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Godiamoci gli ultimi momenti di caldo autunno con l’immancabile poesia di un caldo caffè e poi tuffiamoci nel meraviglioso mondo della poesia .
Io esigo un po’ di poesia, altrimenti appassisco, mi spengo, mi deterioro.
Alzarsi ogni mattina e vedere solo sguardi vuoti, sentire discorsi pratici e razionali, oppure battute senza senso, mi fa consumare dentro.
Vivere così mi stanca. Non è correre da una parte all’altra, non avere un attimo di respiro. Non è il lavoro, il telefono che suona, non sono le notti in bianco. È la mancanza di poesia che mi sfinisce. Come quando le persone si dimenticano di baciarsi, di abbracciarsi e di guardare il cielo. Come quando le parole delle canzoni sono solo parole e non più storie. Come quando non ringrazi più per la bella serata, per la bella giornata, per un bel gesto.
La poesia, per me, è far caso a quello che ci circonda, è il coraggio di commuoversi ancora, è la fantasia che trasforma un foglio di carta in un fiore. La poesia, per me, è dire “me ne frego di tutto e vado al mare”, è saltare nelle pozzanghere anche quando si è grandi, fare “m’ama o non m’ama” con le margherite, aspettare l’alba insieme a qualcuno che ci vuole bene. È continuare a giocare anche se tutti ti guardano male, è alzarsi un po’ brilli alla fine di una cena e improvvisare un lento.
Io senza non ce la faccio, sul serio, mi spavento, mi manca il respiro, non sono io, e forse dovrei crescere, ma se crescere vuol dire smettere di sentire, smettere di ribellarsi, allora no, ci rinuncio, perché io voglio sentire tutto, perché io voglio fare la rivoluzione.
(Susanna Casciani)
Lo chiamano il jukebox letterario perché invece delle note musicali trasmette versi poetici. E’ un’istallazione speciale quella inventata dal professore Mauro Cappotto, docente di Storia dell’arte al liceo di Capo d’Orlando, e destinata ai licei del Messinese ma non solo. Un jukebox degli anni Ottanta, perfettamente funzionante, che regala brani di Montale, Bufalino, Brancati ma anche di Piccolo, Reale, Cattafi e Consolo per diffondere la magia dell’arte poetica. Il progetto è stato presentato nell’ambito della rassegna Naxoslegge di Fulvia Toscano e sarà diffuso in vari istituti per coinvolgere ragazzi e docenti che potranno suggerire nuovi brani da inserire. Oggi il jukebox si trova al museo di palazzo Milio a Ficarra dove ai visitatori viene data in prestito una moneta da 500 lire con cui poter inondare la sala della Seta di poesia.
di Isabella Di Bartolo
L’autunno è per me la stagione per eccellenza.
Amo l’autunno e quindi sono sempre a caccia di immagini autunnali.
Non potevo trovare di meglio per questa escursione di immagini autunnali:
le foto meravigliose di Massimo Verrina. MAxilpoeta.
Contrasti accesi e vivi, e colori straordinari!
Immagini spettacolari attendono i tuoi occhi per portarti un attimo di pace nella corsa della vita: Entra su www.massimoverrina.com e viaggia con me….
http://maxilpoeta.iobloggo.com/tag/autunno
“Fotografando l’autunno”
Emozioni nuove
si fanno strada
fra letti di colori,
la natura si mostra a me
fra teatri di silenzi
e quel cielo che precede la neve,
umile carezza di poesia
nel candore dell’inverno.
Naufragano i miei occhi
nelle atmosfere nuove
di una natura che si prepara
al suo lungo riposo.
Si alzano le brume
il cielo si fa scuro
e fra sipari d’incanto
mi appresto a scrivere poesie
fra le ombre della precoce notte.
http://maxilpoeta.iobloggo.com/tag/autunno?start=40
“Sensazioni d’ottobre”
Maxilpoeta
Il vento trasporta
profumi e sensazioni
in questo canto d’ottobre
che assorbe i contrasti
di stagioni che si rincorrono
sul filo del cuore.
Cammino fra i boschi
e scrivo la vita
nel silenzio di un’anima
che accoglie l’umiltà
della sua bellezza.
Fragili farfalle
salutano i sentieri
della loro estate
regalandomi colori
che si confondono tra le foglie
in questa stagione d’attesa
che profuma di ricordi.
Sono crisalide di un sogno
mentre frugo emozioni
nascoste tra le promesse
di un domani sereno
come il sapore di una vita
che ascolta il respiro
della sua eterna rinascita.
http://maxilpoeta.iobloggo.com/tag/autunno?start=10
“Fra passi d’autunno”
Maxilpoeta
Labbra di sole
sfiorano tramonti d’amore
fra coste di salsedine
che attendono il vento
nella solitudine di un autunno
vestito di poesia.
Si colorano le colline
nella metamorfosi del tempo
caroselli di sensazioni
che migrano fra i sogni nuovi
di albe ancora acerbe
come promesse d’inverno.
Il mare mi saluta
in questa giornata uggiosa,
tutto è pace
sull’arenile di un ricordo
umido di nostalgia
che ama i miei passi
narrandomi la vita.
Decolla la mente
nei profumi della sera,
pulsano storie
in un lento commiato,
nel cielo di un tramonto
evanescenti frammenti
di un viale autunnale,
un’eterna fiammella
straripa su una nuvola in fuga,
echi di alchimie
trafiggono le orme
sulle note di lune imbronciate. R. Affronte
Odio le convenzioni,
i contratti, gli stereotipi,
i preconcetti, i pregiudizi,
tutto ciò che limita, ingabbia,
etichetta individui
come fossero prodotti
sugli scaffali dei supermercati.
Odio la logica senza sbavature,
la plastica, le finzioni, le maschere,
l’ indossare abiti troppo larghi.
Credo nel cuore,
nei sentimenti buoni,
spesso delusi e dolorosi.
Nelle strette di mano vigorose,
negli abbracci che stritolano,
negli sguardi che vanno oltre gli occhi.
Credo nell’ amore,
quello che non può finire mai,
anche quando finisce,
autentico, profondissimo,
capace di attraversare il tempo,
le distanze e la morte.
Credo che ci sia un senso in tutto,
anche in ciò che sfugge,
che niente succeda a caso.
Che queste parole arriveranno
al cuore di che le sta aspettando,
come un raggio di sole
in questo sabato autunnale.
C. C.
“Souvenir d’autunno”
Foglia morta
souvenir d’autunno
nelle mani del vento volteggia
senza metà e destinazione
fragile e mutevole
come questo amore che non vuole arrendersi .
Muta l’autunno le sue chiome
come il mio cuore i tuoi pensieri disperde
nell’ eco di un addio.
Tra gli opachi riflessi
di questo souvenir d’amore
come foglia morta
la mia anima fluttua
nel pianto dell’autunno
in attesa della nuova stagione
tra le foglie che muoiono e i colori che nascono.
copyright
cmg@art
SE POTESSI…
Se potessi placare il tempo
fermerei quei momenti
che ci hanno visti
vicini,
che ci hanno resi amici.
Femerei ogni attimo
in cui mi hai
dato affetto
mi hai regalato un sorriso.
Fermerei ogni minuto
in cui
le tue parole
mi sono scese nell’anima
e mi hanno fatto stare bene.
Ma se anche il tempo scorre
implacabile,
nel profondo del mio cuore
il bene che provo per te
non vedrà mai i giorni passare,
e i ricordi
giocheranno
con i miei pensieri
e in me ci sarà sempre
l’eterno
ripetersi
di una gioia immensa!
dal web
Questa poesia l’ho ripescata in una vecchia chiavetta ,dove avevo conservato tutte le cose più importanti di un vecchio periodo della mia vita. Un periodo critico e difficilissimo ,che ho superato anche grazie all’aiuto di alcuni amici che ho trovato su internet, ai tempi in cui chattavo.
Praticamente nel medioevo! ahahhaha
Sono passati dieci anni da allora. Ma le sensazioni sono rimaste .
Saluto con piacere Seby che mi mandava sempre un sacco di poesie.Questa era la sua preferita e anche la mia.
Di Seby ricordo le risate .Quanto abbiamo riso insieme!
Da lui ho imparato a sorridere .Sorridere sempre! Anche quando sembra che il mondo ti crolli addosso.E oggi, devo dire, che nonostante la malinconia di questa poesia e la consapevolezza che il tempo non torna più,ho un ricordo simpatico di quei momenti.
Sorrido con serenità ripensando alle vecchie conversazioni.
E’ stato bello osservare la vita attraverso il filtro dell’ironia e del buonumore.
Vorrei ritrovarla quella forza di abbracciare con leggerezza il tasto dell’ironia, per premerlo ancora e rendere tutto leggero.
Intanto saluto Seby,Tullio, Silvio, Salvatore,e in modo particolare il mio grande amico e fratello Gianluca…. e tutte quelle persone che nonostante il monitor di un pc ,sono rimaste fedeli a sè stessi e che non hanno veduto l’anima ad internet,nè indossato maschere.
Una tiratina d’orecchi la darei invece a chi ha creduto di fare il furbetto.Il tempo rivela sempre tutto, anche se stai dietro ad un pc.
La poesia è il salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono,
dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l’aria
riesce a passare.
Khalil Gibran
Khalil Gibran ( Bsharre, 6 gennaio 1883 – New York, 10 aprile 1931) è stato un poeta, pittore e filosofo libanese.
(“BACI RUBATI” CICOLANIS)