Si racconta…

Art by David Galstyan

 

 

 

 

 

 

 

 
Si dice che molti anni fa, quando i nonni dei nostri nonni non erano ancora nati, un uomo di nome Ercole vivesse in un castello nelle terre di una grande distesa di mare, già più che di mezza età, che aveva due figli: il maggiore, maschio, di nome Rocco e sua sorella Caterina.

I due fratelli si amavano moltissimo e, anche se la terra è molto aspra, a volte andavano a fare una passeggiata a cavallo insieme.

Caterina, che era una bella fanciulla, aveva un affettuoso ammiratore, il giovane Marco, figlio del signore di un altro castello nella stessa regione, e poiché i suoi genitori non andavano male tra loro, sembrava che il matrimonio non avrebbe preso essere effettuato a lungo.

Ma un pomeriggio, all’ora di pranzo, Caterina non si presentò al suo solito posto. Suo padre ha chiesto di lei e anche suo fratello ha chiesto. Nessuno poteva dire niente, nessuno sapeva dove potesse essere. L’intero castello è stato perquisito da cima a fondo; ma Caterina non apparve. Infine, un balestriere che era stato di turno al cancello del castello disse che l’aveva vista uscire, a metà pomeriggio, e che gli sembrava che andasse verso il ruscello che scorreva ai piedi della montagna. su cui sorgeva il castello.

Temendo la sventura, padre e figlio vi si recarono, con scudieri e servi, a passeggiare lungo la riva. Ma non sono riusciti a trovare nulla nonostante le loro indagini attente e meticolose.

Hanno quindi inviato un messaggero al castello di Marco. Il ragazzo appariva sconsolato, accompagnato dalla sua gente, e tutti insieme intrapresero una ricerca generale per le montagne e le foreste dei dintorni e per le vie e le frazioni; ma senza ottenere un risultato migliore.

Dopo alcuni giorni di indagini inutili, e già date da Caterina definitivamente perduta, si dedusse che potesse essere stata uccisa da qualche cinghiale o orso, o forse distrutta e mangiata dai lupi.

È passato molto tempo; Nessuno ricordava più Caterina, se non erano suo padre e suo fratello, che la desideravano ancora, considerandola morta.

Un giorno Rocco, mentre cacciava, giunse in un boschetto di montagna alla ricerca di un gallo cedrone. Mentre tornava al castello con il pezzo appeso alla vita, fu sorpreso di vedere una bellissima cerva bianca, bianca come il campo di neve, che giocava placidamente.

Armò frettolosamente la balestra e con un certo colpo scagliò una freccia alla cerva, la quale, ferita a morte, cadde sull’erba.

L’incontro fu così rapido che non pensava che essendo solo ea piedi non sarebbe stato in grado di portare quel prezioso carico. Poi, con il suo coltello da caccia, tagliò una delle zampe posteriori della cerva, la mise nella borsa e, osservando bene il luogo in cui si trovava, pensando di tornare con i servi che avrebbero potuto raccogliere e trasportare la cerva, continuò sulla sua strada dal castello.

Quando è arrivato, raccontando a suo padre di un gioco così straordinario, ha tirato fuori la gamba della cerva dalla sua borsa. Erano entrambi inorriditi: invece della gamba, quella che Rocco ha trovato nella borsa è stata una mano; una mano fine, bianca e morbida; la mano di una nobile fanciulla. E su una delle dita di quella mano indossava un anello d’oro con una pietra gialla. L’anello che indossava Caterina.

Immediatamente, corsero in una folle corsa su per la montagna, fino al punto in cui Rocco aveva abbattuto la cerva. Eccola, distesa a terra, la sfortunata Caterina, nel suo abito bianco in cui, vicino al petto, una grossa macchia di sangue segnava il punto in cui la freccia aveva colpito il cuore della giovane donna. E a un braccio mancava una mano.

Si racconta…ultima modifica: 2021-03-14T08:02:28+01:00da LiberaDivinaCreatura
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