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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Non si può bluffare su c...Un Governo...albergo dell'odio »

La Formica e la Cicala

Post n°5 pubblicato il 16 Novembre 2006 da a_tiv

Cambia l'atmosfera, cambiano le stagioni, cambia anche la favola " La formica e la cicala".immagine

Da piccoli ci insegnavano come si doveva vivere e ci raccontavano : La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l'inverno.


La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica sia stupida; ride,danza, canta e gioca tutta l'estate.
Poi giunge l'inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate mentre la cicala trema dal freddo, rimane senza cibo e muore.

* * * * * *

Oggi si deve sapere che : La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l'inverno.

La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica sia stupida; ride,danza, canta e gioca tutta l'estate.

Poi giunge l'inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate.

La cicala tremante dal freddo organizza una conferenza stampa e pone la questione del perché la formica ha il diritto d'essere al caldo e ben nutrita mentre altri meno fortunati muoiono di freddo e fame.

La televisione organizza delle trasmissioni in diretta che mostrano la cicala tremante dal freddo, nonché degli spezzoni della formica al caldo nella sua confortevole casa con l'abbondante tavola piena di ogni ben di Dio.

I telespettatori sono colpiti dal fatto che, in un paese così ricco, si lasci soffrire la povera cicala mentre altri vivono nell'abbondanza.
I sindacati manifestano davanti alla casa della formica in solidarietà della cicala, mentre i giornalisti organizzano delle interviste domandando perché la formica è divenuta così ricca sulle spalle della cicala ed interpellano il governo perché aumenti le tasse della formica affinché essa paghi la sua giusta parte.
In linea con i sondaggi il governo redige una legge per l'eguaglianza economica ed una (retroattiva all'estate precedente) anti discriminatoria.
Le tasse sono aumentate e la formica riceve una multa per non aver occupato la cicala come apprendista, la casa della formica è sequestrata dal fisco perché non ha i soldi per pagare le tasse e le multe: la formica lascia il paese e si trasferisce in Liechtenstein.
La televisione prepara un reportage sulla cicala che, ora ben in carne, sta terminando le provviste lasciate dalla formica nonostante la primavera sia ancora lontana.
L'ex casa della formica, divenuto alloggio sociale per la cicala, comincia a deteriorasi nel disinteresse della cicala e del governo.
Sono avviate delle rimostranze nei confronti del governo per la mancanza di assistenza sociale, viene creata una commissione apposita con un costo di 10 milioni di Euro.
Intanto la cicala muore di overdose mentre la stampa evidenzia ancora di più quanto sia urgente occuparsi delle ineguaglianze sociali; la casa è ora occupata da ragni immigrati.
Il governo si felicita delle diversità multiculturali del paese così aperto e socialmente evoluto.
I ragni organizzano un traffico d'eroina, una gang di ladri, un traffico di mantidi prostitute e terrorizzano la comunità.
I partiti propongono l'integrazione perché la repressione genera violenza e la violenza chiama violenza.
 
Morale: tutto non è come sembra e se si vuole l’impossibile diventa possibile

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Commenti al Post:
farfalladicristallo
farfalladicristallo il 17/11/06 alle 14:43 via WEB
sei passato nel mio blog, così ho pensato di fare un salto sul tuo. ho letto questo pezzo... anche se non si può generalizzare, si rischierebbe di buttare nel calderone i "meno fortunati quelli veri", un po' hai ragione. ho conosciuto chi, spocchioso, non si adattava e guardava nel piatto della formica invidiando. si chiedeva "cosa ho di meno io per non avere lo stesso?". eppure la risposta era piuttosto semplice "guardi ma non agisci. guardi e non ti adatti. guardi e non inizi dal basso. pensi che ti sia dovuto quel che cerchi ma non combatti. torni a guardare e non ti impegni. pensi di dover prendere il posto dell'altro e non a migliorarti...". l'ho pensato spesso quando mi fermavo a parlare con persone-cicala fino in fondo. questo non significa che la nostra società non debba essere multiculturale. il male non è nella diversità di cultura, il male è nel voler distruggere e non costruire. molti italiani sono cicala, e sono coloro che giustificano e lottano per i diritti degli stranieri-cicale. molti italiani sono formica, e sono coloro che lottano per i diritti degli stranieri-formica.
 
 
a_tiv
a_tiv il 18/11/06 alle 14:12 via WEB
Cara farfalladicristallo, i meno fortunati non conoscono l’estate ed i canti ed i suoni. La loro gioia è nella umanità che ricevono, non nel consumo effimero delle risorse rese loro disponibili. E’ inutile e mortificante guardare altrove ed osservare ciò che manca per non avere tutto o quasi. E’ più appagante offrire l’occorrente a chi non può impegnarsi per ricevere, anziché ambire ad avere ciò che non è necessario. Se qualcuno pensa che il detto “meglio vivere un solo giorno da leoni che una vita intera da pecora” significhi consumare tutto in breve tempo godendo per questo tempo tra gioie e piaceri, pensa male. Non si può chiedere a coloro che vivono una vita normale, ma serena e modesta, di sopperire ai bisogni di coloro che hanno consumato nel breve periodo ogni risorsa della propria sussistenza. Il detto si riferisce alla necessità di essere uomini e di avere dignità. Esser tali significa impegnarsi nella società per se e per gli altri. E’ così che si vive da leoni. Esaltando la dignità dell’individuo e la sua capacità d’esser uomo sensibile. Ben venga la diversità della cultura, ben venga il confronto anche serrato, anche conflittuale …ma con la consapevolezza da tutte le parti che ogni popolo ha delle radici. Le radici non si rinnegano. Le radici non è giusto che siano mortificate, vilipese e calpestate. Gli uomini formica realizzano per loro e per la società intera, anche per la ricchezza che possa consentire la vita e la sussistenza oltre che la dignità degli stranieri cicala o formica che siano. Gli uomini cicala sono di solito egoisti ed insensibili, finché hanno la disponibilità per il consumo delle risorse, ai bisogni degli altri. Un caro saluto. Vito
 
   
farfalladicristallo
farfalladicristallo il 18/11/06 alle 18:31 via WEB
Mi trovi d'accordo con te. Non posso aggiungere altri pensieri a quanto hai scritto. Hai spiegato con chiarezza anche il mio punto di vista. un abbraccio
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

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LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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