Il Libero PensieroIl blog di Vito Schepisi |
10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI
Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani
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CONDANNA DEL COMUNISMO
Risoluzione del Consiglio di Europa n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo
Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti
europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html
« Letta ha stabilito che p... | Elogio dell'idiota » |
Quante tragedie ancora devono verificarsi per porre termine alle inammissibili responsabilità politiche sul fenomeno dell'immigrazione?
L'Italia è diventata l'anello debole dell'Europa. La nostra Nazione è considerata dagli extracomunitari, certamente a ragione, il Paese in cui tutto è permesso ed in cui il rischio di doverne pagare le spese non esiste.
Da noi si parla di xenofobia e di razzismo, ma in effetti è il Paese più tollerante e garantista per i reati degli immigrati. L’Italia è il Paese che sulla questione immigrazione è considerato il più molle ed incapace d'Europa.
Sbaglierebbe chi pensasse che per la tragedia al largo di Lampedusa non ci siano responsabilità politiche italiane ed europee. Far pensare, ad esempio, che in Italia, nonostante il previsto reato di clandestinità, poi tutto si accomoda, e osservare la presenza di ministri e Istituzioni pronti a difendere queste vittime delle guerre e del sottosviluppo è un errore.
E’ un gravissimo errore che si paga anche con centinaia di vittime umane. I nostri ministri e le nostre istituzioni dovrebbero invece sostenere che la legalità debba essere riconosciuta come il principio fondamentale su cui si costruisce un processo d’integrazione tra le genti. La legalità deve essere il primo presupposto senza il quale tutto diventa più difficile, ma alcuni ministri e politici non la pensano affatto così.
Senza legalità e senza il rispetto di leggi e persone, e di luoghi e costumi, non ci può essere integrazione: un principio quest’ultimo che sarebbe bene che fosse pronunciato in modo chiaro da tutti, magari stampato in tutte le lingue e affisso ai nostri valichi di confine, nei nostri centri di accoglienza, nei nostri porti, aeroporti e nelle nostre stazioni ferroviarie.
Mettere in discussione lo "ius sanguinis", per correr dietro alla demagogia dello "ius soli", spinge eserciti di migranti a raggiungere le nostre coste per far nascere un figlio in Italia e stabilire così un diritto. Crea aspettative negli immigrati. L'Italia di oggi, però, non se lo può permettere, né si può pensare che il diritto di uomini e donne, seppur disperati, seppur arrivati in Italia da paesi in guerra o in difficoltà sociale e civile, si sostituisca al diritto di tanti italiani in situazioni di bisogno.
L'Italia da sola non si può far carico delle situazioni di crisi sociale nei paesi sottosviluppati. La responsabilità delle comunità internazionali sta nel lavarsi le mani e nel limitarsi a giudicare, senza intervenire a sostegno di chi è coinvolto e subisce le "invasioni". Il giudizio etico su chi fa fronte, pur con atti di umanità e con diffuso spirito di solidarietà, ai diversi episodi di disperata follia, è cinismo irresponsabile, ed è irricevibile.
L'Europa è tra queste. La nostra comunità, che ci detta le regole per "affossare" la nostra economia, si guarda bene da fissare anche le regole per aiutare i paesi in difficoltà e per comprendere il fenomeno dell'immigrazione in una questione comunitaria e non solo italiana.
Neanche gli immigrati, infine, ci aiutano a sostenere la loro causa, inondandoci di atti criminali di grande e piccola dimensione. Gli interventi per garantire la sicurezza e per reprimere la criminalità, e quelli per porre riparo agli atti di vandalismo, sottraggono risorse economiche e destano inquietudine sociale, sottraendo buona parte della buona qualità della vita della nostra gente.
Se si volesse davvero aiutare questa gente disperata, in condizioni di bisogno e di sfruttamento, e che paga una cifra per affrontare il viaggio della speranza verso le coste dell’Italia, senza limitarsi alla demagogia e al versamento di lacrime da coccodrillo, e senza alimentare aspettative, sarebbe necessario cambiare registro e intervenire in accordo con la Comunità Europea per stabilire le regole, i flussi, la collocazione e gli aiuti economici per creare lavoro e vita nei paesi interessati.
Non ci sono soluzioni diverse.
Vito Schepisi
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UNDICI SETTEMBRE
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GIORNATA DELLA MEMORIA
27 gennaio 2007 Il giorno della memoria
Per non dimenticare
Dove eravamo?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli?
Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.
Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.
GRIDO DI LIBERTÀ
"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.
Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.
In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.
Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.
Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.
Impari ad ascoltarla."
Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad - Teheran dicembre 2006
ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)
«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Inviato da: aldo.giornoa64
il 25/03/2015 alle 21:09
Inviato da: aldo.giornoa64
il 26/01/2015 alle 21:57
Inviato da: Vince198
il 23/09/2014 alle 17:09
Inviato da: Kalim44
il 12/08/2014 alle 10:51
Inviato da: a_tiv
il 14/07/2014 alle 07:48