Il vento trasporta
profumi e sensazioni
in questo canto d’ottobre
che assorbe i contrasti
di stagioni che si rincorrono
sul filo del cuore.
Cammino fra i boschi
e scrivo la vita
nel silenzio di un’anima
che accoglie l’umiltà
della sua bellezza.
Fragili farfalle
salutano i sentieri
della loro estate
regalandomi colori
che si confondono tra le foglie
in questa stagione d’attesa
che profuma di ricordi.
Sono crisalide di un sogno
mentre frugo emozioni
nascoste tra le promesse
di un domani sereno
come il sapore di una vita
che ascolta il respiro
della sua eterna rinascita.
Labbra di sole
sfiorano tramonti d’amore
fra coste di salsedine
che attendono il vento
nella solitudine di un autunno
vestito di poesia.
Si colorano le colline
nella metamorfosi del tempo
caroselli di sensazioni
che migrano fra i sogni nuovi
di albe ancora acerbe
come promesse d’inverno.
Il mare mi saluta
in questa giornata uggiosa,
tutto è pace
sull’arenile di un ricordo
umido di nostalgia
che ama i miei passi
narrandomi la vita.
Per evitare dispiaceri si deve imparare a non discutere con chi crede di avere sempre ragione.
A lasciare andare chi non ti accetta come sei,
chi esce dalla porta di servizio senza salutare.
Chi giudica le tue azioni senza conoscerne le ragioni.
Chi non condivide i tuoi successi e le tue gioie.
Chi non ti chiede “come stai” quando finisci in un buco nero.
Chi non ti vuole nella sua vita.
Lascia andare.
Tu sei importante.
Splendente.
Vivi.
Ama.
Decolla la mente
nei profumi della sera,
pulsano storie
in un lento commiato,
nel cielo di un tramonto
evanescenti frammenti
di un viale autunnale,
un’eterna fiammella
straripa su una nuvola in fuga,
echi di alchimie
trafiggono le orme
sulle note di lune imbronciate. R. Affronte
Gli alberi sono gli inquilini del vento
li ascolto mormorare storie
di ombre e di sole
aggrappati alla terra
immobili bimbi sulla ruota delle stagioni
a scrivere calendari di foglie
a graffiare i cieli d’autunno
con i loro rami avvinghiati alle nubi
Gli alberi sono i pendolari del tempo
vagoni fermi ad una rotaia di zolle
in una stazione dimenticata
che parla una lingua antica d’orizzonte
La notte li sento tremare dal freddo
una paura remota li stringe
tra artigli di lampi e tempeste
li sento piangere le lacrime del mondo
coperti d’una corteccia di memorie
fermi come sentinelle delle colline
sotto una cupola malferma di cielo
Gli alberi raccontano la leggenda dei poeti
di chi è ovunque
senza mai muovere un solo passo. Massimo Lo Pilato
ph: Anka Zhuravleva arts
Il cielo era tutto sereno:
di mano in mano che il sole s’alzava
dietro il monte si vedeva la sua luce…
Un venticello d’autunno,
staccando dai rami
le foglie appassite del gelso,
le portava a cadere qualche passo
distante dall’albero.
“Violini d’Autunno”
Paul Verlaine
Singhiozzi lunghi
dai violini
dell’autunno
mordono il cuore
con monotono
languore.
Ecco ansimando
e smorto, quando
suona l’ora,
io mi ricordo
gli antichi giorni
e piango;
e me ne vado
nel vento ingrato
che mi porta
di qua e di là
come fa la
foglia morta.