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I pini iconici di

Roma affrontano la propria pandemia Un invasore succhia linfa dal Nord

America si

sta diffondendo rapidamente e l’unica possibilità degli alberi potrebbe essere scatti e iniezioni di richiamo  – Gli iconici pini di questa città, una caratteristica del paesaggio storico come il Colosseo stesso, vengono soffocati a morte da un insetto straniero. E solo colpi e booster sembrano avere la possibilità di salvarli. “La chiamo pandemia vegetale”, ha detto l’attivista ambientalista Francesca Marranghello a causa delle tracce di morte che l’invasore dal nascondiglio, brunastro e succhia linfa sta lasciando sulla sua scia. Se il parassita, la scala della tartaruga di pino nordamericana, non viene fermato, teme che “Roma non avrà più lo stesso aspetto”. L’insetto ha iniziato a entrare nel paese intorno al 2015 dopo il primo atterraggio a Napoli – probabilmente scaricato da una nave da carico nel trafficato porto marittimo, anche se non è ancora stato smentito. Da lì, spedì verso nord, prendendo un giro su uccelli e raffiche di vento. “La scala delle tartarughe di pino ha sfruttato una vera e propria autostrada di pini lungo la costa, trovando la sua strada in una città accatastata con loro”, ha detto Roberto Scacchi, un altro attivista di Roma. Le condizioni di caldo e asciutto della scorsa estate gli hanno permesso di diffondersi in gran parte dell’area metropolitana. I suoi predatori naturali, tra cui coccinelle e alcuni microspecie, non sono riusciti a mantenerlo contenuto. Scacchi stima che almeno il 70% dei pini locali siano infetti , visibilmente così, poiché le foglie aghi diventano gialle e poi cadono. Molti romani sono sempre più preoccupati per il destino degli alberi. Questi imponenti abitanti a forma di ombrello sono così profondamente radicati nella storia e nello scenario qui che è raro trovare una foto o un dipinto della città di una delle sue molte epoche che non li mostra sullo sfondo. Portati dalla Turchia nei tempi antichi, ora sono così intrinsecamente italiani che alcuni li chiamano pini di pietra italiani. “Un albero così grande rivaleggia, in dignità, con gli edifici”, ha detto Carlo Blasi, ecologista vegetale dell’Università La Sapienza di Roma. La musica classica è stata persino composta per celebrare i pini, il più famoso dei casi è il poema sinfonico per orchestra che Ottorino Respighi completò nel 1924. “Hanno un’enorme importanza storica e culturale, non solo botanica”,ha detto Blasi, che è “molto preoccupato” per la loro prognosi. “Non puoi semplicemente sbarazzartene: comprometterebbe un aspetto molto importante del paesaggio della nostra città.” La piccola scala di testuggine di pino, che affolla i milioni su una singola pianta, succhia la linfa vitale degli alberi e rivesti le sue foglie e corteccia in una metà dolce. La sostanza può essere così traboccante che le persone che camminano sotto un albero malato sentiranno le loro scarpe attaccate al marciapiede. E in un altro insulto, il film lucido attira stampi che diventano neri la corteccia e il fogliame, impedendo alle foglie di elaborare la luce solare. In sostanza, l’insetto prima debilita la sua vittima, quindi la soffoca. Un pino può agonizzare per un decennio o morire in un paio d’anni mentre anche altri parassiti lo attaccano. “È un po’ come l’AIDS. . . . Non ti ucciderà da solo – lo faranno patologie secondarie”,ha spiegato Paolo Audisio, professore di zoologia ed entomologia alla Sapienza. Le operazioni di soccorso stanno intensificato in tutta la città, soprattutto attraverso sforzi privati. In una calda mattina d’estate, un team di cinque specialisti è arrivato nella tenuta della famiglia Chigi del XVII secolo per inoculare più di sei dozzine di alberi all’interno di una foresta profonda che comprende 2.000 pini. Francesco Belli,

il cui padre possiede il servizio di giardinaggio schierato per il lavoro, ha visto un collega praticare un anello di fori di quattro pollici intorno al tronco di ogni albero. Piccoli tappi di plastica non intossicata sono stati inseriti in ciascuno per prevenire infezioni fungine. Poi Belli gette un ago nelle “vene” dell’albero e inizia a iniettare un siero per l’affamatoria. “Sta bevendo tutto abbastanza bene”, ha detto Belli, sfoggiando un cappello da cowboy di paglia per ripararsi dal sole soffocante. Il trattamento avvelena i parassiti e, quando non viene consegnato troppo tardi, salva un albero dal circolo vizioso che saltano. In due o quattro settimane, la scala delle tartarughe di pino generalmente muore, anche se il suo bersaglio richiede colpi di richiamo da otto a 12 mesi dopo. “Se fatto correttamente, tutto funziona abbastanza bene”, ha detto Audisio. Il processo costa circa $ 116, in media, per pino. Ma l’alternativa è piuttosto raccapricciante per gli alberi, che si contendono anche il cambiamento climatico. “I pini sono tra quelli che risentono di più del riscaldamento [globale]”, ha detto Blasi. E quelli che sono già indeboliti sono più vulnerabili all’assalto da parte del parassita – che a temperature più calde può dare vita a fino a cinque generazioni all’anno. Diverse settimane fa, il ministero dell’Agricoltura italiano ha emesso un’ordinanza di emergenza per iniziare a curare i pini, notando come l’opinione pubblica sia diventata “piuttosto allarmata” dalla minaccia agli alberi. “Si può fare di più, siamo ancora in attesa di scoprire quanti soldi saranno investiti in questa emergenza”, ha detto Marranghello, che ad aprile ha organizzato un comizio per fare pressione sul ministero affinché agisca. “Questo va affrontato come si farebbe con un terremoto”.

Pini sani e malati in un bosco privato nella zona del Lido di Ostia della città.

Francesco Belli inietta un albero con siero che uccide gli insetti. Il parco di Villa Glori pieno di alberi di Roma.

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