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Ocse

Post n°2480 pubblicato il 03 Luglio 2015 da deosoe

 

Ocse, quasi 1 lavoratore immigrato su 3, vive in povertà

Quasi un lavoratore immigrato su tre in Italia vive in condizioni di povertà relativa. E' quanto emerge dal rapporto Ocse intitolato "Indicators of Immigrant Integration 2015" nel quale si sottolinea che "l'elevata incidenza di posti di lavoro di bassa qualità tra i lavoratori immigrati li espone anche ad un elevato rischio di povertà".

Per via delle loro competenze relativamente basse, ma anche a causa della mancanza di riconoscimento delle loro qualificazioni, sottolinea l'Ocse nel rapporto pubblicato oggi, i migranti impiegati in Italia occupano spesso posti di lavoro di bassa qualità. Un quarto degli uomini immigrati e più di un terzo delle donne occupa posti di lavoro poco qualificati. Il tasso di sovraqualificazione tra i lavoratori immigrati, cioè coloro che occupano posti di lavoro che richiedono qualificazioni inferiori a quelle possedute, è particolarmente elevato sia rispetto agli standard internazionali che nei confronti dei nativi.

Più della metà dei lavoratori immigrati altamente qualificati, rileva l'Ocse, erano sovraqualificati nel 2012-13, 12 punti percentuali in più rispetto al 2006-07, e ciò a fronte di appena 15% dei nativi. La situazione è ben più grave per i migranti con titoli di studio stranieri e per gli extracomunitari, con tassi di sovraqualificazione che raggiungono il 70-80%.

Secondo l'Ocse "la metà degli immigrati in Italia possiede un basso livello di istruzione e le scarse competenze linguistiche nella lingua italiana impediscono a molti di loro di accedere a lavori più qualificati". Inoltre, osserva il rapporto, "sembrerebbe che gli arrivi più recenti abbiano migliori esiti occupazionali, probabilmente perché più inclini a lasciare l"Italia se non trovano un posto di lavoro". A differenza della maggior parte dei paesi dell"Ue, rileva ancora l'Ocse, gli extracomunitari non sono gli unici ad avere un elevato rischio di povertà. Infatti, tra i paesi europei solamente in Italia e in Spagna gli immigrati comunitari hanno un rischio di povertà simile rispetto ai loro coetanei extracomunitari, in gran parte a causa della composizione degli immigrati comunitari.

Negli ultimi 10 anni, l'Italia, rileva l'organizzazione internazionale, è stata una delle principali destinazioni per gli immigranti nell'area Ocse. Dal 2000, la percentuale di immigrati sul totale della popolazione è più che raddoppiata, fino a raggiungere il 10% nel 2012. La maggior parte dei migranti arriva in Italia per lavorare, anche se il primo permesso viene spesso ricevuto nell'ambito di una regolarizzazione. Nel corso dell'ultimo anno, l'Italia è stata ancora una delle principali destinazioni europee per gli extracomunitari.

La maggior parte di questi nuovi immigrati, sottolinea ancora l'Ocse, "non intende rimanere in Italia, né arriva in Italia attratta dalle opportunità di lavoro, che rimangono tuttora limitate dato che il paese sta cominciando solo ora a riprendersi dalla profonda crisi".

 

 

 
 
 
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