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Diritti Umani
Post n°1855 pubblicato il 22 Settembre 2014 da deosoe
DIritti umani Lascia una rispostaShare on Facebook+1Share on Tumblr Riconoscimento diritti umani caregiver Prosegue la lunga e faticosa battaglia per il riconoscimento dei diritti umani dei "caregiver familiari". Quelle persone, cioè, interamente votate all'assistenza h 24 di un familiare affetto da una grave ed invalidante patologia, costretti a rinunciare ad una normale vita lavorativa per assicurare al proprio congiunto cure ed affetto a domicilio. Nuovo appuntamento oggi a Roma, al tribunale del Lavoro in via Lepanto dove si terrà l'udienza sul ricorso a favore dei Caregiver Familiari. Il Family Caregiver è colui che si prende cura in ambito domestico di un familiare non autosufficiente a causa di una severa disabilità, colui che a costo di non avere una vita propria, non intende istituzionalizzare il proprio caro per consentirgli di fare una vita dignitosa tra i propri affetti e nel proprio ambiente. Il ricorso mira al riconoscimento dei diritti umani più elementari per i Family Caregiver, attualmente e irragionevolmente negati, tra i paesi civili, solamente in Italia, quali quello al riposo, alla salute, alla vita sociale, in un contesto di moderna schiavitù sommersa, perpetrata quotidianamente proprio accanto a noi e di cui molti sono all'oscuro, indotta dalla costrizione operata da amministrazioni assenti e sotto la costante minaccia che le persone care possano restare senza alcuna assistenza. In attesa di vedere cosa farà questa volta la Giustizia per mettere la politica di fronte alle proprie responsabilità, spiegano i promotori del ricorso, i Caregiver Familiari italiani "stanno denunciando la propria situazione anche all'estero dove nessuno fino a poco fa sapeva nulla della vergognosa assenza dello stato italiano e non si fermeranno fino ad arrivare alla Corte Europea per i Diritti Umani e al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite". A livello internazionale, sottolineano i promotori, "ha infatti già trovato molto consenso e sostegno l"iniziativa legata al nastro arancio-blu a sostegno dei diritti del Family Caregiver e i colori scelti hanno un significato profondo: arancio per i diritti umani e blu navy contro la schiavitù. Da anni i promotori del ricorso chiedono un riconoscimento giuridico che inquadri la figura del Caregiver Familiare tra quelle di prevalente riferimento del welfare. Chiedono che in conseguenza di questo riconoscimento il Caregiver Familiare possa avere accesso prima di tutto ai diritti umani fondamentali riconosciuti a tutta l'umanità. Il diritto ad una vita dignitosa in cui si possa riposare adeguatamente, ci si possa nutrire, ci si possa curare e fare vita sociale senza doversi necessariamente annullare "a causa di uno Stato colpevolmente assente". Per raggiungere questi obiettivi minimi, spiegano, "non occorrerebbe molto, basterebbe una volontà politica che assolutamente non c'è! Sarebbe sufficiente riconoscere al Caregiver Familiare un'assicurazione integrativa che gli permetta di essere sostituito adeguatamente quando egli avesse necessità di curarsi, di staccare la spina, di ricaricarsi". "Sarebbe sufficiente - aggiungono - che al Caregiver Familiare venissero riconosciute le malattie professionali di cui soffre in modo tale che egli possa - sia in termini economici che di tempo - curarsi adeguatamente, anche per permettergli di proseguire la sua fondamentale opera di assistenza e cura senza decadere anch'egli in una situazione di disabilità". "Sarebbe sufficiente riconoscere il lavoro di cura come meritevole di coperture previdenziali per l'accesso - anche anticipato - ad una pensione dignitosa invece di "punirlo" con il rischio di una vecchiaia in povertà a causa della propria insostituibile opera". AdnKronos
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