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ISTAT
Post n°1727 pubblicato il 28 Maggio 2014 da deosoe
Dal Rapporto 2014 dell'Istat emerge che: i giovani sono il gruppo più colpito dalla crisi: i 15-34enni occupati diminuiscono, fra il 2008 e il 2013, di 1 milione 803 mila unità, mentre i disoccupati e le forze di lavoro potenziali crescono rispettivamente di 639 mila e 141 mila unità. ll tasso di occupazione 15-34 anni scende dal 50,4% del 2008 all'attuale 40,2%, mentre cresce la percentuale di disoccupati (da 6,7% a 12%), studenti (da 27,9% a 30,7%) e forze di lavoro potenziali (da 6,8% a 8,3%). Le differenze di genere sono importanti: il tasso di occupazione è al 34,7% tra le donne e raggiunge il 45,5% tra gli uomini. Anche i divari territoriali sono marcati: al Nord il tasso di occupazione è pari al 50,1% (-12,1 punti percentuali dal 2008), contro il 43,7% del Centro (-10,4 punti) e il 27,6% del Mezzogiorno (-8,4 punti). Le differenze territoriali sono importanti anche per le quote di disoccupati (15,3% nel Mezzogiorno contro 9,3% nel Nord) e di forze di lavoro potenziali (14,3% contro 4%). Sempre nel Mezzogiorno è leggermente più elevata la quota di studenti (32%, contro il 31,4% del Centro e il 29,3% del Nord). Tra quanti vivono ancora con i genitori, la percentuale di disoccupati e forze di lavoro potenziali diminuisce al crescere del titolo di studio dei genitori (12,3% tra i figli di laureati e 37,7% tra i figli di genitori con al più la licenza elementare). Precari - Anche se nel 2013 poco più della metà degli atipici, ovvero di chi non ha il cosiddetto posto fisso, va avanti con un contratto che dura meno di un anno, per molti la condizione di precarietà si protrae: 527 mila atipici svolgono lo stesso lavoro da almeno cinque anni (erano il 18,3% nel 2008, il 20,2% nel 2013), con incidenze piu' elevate tra i collaboratori e tra chi lavora nei servizi generali della Pa e nell'istruzione. Ritorno figli a casa - C'è un "fenomeno emergente", quello del ricompattamento delle famiglie. Secondo l'Istat in Italia oltre 1,5 milioni di persone vivono in famiglie con più nuclei. Il fenomeno è legato al "rientro dei figli nei nuclei genitoriali - spiega l'istituto di statistica nel Rapporto annuale - dopo separazioni, divorzi, emancipazioni non riuscite o attraverso la coabitazione con parenti" Le famiglie composte di due o piu' nuclei sono in Italia 370mila. Diminuzione ingressi in Italia - Gli ingressi di cittadini stranieri in Italia si sono attenuati con la crisi: 321 mila nel 2012, il 27,7% in meno rispetto al 2007. È in aumento inoltre il numero di stranieri che lasciano lo stivale: circa 38 mila cancellazioni nel 2012, +17,9% rispetto all'anno precedente. Nuovo minimo storico per le nascite da quasi vent'anni - Nel 2013 si stima che saranno iscritti all'anagrafe poco meno di 515mila bambini, 12mila in meno "rispetto al minimo storico registrato nel 1995″. In cinque anni sono arrivate in Italia 64mila "cicogne" in meno.
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