Triballadoresdi Vittorio Casula |
Messaggi del 22/09/2014
Post n°1860 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
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Post n°1859 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
Ripartiti i fondi per le politiche sociali Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr Ripartiti i fondi per le politiche sociali Il decreto 7 maggio 2014 pubblicato in Gazzetta il 15 settembre stabilisce la ripartizione territoriale delle risorse destinate alle politiche sociali. I fondi, che sono relativi all'anno 2014, ammontano a 350 milioni di euro da destinare in via prioritaria alla realizzazione di prestazioni, interventi e servizi assistenziali nell'ambito dell'offerta integrata di servizi socio-sanitari in favore di persone non autosufficienti. La distribuzione alle regioni si è basato sugli indicatori della domanda potenziale di servizi per le non autosufficienze e in particolare sulla popolazione residente, per regione, d'età pari o superiore a 75 anni nella misura del 60%; e sulla base dei criteri utilizzati per il riparto del fondo nazionale delle politiche sociali nella restante misura del 40%. da Italiaoggi del 19.9.14
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Post n°1858 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
Ilo: Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr Ilo: ispezioni fondamentali per combattere il sommerso "Le ispezioni svolgono un ruolo fondamentale per combattere il lavoro sommerso. L'economia informale assorbe circa la metà della manodopera mondiale e non si sono registrati miglioramenti significativi negli ultimi decenni". A dirlo Guy Ryder, direttore generale dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), rivolgendosi agli Stati membri dell'Ue nel corso della Conferenza internazionale "How to Make Formal Work Attractive" a Vilnius, in Lituania. Ryder ha sottolineato l'importanza delle ispezioni sul lavoro che hanno un ruolo coercitivo e preventivo allo stesso tempo nel contrasto al lavoro sommerso. "Siamo fermamente convinti che le politiche di contrasto al sommerso debbano essere equilibrate e combinare misure dissuasive e di stimolo, come anche ispezioni sul lavoro", ha precisato Ryder sottolineando che queste misure dovrebbero ridurre il carico amministrativo per le imprese, favorire gli sgravi fiscali e ridurre i contributi sociali.
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Post n°1857 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
Assegno di incollocabilità Inail: Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr Assegno di incollocabilità Inail: rivalutazione dell'importo L'Inail con la circolare n. 42/2014 ha comunicato la rivalutazione dell'importo dell'assegno di incollocabilità. Dal 1 luglio 2014 quindi, la misura dell'assegno, determinato sulla base della variazione intervenuta tra il 2012 e il 2013 dell'indice Istat dei prezzi al consumo, pari a 1,13%, è di euro 255,90. L'assegno di incollocabilità è una prestazione erogata mensilmente dall'Inail agli invalidi del lavoro che abbiano un grado di inabilità, provocato da infortuni sul lavoro o malattia professionale, non inferiore al 20% (per i casi a partire dal 2007, mentre per eventi accaduti fino al 31 dicembre 2006 il grado di inabilità non deve essere inferiore al 34%) e che si trovino nell'impossibilità di fruire dell'assunzione obbligatoria. E' compito dell'Inail provvedere all'accertamento della disabilità e al rilascio della certificazione nella quale si specifica che l'interessato non può fruire del collocamento obbligatorio per la perdita di ogni capacità lavorativa. Il Ministero del lavoro, con circolare n.66 del 2001, ha infatti precisato che "tenuto conto delle difficoltà manifestate da parte dei sanitari delle ASL (cui la normativa attribuiva la competenza) a rilasciare le predette certificazioni, si ritiene coerente che lo stesso Inail, già titolare della funzione di erogazione dell'assegno provveda all'accertamento e alla apposita certificazione". La domanda per ottenere l'assegno va inoltrata alla sede Inail d'appartenenza e deve comprendere, oltre ai dati anagrafici, la descrizione dell'invalidità (lavorativa ed extralavorativa, se esistente) e la fotocopia del documento di identità. In caso di invalidità extralavorativa deve essere presentata la relativa certificazione. L'assegno è erogato dal mese successivo alla presentazione della richiesta e dura fino al compimento dei 65 anni a meno che, nel frattempo, non si siano verificate variazioni nella condizione di incollocabilità. Le sedi dell'Inca, dislocate su tutto il territorio nazionali, sono a disposizione per fornire ulteriori e più approfondite informazioni in merito.
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Post n°1856 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
Garanzia giovani sotto la lente UE Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr Progetto Garanzia giovani: osservato speciale dalla Commissione europeaGaranzia giovani sotto la lente UE Osservato speciale della Commissione Europea il progetto "Garanzia Giovani", l'iniziativa UE volta a contrastare la disoccupazione giovanile valorizzando il ruolo dei centri per l'impiego favorendo l'occupazione degli under 29 senza lavoro e dei cosiddetti Neet (giovani che non studiano, lavorano, né cercano impiego) al quale ha aderito anche l'Italia con uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro. La Commissione UE sta passando in rassegna i 18 progetti pilota, tra i quali rientra anche quello italiano, per individuare la migliore strategia per la formazione e l'inserimento nel mondo del lavoro dei Neet. Ufficialmente il programma "Garanzia Giovani" è partito il 1° maggio scorso, mentre la sperimentazione durata un anno ha preso il via durante l'estate del 2013. Tra i Paesi coinvolti oltre all'Italia anche l'Irlanda, la Lituania, la Polonia, il Regno Unito, la Romania e la Spagna. Tutti gli Stati Membri hanno però presentato piani di attuazione del programma e stanno adottando le misure per istituire i loro sistemi di Garanzia per i Giovani. Quello che valuterà la Commissione UE sono i programmi messi in atto da ciascun Paese per fare in modo che ciascuno Stato Membro possa acquisire il maggior livello di esperienza pratica nell'attuazione della Garanzia Giovani arrivando a garantire a tutti i propri giovani un'opportunità lavorativa, un tirocinio, un contratto di apprendistato, un percorso di apprendimento, un incentivo all'auto-imprenditorialità o un'esperienza nel servizio civile entro quattro mesi dall'inizio della disoccupazione, o dall'uscita dal sistema di istruzione formale. Per il Commissario UE Laszlo Andor si tratta di una «Riforma strutturale che impone agli Stati membri di migliorare le politiche di occupazione giovanile a tutti i livelli. I progetti pilota dimostrano che si tratta di un approccio vincente che sta dando risultati. La Garanzia per i Giovani si sta rivelando la riforma strutturale di più rapida attuazione nell'UE. La Commissione lavora direttamente con tutti gli Stati Membri per garantire un'attuazione rapida e completa della Garanzia per i Giovani.». da www.pmi.it
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Post n°1855 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
DIritti umani Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr Riconoscimento diritti umani caregiver Prosegue la lunga e faticosa battaglia per il riconoscimento dei diritti umani dei "caregiver familiari". Quelle persone, cioè, interamente votate all'assistenza h 24 di un familiare affetto da una grave ed invalidante patologia, costretti a rinunciare ad una normale vita lavorativa per assicurare al proprio congiunto cure ed affetto a domicilio. Nuovo appuntamento oggi a Roma, al tribunale del Lavoro in via Lepanto dove si terrà l'udienza sul ricorso a favore dei Caregiver Familiari. Il Family Caregiver è colui che si prende cura in ambito domestico di un familiare non autosufficiente a causa di una severa disabilità, colui che a costo di non avere una vita propria, non intende istituzionalizzare il proprio caro per consentirgli di fare una vita dignitosa tra i propri affetti e nel proprio ambiente. Il ricorso mira al riconoscimento dei diritti umani più elementari per i Family Caregiver, attualmente e irragionevolmente negati, tra i paesi civili, solamente in Italia, quali quello al riposo, alla salute, alla vita sociale, in un contesto di moderna schiavitù sommersa, perpetrata quotidianamente proprio accanto a noi e di cui molti sono all'oscuro, indotta dalla costrizione operata da amministrazioni assenti e sotto la costante minaccia che le persone care possano restare senza alcuna assistenza. In attesa di vedere cosa farà questa volta la Giustizia per mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità, spiegano i promotori del ricorso, i Caregiver Familiari italiani "stanno denunciando la propria situazione anche all'estero dove nessuno fino a poco fa sapeva nulla della vergognosa assenza dello stato italiano e non si fermeranno fino ad arrivare alla Corte Europea per i Diritti Umani e al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite". A livello internazionale, sottolineano i promotori, "ha infatti già trovato molto consenso e sostegno l"iniziativa legata al nastro arancio-blu a sostegno dei diritti del Family Caregiver e i colori scelti hanno un significato profondo: arancio per i diritti umani e blu navy contro la schiavitù. Da anni i promotori del ricorso chiedono un riconoscimento giuridico che inquadri la figura del Caregiver Familiare tra quelle di prevalente riferimento del welfare. Chiedono che in conseguenza di questo riconoscimento il Caregiver Familiare possa avere accesso prima di tutto ai diritti umani fondamentali riconosciuti a tutta l'umanità. Il diritto ad una vita dignitosa in cui si possa riposare adeguatamente, ci si possa nutrire, ci si possa curare e fare vita sociale senza doversi necessariamente annullare "a causa di uno Stato colpevolmente assente". Per raggiungere questi obiettivi minimi, spiegano, "non occorrerebbe molto, basterebbe una volontà politica che assolutamente non c'è! Sarebbe sufficiente riconoscere al Caregiver Familiare un'assicurazione integrativa che gli permetta di essere sostituito adeguatamente quando egli avesse necessità di curarsi, di staccare la spina, di ricaricarsi". "Sarebbe sufficiente - aggiungono - che al Caregiver Familiare venissero riconosciute le malattie professionali di cui soffre in modo tale che egli possa - sia in termini economici che di tempo - curarsi adeguatamente, anche per permettergli di proseguire la sua fondamentale opera di assistenza e cura senza decadere anch'egli in una situazione di disabilità". "Sarebbe sufficiente riconoscere il lavoro di cura come meritevole di coperture previdenziali per l'accesso - anche anticipato - ad una pensione dignitosa invece di "punirlo" con il rischio di una vecchiaia in povertà a causa della propria insostituibile opera". AdnKronos
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Post n°1854 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
Il caporalato dove non te lo aspetti "Circa un anno e mezzo fa, dopo varie trattative sindacali con un'azienda valdelsana, - spiega Mariano Di Gioia della Filcams Cgil di Siena - eravamo riusciti a far stabilizzare con un contratto a tempo indeterminato una decina di lavoratori che svolgevano, fino ad allora con contratto a progetto, la distribuzione dei volantini pubblicitari 'porta a porta'. Ora tutte queste persone rischiano di essere licenziate a causa della concorrenza sleale che altre ditte del territorio stanno effettuando e delle quali si servono le più grosse catene di supermercati, elettronica e cosmetica, tra l'altro nell'ambito di tutta una serie di passaggi di appalti e sub appalti non molto chiari...". "Li vedi camminare sotto il sole cocente - denuncia la Filcams Cgil - come persone comuni che si apprestano a raggiungere con il proprio trolley un supermercato per fare la spesa, ma in realtà sono lavoratori, soprattutto di nazionalità pakistana, 'scelti' ogni mattina dai propri sfruttatori per fare questo lavoro. Spesso arrivano dalle province limitrofe ed in alcuni casi anche da regioni vicino alla nostra, dormendo solo poche ore al giorno nel retro dei furgoni insieme al materiale da distribuire, ingaggiati a meno di 2 euro all'ora, con turni che arrivano fino alle 12 ore consecutive senza nessuna sosta". "Proseguiremo questa battaglia - conclude il sindacalista - denunciando a chi di dovere quanto a nostra conoscenza e lanciamo un appello per un intervento urgente da parte delle autorità competenti al fine di tutelare non solo i dieci lavoratori dell'azienda valdelsana che oggi rischiano il licenziamento, ma anche tutti coloro che vengono sfruttati per poche decine di euro al giorno"
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Post n°1853 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
San Maurizio e Compagni Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr San Maurizio e Compagni
Nome: San Maurizio e CompagniTitolo: Martiri della Legione TebeaRicorrenza: 22 settembre Durante l'impero di Diocleziano e Massimiano, fra le legioni romane ve n'era una chiamata « Legione Tebea ». Era composta di 6600 uomini, tutti cristiani, pieni di tanta fede e tanta pietà che pareva una' comunità religiosa. L'esercito romano non aveva legione migliore di questa, perchè quelli che sono veramente cristiani, sono sempre i più diligenti nel compiere il loro dovere. Capo di questa legione era Maurizio. Cresciuto fra le armi, egli univa al coraggio un amore a Gesù Cristo davvero ammirabile, e praticava fedelmente le massime evangeliche. Un giorno Maurizio ricevette ordine dall'imperatore di recarsi in Italia, per unirsi al resto dell'esercito romano e andare nelle Gallie contro i Bagaudi, contadini, pastori e nomadi della Gallia, ancora legati alle loro tradizioni celtiche. Maurizio, come sempre in tutte le cose che non si opponevano alla legge di Dio, prontamente ubbidì: venne in Italia, e s'incamminò verso la Gallia con la sua legione. Giunti nella Valesia presso Agauno, l'imperatore ordinò una sosta, durante la quale dispose che tutti i soldati assistessero ai sacrifici e giurassero di far strage di tutti i Cristiani. S. Maurizio ed i suoi legionari si rifiutarono, disposti a morire anzichè offendere Dio. Massimiano allora ordinò che la legione fosse decimata; e udendo che gli altri erano rimasti fermi nel loro proposito, ne ordinò una seconda. Ma quegli eroi intrepidi, invidiando la morte dei loro compagni su cui era caduta la sorte, mandarono all'imperatore questa protesta: « Signore, noi siamo vostri soldati, ma nello stesso tempo servi di Dio e gloriandoci di questo, ne facciamo una spontanea confessione. A voi dobbiamo il servizio militare, a Dio l'innocenza; da voi riceviamo lo stipendio, da Dio abbiamo ricevuto la vita. Non possiamo dunque ubbidirvi offendendo Dio, Creatore e Padrone nostro e vostro, ancorchè ricusiate di riconoscerlo per tale. Vi offriamo le nostre persone contro qualsivoglia nemico, ma non contro innocenti. Voi ci comandate di perseguitare i Cristiani; eccoci qui: noi siamo cristiani e confessiamo Iddio Padre, autore di tutte le cose, e Gesù Cristo, suo Figliuolo. Abbiamo le armi in mano, ma non faremo resistenza, perchè amiamo più morire innocenti, che vivere colpevoli ». Questa protesta inferocì Massimiano, che comandò ad un'altra legione di circondare la Tebea, e di uccidere tutti quelli che persistevano a confessare il nome di Gesù. Quei prodi, volendo, avrebbero certamente potuto difendersi con le armi, e il cielo stesso sarebbe forse venuto in loro aiuto, ma essi preferirono dare la vita per Gesù Cristo, ed in breve tempo furono tutti trucidati! Ad Agaunum, in Raetia, l'attuale Saint Maurice-en-Valais, sorse il più antico luogo di culto dedicato a San Maurizio: "Territorialis Abbatia S. Mauritii Agaunensis", l' abbazia svizzera del cantone vallese. PRATICA. Preferiamo, ad imitazione della Legione Tebea, la morte al peccato. PREGHIERA. Concedi, te ne preghiamo, Dio onnipotente, che ci rallegri la festiva solennità dei tuoi santi martiri, Maurizio e suoi compagni, affinché appoggiandoci alle loro preghiere, abbiamo a gloriarci del loro natalizio.
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INFO
PAE
ARCIPELAGHI DI GIOVANNI COLUMBU
"SU RE" DI GIOVANNI COLUMBU
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