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TEATRO MAGNO

DOVE TUTTO E' FINTO NIENTE E' FALSO

 

 

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Post N° 246

Post n°246 pubblicato il 17 Febbraio 2007 da teatromagno


(taj73 Il sipario si apre nella stanza d’albergo del killer. Lui rivolge le spalle al pubblico,si sta medicando la ferita al braccio guardandosi allo specchio. Poi d’improvviso si ferma guardando la sua immagine riflessa)

KILLER:

Volevo smettere.
Avevo deciso che questo sarebbe stato il mio ultimo incarico. (sottovoce) Non mi aspettavo che andasse così.
Una donna.
La mia donna.
Una figlia mia figlia.
Ora la mia vita ha un senso. Ho delle nuove responsabilità,ho due persone da proteggere e non da uccidere.
Come fare?
Cosa devo fare?
Pensare, riflettere, ragionare per trovare un modo di eliminarlo e vivere.
Si devo trovare la soluzione che mi permetta di eliminarlo in modo pulito. Questo lo so fare, lo ho sempre fatto. Non devo prendermi in giro questa volta è tutto diverso. Non ci sono i soldi che mi invogliano: c’è l’amore , ci sono io, c’è Lisa, c’è Giulia. Ci siamo noi .
Forse una soluzione c’è.
Ma si certo perché non ci ho pensato subito?

(il killer si avvicina al cappotto e prende un biglietto)

Ramirez, lui può aiutarmi.

(prende il telefono e compone un numero)

Ramirez, sono io. Non chiedermi nulla ma ho bisogno di te. Stanza 419 Riverside Hotel, ti aspetto, grazie.

(attacca il telefono)

Vi sono tanti modi di morire e una pallottola è soltanto uno dei tanti.
Lo posso uccidere togliendoli tutto quello per cui ha lavorato in questi anni. Gli tolgo il potere, i soldi, la moglie e la figlia.
Lo lascio vivo, denudato da tutto.
Ecco, si.
Questa è la morte che si merita un bastardo come lui.

(Bussano alla porta, il killer si interrompe e va ad aprire. Entra il portiere dell’albergo che gli porge un biglietto)

PORTIERE:

Questo è per lei lo ha lasciato una donna.

KILLER:

Grazie

(Il portiere esce di scena, il killer spiega il biglietto e inizia a leggerlo)

Amore mio, ti ho ritrovato e ora ho una tremenda paura di perderti di nuovo, grazie per quello che stai facendo per noi.
Il bastardo, ha un grosso affare da chiudere dopodomani al porto. Armi, droga non so cosa con esattezza ma qualcosa di grosso.
Lo ho sentito parlare col suo tirapiedi che questa sarà la svolta definitiva per la sua organizzazione.
Si toglierà dai piedi quei colombiani del cazzo. Non so altro. Stai attento se mi vuoi questo è un numero di cui nessuno sa l’esistenza nemmeno lui.
Chiamami.
Ti amo, ti amiamo Lisa e Giulia

(Il killer rilegge la lettera più volte, si odono soltanto pezzi di frasi. Il suono del telefono lo interrompe, si alza e va al telefono.)

KILLER:

Pronto?

MARK WEIMER:

Sei pronto ? Preparati! Domani parto sto fuori due o tre giorni. Hai carta bianca per togliermi quella puttana dalle palle. La ragazzina per il momento deve vivere.

KILLER:

(ponendo una mano sul telefono per non essere udito)

Se fossi qui ti ucciderei subito lurido bastardo.

(Toglie la mano dal telefono)

Sarà fatto.
Lei vada.
Al ritorno avrà una bella sorpresa.
Non avrà a pentirsene.

(Il killer riattacca. Poi d’improvviso scoppia in una risata isterica)

KILLER:

Devo calmarmi e ragionare.

(si sdraia sul letto, poco dopo sente nuovamente bussare alla porta e, d’istinto prende la pistola che ha sotto il cuscino. Si alza non senza una smorfia di dolore provocata dalla ferita)

Chi può essere? Perché il portiere non mi ha avvertito?
E se quel bastardo avesse scoperto tutto?
E se fossero i suoi scagnozzi che sono venuti a fare “giustizia”.

(apre la porta si intravede Lisa)

KILLER:

Che ci fai qui? Se ti scopre puoi mandare tutto all’aria.
Dai entra subito.

LISA:

(resta sulla porta senza entrare)

Ho voluto farti una sorpresa! C’è una persona che vuole conoscerti.

(Lisa si scosta ed entra n scena Giulia il killer resta immobile senza pronunciare una parola)

GIULIA:

Sei tu mio padre? Sei davvero tu? La mamma mi ha spiegato tutto ma dovevo vederti per essere sicura che fosse tutto vero. Sei tu mio padre?

KILLER:

(le sfiora il viso)

Sono io e tu sei me.

GIULIA:

Sei mio padre.

(la ragazza scoppia a piangere e gli butta le braccia al collo. Il killer la stringe forte)

Papà posso chiamarti così vero?

KILLER:

Si, tu puoi tutto.

GIULIA:

Papà, ascolta non è stata colpa tua.
Non è stata colpa di nessuno.
Avremo tantissimo tempo per recuperare tutto quello che non abbiamo potuto vivere.

(il killer alza lo sguardo a Lisa)

KILLER:

Perché correre tutti questi rischi? Se  vi scopre è finita.

LISA:

Non preoccuparti, da quando ha deciso di farmi uccidere, non mi controlla più. Sembro una donna libera.

(bussano alla porta il killer si volta verso Lisa)

KILLER:

Forse è meglio che tu sia già qui. Ora voi sedetevi tranquille sul divano e arrivata la persona che ci aiuterà.

(il killer va ad aprire la porta ed entra in scena Ramirez)

RAMIREZ:

Cinque anni di silenzio e ora ci incontriamo due volte in due giorni.

(si ferma vedendo Lisa e Giulia sedute sul divano)

Cosa ci fanno loro qui? Che storia è questa?

KILLER:

Le conosci? Come è possibile?

RAMIREZ:

Non posso dirti nulla. Cosa ci fanno loro qui?

KILLER:

Evito allora le presentazioni, ma poi dovrai spiegarmi come fai a conoscerle. Immagino che tu sappia che suo marito è Mark Weimer.

RAMIREZ:

Si, ne sono a conoscenza.

KILLER:

Bene, questo facilita le cose. Mark ha assoldato un killer per uccidere Lisa e lei ne è venuta a conoscenza. Penso che questa donna possa essere più utile da viva che da morta non pensi Ramirez?

RAMIREZ:

Penso proprio che tu abbia ragione.
Tu come sei implicato in tutta questa storia?
Cosa vuoi in cambio?

KILLER:

La realtà, a volte, supera la fantasia, non è vero?

RAMIREZ:

Prosegui.

KILLER:

Ricordi quando anni fa ti parlavo di quella donna che avevo amato con tutto me stesso?

RAMIREZ:

Ricordo perfettamente.

KILLER:

Quella donna è Lisa e, da quell’amore nacque una figlia Giulia, lei.

(indica la ragazza seduta accanto)

Io penso che Mark sia venuto a sapere tutto ciò e ha deciso di vendicarsi di Lisa assoldando, per ucciderla, l’unico uomo che le abbia mai amato.
Ha incaricato me di compiere la sua vendetta.

RAMIREZ:

Hai ragione, la realtà supera la fantasia.

KILLER:

(avvicinandosi a Lisa e prendendola per mano la fa alzare e la porta di fronte a Ramirez)

Non sapendo nulla di chi io fossi Lisa ha cercato di uccidermi.
Poi ci siamo riconosciuti e mi ha raccontato tutta la sua storia e sono venuto a sapere dell’esistenza di Giulia.

RAMIREZ:

Ecco perché eri a New York. Tu dovevi ucciderla.

KILLER:

Si. Ora, però, voglio che loro vivano e ti chiedo protezione. Cosa vuoi in cambio?

RAMIREZ:

Oggi posso ricambiarti il favore di quando mi risparmiasti la vita in Italia.
Mi è sempre pesato avere un debito con te.
Ma posso anche usare tutto ciò.

(si volge a Lisa)

Lei lo sa che suo marito è sotto stretto controllo del FBI?

LISA:

Ignoro tutto ciò.

RAMIREZ:

E lo sa che tra pochi giorni deve ricevere una grossa fornitura di droga ?
Il suo potere, in questo momento vacilla se non riceve la droga verrà fatto a pezzi dagli altri capi.
Se la otterrà diverrà il boss incontrastato di tutto il Nord America.

LISA:

Io, io non sapevo che fossimo arrivati a questo punto.
Lei deve credermi io, noi, non abbiamo nulla a che fare con questo!

RAMIREZ:

Lei è a conoscenza di un testamento, stilato da suo marito nel quale sono indicati i nomi, conti bancari, le connivenze politiche di moltissimi signori della droga?

LISA:

Un giorno lui mi disse che aveva fatto testamento e che lo aveva messo nel caveau che abbiamo in casa.
Ma non ho mai visto il documento.
Mi disse, soltanto, che se gli fosse successo qualcosa avrei dovuto consegnarlo, immediatamente, al Direttore del New York Times affinché fosse pubblicato.
Era il suo passaporto per giungere alla vecchiaia.

RAMIREZ:

Lei può procurarmi quel documento?

LISA:

Penso di si.
Credo che Mark non si ricordi neanche più di avermene parlato e io, una volta vidi la combinazione per aprire il caveau.

RAMIREZ:

Tutto dipende da lei Lisa. Vivere o morire dipende solo da lei.
Mi porti il documento e lei e sua figlia sparirete per sempre e potrete ricominciare una nuova vita.
Ora devo andare. Teniamoci in contatto ma ricordate che abbiamo poche ore di tempo.

(Ramirez esce di scena)

KILLER:

Lisa ce la farai?

LISA :

Ho paura. E se ci scopre?

KILLER:

E’ l’unica possibilità che abbiamo. Devi entro stasera, portarmi il testamento.

(Il killer si china a baciarla poi  abbraccia entrambe le donne che escono di scena)

KILLER:

(alzando gli occhi in alto)

Ti prego, aiutale .

CALA IL SIPARIO.

 
 
 
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La solitudine, sì,
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La conosci tu
               la solitudine?
      Sì,
quella dei poeti e
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La solitudine?
Quale solitudine?
Ma non lo sai
che non si è mai soli?
E che dovunque
ci portiamo addosso
tutto il peso
del nostro passato e
anche
quello del nostro futuro?
Tutti quelli che
abbiamo ucciso
sono sempre con noi.
E fossero solo loro,
poco male.
Ma ci sono anche
quelli che
abbiamo amato,
quelli che
non abbiamo amato
e ci hanno amato,
il rimpianto,
              il desiderio,
       il disincanto
            e la dolcezza,
le puttane
e la banda degli dei!
            Solo!
Ah, se soltanto
potessi godere
la vera solitudine,
non questa mia solitudine
infestata da fantasmi,
ma quella vera,
fatta di silenzio e
         tremore d'alberi
sentire tutta l'ebbrezza
    del flusso
          del mio cuore.
    La solitudine!


(Caligola A.Camus)
 
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