Il Libero PensieroIl blog di Vito Schepisi |
10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI
Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani
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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
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TROPPE POLEMICHE E ACCUSE RECIPROCHE
Cari candidati parlateci di idee.
Non si vorrebbe che anche questa volta alle amministrative di Bari finiscano col valere più le beghe, le polemiche e le accuse reciproche che le indicazioni e le scelte amministrative. L’altra volta, nel 2009, ebbe parte attiva la questione delle escort: la famosa “scossa” promessa da D’Alema in tv alla trasmissione di Lucia Annunziata. In questa tornata, sin dall’inizio, con l’esuberanza del sindaco uscente, non ne sono mancate le avvisaglie.
Fino ad oggi, però, non si hanno le idee chiare sulla città che vorrebbero i nostri candidati sindaci. Oggi c’è da fare i conti con le risorse e con le difficoltà di vita della gente. Chi, infatti, dovesse promettere 30mila posti di lavoro non sarebbe più credibile e verrebbe preso a fischi.
Ci sono, in ordine cronologico, indicazioni tratte dalle candidature più rilevanti. C’è un programma corposo del PM Desirèe Digeronimo, scritto a più mani, con contributi importanti su questioni come sviluppo e lavoro e sul diverso rapporto tra cittadini, imprese e burocrazia. La Dr. Digeronimo punta su ambiente, mobilità, turismo, sicurezza, cultura e sull’introduzione di sportelli di ascolto per le questioni sociali e per le donne.
Moltissime sono anche le indicazioni che emergono dai numerosi incontri e dai question time dell’ing. Di Paola: dal lavoro creato con lo sviluppo economico e senza il ricorso all’assistenza, all’annosa questione delle fogne, alla necessità dei parcheggi, alla valorizzazione della bellezza della Città per favorire il turismo.
Naturalmente sicurezza, cultura, qualità della vita e la questione sociale sono tratti comuni a tutti.
Dall’altro candidato, l’ing Decaro, ben sei decaloghi (decaroghi) di tracce di buone intenzioni e un punto fermo che vale come una chiara indicazione: la difesa delle scelte e dell’azione della passata amministrazione. Per Decaro gran parte vorrebbe essere la continuazione di un’opera, con l’aggiunta di tanta buona volontà per migliorare.
Per condimento tutti, ma con accenti diversi, parlano di green economy, di ecologia, di piste ciclabili, di città intelligente, di spazi culturali, di solidarietà, di giovani e di tempo libero. Il pericolo, però, è dato dalla retorica e dal racconto della storia di sempre: con i buoni tutti da una parte, e dall’altra, invece, tutti i cattivi.
Anche le analisi sociologiche che si fanno somigliano alla famosa coperta troppo corta, il risultato è che non se ne condivide interamente nessuna. Tutte rivelano verità inconfutabili dall’alto di analisi stratificate sulla natura del territorio e sulle estrazioni socio-economiche dei residenti. Il metodo di interpretare i fenomeni per livello di vita o per condizioni sociali è però saltato. Non è più così. Ora ci sono le relazioni complesse. Non esiste più una città di destra o una di sinistra per definizione, né un tessuto urbano borghese e popolare. Non ha più senso distinguere per orientamento politico tra il quartiere elegante e l’altro proletario. Niente! Sono esercizi intellettuali per assecondare le ragioni del proprio orientamento.
Ci sono, però, cose che dovrebbero destare allarme sociale. Il sospetto della presenza di organizzazioni dedite al controllo politico del territorio ricorda le pratiche mafiose. La Procura di Bari nel 2009 per la sanità rilevò segnali di gestione politica del territorio attraverso il sistema delle nomine e degli appalti. Verrebbe da reclamare giustizia e chiedere coerenza con ciò che si sostiene sulla legalità. Altro che scuse!
Vito Schepisi
UNDICI SETTEMBRE
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTà
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)
«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Inviato da: aldo.giornoa64
il 25/03/2015 alle 21:09
Inviato da: aldo.giornoa64
il 26/01/2015 alle 21:57
Inviato da: Vince198
il 23/09/2014 alle 17:09
Inviato da: Kalim44
il 12/08/2014 alle 10:51
Inviato da: a_tiv
il 14/07/2014 alle 07:48