Triballadoresdi Vittorio Casula |
Messaggi di Maggio 2014
Post n°1736 pubblicato il 31 Maggio 2014 da deosoe
28 maggio 2014 L'aumento della povertà, l'intensificarsi delle migrazioni di massa, il dramma della tratta degli esseri umani sono alcune delle conseguenze del costante aumento della disoccupazione nel mondo. A denunciarle è Papa Francesco nel messaggio inviato in occasione della 103ª sessione della Conferenza dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) in corso a Ginevra dal 28 maggio al 12 giugno. "Questa Conferenza si riunisce in un momento cruciale nella storia economica e sociale, che presenta sfide per il mondo intero" scrive il Pontefice ricordando come la disoccupazione stia "tragicamente espandendo le frontiere della povertà" e quanto grave sia il problema della migrazione di massa. Questi uomini e donne costretti a cercare lavoro lontano dalla loro Patria sono esposti "ad ulteriori pericoli, quali l'orrore della tratta di esseri umani, il lavoro coatto e la riduzione in schiavitù. È inaccettabile che, nel nostro mondo, il lavoro fatto da schiavi sia diventato moneta corrente (cf. Messaggio per la Giornata Mondiale dei Migranti e dei Rifugiati, 24 settembre 2013). Questo non può continuare! La tratta di esseri umani è una piaga, un crimine contro l'intera umanità. È giunto il momento di unire le forze e di lavorare insieme per liberare le vittime di tali traffici e per sradicare questo crimine che colpisce tutti noi, dalle singole famiglie all'intera comunità mondiale (cf. Discorso ai nuovi Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, 12 dicembre 2013)". Il testo integrale del messaggio del Papa
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Post n°1735 pubblicato il 31 Maggio 2014 da deosoe
Visitazione della Beata Vergine Maria
Nome: Visitazione della Beata Vergine MariaRicorrenza: 31 maggio Quando la Vergine seppe dall'Arcangelo Gabriele che sua cugina Elisabetta era prossima a divenire madre del Precursore, fu stimolata interiormente dallo Spirito Santo a recarsi alla casa di S. Elisabetta per apportarvi i primi frutti della redenzione. Il viaggio da Nazareth, dove abitava la SS. Vergine, fino alla città di Ebron dove stava Elisabetta era di 69 miglia circa. Le montagne e la cattiva stagione rendevano più incomodo tale percorso. Tuttavia la B. Vergine si pose in cammino con sollecitudine, come nota il Vangelo, spinta da quella grande carità che ardeva nel suo cuore. Ella incominciava allora la sua missione di dispensiera di tutte le grazie. Giunta alla casa di Elisabetta, Maria fu la prima a porgere il saluto alla cugina, ed apportò in quella casa grazie straordinarie: S. Giovanni Battista fu liberato dal peccato originale, Zaccaria riebbe la parola, S. Elisabetta ricevette l'abbondanza dei doni dello Spirito Santo ed alla vista della Vergine esclamò: « Quale grazia è per me questa che venga a me la Madre del mio Signore? ». Maria, in risposta, pronunciò lo stupendo cantico del Magnificat, la più degna lode che Dio ricevesse dalla bocca della sua santa Madre, e che la Chiesa fa recitare ogni giorno ai sacerdoti nell'Ufficio divino. Con questo cantico Maria loda Iddio di averla arricchita di tali privilegi; predice la sua gloria nell'avvenire: profetizza che il Salvatore del mondo umilierà i superbi ed esalterà gli umili e spanderà la sua misericordia in tutti i secoli fino alla fine del mondo. Secondo il S. Vangelo, Maria si trattenne per tre mesi nella casa di S. Elisabetta. In questo tempo Ella prestò alla cugina tutti i più umili servizi, con una bontà che solo la madre di Dio poteva avere. Come fu ripiena di grazia la famiglia di Elisabetta alla visita di Maria, così può chiamarsi beata l'anima devota di Maria. Maria non solo protegge i suoi devoti, ma, come dice un santo, li serve. Dove vi è l'amore a Maria vi è ogni bene, perchè Ella porta con sè Gesù, vera pace dell'anima. PRATICA. Sull'esempio di Maria proponiamo di essere umili e caritatevoli verso il prossimo. PREGHIERA. Deh! Signore, accorda ai tuoi servi il dono della grazia celeste, affinchè come il parto della B. Vergine fu loro principio di salvezza, così la solennità della sua Visitazione aumenti la loro pace.
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Post n°1734 pubblicato il 30 Maggio 2014 da deosoe
Quirinale Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr Donazioni di organi e sicurezza sul lavoro: il Presidente Napolitano apprezza la campagna di Pubblicità Progresso Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Quirinale una delegazione della Fondazione Pubblicità Progresso, guidata dal Presidente, Alberto Contri che gli ha illustrato i risultati raggiunti dall'ultima campagna Pubblicità Progresso a favore della donazione degli organi e dei tessuti: in un anno e mezzo sono stati "arruolati" 44.000 nuovi donatori. Nel corso dell'incontro il Presidente Napolitano ha rivolto un indirizzo di saluto. LA NOTIZIAIl 2 giugno aperti al pubblico i giardini del QuirinaleCome di consueto, in occasione del 2 giugno, Festa nazionale della Repubblica, saranno aperti al pubblico dalle ore 15.00 alle ore 19.00 i giardini del Palazzo del Quirinale. Le bande dell'Aeronautica Militare, della Marina Militare, della Guardia di Finanza, dell'Esercito Italiano, della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri eseguiranno brani da concerto originale per banda, arrangiamenti di brani dal repertorio classico. Domenica 1° giugno, alle ore 15.30, avrà luogo sulla Piazza del Quirinale il cambio solenne della Guardia d'Onore da parte del Reggimento Corazzieri a cavallo con la Fanfara del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo. PRIMO PIANONapolitano agli scolari dell'Istituto Statale di Istruzione Specializzata per Sordi "Magarotto": "Mi avete fatto capire molte cose"Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha incontrato gli scolari, i docenti, gli assistenti alla comunicazione e una rappresentanza di genitori dell'Istituto Statale di Istruzione Specializzata per Sordi "Antonio Magarotto" di Roma. Seduto tra i banchi, il Presidente Napolitano ha assistito ad una lezione di educazione civica. I bambini e le insegnanti hanno illustrato al Capo dello Stato il lavoro svolto con l'ausilio di lavagne interattive multimediali. L'EVENTOIl Presidente all'incontro "Il terrorismo raccontato ai ragazzi"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha partecipato al Teatro Argentina all'incontro "Il terrorismo raccontato ai ragazzi", evento finale del progetto educativo promosso dalla Regione per le scuole superiori di Roma e Lazio. Nel corso della manifestazione sono intervenuti il Presidente della Giunta Regionale del Lazio, Nicola Zingaretti, Agnese Moro, Gianni Ricci, figlio dell'appuntato della scorta di Aldo Moro, Domenico Ricci e il giornalista Giovanni Bianconi. L'attore Pierfrancesco Favino ha letto un brano tratto dal libro "Figli della notte - Gli anni di piombo raccontati ai ragazzi". Al termine il Capo dello Stato ha risposto ad alcune domande degli studenti. L'ANNIVERSARIOIl Capo dello Stato ai giovani: contro la mafia non abbassare la guardia, impegnarsi e studiareIl Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha salutato i ragazzi e i docenti che sono salpati con la Nave della Legalità dal porto di Civitavecchia e che sono sbarcati a Palermo per ricordare il XXII anniversario delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio. La nave è organizzata dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca in collaborazione con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone.
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Post n°1733 pubblicato il 30 Maggio 2014 da deosoe
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Post n°1732 pubblicato il 30 Maggio 2014 da deosoe
ULTIMISSIME EDILIZIA - COOPERATIVE30/05/2014 Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr
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Post n°1731 pubblicato il 30 Maggio 2014 da deosoe
Dalla tristezza alla gioia · Messa a Santa Marta · 30 maggio 2014 «Non aver paura», soprattutto nei momento difficili: ecco il messaggio che Papa Francesco ha riproposto nella messa celebrata venerdì 30 maggio nella cappella della Casa Santa Marta. Un messaggio di speranza che sprona a essere coraggiosi e ad avere «la pace nell'anima» proprio nelle prove - la malattia, la persecuzione, i problemi di tutti giorni in famiglia - sicuri che dopo si vivrà la gioia vera, perché «dopo il buio arriva sempre il sole». In questa prospettiva il Pontefice ha indicato subito la testimonianza di san Paolo - un uomo «molto coraggioso» - presentata negli Atti degli apostoli (18, 9-18). Paolo, ha spiegato, «ha fatto tante cose perché aveva la forza del Signore, la sua vocazione per portare avanti la Chiesa, per predicare il Vangelo». Eppure sembra che anche lui alcune volte avesse timore. Tanto che il Signore una notte, in visione, lo ha invitato espressamente a «non avere paura». Dunque anche san Paolo «conosceva quello che succede a tutti noi nella vita», avere cioè «un po' di paura». Una paura che ci porta persino a rivedere la nostra vita cristiana, chiedendoci magari se, in mezzo a tanti problemi, in fondo «non sarebbe meglio abbassare un po' il livello» per essere «non tanto cristiano», cercando «un compromesso con il mondo» in modo che «le cose non siano tanto difficili». Un ragionamento, però, che non è appartenuto a san Paolo, il quale «sapeva che quello che faceva non piaceva né ai giudei né ai pagani». E gli Atti del apostoli raccontano le conseguenze: è stato portato in tribunale, poi ecco «le persecuzioni, i problemi». Tutto questo, ha proseguito il Pontefice, ci riporta anche «nelle nostre paure, nei nostri timori». E viene da chiederci se aver paura è da cristiano. Del resto, ha ricordato il Papa, «lo stesso Gesù ne ha avuta. Pensate alla preghiera del Getsemani: "Padre allontana da me questo calice". Aveva angoscia». Però Gesù dice anche: «Non spaventarti, vai avanti!». Proprio di questo parla nel discorso di congedo dai suoi discepoli, nel Vangelo di Giovanni (16, 20-23), quando dice loro chiaramente: «Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà»; di più, si farà beffa di voi. Cosa, poi, puntualmente avvenuta. «Pensiamo - ha rimarcato il vescovo di Roma - a quegli spettacoli del Colosseo, per esempio con i primi martiri» che sono stati condotti a «morire mentre la gente si rallegrava» dicendo: «Questi schiocchi che credono nel Risorto adesso che finiscano così!». Per tanti il martirio dei cristiani «era una festa: vedere come morivano!». È avvenuto dunque proprio quanto aveva detto Gesù ai discepoli: «il mondo si rallegrerà» mentre «voi sarete nella tristezza». C'è, allora, «la paura del cristiano, la tristezza del cristiano». Del resto, ha spiegato il Papa, «noi dobbiamo dirci la verità: non tutta la vita cristiana è una festa. Non tutta! Si piange, tante volte si piange!». Le situazioni difficili della vita sono molteplici: per esempio, ha notato, «quando tu sei malato, quando tu hai un problema in famiglia, con i figli, con la figlia, la moglie, il marito. Quando tu vedi che lo stipendio non arriva alla fine del mese e hai un figlio malato e tu vedi che non può pagare il mutuo della casa e devi andartene via». Sono «tanti problemi che noi abbiamo». Eppure «Gesù ci dice: non aver paura!». C'è anche «un'altra tristezza», ha aggiunto Papa Francesco: quella «che viene a tutti noi quando andiamo per una strada che non è buona». O quando, «per dirla semplicemente, compriamo, andiamo a comprare la gioia, l'allegria del mondo, quella del peccato». Con il risultato che «alla fine c'è il vuoto dentro di noi, c'è la tristezza». E questa è proprio «la tristezza della cattiva allegria». Ma se il Signore non nasconde la tristezza, non ci lascia però soltanto con questa parola. Va avanti e dice: «Ma se voi siete fedeli, la vostra tristezza si cambierà in gioia». Ecco il punto chiave: «La gioia cristiana è una gioia in speranza che arriva. Ma nel momento della prova noi non la vediamo». È infatti «una gioia che viene purificata per le prove, anche per le prove di tutti i giorni». Dice il Signore: «La vostra tristezza si cambierà in gioia». Un discorso difficile da far comprendere, ha riconosciuto il Papa. Lo si vede, per esempio, «quando tu vai da un ammalato, da un'ammalata che soffre tanto, per dire: coraggio, coraggio, domani tu avrai gioia!». Si tratta di far sentire quella persona che soffre «come l'ha fatta sentire Gesù». È «un atto di fede nel Signore» e lo è anche per noi «quando siamo proprio nel buio e non vediamo nulla». Un atto che ci fa dire: «Lo so, Signore, che questa tristezza si cambierà in gioia. Non so come, ma lo so!». In questi giorni, ha osservato il Pontefice, nella liturgia la Chiesa celebra il momento in cui «il Signore se n'è andato e ha lasciato i discepoli soli». In quel momento «forse alcuni di loro avranno sentito paura». Ma in tutti «c'era la speranza, la speranza che quella paura, quella tristezza si cambierà in gioia». E «per farci capire bene che questo è vero, il Signore prende l'esempio della donna che partorisce», spiegando: «Sì, è vero, nel parto la donna soffre tanto, ma poi quando ha il bambino con sé si dimentica» di tutto il dolore. E «quello che rimane è la gioia», la gioia «di Gesù: una gioia purificata nel fuoco delle prove, delle persecuzioni, di tutto quello che si deve fare per essere fedeli». Solo questa «è la gioia che rimane, una gioia nascosta in alcuni momenti della vita, che non si sente nei momenti brutti, ma che viene dopo». È, appunto, «una gioia in speranza». Ecco allora «il messaggio della Chiesa oggi: non aver paura», essere «coraggiosi nella sofferenza e pensare che dopo viene il Signore, dopo viene la gioia, dopo il buio arriva il sole». Il Pontefice ha quindi espresso l'auspicio che «il Signore dia a tutti noi questa gioia in speranza». E ha spiegato che la pace è «il segno che noi abbiamo di questa gioia in speranza». A dare testimonianza di questa «pace nell'anima» sono, in particolare, tanti «ammalati alla fine della vita, con i dolori». Perché proprio «la pace - ha concluso il Papa - è il seme della gioia, è la gioia in speranza». Se infatti «hai pace nell'anima nel momento del buio, nel momento delle difficoltà, nel momento delle persecuzioni, quando tutti si rallegrano del tuo male», è il segno chiaro «tu hai il seme di quella gioia che verrà dopo».
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Post n°1730 pubblicato il 30 Maggio 2014 da deosoe
Rassegna stampa del 29/05/2014 Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on TumblrRassegna stampa del 29/05/2014
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Post n°1729 pubblicato il 28 Maggio 2014 da deosoe
ULTIMISSIME LAVORO - FISCALE28/05/2014 Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr
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Post n°1728 pubblicato il 28 Maggio 2014 da deosoe
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Post n°1727 pubblicato il 28 Maggio 2014 da deosoe
Dal Rapporto 2014 dell'Istat emerge che: i giovani sono il gruppo più colpito dalla crisi: i 15-34enni occupati diminuiscono, fra il 2008 e il 2013, di 1 milione 803 mila unità, mentre i disoccupati e le forze di lavoro potenziali crescono rispettivamente di 639 mila e 141 mila unità. ll tasso di occupazione 15-34 anni scende dal 50,4% del 2008 all'attuale 40,2%, mentre cresce la percentuale di disoccupati (da 6,7% a 12%), studenti (da 27,9% a 30,7%) e forze di lavoro potenziali (da 6,8% a 8,3%). Le differenze di genere sono importanti: il tasso di occupazione è al 34,7% tra le donne e raggiunge il 45,5% tra gli uomini. Anche i divari territoriali sono marcati: al Nord il tasso di occupazione è pari al 50,1% (-12,1 punti percentuali dal 2008), contro il 43,7% del Centro (-10,4 punti) e il 27,6% del Mezzogiorno (-8,4 punti). Le differenze territoriali sono importanti anche per le quote di disoccupati (15,3% nel Mezzogiorno contro 9,3% nel Nord) e di forze di lavoro potenziali (14,3% contro 4%). Sempre nel Mezzogiorno è leggermente più elevata la quota di studenti (32%, contro il 31,4% del Centro e il 29,3% del Nord). Tra quanti vivono ancora con i genitori, la percentuale di disoccupati e forze di lavoro potenziali diminuisce al crescere del titolo di studio dei genitori (12,3% tra i figli di laureati e 37,7% tra i figli di genitori con al più la licenza elementare). Precari - Anche se nel 2013 poco più della metà degli atipici, ovvero di chi non ha il cosiddetto posto fisso, va avanti con un contratto che dura meno di un anno, per molti la condizione di precarietà si protrae: 527 mila atipici svolgono lo stesso lavoro da almeno cinque anni (erano il 18,3% nel 2008, il 20,2% nel 2013), con incidenze piu' elevate tra i collaboratori e tra chi lavora nei servizi generali della Pa e nell'istruzione. Ritorno figli a casa - C'è un "fenomeno emergente", quello del ricompattamento delle famiglie. Secondo l'Istat in Italia oltre 1,5 milioni di persone vivono in famiglie con più nuclei. Il fenomeno è legato al "rientro dei figli nei nuclei genitoriali - spiega l'istituto di statistica nel Rapporto annuale - dopo separazioni, divorzi, emancipazioni non riuscite o attraverso la coabitazione con parenti" Le famiglie composte di due o piu' nuclei sono in Italia 370mila. Diminuzione ingressi in Italia - Gli ingressi di cittadini stranieri in Italia si sono attenuati con la crisi: 321 mila nel 2012, il 27,7% in meno rispetto al 2007. È in aumento inoltre il numero di stranieri che lasciano lo stivale: circa 38 mila cancellazioni nel 2012, +17,9% rispetto all'anno precedente. Nuovo minimo storico per le nascite da quasi vent'anni - Nel 2013 si stima che saranno iscritti all'anagrafe poco meno di 515mila bambini, 12mila in meno "rispetto al minimo storico registrato nel 1995″. In cinque anni sono arrivate in Italia 64mila "cicogne" in meno.
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ARCIPELAGHI DI GIOVANNI COLUMBU
"SU RE" DI GIOVANNI COLUMBU
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