Prendimi…..

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Sapevo che gli esseri umani sono degli animali senza anima che svendono le ragioni del cuore al mercato della convenienza e del calcolo della ragione, ma non immaginavo ancora fino a che punto può arrivare la falsità di coloro che dicono di non essere stronzi come gli altri.E allora rimpiango il mio tempo andato, rimpiango il tempo speso a con chi non meritava la mia presenza. Ma nonostante i vari naufragi l’anima risorge sempre e canta:

“Le mie tele”

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LE MIE TELE:
Qualcuno mi ha detto ironicamente che ho lasciato la testa nelle mie tele.
Questa frase all’inizio mi ha ferito profondamente , nonostante non fosse questa l’intenzione del mio interlocutore, cmq è successo e il perché non è facile da spiegare….
Poi ,con calma, ho ripensato a quelle parole e mi sono resa conto di quanto avesse ragione!
Nelle mie tele non ho lasciato solo la testa,ci ho messo dentro anche l’ anima .
Dipingere una tela è come affidare al tempo una parte della propria anima,è vederla sopravvivere oltre il nostro limitato essere.
Ho ripensato alle sensazioni che mi hanno rapito quando per la prima volta mi sono trovata davanti ad una tela bianca.
In quel momento ho compreso Dio e la sua voglia di creare il mondo e,dopo averla dipinta con il pennello e con l’anima ho compreso l’amore di Dio per le sue creature.
Ricamando il mio tempo su una tela ho anche compreso quanto sia importante questo elemento nella nostra vita, l’ho sfiorato , l’ho quasi toccato e nel frattempo ho ripensato a quel caldo scialle di lana che mia nonna mi ha donato.Ogni volta che lo vedo rivedo lei, lo stringo a me e sento ancora il calore dei suoi abbracci…. Ad alcuni tutto questo può anche sembrare ridicolo,ma per me non lo è.
Quando dipingo vorrei essere io la tela! Una di quelle tele che hanno attraversato i secoli, quasi eterne, quasi immortali.Una di quelle tele in cui i graffi sono solo i segni delle vittorie sulla vita.
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“Come fior di loto”

Qualche anno fa piangevo come una bambina quando veniva pronunciata quella parola che mi faceva tanto male.E’ assurdo pensare quante cose può contenere una parola. Quella parola era per me una lama, non potevo sentirla senza piangere.Un fiume di lacrime sgorgava dai miei occhi ogni volta che quel suono o quel pensiero veniva fuori. Oggi,con distacco, rivedo tutto il dolore racchiuso in quella parola.Ripenso a quanto sia stato difficile ripartire alla ricostruzione di me. Specialmente quando dopo quell’uragano non era rimasto più nulla. Ripensò a quel mattino , in cui ebbi la certezza della mia rinascita, mentre la luce faceva capolino dalla finestra. Perché fa così la vita! A volte ci fa morire per permetterci di nascere nuovamente.E oggi anche se il dolore di quel suono riecheggia nelle stanze segrete dell’anima sò che chiudere quella porta è vivere.Vivere al di fuori di quella stanza che se pur essenziale può adesso anche non esistere. E rinasco come fenice regale tra le fredde ceneri e come il fior di loto nonostante le radici nel fango sboccio e vinco!

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