Triballadoresdi Vittorio Casula |
Messaggi del 30/04/2015
Post n°2383 pubblicato il 30 Aprile 2015 da deosoe
Camusso (Cgil): le diseguaglianze colpiscono soprattutto le donne “Dalla denuncia del Papa, che parla di “scandalo” per il fatto che a parità di lavoro le donne abbiamo una retribuzione più bassa degli uomini, all’audizione dell’Istat sul Jobs Act al Senato, emerge per le donne un’Italia ferma agli anni ’50”. E’ quanto ha affermato ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, secondo la quale “al centro rimane il tema delle disuguaglianze, che è all’origine di questa lunga crisi”. E tra le diseguaglianze, quella di genere è la più vistosa e sulla quale da tempo la Cgil ha concentrato l’attenzione. “Nonostante il fatto che si ribadisca ovunque che le disuguaglianze di genere non siano solo un problema di equità, di giustizia sociale, ma anche di vincolo allo sviluppo, assistiamo ad un progressivo peggioramento delle discriminazioni e delle diseguaglianze, acuite dalla lunga crisi economica e sociale”. “Anche il Fondo Monetario Internazionale – ricorda il segretario della Cgil – recentemente sui danni del sessismo ha denunciato l’Italia come il Paese che ha fatto meno per incoraggiare le donne ad entrare nel mercato del lavoro, aggiungendo che se il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro fosse portato allo stesso livello di quello degli uomini, il Pil guadagnerebbe oltre 15 punti percentuali”. “L’Istat conferma che negli ultimi anni è aumentata la percentuale delle donne occupate che in corrispondenza di una gravidanza hanno lasciato o perso il proprio lavoro: passando dal 18,4% del 2005 al 22,3% nel 2012 (29,8% nel Mezzogiorno). Sottolineando l’aumento delle donne che sono state licenziate (dal 16% al 27,2%). A dimostrazione che abbandonare il lavoro per le donne è sempre meno una scelta personale. Segno che la strada della condivisione nel nostro Paese è ancora lunga e soprattutto che le politiche economiche del governo sono totalmente inadeguate”. |
Post n°2382 pubblicato il 30 Aprile 2015 da deosoe
Primo maggio: domani è la Festa dei lavoratori La solidarietà fa la differenza. Integrazione, lavoro, sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”. Con questo slogan Cgil, Cisl e Uil celebrano il Primo Maggio 2015. Al centro dell’attenzione l’emergenza immigrazione. I sindacati si ritroveranno domani a Pozzallo, in provincia di Ragusa, dove interverranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Anna Maria Furlan. Sarà possibile seguire tutta la manifestazione in diretta streaming su Radio Articolo 1. Dopo i comizi i segretari generali deporranno in mare una corona di fiori in memoria dei migranti morti nel Mediterraneo. Ma non ci sarà solo Pozzallo: tante sono le manifestazioni del Primo Maggio in tutta Italia. Altre città vedranno la partecipazione dei segretari confederali della Cgil: a Brescia sarà presente Danilo Barbi, a Nocera Inferiore Nino Baseotto, a Ravenna Fabrizio Solari, Serena Sorrentino sarà a Campobasso e Gianna Fracassi a Portella della Ginestra. A Pozzallo insieme al segretario generale della Cgil, saranno presenti Vera Lamonica e Franco Martini. A Roma piazza San Giovanni ospiterà il tradizionale concertone. Due i temi di quest’anno: il lavoro, con attenzione particolare ai giovani disoccupati e al sommerso. A questo si aggiunge – ovviamente – il dramma dell’immigrazione nel Mediterraneo. Molti gli artisti che si esibiranno: J-Ax, Almamegretta, Enzo Avitabile, Alessio Bertallot, Alpha Blondy, Bluvertigo, Goran Bregovic, Alex Britti, Mimmo Cavallaro, Teresa De Sio, Emis Killa, Ghemon, Irene Grandi, Kutso, Lacuna Coil, Levante, Lo Stato Sociale, Ylenia Lucisano, Med Free Orkestra, Nesli, Noemi, Pfm, Enrico Ruggeri, Daniele Ronda & Folklub, Santa Margaret, James Senese & Napoli Centrale, Tinturia, Tarantolati di Tricarico, Paola Turci, Otto Ohm, Sandro Joyeux Mario Venuti & Mario Incudine. |
Post n°2381 pubblicato il 30 Aprile 2015 da deosoe
Sicurezza lavoro, in Commissione Ue prevalgono “altri” interessi Pubblichiamo una sintesi dell’intervento di Silvana Cappuccio, del Dipartimento Politiche globali Cgil, rappresentante italiana nel Consiglio di amministrazione Oil, tenuto il 28 aprile 2015 a Ginevra, presso l’Organizzazione internazionale del lavoro, nel corso del convegno in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro). Quest’anno, la Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro è dedicata al tema di come costruire una cultura di prevenzione. Si tratta di una questione importante e necessaria, dato che gli ultimi anni hanno visto un peggioramento delle condizioni di lavoro in molti paesi, specialmente in quelli colpiti da una crisi economica e sociale globale iniziata nel 2008. Molti rapporti evidenziano come la crisi sia correlata con la polarizzazione sociale, con la popolazione più povera e più colpita rispetto all’intera società. ….Per affrontare questa emergenza è necessaria una risposta forte e appropriata, in primo luogo dal lato della politica. Al contrario, vediamo da diversi lati alcuni segnali di sottovalutazione politica, se non di cinismo. Prendiamo ad esempio ciò che sta accadendo a livello europeo. Ogni anno 100 mila persone muoiono nell’Unione a causa di tumori professionali. Questi rappresentano il 53 per cento delle morti della popolazione, rispetto al solo 2 per cento degli infortuni sul lavoro. Nei paesi sviluppati il tumore è la causa principale di morte per uomini e donne dopo le malattie cardiovascolari. Inoltre, la sua incidenza sta aumentando in modo netto nelle economie emergenti. Quando parliamo di prevenzione, dovremmo riconoscere che quei tumori sono prevenibili, come tutte le morti sul lavoro. Lo loro graduale eliminazione potrebbe diventare possibile, in primo luogo, applicando e rafforzando il quadro legislativo e aumentando l’impegno con gli enti pubblici responsabili del controllo, così come dell’ispettorato del lavoro. Esattamente l’opposto di quello che sta accadendo nella maggior parte dei paesi. La presenza di Barroso per dieci anni alla presidenza della Commissione ha paralizzato la politica europea in materia di salute sul lavoro. Molte aziende continuano a subappaltare il lavoro e a esternalizzare i costi e i rischi del lavoro, senza assumersi le responsabilità, dato che possono intercorrere più di vent’anni tra l’esposizione del lavoratore ad agenti cancerogeni e l’insorgenza della malattia professionale. Sono davvero pochi i casi di tumore riconosciuti come malattia professionale. L’eventualità che il responsabile aziendale incorra in un procedimento giudiziario è bassa. Basti pensare all’assoluzione del miliardario svizzero Stephan Schmidheiny da parte della Corte di Cassazione italiana il 19 novembre 2014: i giudici riconoscono che la multinazionale Eternit ha sacrificato deliberatamente le vite di oltre 3 mila persone in Italia, ma l’imputato è stato alla fine assolto perché l’accusa del reato è caduta in prescrizione. I ministri del Lavoro di Germania, Austria, Belgio e Paesi Bassi hanno inviato il 4 marzo 2014 una lettera congiunta alla Commissione europea, chiedendo una revisione urgente della direttiva in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. I ministri hanno formulato proposte specifiche, ma finora non c’è stato alcun seguito. Tuttavia, l’attuale normativa europea contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti cancerogeni si basa su prove scientifiche che risalgono a quarant’anni fa. Essa si è rivelata insufficiente a garantire una prevenzione efficace: i valori limite dell’esposizione comprendono meno del 20 per cento delle attuali situazioni di esposizione ad agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro; ignora il ruolo della silice cristallina, e di decine di altri agenti che causano il tumore tra i lavoratori; non comprende le sostanze tossiche per la riproduzione. Ma le prove mostrano che per la Commissione europea sono prevalsi altri interessi rispetto a quelli della salute dei cittadini e dei lavoratori. La costruzione di una cultura di prevenzione efficace richiede una strategia globale che interessi il mercato interno ed esterno, la tutela dell’ambiente, la tutela dei lavoratori, della sanità pubblica, della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. Come lavoratori siamo molto preoccupati per il potenziale impatto che gli accordi di Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip) avranno sulla salute e sulla sicurezza del lavoro, finora passati inosservati per le loro implicazioni che comprometterebbero i principi fondamentali in materia di prevenzione. La precarietà, lo smantellamento dei diritti dei lavoratori, l’aumento di situazioni di lavoro in subappalto che rendono più difficili l’applicazione delle norme, come anche i controlli pubblici, le politiche di indebolimento dell’ispettorato pubblico e più in generale i tagli ai servizi pubblici, hanno sottolineato una “nuova divisione” nella popolazione, come è stata definita da un rapporto della Commissione europea. Molti degli attacchi attuali alla sicurezza sociale in Europa trovano la scusa dell’invecchiamento della popolazione. Ma vivere più a lungo non significa necessariamente vivere più a lungo in buona salute. La realtà è che, se non miglioreranno le condizioni di lavoro, l’innalzamento dell’età pensionabile comporterà soltanto un’impensabile esclusione di categorie di lavoratori esposti ai rischi. Inoltre, c’è da considerare che le disuguaglianze tra uomini e donne derivano non solo dalla segregazione del lavoro, ma anche dalla disuguale ripartizione dei compiti giornalieri. La promozione della sicurezza e della salute sul lavoro richiede l’attuazione di misure che proteggano la sicurezza e la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Per conseguire quest’obiettivo, i diritti e i doveri dei lavoratori, come le responsabilità dei datori di lavoro, devono essere affrontati in termini di informazione, educazione e formazione. La tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori comprende anche l’istituzione di comitati per la sicurezza e la salute o le elezioni dei rappresentanti dei lavoratori, al fine di raggiungere un ambiente di lavoro più sicuro e più sano con mezzi che prevengano l’esposizione al pericolo. Oggi chiediamo dunque un resoconto approfondito. Perché la revisione della direttiva sui tumori professionali è stata bloccata? Perché la direttiva sui disordini muscolo-scheletrici non è mai apparsa? Perché gli ispettorati per la salute e per la sicurezza scarseggiano in molti paesi nel mondo e si sono indeboliti nell’Unione Europea? Perché le forme più gravi di sfruttamento sono concentrate nei processi di subappalto e nelle catene del valore a diversi livelli, e perché stanno aumentando? Perché così pochi lavoratori nel mondo godono di quel poco di democrazia per nominare un rappresentante per la salute e la sicurezza? Senza affrontare questi problemi, la prevenzione rimarrà solo una parola. |
Post n°2380 pubblicato il 30 Aprile 2015 da deosoe
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Post n°2379 pubblicato il 30 Aprile 2015 da deosoe
NASpI, dal 1° maggio 2015 al via la nuova disoccupazione Al via dal 1° maggio 2015 l'indennità di disoccupazione NASpI, Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego introdotta dal Jobs Act. Vediamo di cosa si tratta.
Così come previsto dal D. Lgs 22/2015 in attuazione dell''art. 1 comma 2 della Legge n. 183/2014, cosiddetto Jobs Act, dal 1° maggio 2015 entrerà in vigore la Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego. Si tratta della nuova indennità di disoccupazione che prenderà il posto dell'ASpI e della mini-ASpI per gli eventi di disoccupazione intercorsi a partire da venerdì 1° maggio 2015. La NASpI riguarderà tutti i lavoratori dipendenti, ad esclusione dei lavoratori del pubblico impiego a tempo indeterminato e i lavoratori agricoli sia a tempo determinato che indeterminato. Per aver diritto alla NASpI il lavoratore deve aver involontariamente perso il proprio lavoro, quindi per:
Altri requisiti per l'ottenimento della NASpI:
La domanda di NASpI va presentata all'INPS entro 68 giorni dall'evento di disoccupazione attraverso i consueti canali:
L'indennità decorrerà dall'ottavo giorno nel caso di domanda presentata entro 7 giorni dall'evento di disoccupazione, oppure dal giorno successivo alla data di presentazione della domanda. Calcolo dell'indennitàL'indennità mensile di disoccupazione NASpI è rapportata alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni utili, comprensiva degli elementi continuativi e non continuativi e delle mensilità aggiuntive, divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicata per il numero 4,33.
L'indennità mensile in ogni caso non può superare nel 2015 l'importo massimo mensile di 1300 €. L'indennità mensile è ridotta progressivamente nella misura del 3% al mese dal primo giorno del quinto mese di fruizione. Dal 1 gennaio 2016 tale riduzione si applica dal primo giorno del quarto mese di fruizione. Nota Bene Tutti gli importi andranno rivalutati annualmente sulla base della variazione dell'indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati intercorsa nell'anno precedente. DurataLa NASpI è corrisposta mensilmente, per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni. Ai fini del calcolo della durata non sono computati i periodi contributivi che hanno già dato luogo ad erogazione delle prestazioni di disoccupazione. Per gli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1 gennaio 2017 la durata di fruizione della prestazione è in ogni caso limitata a un massimo di 78 settimane. CondizionalitàLa NASpI continuerà ad essere erogata per l'intera dura a condizione che:
Il lavoratore decade dalla fruizione della NASpI nei seguenti casi:
Il lavoratore avente diritto alla corresponsione della NASpI può richiedere la liquidazione anticipata, in unica soluzione, dell'importo complessivo del trattamento che gli spetta e che non gli è stato ancora erogato, a titolo di incentivo all'avvio di un'attività di lavoro autonomo o di un'attività in forma di impresa individuale o per associarsi in cooperativa. Compatibilità e cumulabilità con rapporto di lavoro subordinato e lavoro autonomoLa nuova normativa sulla NASpI ha previsto anche i casi di Compatibilità e cumulabilità con rapporto di lavoro subordinato e lavoro autonomo, per i quali comunque rimandiamo a prossimi approfondimenti e circolari INPS
Fonte: http://www.lavoroediritti.com/2015/04/naspi-dal-1-maggio-2015-guida/#ixzz3YidJUkog
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Post n°2378 pubblicato il 30 Aprile 2015 da deosoe
Pensioni: recupero quote indebite da agosto Al via il recupero degli importi corrisposti in più ai pensionati delle gestioni dei dipendenti pubblici, con effetto sulle pensioni di agosto 2015. Francesca Vinciarelli - 29 aprile 2015Pmi TVDichiarazione Redditi Precompilata
A partire dalla rata delle pensioni di agosto 2015, l'INPS effettuerà il recupero degli importi indebitamente corrisposti a pensionati pubblici nel corso del 2013. A renderlo noto è lo stesso Istituto con il Messaggio n. 2821/2015, in conseguenza alle verifiche effettuate nei confronti dei pensionati della Gestione dipendenti pubblici titolari di prestazioni collegate al reddito, delle situazioni reddituali influenti sulla misura delle prestazioni con l'acquisizione dall'Amministrazione Finanziaria dei cosiddetti redditi influenti. => Pensioni 2015: le novità del sistema previdenzialeIn pratica, se per l'anno 2013 è stata liquidata una pensione ai superstiti in misura superiore rispetto ai limiti di cumulabilità, l'importo eccedente sarà recuperato a partire dall'assegno del prossimo agosto 2015.
Attività di verifica Verifica del diritto alle pensioni ai superstiti soggette ai limiti di cumulabilità (art. 1, comma 41, della legge n. 335/1995) e alla somma aggiuntiva, corrisposte nel periodo che va dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013, che è stata effettuata tenendo conto dei redditi complessivi diversi dalla pensione e relativi alle dichiarazioni dei redditi 2012, integrati con i dati presenti presso il Casellario centrale dei pensionati relativi all'anno 2013. Per le pensioni ai superstiti non è stato considerato l'importo delle pensioni di reversibilità e indiretta. => Prestito vitalizio ipotecario: alternativa alla pensione integrativaModalità di recuperoI pensionati interessati dal recupero degli importi pensionistici superiori e della maggiore somma aggiuntiva riceveranno dall'INPS una lettera con la quale sarà comunicato l'importo del debito con le relative modalità di recupero delle somme erogate e non spettanti. Per il recupero delle somme l'INPS opererà una trattenuta pari a un quinto dell'importo complessivo della pensione, comprensiva anche dell'indennità integrativa speciale se corrisposta come emolumento a sé stante, al netto delle ritenute IRPEF. Nei casi in cui la rateizzazione massima (pari a 60 rate) non sia sufficiente ad estinguere totalmente il debito accertato, qualora il pensionato sia titolare anche di pensione diretta, l'importo residuo sarà recuperato, sempre nei limiti di legge, anche su tale trattamento. => Pensione anticipata piena: come accedereChiarimentiNel caso in cui il pensionato ritenga necessario chiarire la propria posizione potrà,entro 30 giorni dalla ricezione della nota riferita alla verifica effettuata sulla sua situazione reddituale, recarsi presso la Direzione provinciale che ha in carico la gestione della relativa pensione per presentare tutta la documentazione. Se vuoi aggiornamenti su PENSIONI: RECUPERO QUOTE INDEBITE DA AGOSTOinserisci la tua e-mail nel box qui sotto: SiNo Ho letto e acconsento l'informativa sulla privacy SiNoAcconsento al trattamento dei dati personali di cui al punto 3 dell'informativa sulla privacy Leggi tutto su:
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Post n°2377 pubblicato il 30 Aprile 2015 da deosoe
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