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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 03/07/2015

INAIL

Post n°2484 pubblicato il 03 Luglio 2015 da deosoe

 

Inail, presentazione della Relazione annuale 2014

Giovedì 9 luglio, alle ore 11, la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, a Roma, farà da cornice alla presentazione della Relazione annuale Inail 2014, alla presenza della presidente della Camera, Laura Boldrini.

Sarà il presidente dell'Istituto, Massimo De Felice, a illustrare l'approfondimento annuale sulla situazione del mondo del lavoro nei dati dell'Inail (rapporto con gli assicurati, andamento degli infortuni e delle malattie professionali), i risultati economici e finanziari, e le azioni strategiche promosse in tema di prevenzione, ricerca, cura, riabilitazione e reinserimento.

In occasione della presentazione della Relazione annuale Inail 2014, interverrà anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti.

 

 

 
 
 

Giovani

Post n°2483 pubblicato il 03 Luglio 2015 da deosoe

 

Svimez: nel 2009 l'81% degli under 30 che ha perso il lavoro ha fatto corsi di formazione

I giovani italiani non sono inattivi e non si rassegnano a restare disoccupati: l'81% dei giovani che nel 2008 aveva un lavoro e l'ha perso, nel 2009 si è inserito in processi di formazione. Ma non è bastato, perché nel 2010 l'occupazione è risalita solo del 3%. Negli anni di crisi 2008-2010 inoltre il divario Nord/Sud della disoccupazione giovanile under 30 si è triplicato, passando da un gap dell'11% del 2008 al 32% del 2010, mentre i 17-20enni sono passati al Sud da un tasso di occupazione dell'80% al 25% del 2010 e i disoccupati laureati sono cresciuti più al Centro-Nord che al Sud.

Secondo la SVIMEZ occorre incentivare i datori di lavoro ad assumere giovani disoccupati, potenziare le agenzie del lavoro e promuovere nei giovani una maggiore attenzione a investire in competenze e conoscenze maggiormente spendibili sul mercato.
  
Condotto sulla base dei dati europei EUSILC, lo studio analizza gli effetti della crisi sui giovani italiani di età 17-30 anni negli anni di crisi 2008-2010 con attenzione alle loro transizioni da e verso tre categorie: occupato, studente in formazione e disoccupato.

Giovani dinamici: l'81% dei giovani che nel 2008 aveva un lavoro e l'ha perso, nel 2009 si è inserito in processi di formazione. Ma non è bastato - In base a elaborazioni degli autori, negli anni 2008-2009 su 100 giovani italiani in età 17-30 anni che avevano un lavoro, 41 l'hanno perso. Ma non sono stati con le mani in mano: quasi l'81% dei giovani che nel 2008 aveva un lavoro e l'ha perso, nel 2009 si è inserito in processi di formazione. Di questi, 1 su 4 nel 2010, al termine del periodo formativo, è uscito dalla categoria "formazione". Ma il più delle volte purtroppo è tornato nuovamente a ingrossare le fila dei disoccupati. Nel 2010 infatti il numero degli occupati è cresciuto solo del 3%.
I giovani italiani, sostiene lo studio, non sono inattivi: solo una parte dei giovani che ha perso il lavoro è passata nella categoria dei "disoccupati"; molti hanno preferito investire in capitale umano per cercare di immettersi di nuovo nel mercato del lavoro con maggiori competenze, consapevoli del fatto che permanere in uno stato di disoccupazione crea un effetto "cicatrice", con effetti negativi e permanenti nel lungo periodo: più sei disoccupato e più hai possibilità di restarlo, di esserlo in futuro, di avere un lavoro meno stabile e un salario più ridotto.

Negli anni 2008-2010 triplicato il divario Nord/Sud della disoccupazione giovanile - Dal 2008 al 2009 il tasso di disoccupazione giovanile al Centro-Nord più che raddoppia, passando dal 6 al 15%, per effetto probabilmente della chiusura di numerose piccole e medie imprese. Il Sud parte da una situazione già ben peggiore, in quanto maggiore di 11 punti percentuali rispetto al dato dell'altra ripartizione: in più, schizza dal 17 al 46%, con un aumento del 29% rispetto al +9%, cioè tre volte tanto. In altri termini, negli anni di crisi 2008-2010 il divario Nord/Sud della disoccupazione giovanile si è triplicato, passando da un gap dell'11% del 2008 al 32% due anni dopo.

Sia al Centro-Nord che al Sud cala l'occupazione maschile, mentre le donne leggermente recuperano; ma nel Mezzogiorno lavora solo una giovane su due - Nel 2008 il 96% degli uomini e il 93% delle donne giovani al Centro-Nord era occupato; nel 2009 i giovani scendono giù di 8 punti percentuali, all'88%, mentre le giovani arrivano all'81%. Nel 2010 gli uomini scendono ancora, all'85%, mentre le donne risalgono all'82%. 
Stessa dinamica al Sud: si parte nel 2008 da una situazione di sostanziale uguaglianza tra i sessi, con tassi di occupazione dell'83,5% per gli uomini e 80% per le donne, che già però, in assenza di crisi e rispetto al Centro-Nord comporta un divario di 13 punti percentuali. Nel 2009 al Sud la percentuale dei giovani occupati sprofonda al 58% (-25% rispetto al 2008). Ancor più giù le donne: il loro tasso di occupazione arriva al 48%, -32% rispetto all'anno precedente. Nel 2010, i giovani ridiscendono circa al 50%, le donne risalgono leggermente, ma sono lontane anni luce dal recuperare il gap con il Centro-Nord e la situazione pre-crisi. 
La ragione per cui, si legge nello studio, l'occupazione femminile sembra essere comunque più dinamica è dovuta al fatto che le donne sono maggiormente occupate nel settore terziario e dei servizi alla persona, settore che risente meno dei cicli economici legati alla produzione industriale.

I più giovani (17-20 anni) i più colpiti: occupati al Sud dall'80% del 2008 al 25% del 2010 - Analizzando più nello specifico l'andamento per fasce d'età, emerge che la scure si abbatte soprattutto sui più giovani: dopo il crollo del 2008, le fasce d'età 21-25 e 26-30 anni iniziano a recuperare in entrambe le ripartizioni, pur restando strutturalmente distanti (circa il 90% di occupati nel 2010 al Centro-Nord rispetto al 66% del Sud nella fascia 26-30 anni). Decisamente pesante la dinamica dell'occupazione dei 17-20enni: al Centro-Nord praticamente si dimezza, passando da un tasso di occupazione del 93% nel 2008 al 54% a fine 2010; al Sud crolla vertiginosamente dall'80% del 2008 al 25% del 2010.

Dal 2008 al 2010 aumentano i laureati disoccupati, più al Centro-Nord che al Sud - Aumentano, nelle due ripartizioni nel periodo in questione i laureati disoccupati. In proporzione, al Centro-Nord più che al Sud: dal 6% del 2008 al 14% del 2010, mentre il Sud cresce pure, ma dal 9 al 13%. Trova quindi conferma l'ipotesi secondo cui i giovani italiani di fronte alla crisi tornano a investire in educazione, ma non riescono comunque a trovare sbocchi occupazionali.

Le proposte: incentivi ad assumere disoccupati, potenziare agenzie del lavoro e maggiore attenzione alle professioni più richieste dal mercato - Il profilo dei giovani che emerge dallo studio è quello di "giovani molto coraggiosi. Giovani con i piedi per terra, consapevoli della difficoltà del panorama occupazionale a cui stanno andando incontro, ma che con un atteggiamento di grande dignità e coraggio non si arrendono". Nell'eterna querelle sui giovani mammoni e bamboccioni, l'immagine che emerge è quella di "giovani che di fronte all'ineluttabilità del proprio destino preferiscono lottare, rimettendosi in discussione, tornando a studiare e a formarsi, cercando di rinnovarsi e di adeguarsi ad un mercato sempre più in evoluzione".
Le indicazioni di policy avanzate dagli autori sono quindi quelle di rilanciare la domanda aggregata,  di incentivare i datori di lavoro ad assumere giovani anche con esperienze pregresse di disoccupazione, finanziando l'inserimento dei lavoratori all'interno delle aziende, e di potenziare agenzie del lavoro e sportelli per i giovani per favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro. 

 

 

 
 
 

INPS

Post n°2482 pubblicato il 03 Luglio 2015 da deosoe

 

Inps, corresponsione quattordicesima mensilità

Nella circolare n. 130/2015 l'Inps comunica la corresponsione della somma aggiuntiva (cosiddetta quattordicesima) in presenza di determinate condizioni reddituali, a favore dei pensionati ultra sessantaquattrenni titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell'AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative, gestite da enti pubblici di previdenza obbligatoria.

L'Istituto ricorda che per la corresponsione dell'aumento viene considerata tutta la contribuzione (obbligatoria, figurativa, volontaria e da riscatto) nonché quella utilizzata per la liquidazione di supplementi. Nel caso di pensioni liquidate in regime internazionale deve essere considerata utile solo la contribuzione italiana.

Nel caso in cui i pensionato sia titolare di più trattamenti previdenziali, il benefico sarà erogato unicamente sul trattamento previdenziale principale ossia quello con maggiore anzianità contributiva.

Le sedi dell'Inca, dislocate su tutto il territorio nazionale, sono a disposizione per fornire ulteriori e più dettagliate informazioni al riguardo.


 

 
 
 

Auser

Post n°2481 pubblicato il 03 Luglio 2015 da deosoe

 

Auser, l'estate della solidarietà

L'Auser è impegnata a tutto campo anche quest'anno per aiutare gli anziani, soprattutto quelli che vivono da soli, ad affrontare con serenità i disagi legati all'estate. Protagonista è il servizio di Telefonia Sociale e aiuto alla persona Filo d'Argento, dotato di un Numero Verde Nazionale gratuito 800-995988, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20.

Il Piano dell'Auser prevede una risposta articolata e diversificata che viene  incontro alle esigenze degli anziani con un aiuto concreto, di compagnia e socializzazione, di informazione e prevenzione.

Sul sito www.auser.it  è  attiva    la sezione speciale "Emergenza Estate"  nella quale  trovare tutte le notizie utili per aiutare gli anziani e le loro famiglie ad affrontare con serenità il periodo estivo. Lo spazio sul sito rimarrà attivo e aggiornato per tutta l'estate fino a settembre inoltrato.

Abbiamo bisogno di volontari! Il  presidente nazionale dell'Auser Enzo Costa rinnova anche quest'anno l'appello ai giovani e ai pensionati per dedicare qualche ora della settimana  a chi è  solo "perché aiutare gli altri fa bene".

"Siamo in campo anche quest'anno - sottolinea il presidente Costa- con i nostri volontari e la nostra capillare rete sul territorio, ma la richieste che ci giungono sono tantissime ed abbiamo bisogno di volontari per poter dare una risposta a tutti. Basta poco per dare serenità ad un anziano solo, una telefonata, una visita a casa, una passeggiata da fare insieme. Ecco perché ci appelliamo a tutti i cittadini, ai pensionati e soprattutto ai giovani, di aiutarci, di essere al nostro fianco per portare un po' di serenità agli anziani che, soprattutto d'estate sentono di più il peso della solitudine".

Le persone si possono mettere in contatto con il numero verde nazionale del Filo d'Argento 800-995988, la loro richiesta verrà istradata alla sede Auser più vicina.

Cosa prevede il programma "Emergenza Estate" dell'Auser: una guida per vivere un'estate serena.

"Tutti al mare? Auser resta sempre con te" è questo il titolo della nuova edizione della Guida all'Emergenza Estate di facile e rapida consultazione, realizzata dall'Auser,  a cui ha collaborato il geriatra Dott. Marco Ferretti dell'Unità di Geriatria Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano.

Raccoglie tutte quelle informazioni utili per affrontare una calda estate, sicuri e sereni. Si rivolge agli anziani e spiega cosa è un eccesso di calore, quali sintomi procura, come affrontarlo, ma soprattutto come prevenirlo attraverso semplici accorgimenti. Fornisce inoltre indicazione pratiche sulle corrette abitudini alimentari da tenere durante il gran caldo; tutti i numeri  utili.

Una Guida ricca di consigli pratici da leggere e conservare che  è  possibile scaricare in pdf  dal sito www.auser.it

Il Filo d'Argento, il telefono amico degli anziani. Con una semplice  telefonata al Numero Verde Nazionale  del Filo d'Argento 800-995988, totalmente gratuito, gli anziani possono trovare una risposta concreta ai loro bisogni. Il servizio è attivo tutti i giorni della settimana - festivi compresi-   dalle 8 alle 20, per tutto l'anno.   Si può richiedere la consegna della spesa, dei pasti o  dei farmaci a casa,  compagnia domiciliare,  servizi di "trasporto protetto" verso centri socio-sanitari per visite o terapie; partecipare ad iniziative di svago e intrattenimento, gite ed escursioni;  avere informazioni sui servizi attivi nel proprio territorio. Reti di "buon vicinato"  si stringono attorno agli anziani più fragili.

La risposta ai bisogni degli anziani viene garantita dai volontari Auser nei  punti d'ascolto Filo d'Argento presenti in  tutta Italia e già collegati al Numero Verde. A questi si aggiungono tutte le altre sedi Auser che svolgono attività di aiuto alla persona le quali raccolgono comunque i bisogni e le richieste degli anziani attraverso il proprio numero telefonico.

Dalla A alla Z l'elenco delle iniziative dei Comuni e del volontariato. Direttamente dal sito dell'Auser www.auser.it  si potrà  consultare e scaricare l'elenco   costantemente aggiornato  delle iniziative promosse dai comuni e dal volontariato in ordine alfabetico. Il servizio già sperimentato con successo negli ultimi anni, si è rivelato di grandissima utilità. Presenta dal Nord al Sud Italia, le iniziative che le Amministrazioni locali e il  volontariato e le sue reti, realizzano per aiutare gli anziani ad affrontare i rischi legati alla  solitudine e agli effetti del caldo: call center, numeri verdi, monitoraggio degli anziani fragili, servizi a domicilio e tanto altro ancora, attività ludico ricreative in centri climatizzat

 

 

 
 
 

Ocse

Post n°2480 pubblicato il 03 Luglio 2015 da deosoe

 

Ocse, quasi 1 lavoratore immigrato su 3, vive in povertà

Quasi un lavoratore immigrato su tre in Italia vive in condizioni di povertà relativa. E' quanto emerge dal rapporto Ocse intitolato "Indicators of Immigrant Integration 2015" nel quale si sottolinea che "l'elevata incidenza di posti di lavoro di bassa qualità tra i lavoratori immigrati li espone anche ad un elevato rischio di povertà".

Per via delle loro competenze relativamente basse, ma anche a causa della mancanza di riconoscimento delle loro qualificazioni, sottolinea l'Ocse nel rapporto pubblicato oggi, i migranti impiegati in Italia occupano spesso posti di lavoro di bassa qualità. Un quarto degli uomini immigrati e più di un terzo delle donne occupa posti di lavoro poco qualificati. Il tasso di sovraqualificazione tra i lavoratori immigrati, cioè coloro che occupano posti di lavoro che richiedono qualificazioni inferiori a quelle possedute, è particolarmente elevato sia rispetto agli standard internazionali che nei confronti dei nativi.

Più della metà dei lavoratori immigrati altamente qualificati, rileva l'Ocse, erano sovraqualificati nel 2012-13, 12 punti percentuali in più rispetto al 2006-07, e ciò a fronte di appena 15% dei nativi. La situazione è ben più grave per i migranti con titoli di studio stranieri e per gli extracomunitari, con tassi di sovraqualificazione che raggiungono il 70-80%.

Secondo l'Ocse "la metà degli immigrati in Italia possiede un basso livello di istruzione e le scarse competenze linguistiche nella lingua italiana impediscono a molti di loro di accedere a lavori più qualificati". Inoltre, osserva il rapporto, "sembrerebbe che gli arrivi più recenti abbiano migliori esiti occupazionali, probabilmente perché più inclini a lasciare l"Italia se non trovano un posto di lavoro". A differenza della maggior parte dei paesi dell"Ue, rileva ancora l'Ocse, gli extracomunitari non sono gli unici ad avere un elevato rischio di povertà. Infatti, tra i paesi europei solamente in Italia e in Spagna gli immigrati comunitari hanno un rischio di povertà simile rispetto ai loro coetanei extracomunitari, in gran parte a causa della composizione degli immigrati comunitari.

Negli ultimi 10 anni, l'Italia, rileva l'organizzazione internazionale, è stata una delle principali destinazioni per gli immigranti nell'area Ocse. Dal 2000, la percentuale di immigrati sul totale della popolazione è più che raddoppiata, fino a raggiungere il 10% nel 2012. La maggior parte dei migranti arriva in Italia per lavorare, anche se il primo permesso viene spesso ricevuto nell'ambito di una regolarizzazione. Nel corso dell'ultimo anno, l'Italia è stata ancora una delle principali destinazioni europee per gli extracomunitari.

La maggior parte di questi nuovi immigrati, sottolinea ancora l'Ocse, "non intende rimanere in Italia, né arriva in Italia attratta dalle opportunità di lavoro, che rimangono tuttora limitate dato che il paese sta cominciando solo ora a riprendersi dalla profonda crisi".

 

 

 
 
 
 
 

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