FUORI TEMPO

I tempi… quelli li ho sempre sbagliati nella mia vita e quando li sbagli all’inizio, poi è difficile recuperare. Ero seria fin da piccola, ubbidiente, posata, studiosa, come mio fratello e mia sorella, tre bravi figli, orgoglio di mia mamma, che ci tirava su da sola dato che mio papà era sempre assente.

Non portavo le minigonne, ero educata, mi comportavo bene e mi perdevo tutte le stupidate dell’età. Il fatto è che non me ne rendevo conto e così ho continuato finché a 40 anni passati qualcosa ha fatto saltare gli equilibri e mi sono ritrovata persa. Mi mancava l’esperienza delle stupidate e non potevo più recuperarla. 

Pian piano, in qualche modo ce l’ho fatta a mettermi al passo per poi accorgermi però che ero ancora fuori tempo e lo sono ancora. O meglio, ho tempi miei che non sono quelli della maggior parte delle persone. Alla mia età ho ancora voglia d’imparare, di vivere, quando gli altri sono già in pensione o sognano di arrivarci a breve, fanno i nonni o chiedono insistentemente ai figli di renderli tali presto.

E così continuo ad essere fuori dal coro, io che avrei ancora tanto da vedere e conoscere ma che sento il tempo fuggire e soprattutto che in qualche modo finisco per essere quasi sempre nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

Questione di tempi…

ᐈ Metronomo immagini di stock, foto di metronomo | scarica su Depositphotos®

CHAT, VOCI

Lui – Ciao, bel nickname! Michele

Lei – Ciao, grazie.

Lui – Ho letto quello che scrivi, mi piace, sei diretta.

Lei – Scrivo quello che penso e che sento, mi piace scrivere.

Lui – Si capisce. Posso chiederti cosa fai nella vita?

Lei – Lavoro come assistente in un ufficio professionale. Tu?

Lui – Informatico.

Era stato l’inizio.

Si erano scritti per un po’, dalla chat erano passati alla mail, poi a WhatsApp e infine si erano parlati al telefono. E lì era scattato qualcosa… le loro voci… le loro voci si erano riconosciute, come se si fossero ritrovate. Calde e avvolgenti, vicine, si era scatenata una chimica inspiegabile… o almeno Lucia percepiva qualcosa che non riusciva a spiegare, una sorta di rimescolio… quella voce profonda non se l’aspettava, l’aveva colpita dentro e la scombussolava. Chissà cosa pensava lui…

Lui, Michele, aveva pensato che quella di Lucia era una voce sensuale, gli piaceva e gli piaceva ascoltarla, lo avvolgeva e lui si beava cercando di immaginarsela mentre stava accoccolata sul divano, un libro in mano, la tazza di tè accanto.

Chissà se prima o poi si sarebbero incontrati? Nessuno dei due lo sapeva, anzi, nessuno dei due se lo chiedeva. Da un anno vivevano semi-reclusi e isolati a causa di quella tremenda epidemia che aveva cambiato la vita di tutti, e le restrizioni imposte dal governo impedivano i trasferimenti tra comuni, figuriamoci poi tra regioni. E loro due avevano scoperto di abitare in regioni diverse e probabilmente una volta che tutto fosse finito, forse non avrebbero nemmeno avuto voglia di trovarsi faccia a faccia… sarebbero rimasti due che si erano incontrati per caso e si erano presi cura l’uno dell’altra per un periodo a tempo determinato che li aveva trasformati, nonostante loro…

Cosa sono le voci · Approfondisci l'argomento · Sentire Le Voci

MALINCONIA

Un tuffo in mare… sì, un tuffo in mare e una lunga nuotata a bracciate energiche come a spazzare via tutta la malinconia e quel dolore al cuore che la opprimeva da giorni…

Stanca, era stanca di lottare per fingere di saper gestire una vita che sentiva vuota. Avrebbe voluto cambiare tutto, casa, lavoro, paese e trasferirsi lì al mare, dove tutto sembrava ridimensionarsi e darle un senso di pace.

La città dov’era nata e che aveva sempre amato non era più in sintonia con lei. Il traffico, i rumori, la gente, tutto la infastidiva, le sembrava viaggiare a una velocità che non capiva. Certo, mesi su mesi di isolamento forzato per quel maledetto virus l’avevano cambiata. La solitudine l’aveva pervasa e sembrava non volerla lasciare anche adesso che la situazione generale era un po’ migliorata. Migliorata, ma non come prima che tutto cominciasse più di anno fa: le persone non erano più capaci di stare insieme e condividere, la diffidenza e la paura che le avevano accompagnate  divenendo parte integrante della loro quotidianità non sembravano voler sparire.

La tristezza cominciò a salire dal basso del suo corpo fino a raggiungere gli occhi per trovare una via d’uscita e le lacrime sgorgarono copiose mentre la donna accelerava le bracciate fino a raggiungere la spiaggia, dove atterrò singhiozzando.

E il sole tramontava silenziosamente…

Scopri con CityMap i cinque Migliori tramonti a Siracusa | CityMap Sicilia

L’EQUILIBRISTA ovvero IL POLITICALLY CORRECT

Stare in equilibrio nella vita… bell’impresa! L’equilibrio come il punto esatto da occupare per essere nel giusto, nel corretto… 

Ma chi ha deciso qual è il punto giusto? perchè devo stare attenta a restare proprio lì? perchè essere in equilibrio è la cosa giusta da fare? e poi quale equilibrio? quello stabile, che ti inchioda al posto e ti obbliga a un’attenzione costante per non sgarrare, o quello instabile, un po’ più umano perchè ti dà la possibilità ogni tanto di deviare?

Come si fa a stare in equilibrio senza sentirsi costretti? e se non volessi stare in equilibrio? e se preferissi ogni tanto essere “squilibrata”, libera di sbagliare, di essere imperfetta?

Compito ingrato quello dell’equilibrista: non distrarsi mai per non commettere errori, perchè se sbagli, se perdi l’equilibrio, puoi anche cadere e magari farti male. Sicuramente ci sarebbe subito chi ti rimprovera la tua leggerezza e ti fa notare che è solo colpa tua.

Bisogna mantenere l’equilibrio. O forse no, forse meglio rilassarsi, a volte cadere e rialzarsi facendo tesoro del perchè si è caduti. E scoprire che s’impara di più cadendo e che gli “squilibrati” in qualche modo sono più simpatici perchè non ci fanno sentire sotto pressione e quindi li sentiamo più vicini a noi.

Giuliano Pastori “Credere nel vuoto” 22.09.2012 – La Porta Blu Gallery

BUON NATALE!

Un altro Natale… Maddalena rifletteva seduta alla scrivania. Natale, e che Natale! Di una tristezza infinita, dopo un anno pieno di problemi: Guido l’aveva lasciata dopo 5 anni, contemporaneamente l’epidemia che aveva terrorizzato la gente, messo in ginocchio l’economia del paese, ridotto tutti all’isolamento, molta gente alla depressione e e troppi al suicidio.

Niente più rapporti umani, di nessun genere, e niente più possibilità d’incontrarsi e innamorarsi. Niente teatro, cinema, palestra, niente di niente, una vita vuota. Peggio di così! solo un servizio dietro l’altro in televisione con il solo esito di far preoccupare sempre di più la gente, di angosciarla.

E l’amore? Che fine ha fatto l’amore? quegli incontri casuali mentre passeggiavi con un’amica, bevevi un aperitivo, guardavi uno spettacolo o cenavi in un bistrot… Spariti! Tutto vietato, peggio, caldamente sconsigliato se sei responsabile e ti preoccupi della salute degli altri.

E la mia salute? la mia salute mentale, e quella affettiva? abbiamo tutti bisogno di calore, di affetto, di amore. Ne abbiamo bisogno per la nostra serenità, per il nostro equilibrio, per il nostro benessere.

E allora cosa mi resta? forse sperare? “Per arrivar all’alba non c’è altra via che la notte” (Kahlil Gibran)… e allora aspetto l’alba…

…e BUON NATALE a me!

AUGURI DI BUON NATALE 2020/ Frasi di speranza e buonumore: "Le cose più belle sono.."

SALTO NEL VUOTO

In leggings, maglietta e giubbotto di pelle rosso, Rachele osservava il fiume sottostante scorrere tranquillo. Rifletteva, ma non concludeva niente. Confusa, con la mente in subbuglio e il cuore messo peggio, alzò lo sguardo al cielo in cerca di una risposta, o forse più di una.

Non stava male, anzi, ma era a un punto della sua vita in cui doveva decidere se fare un salto nel vuoto o no. Ne avrebbe avuto il coraggio? Forse, o forse no. Ma se non ci avesse provato, probabilmente poi l’avrebbe rimpianto, quindi perché no? Qualcuno ha detto “meglio avere rimorsi che rimpianti”… 

SALTO NEL VUOTO 1 - Opera d'arte di Fabrizio Gavatorta

PUNTEGGIATURA

Non facile usare bene la punteggiatura: virgole, punti e virgola, punti di vario tipo…

Il problema non è solo sulla carta, ma anche nella vita! Sì, perchè la punteggiatura segna anche ogni momento delle nostre vite e la cosa più complessa è mettere i punti e andare a capo.

A questo riguardo io ho delle grandi difficoltà, i punti non sono la mia specialità, non i punti a capo. In realtà sono una specialista dei puntini di sospensione con i quali dò seconde, anche terze possibilità quando invece dovrei solo trovare il coraggio di chiudere definitivamente mettendo un bel punto. E a capo.

Ma a cosa è dovuta questa indecisione? Vorrei proprio saperlo, perchè dare opportunità di recupero, passatemi il termine, non dev’essere azione scontata, in qualche modo bisogna meritarsela. Ecco, forse è proprio questa capacità di capire se l’altra persona è veramente dispiaciuta o se ne sta approfittando che mi manca o di cui sono insufficientemente dotata.

O forse è solo un livello di autostima ballerino che a volte scende al di sotto di un valore accettabile per una buona autoconservazione.

Mah, chi può dirlo? Dovrò cercare di applicare le mie conoscenze sulla punteggiatura grammaticale alla mia vita. In fondo in grammatica sono sempre stata brava!

SENSAZIONI

Scende la sera e la malinconia offusca la mente. La consapevolezza della solitudine, il vuoto nel letto troppo grande, il desiderio di non pensare, di vuotare la testa…

La voglia di scappare lontano, sparire tra le onde del mare o forse tra le nuvole in cielo, lasciarsi andare e seguire l’istinto ancora una volta con la speranza di vivere nuove sensazioni che sazino l’anima e la mente…

E gridare tra le lacrime un dolore che non si attenua se non cullato da forti braccia che tramettono un messaggio consolatorio, “Io sono qui, conta su di me!”

E la speranza che dopo ogni burrasca torni la calma e il cuore riprenda lentamente a battere per un nuovo sogno.

…e niente è più come prima…

 

SOGNO

Il sogno l’aveva turbata a tal punto che non si era ancora alzata dal letto.

Molto strano, Angie non ricordava mai i sogni, o almeno ne ricordava solo pezzi senza un filo logico. Invece questa mattina si era svegliata con il ricordo dettagliato di quello che aveva sognato ed era un po’ imbarazzata.

Sognare di fare sesso non era poi così strano, ma sognare di farlo con Riccardo e in quel modo la destabilizzava. Non aveva mai creduto che lui l’avesse colpita al punto da renderlo il protagonista delle sue fantasie, non pensava mai a lui, tanto meno come compagno di giochi. Erano colleghi, lui era simpatico, ma non certo un tipo intrigante. Eppure nel suo sogno era lui, ma allo stesso tempo non era lui: risultava così sensuale e sexy, mentre nella realtà lo si sarebbe considerato un uomo banale che non suscitava particolari istinti selvaggi e tanto meno fantasie inconfessabili.

A ripensarci Angie non riusciva a crederci. Cosa ci faceva lui nel suo sogno? perchè proprio lui?
Forse proprio perchè nella vita reale lui appariva così innocuo e inoffensivo, nel sogno diventava deciso e sicuro di sè, un uomo a cui lei non riusciva a dire di no, qualcuno che in qualche modo non le chiedeva il permesso, perchè aveva capito che lei si sarebbe sentita più libera se non avesse dovuto scegliere.

E così Angie sentiva ancora sulla pelle il tocco leggero delle mani di Riccardo che accarezzavano la sua schiena e all’improvviso la giravano e la mettevano schiena al muro con un sorriso sfacciato che ancora la faceva fremere.

Angie faticava ancora a respirare regolarmente, il ricordo di ogni gesto, ogni reazione, ogni respiro condiviso le annebbiava la mente e la spossava come se tutto fosse realmente accaduto poco prima.

Finalmente riprese il controllo e si alzò per dirigersi alla doccia. Eh sì, meglio farsi una bella doccia e affrontare la nuova giornata…

RICERCA

“Cercami,
non quando ti senti solo.
Cercami quando hai tutto
e non ti manca niente.
Niente tranne me”.

Eh già, proprio così, questo è quello che ho sempre voluto e tuttora mi auguro – pensava Sara – essere desiderata da chi non ha bisogno di nulla, da chi si sente incompleto solo perchè gli manco io.

La mancanza a volte può diventare dolore fisico quando viene identificata con qualcuno a cui teniamo così tanto che quando non è con noi ci sentiamo meno-mati.

Di fronte alla sua tisana, Sara rimuginava. Si era imbattuta in quei pochi versi che l’avevano colpita perchè li aveva sentiti suoi. Forse perchè per lei era proprio così, ma non sapeva se fosse la stessa cosa per Luca, sempre riservato e criptico. Stavano bene insieme, ma lei non era sicura che Luca la desiderasse così tanto.

Certo, lei era “eccessiva” in tutto, non aveva mezze misure, soprattutto per quello che riguardava i sentimenti, e si aspettava lo stesso atteggiamento dal suo lui. Ma si rendeva conto che come al solito stava usando troppo la testa e forse un po’ più di leggerezza non avrebbe fatto male a tutti e due…

Meno testa e più cuore.