L’ultima richiesta

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Così cantò d’amore il suo ultimo canto.

Perduta nelle  crepe  del bacino, evaporata al calore dell’incendio, l’acqua aveva lasciato il posto a limo e fango che, gli avevano intrappolato, solidificandoglisi attorno, le zampe.
 
Le ali pesanti e imbevute nel petrolio, mostravano un piumaggio nero.
Aveva invano battuto le ali nel tentativo di alzarsi in
volo, ma era ancora lì senza speranza. 
Si erano salvati gli altri ed erano volati via, senza
curarsi di lui, senza guardarlo, senza sentirne alcun  legame e lui aveva creduto fossero amici.
 
Guardò il cielo, l’orizzonte era dipinto dal sole, con i colori di fuoco che precedono di poco il buio…la notte.
La vide volare con le ali spiegate, sfruttando la corrente, cosa ci faceva su quel bacino di dolore e morte?
Le ali dal piumaggio rosso, facevano di lei un esemplare raro…
Lo stava cercando? … Stava cercando lui?
Il cigno nero intonò il suo canto, l’ultimo canto ed il più bello nella vita di un cigno.
 
Un volo più basso e poi più basso ancora, cercando di vedere chi cantasse. Guardò tra le canne, tra la menta acquatica, tra i papiri, tra i “Myosotis” …non vide nulla.
Seguí la voce fino ad arrivare a lui…
 
Gli chiese come fare per liberarlo, provò a picchiare con il becco sul terreno attorno alle zampe… Sciolse i suoi occhi in pianto …ma nulla accade.
 
Lui la guardò e le disse, di restargli accanto fino alla … fine del suo canto.
Un’ultima richiesta, per non morire solo.
 
La luna nel frattempo si era alzata all’orizzonte e sentendo quel canto, illuminò meglio la zona da cui proveniva; li vide lì, lei tra le ali di lui coricata al suo fianco e …allora chiamò il vento e gli chiese di portare nubi piene di acqua da poter riempire quel laghetto …
E il vento obbedì.
 
Non fu un ultimo canto … Ma solo il primo canto d’amore.
© L’incanto