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di Vittorio Casula

 
 

 

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Messaggi del 12/10/2015

Osservatore Romano

Post n°2560 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da deosoe

Un dormitorio
per i senzatetto di Roma
 
Realizzato dall’Elemosineria apostolica in via dei Penitenzieri ·

12 ottobre 2015

 
 
 

Da quasi una settimana in via dei Penitenzieri, nelle vicinanze dell’ospedale romano Santo Spirito, è stato aperto un nuovo dormitorio per le persone senzatetto. Giovedì 7 ottobre, nella memoria liturgica della beata Maria Vergine del Rosa-rio, è stato inaugurato ufficialmente con la benedizione dei locali e con la messa celebrata dall’elemosiniere pontificio, arcivescovo Konrad Krajewski, alla quale hanno partecipato i primi ospiti e i volontari della struttura. L’ampio locale, che si trova in zona extraterritoriale e che fino a pochi mesi fa era utilizzato da un’agenzia di viaggi, è stato offerto a Papa Francesco dalla casa generalizia della Compagnia di Gesù. In questo modo la comunità dei gesuiti ha voluto rispondere prontamente all’appello del Pontefice di destinare dei propri fabbricati alle persone bisognose e in difficoltà.

Il dormitorio porta il nome di Dono di misericordia. “Dono”, perché è un vero dono della comunità religiosa; “di misericordia”, perché misericordia è il secondo nome dell’amore, che si esprime attraverso gesti concreti e generosi verso il prossimo.

Può accogliere per la notte fino a 34 uomini e come quelle già esistenti a via Rattazzi, presso la stazione Termini, e a San Gregorio al Celio, la struttura viene gestita dalle missionarie della carità fondate da madre Teresa di Calcutta.

Un apposito regolamento aiuta la buona gestione dell’accoglienza: un previo colloquio con le religiose per l’accettazione e la registrazione dei richiedenti (presso la casa Dono di Maria in Vaticano); un pernottamento della durata massima di trenta giorni; un orario preciso che regola i tempi dell’ingresso in dormitorio (dalle 18 alle 19), dello spegnimento delle luci e del riposo, della sveglia (alle 6.15), della pulizia personale, della sistemazione del letto e dell’armadietto, e della chiusura della casa (ore 8) per il riordino e la pulizia generale.

Le persone ospitate per la notte potranno pure usufruire della cena offerta alla mensa del Dono di Maria (per poi raggiungere il dormitorio), della colazione preparata nello stesso locale del dormitorio (prima di lasciarlo per la giornata) e del servizio docce sotto il colonnato di piazza San Pietro.

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Osservatore Romano

Post n°2559 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da deosoe


 ​Migliaia in piazza dopo la strage perpetrata alla stazione ferroviaria di Ankara ·

12 ottobre 2015

 
 
 

All’indomani dell’attentato che ha colpito la marcia pacifista di Ankara in cui sono morte, secondo fonti curde, 128 persone (mentre per il Governo sarebbero 95) e 508 sono rimaste ferite, in migliaia si sono riuniti nella capitale per ricordare le vittime e rispondere all’orrore. Il Governo ha puntato il dito contro i miliziani del cosiddetto Stato islamico (Is). A meno di due settimane dalle elezioni politiche, la tensione nel Paese resta altissima.

I dimostranti si sono riuniti nella piazza Sihhiye, vicina al luogo dell’attentato. La polizia ha effettuato cariche e usato gas lacrimogeni per disperdere quanti hanno tentato di raggiungere il punto esatto dove i due kamikaze hanno seminato morte. Gli agenti non hanno permesso neanche alle delegazioni di vari partiti politici e di diverse organizzazioni della società civile di avvicinarsi al sito dell’attacco. Il Governo guidato dal premier ad interim, Ahmet Davutoğlu, accusa l’opposizione di volere strumentalizzare l’attentato a venti giorni dalle nuove elezioni anticipate del primo novembre. 
Uno dei due kamikaze che sabato scorso si sono fatti esplodere sarebbe stato identificato. Si tratta di un uomo di 20-25 anni; l’altro responsabile della strage sarebbe una donna. Secondo il quotidiano turco «Yeni Şafak», gli inquirenti sarebbero riusciti a recuperare frammenti di impronte digitali dai resti dell’ordigno. Per il giornale «Habertürk», la polizia sospetta che uno dei due attentatori possa essere il fratello più grande dell’attentatore suicida che il 20 luglio scorso uccise a Suruç 34 persone. Davutoğlu, intanto, si è recato in ospedale ieri per fare visita ai feriti dell’attacco.
Al momento manca ancora una rivendicazione dell’attentato, anche se le prime indicazioni nell’inchiesta fanno pensare che dietro ci sia il cosiddetto Stato islamico (Is). Le indagini si stanno proprio focalizzando sul gruppo estremistico: è quanto riferiscono due fonti della sicurezza turca. «Tutti i segnali ci indicano che l’attentato possa essere stato realizzato dall’Is — ha dichiarato una fonte investigativa — siamo completamente focalizzati sull’Is». La polizia ha arrestato oggi in diverse province 36 persone accusate di legami con il gruppo jihadista, ma gli arresti — hanno precisato diverse fonti — non sarebbero legati alla strage. 

- See more at: http://www.osservatoreromano.va/it/news/il-governo-accusa-l#sthash.VquzcWcR.dpuf

 
 
 

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Post n°2558 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da deosoe

Dimissioni e risoluzione consensuale dopo il Jobs Act

Il D. lgs 151/2015 c.d. Decreto Semplificazioni in materia di lavoro ha modificato la disciplina delle dimissioni volontarie e della risoluzione consensuale

Dimissioni e risoluzione consensuale dopo il Jobs Act

Con il D. lgs 151/2015 (c.d. Decreto Semplificazioni in materia di lavoro), entrato in vigore lo scorso 24 settembre in attuazione del Jobs Act, è stata rivista la disciplina delle dimissioni volontarie e della risoluzione consensuale.

Il Jobs Act, a rafforzamento del contrasto alle dimissioni in bianco, ha introdotto una ulteriore novità, ovvero la compilazione in via telematica delle dimissioni. Le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dovranno essere fatte, a pena di inefficacia, esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli resi disponibili dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso il sito www.lavoro.gov.it e trasmessi al datore di lavoro e alla Direzione territoriale del lavoro competente con le modalità individuate con apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Quest’ultimo decreto dovrà essere emanato dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo. Nel decreto saranno stabiliti i dati di identificazione del rapporto di lavoro da cui si intende recedere o che si intende risolvere, i dati di identificazione del datore di lavoro e del lavoratore, le modalità di trasmissione nonchè gli standard tecnici atti a definire la data certa di trasmissione del suddetto modulo di dimissioni telematiche.

Revoca delle dimissioni

Entro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo il lavoratore ha la facoltà di revocare le dimissioni e la risoluzione consensuale con le medesime modalità.

La trasmissione telematica dei moduli di dimissioni e risoluzione consensuale può avvenire sia direttamente a cura del lavoratore, che per il tramite dei patronati, delle organizzazioni sindacali nonchè degli enti bilaterali e delle commissioni di certificazione.

Sanzioni

Salvo che il fatto costituisca reato, il datore di lavoro che alteri i suddetti moduli è punito con la sanzione amministrativa da euro 5.000 ad euro 30.000.

Esclusioni

Sono escluse dalla suddetta procedura la risoluzione consensuale del rapporto o la richiesta di dimissioni presentate dalla lavoratrice, durante il periodo di gravidanza, e dalla lavoratrice o dal lavoratore durante i primi tre anni di vita del bambino o nei primi tre anni di accoglienza del minore adottato o in affidamento, o, in caso di adozione internazionale, nei primi tre anni decorrenti dalle comunicazioni di legge.

Sono inoltre escluse le dimissioni e la risoluzione consensuale dei collaboratori domestici, inoltre dette norme non sono applicabili nel
caso in cui le dimissioni o la risoluzione consensuale intervengono nelle sedi di cui all’articolo 2113, quarto comma, del codice civile o avanti alle commissioni di certificazione di cui all’articolo 76 del decreto legislativo n. 276 del 2003

Fonte: http://www.lavoroediritti.com/2015/10/dimissioni-e-risoluzione-consensuale-dopo-il-jobs-act/#ixzz3oMoB1A5h

 
 
 

Pensioni

Post n°2557 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da deosoe

 

 

Pensioni

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Pensioni: Cgil, Questo sistema condannerà il Sud alla povertà

"Già oggi al Sud le pensioni sono molto più basse. Questa sistema previdenziale, puramente assicurativo, che non ha più al suo interno alcun elemento di welfare solidaristico, condannerà il Mezzogiorno alla povertà". Lo ha detto il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, concludendo a Palermo il direttivo della Camera del Lavoro, alla vigilia del presidio unitario di Cgil Cisl e Uil, fissato per il 13 ottobre davanti alla prefettura di Palermo, per chiedere di cambiare la legge Fornero.

Un sistema, sottolinea Lamonica, con il quale "donne, giovani, precari, che non riescono a costruirsi un montante  significativo a causa delle carriere discontinue, si troveranno a fare i conti con prestazioni bassissime calcolate con il sistema contributivo puro. Ecco perché il sindacato chiede che nella prossima manovra di bilancio sia introdotta una vera flessibilità in uscita".

"Il nostro obiettivo di riforma del sistema pensionistico - spiega Lamonica - è di assicurare una garanzia di base per assicurare assegni accettabili a coloro che hanno lavorato,  valorizzando anche il lavoro di cura e domestico".

 

 

 
 
 

Infortuni sul lavoro

Post n°2556 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da deosoe

 

 

Infortuni

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Infortuni: Per Cgil e Inca è emergenza: prevenzione e tutela devono diventare priorità

"Gli infortuni e le morti sul lavoro continuano a rappresentare un'emergenza per il nostro Paese". Così la Cgil commenta i dati relativi ai primi otto mesi del 2015,  che vedono un aumento delle denunce di infortuni mortali del 15% rispetto allo stesso periodo 2014. 

In occasione della 65/a Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, la Cgil nazionale - ribadisce in una nota - che "la prevenzione degli incidenti sul lavoro deve diventare una priorità per il Paese e un impegno centrale per tutte le imprese".
Per il sindacato di corso d'Italia, "devono altresì essere messe in campo tutte le misure necessarie per assicurare livelli sempre più alti di sicurezza e di tutela nei luoghi di lavoro".

Sull'argomento è intervenuto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sottolineato l'importanza di rafforzare le strategie per assicurare livelli sempre più alti di tutela".

L'Inca, che ha più volte sottolineato come la riduzione del numero degli infortuni rilevata dall'Inail negli ultimi suoi rapporti annuali fosse soprattutto il risultato di una contrazione delle ore lavorate e non da attribuire ad un reale miglioramento dell'andamento del fenomeno, ribadisce la necessità di rimuovere le cause che impediscono lo sviluppo di una nuova cultura della sicurezza.    

Gli ultimi dati diffusi da Anmil sugli eventi mortali che sono avvenuti nei primo 8 mesi dell'anno sono davvero drammatici. In valori assoluti, le morti bianche sono passate dai 652 casi del 2014 ai 752 di oggi con un incremento secco di 100 unità. Solo nell'industria manifatturiera l'incremento è stato di un +5%; nei trasporti di un +34,2%, di un +6,2% nelle Costruzioni e di un +6,1% nel Commercio.

Stesso andamento si registra sulle denunce di malattie professionali che, nei primi 8 mesi del 2015, sono cresciute del 2,5%, passando dalle  38mila del 2014 alle oltre 39mila di quest'anno. Solo a Taranto, le malattie professionali denunciate all'Inail sono state 723, il 4,32% in più rispetto alle stesso periodo dell'anno scorso".

Tra le patologie lavoro correlate, è significativo l'aumento dei Tumori: nel 2014, le denunce sno state 2.999, cresciute rispetto al 2013 del 2,7% (in valori assoluti 2.919) e se si raffronta il dato con quello del 2010, in quattro anni, la percentuale di aumento è stata del 24% (nel 2010, i casi denunciati erano 2.418).

 

 

 
 
 

Il santo del giorno

Post n°2555 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da deosoe

 

 

San Serafino da Montegranaro

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San Serafino da Montegranaro

 

InviaNome: San Serafino da MontegranaroTitolo: ReligiosoRicorrenza: 12 ottobre

Figlio di contadini, Serafino nacque a Montegranaro nelle Marche nel 1540. Non ebbe possibilità di studiare dovendo, per vivere, condurre al pascolo il gregge di un contadino. Morto il padre, assieme al fratello maggiore, andò a lavorare in un cantiere di Loro Piceno. Serafino, attratto dalla voglia di imparare, divenne amico della figlia dell'impresario, avendola udita leggere ad alta voce. 

Fu proprio la ragazza ad avvicinarlo al locale convento dei francescani cappuccini, dove il giovane chiese poi di essere accolto. Fatto il noviziato a Jesi, venne inviato ad Ascoli Piceno, dove trascorse quasi tutta la vita adattandosi ai lavori più umili in casa e nell'orto. Il suo motto era «La via per andare in su è quella di scendere in giù». Semianalfabeta e un tantino maldestro, ebbe però il dono di saper dialogare con la gente, trovando per tutti la parola giusta, condita dalla sapienza divina che gli veniva dalla frequente orazione. Non solo, ma anche quello di far fruttar l'orto in modo quasi... sospetto: il suo lavoro seppure assiduo, non giustificava tanta messe: attorno c'era aria di miracolo...

Ascoli, che ormai lo amava come padre e amico, pianse a lungo la sua morte, che avvenne all'età di sessantaquattro anni, nel 1604. La voce del popolo che lo voleva santo giunse anche all'orecchio di Paolo V, il quale autorizzò l'accensione di una lampada votiva davanti alla sua tomba, prima ancora che fosse ufficialmente riconosciuto santo.

 

 

 
 
 
 
 

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