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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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Ma le primarie del PD a Bari si faranno?

Foto di a_tiv

Se c'è Emiliano di mezzo non è mai una cosa seria! 
Già prima dell'estate del 2013, Pietro Petruzzelli (PD) aveva annunciato la sua volontà di correre per candidarsi a Sindaco di Bari. Stabilito il ricorso alle primarie, dopo Petruzzelli si erano proposti Giacomo Olivieri, swinger della politica e leader di una formazione di cambiacasacche "Realtà Italiana", ed Elio Sannicandro (PD), assessore all'urbanistica della Giunta Emiliano.
Il candidato preferito del Sindaco, però, era Antonio Decaro che appariva invece appagato dal suo ingresso a Montecitorio. Per smuoverlo, sembra che sia intervenuto il nuovo leader del PD, Renzi, in persona. Dopo largo e continuo migrare tra i leader del PD, infatti, sia Emiliano che Decaro erano saliti suol carro del nuovo segretario del PD, decisi a fare carriera nel partito.
Sceso in campo Decaro, Michele Emiliano interveniva ancora, facendo sapere che tre candidati del PD alle primarie, con la possibilità della candidatura anche di Alfonso Pisicchio, erano troppi: il timore di Emiliano è che si potesse favorire un colpo di mano di Giacomo Olivieri. Di quest'ultimo, infatti, al sindaco magistrato in aspettativa e contemporanenamente amministratore e politico (Preesidente PD in Puglia) interessano solo i voti, non altro.
Emiliano così chiedeva agli altri candidati del PD di ritirare la propria candidatura per puntare solo sul suo candidato Decaro.
Il più accreditato a prendere voti nuovi, e fuori dagli apparati, appariva Petruzzelli che aveva dichiarato di volersi opporre alle logiche di partito e di voler correre per cambiare la Città, sottraendola alle liturgie del potere, arrivando persino a denunciare un complotto contro di lui, e dichiarando che non si sarebbe ritirato per nessun motivo.
Oggi, però, il giovane indomabile innovatore dei modi di fare politica, Pietro Petruzzelli, ha ritirato la sua candidatura per fare ticket con Decaro. Di Elio Sannicandro, avvisato da Emiliano che per candidarsi dovrà lasciare l'assessorato, inoltre, non si hanno più notizie.
La reazione di Giacomo Olivieri è pesante, parla di "colpo alla democrazia".
Esagerato! Cosa c'entra la democrazia con Emiliano ed il PD?
Le primarie della sinistra ora sono a rischio. E' confermato che quando c'è vera competizione tra i soggetti interessati, le primarie servono più a dividere che a compattare. Ad Emiliano, infatti, le primarie andavano bene solo se Decaro le vinceva facile.
Non sono più andate bene dinanzi al rischio che il suo candidato le potesse perdere.  
Dopo gli attacchi personali del Sindaco Emiliano, il candidato di Impegno Civile, Mimmo Di Paola, disinteressato alla rissa, si prende la rivincita, segnando un altro punto a suo favore. "Mi dispiace molto - si legge in un comunicato di Mimmo Di Paola - del ritiro di Pietro Petruzzelli dalla corsa alle primarie del pd. Peccato, perche' Petruzzelli, persona capace, si e' presentato a tutti come chi voleva sfidare l'establishment del partito democratico. E invece no. Ancora una volta l'establishment del pd ha prevalso facendo quadrato su Antonio Decaro, il candidato prescelto dal sindaco uscente, che a questo punto si impone sulla scena politica e soprattutto dinanzi all'opinione pubblica come il "l'uomo di Emiliano" raccogliendo così' una eredita' pesante da portarsi dietro se si guarda allo stato di salute di Bari".
Con questo andazzo a vincere facile, ma nella competizione che conta non nelle sceneggiate di Emiliano, sarà Mimmo Di Paola
Vito Schepisi

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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