Intervista a Valentina De Risi, allenatrice UEFA A del Sant’Egidio: “La mia vita è nel calcio femminile”

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Il viaggio di “Stelle in Campo” continua e arriva in Campania. In compagnia di una ragazza che, per il calcio femminile, sta dando tutta la sua vita. Sto parlando di Valentina De Risi, allenatrice del Sant’Egidio calcio femminile, Dottoressa in Archeologia,Responsabile del settore femminile per le regioni Campania e Basilicata, organizzatrice di eventi concentrati sulla promozione del calcio femminile e, dulcis in fundo, Valentina è allenatrice professionista qualificata con patentino UEFA A…
Valentina De Risi, allenatrice del Sant'Egidio
Valentina De Risi, allenatrice del Sant’Egidio
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Come nasce la tua passione per il calcio?
“Nasce da quando ero molto piccola,ho iniziato con mio fratello, gli serviva un portiere. Da quel momento, non ho più smesso di avere un pallone tra i piedi. Appena mi sono fatta male, mi sono iscritta al corso Uefa A ed ho sentito meno la nostalgia del non giocare a calcio”
Quando hai capito che da giocatrice saresti diventata allenatrice?
Per alcuni anni, sono stata allenatrice-calciatrice del Sant’Egidio, poi un grave infortunio al legamento crociato anteriore che mi ha fatto smettere con il calcio giocato ed ho cominciato con gli studi per diventare allenatrice.
Com’è nato il progetto Sant’Egidio calcio femminile?
“Il progetto ha una storia molto lunga,insieme a Giulia Olivieri, l’altra allenatrice, giocavamo in Basilicata e, nel frattempo, avevamo creato una scuola calcio a Sant’Egidio, in Campania. Non ci siamo subito iscritte alla FIGC, facevamo solo allenamenti e amichevoli. Una volta terminata l’avventura calcistica di me e Giulia in Basilicata, le bambine erano sufficientemente grandi per poter essere iscritte alla FIGC. Abbiamo così creato l’Under14, poi Under17 e, il terzo anno abbiamo partecipato al campionato di Serie C regionale. L’anno successivo siamo riuscite a vincere il campionato ed, ora, eccoci nella Serie C Nazionale. Ad ottobre, la società compirà 10 anni e siamo molto felici di questo progetto.”
De Risi durante un allenamento
De Risi durante un allenamento
Non solo calcio, ma anche una laurea in Archeologia, come mai la scelta di questa facoltà?
“Avevo questa passione per l’archeologia nata grazie ai programmi di Piero Angela, poi la vita mi ha portato a percorrere altre strade.”
Come si svolgevano le giornate a Coverciano quando hai seguito il corso UEFA A?
“L’emozione che ho provato è stata enorme. Ero l’unica donna e,all’inizio, venivo guardata con diffidenza. Purtroppo è tipico degli ambienti troppo maschili, poi mi hanno conosciuta e c’è sempre stato grande rispetto. I docenti erano di altissimo spessore. Le lezioni erano dal lunedì al giovedì, otto ore al giorno. E’ stata un’eperienza molto impegnativa che rifarei subito.”
Quali consigli daresti ad una ragazza che vorrebbe intraprendere il percorso da allenatrice?
“Non deve scoraggiarsi ed essere testarda, bisogna seguire il proprio sogno senza farsi abbattere dalle difficoltà”
Come è nata l’idea dell’evento da te organizzato “Allenare nel calcio femminile”?
“Tra le tante cose sono anche Responsabile del Calcio Femminile in Campania e la Basilicata per l’associazione allenatori. Milena Bertolini mi diede questo incarico sei anni fa, decisi così di svolgere questo ruolo non solo in maniera formale, ma anche in maniera pratica, soprattutto per il territorio. Nel 2019 siamo giunti alla quinta edizione e dà spunto per altri eventi anche in ambito nazionale. Ho avuto ospiti di altissimi livello: Manuela Tesse, Betty Bavagnoli, Renzo Ulivieri, Milena Bertolini e Rita Guarino. Quest’anno, purtroppo, non so se riusciremo a farlo. L’idea era quella di coinvolgere più personaggi del mondo del calcio femminile e di farlo a giugno, ma è ancora tutto in stand by, speriamo che tutta questa brutta situazione possa risolversi il prima possibile.”
De Risi con Guarino, durante il convegno "Allenare nel calcio femminile"
De Risi con Guarino, durante il convegno “Allenare nel calcio femminile”
Raccontaci del tuo ricordo più bello da allenatrice…
“Ce ne sono tanti, cito il più recente. Due anni fa,quando abbiamo vinto campionato, Coppa Campania,  Coppa Disciplina e siamo arrivate alle semi finali nazionali di Coppa Italia e siamo uscite contro la squadra di Mister Ulivieri.E’ stato un anno dei record. Sapevo di avere una buona squadra, ma quell’anno abbiamo fatto qualcosa di eccezionale. La cosa più bella è che l’ossatura di quella squadra era composta dalle ragazzine della squadra di under14 creata qualche anno prima. Una grossa emozione”
Come mai il calcio femminile fa fatica a crescere nelle regioni del Sud Italia?
“Faccio anche i corsi allenatori e spesso parliamo di questo tema. Purtroppo, si fa fatica ad immaginare una donna calciatrice ed una donna emancipata, è un problema culturale. E’ giusto dire, però, che rispetto a quando ho iniziato a giocare, le cose sono cambiate in meglio. Adesso, ci sono le partite di calcio femminile su Sky ed i Mondiali ci hanno dato una grossa mano. Le nuove generazioni guardano al calcio femminile in maniera positiva.”
Cosa rispondi alle persone che sostengono che il calcio non sia uno sport da donne?
“Sbagliano,il calcio è uno sport per tutti.In Campania, grazie al supporto delle squadra professionistiche, c’è il Napoli del Presidente De Laurentiis e il Napoli femminile che hanno avuto un boom di iscrizioni e un settore giovanile eccezionale.”
In questo periodo di emergenza sanitaria, come mantieni unito il gruppo delle tue ragazze?
“Ogni due giorni facciamo una videochiamata. Le ragazze hanno avuto un programma di mantenimento per questo periodo. Devo dire che ho un gruppo di ragazze molto serie, sono sicura che si stiano allenando. Sono delle professioniste anche se non lo sono giuridicamente.”
Hai mai pensato di allenare una squadra maschile?
“No,non ne vedo il motivo. Sono cresciuta nel femminile, lo conosco bene. Nel maschile, non saprei come approcciarmi. Sto bene in questo mondo e mi fa piacere rimanerci.”
Hai dei rimpianti?
“Avrei voluto avere le opportunità delle ragazze di oggi. Oggi ci sono tante opportunità, ci sono i Centri Federali, ci sono le squadra maschili, anche il modo di allenarsi è cambiato. Le ragazze della mia generazione si autogestivano, eravamo un po’ lasciate a noi stesse. Sono contenta per le giovani di oggi, spero che possano rendersi conto della fortuna che hanno”
Quali sono i tuoi hobby quando non alleni?
“Quando non alleno, a parte il lavoro, tutto il mio mondo riguarda il calcio. Faccio i corsi allenatori, insegno all’università, faccio l’allenatrice ai Centri Federali. A volte mi sembra che il lavoro sia l’hobby ed il calcio il lavoro”
Progetti futuri?
“L’idea è quella di portare avanti il progetto Sant’Egidio, abbiamo creato un ottimo settore giovanile, puntiamo a far crescere le ragazze. Con la prima squadra vogliamo continuare così. Oggi siamo terze in classifica, noi siamo il paese più piccolo a livello nazionale di squadre che partecipano ad un campionato nazionale.”
Denise Civitella
PH Credit:
www.youtube.com video di Giuliano Pisciotta (2 foto)
www.sportcampania.it