♪♥pausa@caffè ♥♪ con Marco Masini

Ho sempre amato le sue canzoni vecchie e nuove ma ,come succede a ognuno di noi, alcune canzoni si tatuano sull’anima e non si riesce a smettere di ascoltarle e anche dopo anni ti riportano lì,in quei luoghi, in quei momenti, in quella dimensione che si chiama ricordo che custodisce quei brandelli di vita così preziosi ,ormai lontani ,ma sempre vivi nelle mente. E allora vaiiii per la stramilionesima volta mi tuffo tra le note di Marco.the-music-plays (2)

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Maram al-Masri: “Lettera di una madre araba al figlio”

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Poiché la libertà

è un’esplosione delle corde

di un cuore che non ne può più.

È il canto delle sirene

rivolto ai marinai coraggiosi.

Poiché la libertà

è la più belle tra le belle

dea della saggezza

amante dei forti.

Con passione amala.

Poiché è il paradiso del fuoco

che inizia con una scintilla

come la poesia con una parola

come l’amore con un bacio

è la più cara tra le care.

Trasformati in lei.

… che tu sia, figlio mio,
la goccia d’acqua
che insieme alle altre gocce
formerà l’onda
che pulirà le coste del mondo
che renderà morbida la tagliente roccia.

Figlio mio, che tu sia il respiro
che all’aria si unisce
affinché la tempesta
strappi via le radici dell’ingiustizia.
Che tu sia la scintilla
nella luce,
che il Sole della Libertà
illumini la tua nazione.
Cara m’è la tua vita…
Come quella di tutti i figli di tutte le madri.
Io ti dedico
alla Libertà.

Maram al Masri

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Per saperne di più  vedi qui:

http://www.fanpage.it/maram-al-masri-dialogo-con-la-poetessa-siriana-esiliata-per-i-suoi-scritti/

 

“L’evoluzione,vera o falsa?”

Grazie umanità che hai fatto di una scimmia il mio papà! ahahahha
Detto in questo modo è favoloso! ahahha troppo simpatica la canzone di Marcello Marocchi ! Vi consiglio di ascoltarla.La trovate dentro a questo video,se avete la pazienza di ascoltarlo un pò scoprirete anche qualcosa che non sapevate.

Un saluto a Giuseppe e Angela che trovate anche qui:

http://radioblast.net/it

“Rotolo frittata in mille modi” Fatto in casa da Benedetta

Come vi ho già spiegato nel precedente articolo,ogni volta che ho bisogno di una ricetta facile,veloce e simpatica corro da Benedetta. Ed ecco qui un’altra delle sue gustosissime idee. Buona Giornata e buon divertimento .

MMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMM

Buonaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

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“Le mie tele”

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LE MIE TELE:
Qualcuno mi ha detto ironicamente che ho lasciato la testa nelle mie tele.
Questa frase all’inizio mi ha ferito profondamente , nonostante non fosse questa l’intenzione del mio interlocutore, cmq è successo e il perché non è facile da spiegare….
Poi ,con calma, ho ripensato a quelle parole e mi sono resa conto di quanto avesse ragione!
Nelle mie tele non ho lasciato solo la testa,ci ho messo dentro anche l’ anima .
Dipingere una tela è come affidare al tempo una parte della propria anima,è vederla sopravvivere oltre il nostro limitato essere.
Ho ripensato alle sensazioni che mi hanno rapito quando per la prima volta mi sono trovata davanti ad una tela bianca.
In quel momento ho compreso Dio e la sua voglia di creare il mondo e,dopo averla dipinta con il pennello e con l’anima ho compreso l’amore di Dio per le sue creature.
Ricamando il mio tempo su una tela ho anche compreso quanto sia importante questo elemento nella nostra vita, l’ho sfiorato , l’ho quasi toccato e nel frattempo ho ripensato a quel caldo scialle di lana che mia nonna mi ha donato.Ogni volta che lo vedo rivedo lei, lo stringo a me e sento ancora il calore dei suoi abbracci…. Ad alcuni tutto questo può anche sembrare ridicolo,ma per me non lo è.
Quando dipingo vorrei essere io la tela! Una di quelle tele che hanno attraversato i secoli, quasi eterne, quasi immortali.Una di quelle tele in cui i graffi sono solo i segni delle vittorie sulla vita.
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“La fuggitiva” Marcel Proust

 

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«Se ora le dicevo ‘addio per sempre’ era perché volevo assolutamente che tornasse entro una settimana; se le dicevo ‘sarebbe pericoloso vederti’, era perché volevo rivederla; se le scrivevo: ‘hai avuto ragione, saremmo infelici insieme’, era perché vivere separato da lei mi pareva peggiore della morte».

Marcel Proust, “La fuggitiva”

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