Bar e ristoranti, le nuove regole sul green pass.

Green pass, nodo app? In digitale i certificati di guarigione e del tampone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bar e ristoranti, le nuove regole sul green pass
I gestori non dovranno chiedere i documenti
Per bar e ristoranti nuove regole sul green pass. I gestori non dovranno chiedere documenti dei clienti all’ingresso.
da pagina 2 a pagina 7
«Vigilare non spetta alla polizia». Poi la correzione di rotta Negli ultimi tre giorni scaricati venti milioni di certificati
Il Viminale e il ruolo dei gestori
«Controlli solo sul green pass»
ROMA «I ristoratori non devono fare i poliziotti». Poche parole pronunciate dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese rispondono alle attese dai proprietari di locali, bar e ristoranti. «Nessuno pretende che gli esercenti chiedano i documenti quando verificano il possesso del green pass, lo scriveremo nella circolare di attuazione del provvedimento», spiega la titolare del Viminale aggiungendo che «saranno fatti controlli a campione, non si può pensare che venga svolto dalle forze di polizia perché significherebbe distoglierle dal loro compito prioritario, che è garantire la sicurezza, da quando è iniziata la pandemia abbiamo fatto 5o milioni di controlli». Anche se poi in serata Palazzo Chigi fa sapere che ci saranno controlli serrati e il Viminale sgombra il campo dai dubbi: «Le forze di polizia sono pienamente impegnate per garantire il rispetto delle regole sull’utilizzo del green pass. L’attuazione dei controlli rappresenta un passaggio delicato in quanto ha l’obiettivo primario di tutelare la salute pubblica». In linea la titolare degli Affari regionali Mariastella Gelmini: «Il green pass non è uno strumento per punire o sanzionare, ma per tenere sotto controllo i contagi e difendere gli spazi di libertà conquistati». II governo risponde così alle proteste dei gestori di locali che avevano manifestato il timore di dover eseguire direttamente, come poliziotti, appunto, la verifica dell’identità dei loro avventori. Dal 6 agosto, infatti, sulla base del decreto del 23 luglio è obbligatorio possederlo per accedere a un più ampio elenco di attività: dalle piscine ai parchi a tema. Ma a scatenare la reazione più forte era stato appunto l’obbligo di pass per sedere al tavolo di un ristorante o di un bar, al chiuso. «Andare al ristorante con il green pass — ha spiegato Lamorgese — è come andare al cinema e mostrare il biglietto». Tuttavia per evitare abusi o che banalmente si esibisca il certificato di vaccinazione di qualcun altro, serve appunto la verifica dell’identità.
Confcommercio e Confesercenti apprezzano le parole di Lamorgese. «Fa bene a chiarire che non spetta ai gestori controllare i documenti perché questo andrebbe oltre i loro doveri — dice il direttore generale della Fipe Confcommercio Roberto Calugi —, ma è bene fare chiarezza: se un cliente esibisce il green pass di un altro e viene scoperto dalla polizia, un barista non può esserne responsabile e rischiare una sanzione». Sulla stessa linea la Confesercenti che in una nota esplicita: «Le parole di Lamorgese sono un sollievo per i gestori che si erano trovati calati nell’improprio compito di agenti di pubblica sicurezza. Adesso si eliminino anche le multe per le attività».

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II decreto
L’obbligatorietà dal 6 agosto
OII green pass e obbligatorio dal 6 agosto per poter frequentare tutti i luoghi al chiuso. Si dovrà esibire per andare in bar e ristoranti, palestre e piscine, per assistere agii spettacoli e per partecipare agli eventi
Nonostante le polemiche sui controlli e i timori che la richiesta del certificato riduca l’affluenza di clienti e visitatori di alcune attività a ingresso «controllato», l’uso del green pass sta diventando un’abitudine per gli italiani. «Sono stati 20 milioni i pass scaricati negli ultimi tre giorni — riferisce infatti il ministro per la Salute Roberto Speranza — un numero straordinario che dimostra la sensibilità e la partecipazione dei cittadini del nostro Paese alla lotta con il Covid».
Adriana Logrosclno
Le multe e le chiusure
OChi non ha il green pass
rischia la multa fino a 400 euro (260 se viene pagata entro 5 giorni). Per gli esercenti, dopo tre violazioni commesse in giornate diverse scatta la chiusura del locale da uno fino dieci giorni
La verifica della certificazione
OI ristoratori, i gestori e i
titolari delle attività per le quali è richiesta l’esibizione del green pass devono accertarsi che i clienti siano in possesso della certificazione verde, ma non sono tenuti a verificare l’identità
• La parola
GREEN PASS
I controlli a campione
OLa ministra dell’interno
Lamorgese sostiene che non si possa «pensare che l’attività di controllo venga svolta dalle forze di polizia», ma non ha escluso «controlli a campione nel locali insieme alla polizia amministrativa»
La denuncia per falso
OLa protesta di ristoratori
e titolari di locali riguardava proprio la verifica dell’identità delle persone. In caso di controllo, per il cliente, se l’identità non corrisponde a quella sul green pass può scattare la denuncia per falso
D green pass è la certificazione digitale o cartacea che attesta l’avvenuta somministrazione di una o due dosi di vaccino, che si è risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti oppure che si è guariti dal Covld-19 nei sei mesi precedenti. Per poter accedere a una serie di servizi, dal 6 agosto è obbligatorio esibirlo dai 12 anni in su fino al 31 dicembre, data di scadenza dello stato di emergenza

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A Torino Da sinistra il capo della polizia
Lamberto Giannini, 57 anni, la sindaca Chiara Appendino, 37,
la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, 67, e il suo capo di gabinetto Bruno Frattasi, 65, ieri alla riunione del
Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza

Bar e ristoranti, le nuove regole sul green pass.ultima modifica: 2021-08-10T09:44:42+02:00da SensoAstratto
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