Nuova #Subaru #Impreza mette l’esperienza dei rally a disposizione della sicurezza sulle strade

Un’auto fatta per correre che è divenuta un’affidabile vettura per tutti i giorni

E tutti i terreni, come la Riserva naturale Foci dell’Isonzo

Finalmente il sole. È ancora inverno, e proprio per questo, quando il sole riesce a vincere la perturbazione, il cielo si fa terso. E l’aria limpida, un po’ umida nei bassi strati, regala luminosità particolari. Ci serve una strada poco affollata, per provare il sistema Symmetrical 4 WD trazione integrale permanente che è installato sulla Nuova #Subaru #Impreza . Sistema, che valuta elettronicamente la percentuale di potenza da scaricare su ogni singola ruota. #Impreza è arrivata con questo modello alla quinta generazione. E nell’immaginario collettivo, che si compone anche del mio pensiero, questa #Subaru lega il suo percorso a una miriade di successi nel mondo dei rally, nazionali, europei, mondiali.

Una macchina da corsa che ha contribuito allo sviluppo della tecnologia sulle strade

e a incrementare l’esperienza della Casa delle Pleiadi nella trazione integrale. Oggi, le condizioni meteo e delle strade che troviamo lungo il nostro percorso sono ideali. Ovviamente non per una spensierata scampagnata con amici. Ma per effettuare un #testdrive sì. Infatti, ieri sera è piovuto, e le strade recano ancora le tracce del limo e della sabbia sull’asfalto. Avrete intuito che ci avviciniamo all’acqua: al mare, a un fiume. La nostra meta è la

Riserva naturale Foce dell’Isonzo.

All’interno della quale si trova il centro visite dell’Isola della Cona, ove il fiume, che sfocia in mare, nell’Alto Adriatico, fa da confine orientale tra la #RivieraFriulana, e il Golfo di Panzano. Simbolo della riserva è il Chiurlo maggiore, un rapace che nidifica nelle zone umide. Come queste, tra i territori indicati quali patrimonio dell’Unesco e di interesse comunitario. Strade nervose, senza dislivelli, contornate da rivoli e canali, da vegetazioni arbustive e da canneti. A poca distanza il placido scorrere dell’Isonzo. Mentre le zone circostanti sono vocate alla viticoltura di pregio. Con prodotti enologici che si sanno imporre nei concorsi internazionali.

Nuova #Impreza 1600 cc a benzina, 114 CV, ha il cambio automatico Cvt Lineartronic,

che non dispone della versione comandabile a mano con le classiche palette del sequenziale al volante. Della quale non sentiremo affatto la mancanza. In compenso il rapporto prezzo-qualità di questa vettura è ora competitivo, e la nuova impostazione ne fa un’auto adatta a tutti, anche alle famiglie, per la sicurezza nella guida, la docilità ai comandi, la morbidezza dell’assetto e del cambio. L’assenza del cambio tradizionale è compensata da una funzione utile e nuova: la leva del cambio, se spostata a sinistra, attiva un sistema che consente di

sfruttare il freno motore.

Un effetto, che nei propulsori a benzina è meno efficace rispetto ai diesel. Può essere molto utile in discesa in montagna. O nella guida veloce in scalata. Scalata, che il motore imposta autonomamente riducendo le marce a disposizione. Superiamo Staranzano e dirigiamo verso la Riserva. Il paesaggio è splendido e così i colori, anche se ci troviamo ancora in pieno inverno. Ecco un bel tratto di strada deserto, un misto a vista, e proviamo a vedere che cosa succede affrontando le curve in sequenza: il rollio è pressochè assente, e la macchina non si scompone. Anzi, sembra che pensi di seguire il percorso che le chiediamo. E in realtà lo sta facendo. La fanghiglia e la sabbia? Non ce ne accorgiamo nemmeno. Gomme adatte ‘ognitempo’ e l’assetto, che pur essendo morbido consente alle ruote di rimanere perfettamente incollate alla strada sono gli elementi che assieme alla trazione integrale permanente assicurano alla #Impreza una grande stabilità. Ora entriamo sul tratto sterrato verso il centro visite. Saliamo sull’argine dell’Isonzo e scendiamo verso l’alveo del fiume. Il paesaggio è fantastico. E

come sulla neve, sullo sterrato con fango la #Subaru non manifesta segni di incertezza.

Anche sulle buche, con acqua o senza acqua, va via spedita senza farci pesare il forse attrito che le gomme incontrano nelle pozzanghere, né il dislivello delle buche. Un’auto rivolta alle famiglie, quindi, ma che sfrutta la grande esperienza sportiva per aumentare la sicurezza attiva. Infatti, ha vinto sfide di livello mondiale proprio per la sicurezza attiva e passiva. Ma di questo parliamo la prossima volta. Ora godiamoci la natura, i punti di osservazione dell’oasi, le peculiarità che in questo paradiso naturale non mancano, nemmeno d’inverno. A guidarci è il direttore, Fabio Perco. Un grande esperto delle attrattive faunistiche del territorio. E scopriamo che qui, ci si arriva anche via mare, in motonave, da Grado o da Trieste, o con mezzi nautici propri. Ma quello è un altro genere di #testroad.

#charlieinauto/74

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#testdrive #testroad Immaginate di superare un guado ghiaioso seduti in salotto: è #LandRover Nuova #Discovery

La filosofia del fuoristrada sicuro affidabile e confortevole si è evoluta nel tempo

Una #supercar iperaccessoriata e capace di portarvi dappertutto velocemente e in piena sicurezza

‘Metti una sera a cena’. Scontata come frase perché ci richiama alla memoria uno dei capolavori della cinematografia del ‘900. Ponete però il caso che vi capiti di ricordare con alcuni amici le ‘antiche’ avventure in fuoristrada, in moto. Quando l’enduro si chiamava regolarità. Le moto erano poco più attrezzate rispetto a quelle stradali. Anche perché per andare fuoristrada occorreva affrontare i trasferimenti. Dalla città, nel mio caso Udine, attraverso le campagne, fino alle colline. Il più velocemente possibile. Per poi cambiare stile di guida e permetterci di lanciarci tra i sentieri, le mulattiere, i pratoni. Tra paesaggi intricati, complicati, o mozzafiato. Perché allora si poteva fare liberamente, senza turbare la natura o danneggiarla. Ricordo la Panoramica delle vette, la cima del Cjampon, del Matajur, del San Simeone. Moto? Una tranquilla Beta 125. Poi un’Aspes Hopi 125, con la testata radiale, come quella impiegata nel motocross da Felice Agostini. Qualche anno dopo, passato da tempo alle quattro ruote per motivi scontati di praticità, avevo già cominciato questo mestiere, con le prime radio private. Allora, erano ancora ‘pirata’. Come lo era la mitica Radio Luxembourg. Finché un imprenditore in Friuli, titolare di una delle prime Tv private, decide di trasferire la mia professionalità all’esterno. Ed ecco le prime radiocronache, le dirette dalle prove speciali dei rally, anche di notte. Lui era anche un radioamatore. Lo studio? Era a Udine. Quello mobile, i baracchini installati su una …

#LandRover. A passo corto

E riecco rispuntare la passione per il fuoristrada. Mulattiere e sterrati che l’icona dei fuoristrada mi consentì di esplorare e percorrere senza alcun inconveniente. L’unico, al rientro in città. Quando sulle strade diritte e asfaltate occorreva continuamente correggere la direzione, per farle mantenere il percorso che avevo prescelto. Quasi come guidando un piccolo motoscafo soggetto all’effetto di cavitazione dell’elica. Una decina d’anni dopo, in tutt’altro ambiente, un ex imprenditore motociclistico austriaco, guarda caso di moto da fuoristrada, ma appassionato anche di vela, sostiene una barca con la quale avremmo vinto diverse regate adriatiche. Che macchina aveva?

Una #RangeRover

con la quale avremmo fatto numerose gite e scampagnate, anche a Salisburgo, sul Garda, in giro per i monti. Dove era necessario affrontare trasferimenti per provare le doti fuoristrada per le quali l’auto era stata progettata. Per ingannare la ‘noia’ dei trasferimenti, che lui compiva spesso, da Vienna al mare, aveva installato a bordo un videoregistratore con la tv. Sono passati quasi trent’anni ed ecco l’occasione per cercare di capire di più quella filosofia di costruzione. Tipicamente inglese. Il fuoristrada le Range Rover, e le Land Rover, lo sanno fare bene. Le ho viste nei test in vari eventi, al Motorshow, alla Barcolana. Incrociate in qualche stradina impervia o mulattiera. O intraviste uscite dal greto dei fiumi e dai guadi. Per capirlo meglio, una Land Rover al top di gamma: la Nuova Discovery.

Nuova #Discovery

A prima vista, probabilmente me l’hanno consegnata con l’assetto da guado, una spanna in più rispetto a quello normale, mi sono chiesto che cosa ne avrei fatto …di un mezzo così imponente. Poi però, dopo i primi km ho capito che avevano ragione loro. Chi? I costruttori. Cilindrata: 3 mila. Numero cilindri: 6, il che, oltre a poter essere apprezzato su ogni tipo di percorso, anche stradale, conferisce alle oltre 2,6 tonnellate della Discovery una duttilità e una morbidezza di guida impensabili per un’auto di queste dimensioni. Potenza: KW …, ovvero 250 CV. Cambio: a nove marce. Le prime tre le usa per mettere in movimento la grande massa. Poi, una volta avviata, è come un’onda di piena. Va come una coupé. Ma dentro è spaziosa come un van, per i posti anteriori, quelli posteriori, e i due che spuntano con il telecomando o comandati dal cellulare, dal bagagliaio. Davanti si trasforma in uno splendido ufficio mobile. Dietro, ancor di più con i televisori integrati nei sedili anteriori. La sensazione, dal posto di guida alto, e ampio come quello di un pullman, comodo come quello di una … Range Rover, è quella di dominare la strada. Sia che si tratti di asfalto che di sterrato, sabbia, fango, acqua… ghiaia. Un guado. Per cominciare asciutto. Magari nell’Isonzo.

Banco di prova i ciottoli del fiume Isonzo, in provincia di Gorizia, ai margini della #RivieraFriulana

Però, l’auto è una vettura importante. Ma anche pesante. In caso di inconvenienti come tirarla fuori dai …guai? Non conosco nemmeno il posto. Forse è meglio cercare un ‘tattico locale’. Come Enzo Lorenzon, che ha trasformato terre ghiaiose in vigneti per produrre vini premiati nei concorsi mondiali, come il Sauvignon Blanc, a Bruxelles. Però oggi è via. E ai Feudi di Romans, a San Canzian d’Isonzo, troviamo i due figli, Davide, impegnato in cantina, e Nicola, il Pr. È lui a guidarci nei pressi del ponte della ferrovia. Un primo passaggio a piedi, per vedere se si può, e poi via. In tutti i sensi, perché questa #Discovery non si ferma davanti a nulla. Anzi, anche nella ghiaia del greto procede inarrestabile. Con una progressione e un controllo che ci rassicurano metro dopo metro. Da fuori ci hanno assicurato che al nostro passaggio il rumore era quello di uno schiacciasassi. Per il resto è molto silenziosa, a parte il cupo rombo frazionato dei sei cilindri. E lo è sia all’interno che all’esterno. Ma da dentro? vi chiederete. Nel guado? Sembrava di essere seduti alla consolle di un videogioco seduti in un comodo divano. E ora? Torniamo all’azienda Lorenzon, per assaggiare la Ribolla spumantizzata, e alcuni dei prodotti a km zero proposti nella nuova area degustazione. Poi proseguiremo per un’altra avventura.

Carlo Morandini

(1-segue)Land Rover Discovery Hotel Trieste 2017 Land Rover Discovery Grignano 2017 Land Rover Discovery Vespucci Land Rover Doscovery Vespucci Amerigo Land Rover Discovery Grignano tramonto Land Rover Discovery molo Grignano IMG_8966 Land Rover Discovery microcar IMG_2971[1] IMG_2972[1] IMG_2973[1] IMG_2974[1] IMG_2975[1] IMG_2976[1] IMG_2977[1] Land Rover Discovery telecamere