA

"...perchè le canzoni non ti tradiscono.
Anche chi le fa può tradirti,
ma le canzoni,
le tue canzoni,
quelle che per te han voluto dire qualcosa
le trovi sempre lì,
quando tu vuoi trovarle.
Intatte.
Non importa se cambierà chi le ha cantate.
Se volete sapere la mia,
delle canzoni,
delle vostre canzoni vi potete fidare..."

 
 

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