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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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La democrazia americana

Post n°3 pubblicato il 08 Novembre 2006 da a_tiv

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Coloro che sono sempre pronti ad indicare il sistema americano come la dimora del maligno anche questa volta sono stati smentiti dai fatti.
Quella statunitense è la casa della democrazia.
Il popolo sposta il proprio consenso in considerazione dei programmi e delle finalità dei due partiti che da sempre li rappresentano.
Nessuno dei due schieramenti, uno liberal conservatore e l’altro liberal progressista, ha mai messo in discussione la continuità delsistema: il metodo liberale ed il comune sentire essenzialmente occidentale, demo cratico, rappresentativo, pluralista.
Nessuno dei gruppi politici , democratici ovvero repubblicani, ha mai messo in discussione la legittimità democratica dell’altro a proporsi ed a concorrere nella gestione.
Dalla consapevolezza della più consolidata democrazia d’oltreatlantico emerge la capacità di emendare e di giudicare le politiche tendendo le orecchie per ascoltare ed allungando lo sguardo per osservare.
Gli americani votano per scegliere e votano per giudicare.
Senza dubbio la politica di Bush ha creato difficoltà al popolo americano. L’immagine del Presidente determinato e vincente del dopo 11 settembre 2001 si è andata via via perdendosi dietro una serie di errori sia strategici che di valutazione.
La questione Iraq gli è sfuggita di mano.
La grande potenza militare americana rischia di impantanarsi in un secondo “Vietnam”.
Alla sproporzionata superiorità militare non corrisponde la capacità di controllo del territorio e di gestione della pace.
La lezione di democrazia e di maturità che ci viene puntualmente dagli statiuniti avrà, pertanto, ancora una volta la sua conferma.
Anche la vittoria dei democratici nelle elezioni del mid-term non sposterà di una virgola gli obiettivi del Governo americano che sono, in primis, la sicurezza e la lotta al terrorismo.
La ragione è che sono scelte politiche condivise.
In America non ci si divide per principio, come accade in Italia, dove da una parte politica, ad esempio, si ignora il pericolo della immigrazione clandestina. In America neanche le linee della politica economica subiscono sostanziali mutamenti.
Il popolo degli States, da sempre,ha scelto i suoi principi civili ed economici che l’hanno resa libera ed opulenta.
Nessuno dei poteri elettivi degli USA , Presidente, Congresso e Corte Suprema oserebbe mettere in discussione il ruolo del proprio paese nello scacchiere internazionale e neanche i principi di libero mercato e di iniziativa privata.
A volte gli interventi del Congresso sul libero mercato sono solo orientati a forme di protezionismo sul mercato interno.
In questa ottica, come sappiamo, anche il Made in Italy è stato spesso colpito da provvedimenti di restrizione.
La nuova collocazione politica del Congresso contribuirà a modificare la strategia, ad esempio, in Iraq e negli altri punti caldi della Terra, non a modificare la collocazione e la “ratio” del ruolo americano.
I valori, si ripete, su cui si muovono i rappresentanti del popolo sono condivisi e rispondono agli impegni presi.
Bush in queste elezioni di mid-temp viene punito per aver fallito nel perseguire gli obiettivi proposti.
Se in Iraq l’obiettivo annunciato di esportazione della democrazia avesse conseguito il successo sperato, il Presidente, senza ombra di dubbio, avrebbe conseguito una vittoria strepitosa.
L’Irak sarebbe stato l’unico paese, eccetto Israele, nell’area mediorientale recuperato al processo democratico.
Bush sarebbe passato alla storia come fautore di democrazia in un’area a profondo rischio di deflagrazione.
La sua vittoria avrebbe certamente assicurato al Partito Repubblicano il prossimo Presidente degli States nel 2008.
Il fallimento della sua politica nell’obiettivo di sconfitta del terrorismo internazionale e mediorientale rende quasi certa la vittoria del Partito Democratico alle prossime presidenziali.
Conosceremo il programma e gli obiettivi del loro candidato e si rinnoverà il metodo della democrazia americana con gli elettori attenti alla realizzazione dei programmi ed al perseguimento degli obiettivi.
Vito Schepisi

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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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