#testroad: esplorare il #territorio con un #fuoristrada che ci consenta di pensare alla #poesia

Con #LandRover #Discovery Sport sulle ghiaie dell’Isonzo e sul monte San Michele

Per respirare l’aria che ha ispirato la suggestione poetica dell’ermetismo di Giuseppe Ungaretti

Riepilogando: #LandRover è sinonimo di fuoristrada professionale. L’origine del mito è la fuoristrada inglese d’uso prevalentemente militare, che per decenni ha dominato il mercato di questi veicoli particolari, e specifici per l’utilizzo su ogni tipo di fondo e di terreno. Veicoli da lavoro. Ma adatti anche all’escursionismo e agli appassionati del mondo della natura. Sono passati sessant’anni, e il mondo è cambiato. La società è evoluta. Così gli appartenenti a questa società, che si sono però adattati al benessere, a una qualità della vita diversa e migliore. Alla comodità. Anche se comunque capaci di riadattarsi rapidamente per affrontare impreviste e improvvise difficoltà. Nel contempo, per rispondere alle attese del mercato ma anche per efftto della innovazione e del progresso tecnologico, anche l’auto da fuoristrada si è evoluta. Il suo interno è divenuto un comodo salotto. Dal quale godersi il mondo naturale. Con il massimo confort. Ci riferiamo agli interni delle #LandRover. E quelli della nuova Discovery Sport non sono da meno.

Potente, 2000 cc diesel da 240 CV, quanto basata per trainare pesanti vagoni ferroviari,

veloce e scattante sulla strada, agile per sgusciare dalle ghiaie del letto di un fiume come dal pantano del sottobosco o della campagna dopo un violento e prolungato acquazzone. Il tutto godendosi anche un impianto ad alta fedeltà che permette di ascoltare i brani musicali dei generi preferiti. Sui comodi sedili avvolgenti. Fruendo di ampi spazi interni. Utili anche per caricare bagagli per metterci in viaggio. Per rinfrescarci la memoria ci infiliamo in una strada di campagna che porta verso la foce dell’Isonzo. Dalla funzione per fondo a scarsa aderenza, passiamo con i tasti situati vicino al comando delle funzioni del motore a quella per il fondo sconnesso. Troviamo un ramo del fiume in secca. Con un guado all’asciutto. La ghiaia è stata scomposta dall’ultima piena del fiume. Così oltre ai solchi tracciati da qualche altro fuoristradista, dobbiamo superare diverse cunette e gobbe del fondo ghiaioso. Che, francamente, se l’avessimo affrontato con un’auto tradizionale, anche se alta da terra, con le ruote di grandi dimensioni, ci avrebbe creato non poche difficoltà. E, forse, costretto a chiamare in aiuto un carro attrezzi. A parte che nel caso delle #LandRover sarebbe sufficiente premere il pulsante di soccorso situato accanto allo specchietto retrovisore esterno per lanciare la chiamata di soccorso, stradale e sanitario. Ma l’incedere deciso e rassicurante della #Discovery, conferma quanto ci aspettavamo da quest’auto.

All’interno, nulla fa intendere le asperità del terreno che stiamo percorrendo.

Prova superata, dunque. Così ci meritiamo il premio. Raggiungiamo Sagrado dopo avere superato il suggestivo ponte sull’Isonzo, e saliamo sul monte San Michele verso San Martino del Carso: la prova speciale dei rally che si sono corsi nella zona. La cronoscalata disputata fino a una quindicina d’anni fa. La salita con le ruote da 19’ e l’assetto sportivo è veloce e sicura. Discovery risponde bene anche spingendo sull’acceleratore. E la tenuta di strada è ottima. Raggiungiamo la tenuta Castelvecchio, Castelvecchio. Proseguendo arriveremo a Doberdò del lago. Da Castelnuovo, il panorama è splendido. Verso la pianura e la #RivieraFriulana. Entriamo nella villa padronale, Della Torre Hoffer, del 1700. Attorno i vigneti, coltivati dal 1780 a Malvasia e un Refosco denso e corposo. La villa è molto bella, e alcune sale sono raccordate e amplificate da un gioco di specchi. Il monte San Michele è stato teatro di battaglie in particolare nel corso della prima guerra mondiale. Vi combattè anche il poeta Giuseppe Ungaretti, il maestro dell’ermetismo. La sua capacità di sintesi sprigiona l’essenza della vita. Proprio nel giardino della villa, affacciato allo scenario della pianura sottostante, Ungaretti ha composto alcuni dei brani più intensi della sua prosa. È qui che ha scritto la raccolta di poesie ‘Il porto sepolto’, pubblicata nel 1916. Ecco il testo della seconda poesia, che dà il nome alla raccolta:

Il porto sepolto.

Vi arriva il poeta e poi torna alla luce con i suoi canti e li disperde.IMG_91701

IMG_91721 IMG_91911 IMG_9192 IMG_9193IMG_8916 IMG_8917 IMG_8920 IMG_8921 IMG_89151 IMG_889311 IMG_88881 IMG_888111 IMG_9206 IMG_9196 IMG_9197 IMG_91811 Di questa poesia mi resta quel nulla d’inesauribile segreto.

Beh, ora è il tramonto, ed è il momento di rientrare in pianura dopo questo bagno nella cultura e nella storia. Non senza goderci le fantastiche luci del tramonto. Sempre nel massimo confort e relax della nostra #LandRover #Discovery Sport.

#charlieinauto82    

#testdrive Performance #fuoristrada nelle campagne rivierasche con la regina dell’offroad

 

Con #LandRover #Discovery per affrontare condizioni di terreno estreme come se si trattasse di una strada normale

Fango, limo, erba, pantano e acqua alta non bastano per fermare uno dei modelli di punta della Casa britannica

Sembra che fino a ora abbiamo scherzato. Abbiamo provato tre #LandRover e niente fuoristrada. Un po’ ci siamo cimentati con la Nuova Discovery, ricordate? Tremila, sei cilindri, 245 CV: ci ha portati sul greto del fiume Isonzo. Ed è stato come …bere un bicchier d’acqua. Stavolta, vorremmo andare un po’ oltre. Però, abitando nelle terre rivierasche, nella #RivieraFriulana, di opportunità ne abbiamo poche. Qui è tutto pianeggiante. E per quanto riguarda il fuoristrada, quello non diciamo estremo, ma un po’ più deciso, il fiume non va bene: il Tagliamento è profondo e le rive sono scoscese. Quindi è impossibile correre con l’acqua sopra ai mozzi delle ruote. Ci sarebbe la spiaggia, ma in questa stagione ci sono gli ombrelloni. E ogni escursione o anche il solo tentativo sarebbe subito segnalato. E sanzionato. E allora? Magari la spiaggia della #RivieraVeneta . Ma non ne conosciamo le caratteristiche, i fondali, l’andamento della profondità in prossimità della spiaggia. Le campagne attorno alla Laguna di Marano, o di Grado? Le opere di bonifica le hanno prosciugate. Non ci resta che tentare nelle campagne del #Veneto Orientale. In Comune di San Michele, oltre le acque lagunari che separano #Bibione dalla Terraferma, i terreni sono poco permeabili, e spesso si formano aree fangose e difficili, spesso impossibili da percorrere. Proviamo. Imbocchiamo la strada per Bibione. Prima del ponte all’entrata della città, giriamo a destra e cominciamo a percorrere la strada che costeggia la Litoranea Veneta, dal lato della terraferma.

Obiettivo: Terzo Bacino.

Una serie di terreni coltivati delimitati dai canali di irrigazioni. Che spesso sono l’habitat prescelto dalle nutrie. E da altri animali selvatici. La strada, asfaltata, ci permette di testare ancora la tenuta della #LandRover #Discovery Sport: cilindrata di 2000 cc, quattro cilindri, diesel, 250 CV, 4WD. Ruote da 22 crossover. Sospensioni e assetto variabile e adattato elettronicamente dall’auto al tipo di terreno o fondale che intendiamo percorrere. Interni con rifiniture di alto livello, con sedili comodi che consentono di apprezzare con la massima comodità ogni tipo di percorso fuoristrada. Senza sentire minimamente gli effetti delle asperità del terreno. Una delle caratteristiche della #DIscovery Sport è quella di essere in grado di

trainare rimorchi molto pesanti.

Molto più pesanti delle aspettative. La nonna della Nuova Discovery era stata ritratta più di trent’anni fa, mentre trainava un treno passeggeri. Anche per il nuovo modello è stato realizzato un video nel quale la si vede trainare due vecchie e pesanti carrozze passeggeri, su un altrettanto datato ponte ferroviario ad arco sospeso sul vuoto. Ma su questo test ritorneremo in un’altra occasione. Stavolta, finalmente, credo che ci potremo tuffare nel pantano. In fondo a una strada rurale, intravvedo infatti, in lontananza, una grande chiazza marrone con riflessi argentei. Quindi? Quindi,

là in fondo c’è il pantano che cercavo.

Ai lati campi coltivati. La strada è ricoperta d’erba. Si vedono soltanto le canalette, i solchi scavati nel terreno imbevuto d’acqua piovana, tra l’altro piene di buche. Con un’auto normale, credo che dopo i primi dieci metri, dovremmo prendere in mano il cellulare e chiamare il soccorso ACI. In questo caso, saremmo agevolati dalla efficientissima assistenza #LandRover, che assicura l’arrivo del

carro attrezzi entro 20 minuti,

ovunque ci si trovi. Semplicemente premendo il pulsante di soccorso situato accanto allo specchietto retrovisore. Un sistema di geo localizzazione dell’auto permette al servizio assistenza di attivare immediatamente l’intervento di soccorso stradale. E, se necessario, anche di quello sanitario. Ma proseguiamo lungo il viottolo campestre. È talmente viscido che la Discovery si scompone più volte. Stenta a procedere diritta. Anche perché schiacciamo sull’acceleratore per vedere che cosa accadrà. Nella consapevolezza, che

250 CV siano davvero sufficienti per ripristinare in ogni istante il percorso prescelto.

Le ‘sabbie mobili’ sono sempre più vicine. E la prova del 9 è oramai arrivata. Entro nella gigantesca pozzanghera di fango. Di quello scuro, nero. Che se ci camminate sopra non riuscite nemmeno a rimanere in piedi. Acc.! È più profonda di quello che pensavo. Acqua e fango arrivano quasi a metà portiera. Procedo piano, dopo avere attivato la funzione per il fondo con scarsa aderenza, scegliendo tra i tastini situati davanti al comando del cambio. Però, vuoi per l’adrenalina che sale causata dal timore di rimanere bloccato lì dentro e di dover attendere l’ignominoso arrivo del carro attrezzi o di un trattore salvifico, vuoi per l’adrenalina che prende ogni pilota, e/o test driver quando si tratta di aggredire le asperità sfruttando i Cavalli, ovvero pigiando a fondo sull’acceleratore, compio questa imprescindibile azione. Che, ritengo in un ragionamento istantaneo ma indispensabile per togliere le castagne dal fuoco, mi dovrebbe allontanare da questo pantano, che peraltro mi sono cercato, e riportare su un percorso …normale. Bene! Il tempo necessario per sviluppare quest’azione è stato lungo credo dieci volte di meno rispetto a quello che avete impiegato per leggere questa frase. E il risultato mi ha ricordato che 250 CV sono tanti, anche per un’auto che pesa un paio di tonnellate:

#Discovery è schizzata fuori dalla viscidissima trappola

saltando come una cavalletta oltre gli ondulati solchi e le profonde pozzanghere. Quasi come se avesse voluto scrollarsele di dosso. Come avete capito, in pochi secondi mi sono ritrovato fuori dal tratturo, proiettato verso la strada asfaltata e la civiltà. Quindi? Quindi, finalmente, anche se per pochi secondi, abbiamo fatto fuoristrada, come una vera fuoristrada. E ora? Ora sarà il caso di fare rientro. Si avvicina il tramonto. Che ci godremo dai suggestivi scorci della pianura rivierasca. Da bordo di questa #LandRover che non poteva non essere al livello della serie di auto che porta il nome #Discovery.

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#testdrive #LandRover #Discovery Sport, veloce sulla terra come sull’asfalto

Un #crossover nato per scalare il mondo perfettamente a suo agio sui percorsi di montagna

Il mezzo ideale per raggiungere siti spettacolari e panoramici in tutta sicurezza

Se doveste fare un giro con un fuoristrada potente e maneggevole, affidabile, stabile, dove vi fareste portare? Sì, perché con un’auto di questo genere vi potete permettere il lusso di farvi trasportare dalla vettura. La comodità dell’abitacolo, il confort dei sedili, la guida assistita e l’insonorizzazione consentono di pensare a tutto fuorché della guida. Non fraintendete. Il vostro ruolo al volante continua a essere imprescindibile. Ma la disponibilità delle numerose regolazioni e funzioni di guida, comprese quelle per i percorsi estremi, non possono che rassicurare ogni vostro pur ragionevole dubbio. Così proviamo un tratto di trasferimento su strade provinciali e statali. Riepilogando: 2000 cc diesel da 240 CV e due tonnellate di peso, sospensioni e ruote che sono realizzate in previsione di dover scalare le montagne, gomme da fuoristrada che non si scompongono sull’asfalto veloce né sul misto, con un basso attrito. Il risultato è che i consumi sono contenuti nonostante le dimensioni dell’auto. Che, riscopriamo sfogliando gli album storici della #LandRover, comunque ricalca lo stile delle prime mitiche fuoristrada di derivazione militare. Queste, però, sono anche auto a tutti gli effetti. E ciononostante continuano a poter trainare rimorchi considerevoli. Anche le carrozze ferroviarie, come il modello di oltre trent’anni fa nella foto.

Raggiungiamo la zona di San Daniele del Friuli.

Ridente località collinare nota nel mondo per avere dato il nome e ospitalità a un distretto industriale per la produzione del prosciutto crudo. Saliamo la collina come se stessimo viaggiando in pianura, per raggiungere la piazza principale e sull’altro versante lanciare lo sguardo verso il panorama, in direzione della valle del Tagliamento. È proprio a delimitarne il corso che a un certo punto, dalla pianura si erge il monte di Muris. Con la strada nervosa che si arrampica fino in cima ed è stata più volte sede di prove speciali dei rally. Ma non è questa la nostra meta. Sull’altro versante del monte c’è Ragogna. E su un rilievo adiacente il suggestivo Castello. Che cos’ha di particolare?

Sorge sul Monte di Ragogna,

sul quale si incontrano sentieri escursionistici del Club alpino italiano e percorsi storici tra le trincee e i camminamenti realizzati nella Grande guerra. Il castello di San Pietro di Ragogna, fu eretto nell’undicesimo secolo su antichi insediamenti e sulla fortificazione di origine romana del quinto secolo. Sviluppato dai longobardi, ebbe un ruolo strategico fino alla seconda guerra mondiale. Accanto alla bellezza del sito, quasi una sentinella lungo il corso del Tagliamento che si scorge fino a Casarsa Valvasone, alla pianura del medio Friuli, la fortezza realizzata su più livelli ci riporta alla vita di allora. Ci fa immaginare gli armigeri che si spostavano tra i merli, la vita che si svolgeva tra le mura. Facciamo visita all’antico maniero, e ci arrampichiamo sul percorso guidato tra i resti delle antiche torri e il baratro sottostante, nel quale, nel medioevo un violento terremoto fece precipitare la torre principale, fino sul greto del fiume. Siamo fortunati. Ancora nel castello ci sono alcuni esponenti degli

Scriptorium forojuliensis, gli amanuensi

che per perpetuare la tradizione della scrittura antica a mano hanno fondato una scuola che qui ha sede. E che è ormai conosciuta e ricercata da diverse parti del mondo. Tra i lavori di pregio realizzati dagli esperti amanuensi friulani, una copia della Bibbia che è stata donata al Papa in occasione della sua visita nel Friuli Venezia Giulia. Dopo questa immersione nella storia di questa terra, getto lo sguardo dall’alto del maniero al parcheggio sottostante dov’è parcheggiata la #Discovery Sport. E in fondo scorgo una strada sterrata che si infila nel bosco.

Uno dei percorsi storici che consentono di visitare le pendici del monte.

Voi che cosa avreste fatto? Scendo verso la #LandRover e nel frattempo il piazzale si è liberato ed è vuoto. Inevitabile il #test sulla ghiaia e sulla sabbia per prendere confidenza con l’auto. La trazione integrale con controllo elettronico mi permette di entrare veloce nel tornante, o quantomeno verso l’aiuola che mi permette di simularlo, accelerare a fondo per farla rimanere alla corda (all’interno della curva) e far scaricare tutta la potenza all’uscita con un accenno di sovrasterzo all’inizio (sbandata del retrotreno), che si attenua subito ricomponendo l’assetto e la direzione di marcia della #Discovery . Riprovo più volte per essere sicuro del comportamento dell’auto e corroborato dalla sua affidabilità mi infilo nella strada di montagna. Che scorre via lineare, senza cambi di livello. Però, pian piano svela la sua identità:

scorre a mezza costa sopra all’alveo del fiume Tagliamento.

A un certo punto un bivio. Si fa sera e la mia compagna di viaggio comincia a dare segni di irrequietezza. Così, invece di proseguire nel tratto che si infila ancor più palesemente nel bosco, scelgo il tratto che sembra scendere verso il fiume. E scende davvero. A quest’ora non dovrei incrociare nessuno, perché la #Discovery per essere confortevole e protettiva anche in questi frangenti, occupa l’intera sede stradale. Eccoci arrivati: ne valeva la pena, perché siamo finiti ai piedi del monte e sul greto del fiume. Lo spettacolo è splendido. Peccato per la scarsa luce che non ci permette di documentare adeguatamente la nostra spedizione. Proprio il calar della notte ci induce a fare dietro front e a ritornare a Ragogna. Tanto, se ce l’abbiamo fatta all’andata, ce la faremo agevolmente anche al ritorno.

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#testdrive #LandRover #Discovery Sport potente e confortevole fuoristrada

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Sorella minore della famiglia Discovery dispone di …soli 240 CV per 2000 kg di peso

Quando l’ho presa in consegna forse l’avevo sottovalutata. Avevo dimenticato di averla provata, seppur sommariamente e da trasportato, nel set di testdrive alla #Barcolana a Trieste. Perché, avevo poi avuto modo di conoscere a fondo la Discovery 3000 diesel 6 cilindri Hse da 249 CV. Che ha sette posti di default, ed è superaccessoriata. Ma dispone anche di una scocca molto importante e voluminosa. La Discovery Sport è un po’ più piccola, 2000 cc, cambio automatico a quattro ruote motrici come l’altra. Ma… mi ero dimenticato che viene promossa come un cavallo da tiro. A #Trieste era proposta con attaccato al gancio di traino il carrello con a bordo una barca a vela. In un video promo viene presentata mentre, su un vecchio ponte ad arco sospeso sul vuoto di una valle profonda,

traina due vecchie carrozze ferroviarie passeggeri…

La Discovery Sport è la terza auto di Jaguar-Land Rover che provo. Dopo anche l’esclusiva Evoque Cabrio. Ma non finisco mai di stupirmi. Per quanta cura sia messa nell’assicurare confort al guidatore e ai passeggeri, su un fuoristrada puro, capace però di grandi prestazioni anche su strada. Come al solito, la formazione motoristica di base mi continua a far considerare le auto e le moto per la loro potenza, e stando alle caratteristiche delle auto di una volta, a trascurare la curva di coppia della potenza del motore. La sua capacità di rispondere a bassi regimi, che per un fuoristrada che aspira a essere utilizzato come una moto da trial, è fondamentale. Per questo, nel primo viaggio, ho fatto sfogliare a chi era in auto con me il libretto dell’auto, e nella penombra, ancorché all’occorrenza si disponga di un’ottima illuminazione interna, mi sento leggere una cifra: 177. Vabbè, ho pensato. È più piccola di quella precedente. 180 CV non sono tantissimi, ma nemmeno pochi. Vediamo: superato il casello dell’autostrada ho girato la praticissima manopolona posizionata al centro del tunnel tra i sedili, sensibile come quella del comando del volume di un impianto Hi-Fi. Premendola leggermente, perché ero già in movimento, e spostandola nella posizione S Sport. E ho schiacciato a fondo l’acceleratore. Ho capito che non si trattava di 177 CV, bensì di 170 KW.

Ovvero: 240 CV. Quasi come la sorella maggiore… Sì, però con circa seicento kg di peso in meno.

Ma questa prerogativa la valuteremo meglio nel fuoristrada. Vediamo i consumi: nella norma per un SUV fuoristrada di questa mole. Affrontabili e gestibili. Proseguiamo il viaggio accendendo l’impianto Meridian con gli effetti surround. Mi sono spaventato quando qualcosa ha cominciato a farmi muovere i pantaloni al di sotto del ginocchio. Dopo una minuziosa verifica, ho capito subito che non si trattava di qualche animale entrato nell’abitacolo, né di un insetto. E nemmeno del getto d’aria dell’impianto di climatizzazione. Era semplicemente frutto dello spostamento d’aria generato dal subwoofer. Che senza essere invasivo, concorre a rendere più pieno lo spettacolo della musica a bordo.

Confort? In linea con gli standard elevati di #Jaguar e #LandRover.

Con i sedili da salotto pregiato. Il tettuccio completamente finestrato per farci apprezzare il paesaggio circostante. Che all’occorrenza si può oscurare con una paratia a scorrimento elettrico. Facciamo un giro per Milano prima di rientrare. Il carattere grintoso della Discovery Sport è racchiuso in una veste elegante che ammorbidisce la struttura del fuoristrada per antonomasia. Così, anche nel cuore della capitale economica del Paese non ci farà sfigurare. Ci attira il grattacielo Unicredit. Il sottostante piazzale Gae Aulenti con le sue fresche fontane. Ma in particolare la risto-libreria Feltrinelli. Che nella mia città non c’è ancora. All’entrata incontriamo i primi libri dal tono ironico: cosa non fare al volante di un fuoristrada. Non è il nostro caso per la #LandRover è versatile. Scelgo un altro volume illustrato sugli errori da non fare in barca in crociera, di Davide Besana. Pensare al mare nel cuore della city fa rilassare come guidare un vero SUV fuoristrada. Anche il parcheggio della Discovery era stato in pieno confort, ancorchè in un sacrificato multipiano. Il display centrale di grandi dimensioni, e una telecamera con la simulazione dello spazio di manovra prescelto assicurano relax al guidatore pure in questa operazione, anche ai principianti.

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#testdrive #testroad #RangeRover #Evoque un osservatorio fashion e salottiero anche tra i prati stabili

Con la convertibile al pari delle altre diciassette versioni la #Evoque supera promossa ogni particolarità del fondo

Spesso a contatto con la città ci sono tesori che non conosciamo. Mi riferisco ai paesaggi, all’ #ambiente #naturale che siamo riusciti a conservare e a volte a valorizzare. In questo caso, coincide con la memoria del territorio. Questa volta andiamo alle porte di #Udine, nel comune contiguo  di Martignacco. A cinque chilometri dalla circonvallazione ovest, l’agglomerato urbano si dirada e progressivamente appare il paesaggio d’un tempo, quello di cento, duecento anni fa, con le campagne interrotte dagli alberi cresciuti in alcuni punti ai lati delle strade rurali, o che formano boschetti introvabili altrove, di biancospino, di nocciolo, di viburno, il caprifoglio, o contrassegnano i ruscelli. Miracolosamente, questi prati, che sono composti dalle essenze vegetali tipiche del posto e altre, complessivamente una settantina, non sono stati fagocitati dalle colture monovarietali. Ma soprattutto, compongono il #biotopo dei #pratistabili del #Parco agricolo comunale ‘Prati del Beato Bertrando’. Perché coincidono con il sito dove, si narra, che nel 1350 morì il Patriarca Bertrando di San Genesio. La scarsità d’acqua ha scongiurato lo sfruttamento dei terreni, mantenendo questo esempio dell’ambiente naturale del passato, anche nel presente. Questi prati stabili sono il residuo del disboscamento operato ancora in epoca romana. Queste stradine con fondo sterrato, e oggi in parte erboso, segnate a tratti da filari di gelsi che servivano per nutrire, con le loro foglie, i bachi da seta, come ci raccontano le nonne, nella prima metà del ‘900 permettevano di andare in bicicletta dalla stalla fino a portare il latte nella latteria sociale del paese vicino, per farlo trasformare. Nonne, allora giovanissime, che apprezzavano i profumi dei prati in primavera e i paesaggi placidi che le circondavano. Per avvicinarci a queste bellezze abbiamo l’occasione di provare la #RangeRover #Evoque convertibile. Un’auto fuoristrada derivata dalla concept-car LRX: ci rassicurano le sue ruote da 20’ cross country, e le numerose possibilità di regolazione e di guida assistita delle quali dispone. Se fossimo in primavera, non esiteremmo ad aprire il tettuccio, per goderci al meglio l’habitat circostante. Quasi quasi, però… un pezzetto di strada lo proviamo nella versione cabrio. I sedili sono riscaldati e i cristalli laterali sollevati, assieme al parabrezza che è molto avvolgente, ci permettono di immergerci nel paesaggio. Perché anche con il tetto aperto, siamo perfettamente riparati dall’aria fresca alla quale l’auto va incontro. Più avanti, però, la strada ha trattenuto l’acqua piovana dei giorni scorsi, ed è meglio richiudere il tettuccio per evitare di sporcare l’abitacolo con gli schizzi di acqua e fango. il processo è molto veloce e si può fare anche in corsa, fino a 48 km/h. Un rischio però, quello di essere colpiti dagli schizzi delle ruote, che, come scoprirò più avanti, è molto remoto. Perché la #RangeRover #Evoque , così è ovviamente anche per la #Convertibile , è progettata per assicurare la massima protezione, al guidatore e ai passeggeri, dalla sabbia sollevata in corsa o dall’acqua scagliata in alto dalle pozzanghere o dai guadi. E alla guida, anche affrontando grosse pozzanghere in velocità non si scompone. E se lo fa, l’elettronica assiste ogni nostra manovra. Dispone infatti del cambio automatico a nove rapporti, o manuale guidato dalle palette al volante, con il classico selettore delle funzioni con la manopolona sul tunnel centrale, della frizione Haldex a controllo elettronico e della trazione integrale permanente ‘Terrain response’. Significa che la trazione viene scaricata automaticamente a seconda del terreno, sull’avantreno sull’asfalto e il fondo buon tenitore, di più sul retrotreno nel fuoristrada. Basta scegliere tra i programmi guida generica, selezionandolo dalla tastiera dietro al manopolone centrale, per asfalto e fuoristrada meno impegnativo, erba/ghiaia/neve per superfici a scarsa aderenza, fango e solchi, sabbia. Dispone anche dell’HDC, che sta per Hill Descent Control, il controllo automatico della velocità in discesa, che i permette di non toccare i comandi in percorsi molto ripidi e l’Evoque ci condurrà alla meta a una velocità costante e selezionabile da 8 a 30 km/h. Anche in presenza di un ‘muro’ in discesa. Va precisato, che la nostra è una delle diciotto versioni disponibili. Tutte allestite con interni all’altezza delle Land di alta gamma. Così è anche per i due posti posteriori, che sono confortevoli come quelli anteriori. Certo, non hanno le stesse regolazioni, ma sono protetti dai cristalli alzati anche a tetto aperto. Mentre, in caso d’urto si materializzerebbero in frazioni di secondo due barre-roll bar di protezione. Torniamo a noi: ecco finalmente un guado. Duemila cc di cilindrata, diesel da 180 CV. Anche se qui, tanta potenza non serve. L’acqua mi sembra sufficientemente profonda: cosa succederà ora? Credo arriverà fino ai mozzi delle ruote. Mi avvio nell’acqua, si attivano i sensori piazzati sotto agli specchietti retrovisori. Che misurano la profondità rispetto al limite dell’auto. E ci avvisano quando ciò accade, per lasciarci scegliere se rischiare, o fermarci e ritornare indietro, anche assistiti dalle ben definite immagini della retrocamera ritrasmesse sul grande display centrale. Usciamo come se nulla fosse accaduto sull’altra sponda. Eravamo entro il limite di guadabilità consigliato, che è di 50 cm. #LandRover #Evoque è dunque una macchina ‘fashion’ molto versatile. E’ maneggevole, sicura, molto affidabile anche sull’asfalto veloce. Perché è stato scelto strutturarla con un’altezza da terra che è un compromesso utile tra la tenuta di strada e le esigenze dell’ #offroad. Bene, nel frattempo siamo arrivati ai margini del Parco. È stato un #testroad pienamente soddisfacente. Al di là del fatto che ha rivisto le stradine dell’infanzia, la nostra navigatrice ultraottuagenaria è molto soddisfatta del confort. Le sia pur non numerose asperità di questo percorso #offroad non le abbiamo minimamente sentite. Così come, nella marcia fuoristrada, le ruote non hanno trasmesso nessuna vibrazione all’abitacolo o al volante. Tantomeno ai sedili. Quasi come se avessimo corso sull’asfalto. Una conferma della fama di salotto da #offroad , che le auto della Casa inglese si sono guadagnIMG_4590[1] IMG_4188[1] IMG_4582[1] IMG_4584[1] IMG_4591[1] IMG_4596[1] IMG_4598[1] IMG_4599[1] IMG_4600[1] IMG_4603[1] IMG_4604[1] IMG_4632[1]ate da tempo. #charlieinauto69

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I migliori auguri per un sereno e prospero 2018 da #charlieinauto

CHARLIEINAUTO Seat Ateca ridCHARLIEINAUTO Fiat 124 spider spiaggia tramonto ridCHARLIEINAUTO Subaru Levorg tramonto ridCHARLIEINAUTO Subaru XV Piancavallo ridCHIA Tipo MArano laguna 2Skoda Fabia AquileiaCHARLIEINAUTO Giulietta Sport ridCosta sole alberoIMG_3588CHARLIEINAUTO Range Rover Evoque bici rid 2IMG_1470Dodici mesi di prove-testdrive-testroad, alla scoperta delle bellezze del territorio. Un sentito ringraziamento va a tutti/e coloro che hanno reso possibile questo nostro fantastico viaggio tra le proposte dell’auto e siti ed eventi di singolare bellezza.

CarloLand Rover Discovery molo Grignano

#testdrive #testroad #LandRover Un fine settimana denso tra Austria e Germania dove l’autostrada è senza limiti

Con Nuova IMG_9425 IMG_94272 IMG_9441 IMG_94572 IMG_94692 IMG_94702 IMG_94762 IMG_94812 IMG_96372 IMG_96542 IMG_96572 IMG_96712 IMG_96802 IMG_96852 IMG_96872 IMG_98773 IMG_97492 IMG_97842 IMG_98142 IMG_98534 IMG_98583 IMG_99362 IMG_99752 IMG_99972#Discovery 3000 HSE Luxury viaggiare è come starsene seduti ai comandi di un realistico videogioco

Nel quale relax e confort permettono di vivere le bellezze del territorio tra Ratisbona il Danubio e Salisburgo

Dall’Austria alla Germania, lasciata alle nostre spalle Salisburgo, il passo è breve. Il confine non è più segnato dalle sbarre, come l’avevamo superato l’ultima volta che eravamo andati in Germania in auto. Ma la strada, nonostante le numerose corsie, si restringe e incontriamo un controllo armato. Niente paura: poche ore prima era accaduto un fattaccio in Austria. Superato il confine tedesco, la musica cambia. L’autostrada, non a pagamento, è molto larga e scorrevole nonostante il traffico intenso perché siamo alla vigilia di un ponte festivo. Si infila nella foresta, e tra i due orologi del cruscotto della #LandRover #Discovery HSE Luxury ci compare sempre il disco rosso con il limite di velocità. 70 (km/h) dove sono in corso dei lavori. Poi sale a 90; a 110, e …nulla.

#Discovery è a suo agio tra auto che sfrecciano al ben oltre 200 km/h

Sulle autostrade, in Germania, salvo lavori in corso o in prossimità delle uscite, c’è il via libera ai mezzi potenti. Ce ne accorgiamo quando ci sfila via improvvisamente con un ruggito che effettivamente ci coglie impreparati, una splendida Porsche Carrera. Forse andava a 230 all’ora. Così decidiamo che è l’unico modo per provare la #Discovery ad alta velocità. Cambio automatico, nove marce, le prime tre le usa per muovere la imponente massa da fuoristrada all terrain da oltre 2 tonnellate e 700 kg. Poi, quando ha preso l’abbrivio, viaggia come una gran turismo. Ricordate? 3000 cc sei cilindri e 249 CV. La differenza da una gran turismo è sostanziale: lo stile inglese nel confort. L’abitacolo è infatti un grande e lussuoso salotto. I sedili sono comodi oltre ogni aspettativa. I comandi tutti intuitivi e a portata di mano, concentrati tra volante e cruscotto. Il comando del cambio è il tradizionale pomello simile ai comandi di un impianto HIFI di qualche anno fa morbido ma estremamente sensibile. E ciò si apprezza nelle manovre in parcheggio. Dunque, ritorniamo a noi. Autostrada tedesca, nel mezzo della foresta bavarese. Nel frattempo abbiamo raggiunto l’alta velocità. La sensazione quella di essere sempre seduti nel nostro comodo salotto, e di guidare ai comandi di una playstation. Assetto, tenuta di strada, scorrevolezza, confort: ci possiamo godere un po’ di ottima musica dall’impianto Meridian da 825 W surround sound system,  che dispensa suoi limpidi verso tutti i posti a bordo. All’occorrenza anche i due in coda. mentre i passeggeri dei posti posteriori si possono godere film, video, o lavorare con power point, o giocare cn la Playstation, sui due schermi ad alta definizione annegati nei poggiatesta dei due sedili anteriori. comandandoli separatamente. E soprattutto senza disturbare chi si gode il suono perfetto dell’impianto, perché dispongono di due cuffie ad alta fedeltà.

Arriviamo alla bavarese Regensbrg, in Germania, l’antica Ratisbona

Ecco la meta del viaggio: vediamo la cattedrale di Regensburg, l’antica Ratisbona. Stile gotico un po’ complesso. All’interno uno dei più grandi organi al mondo noto ai musicofili per le importanti esecuzioni di brani classici e sacri. In questa città, grande come Trieste, sono nati Papa Razinger, e il campione del mondo dei rally degli anni ’70 Walter Rohrl. Attraversata dal Danubio, la sera si anima nei pub disseminati nel centro storico, riconosciuto tra i beni patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Scopriamo una birreria-birrificio, dove con i cibi classici, salsiccia, goulatsch di manzo, patate, ci portano quattro calici tipo floute con altrettanti tipi di birra fatti in casa. Cerchiamo di valorizzare la nostra auto e saliamo al colle.

Al Walhalla il tempio dei tedeschi che reso onore alla Germania

Meta, stavolta, il Walhalla. Ce ne hanno parlato: raccoglie il busto dei tedeschi che hanno dato lustro alla Patria. Voluto da Ludovico I di Baviera, completato nel 1842, riprende lo stile del Partenone di Atene e vuole incarnare nell’architettura la tradizione nordica del luogo dove si riunivano le anime degli eroi caduti in guerra. I viali di accesso, con il i colori dell’autunno, rendono onore al sito prescelto per questo tempio alla Germania. Arrivati in cima scopriamo il motivo del fascino del luogo: vi si arriva da lunghe gradinate. Ed è tra gradoni e colonne che si scopre un paesaggio fantastico: la valle del Danubio. Finita la vacanza sportiva, un torneo di gemellaggio giovanile con il Lignano Calcio, possiamo riprovare l’emozione di percorrere un’autostrada senza limiti.

E ora in Austria a Salisburgo

Verso l’Austria, Salisburgo. Sull’altro lato possiamo comprendere il perché l’autostrada disponga di tante carreggiate, che ora sono intasate di auto al rientro dopo il ponte-vacanza. Ci avviciniamo a Salisburgo. Che mantiene sempre il suo fascino. Il tempo contato ci spinge a fare sosta e ‘rifornimento’ in un grande birrificio, una delle birrerie più note: Augustiner Beer. Tra due grandi saloni, in una galleria si affacciano chioschi dai quali acquistare la birra, la Wienersnitzel, i wurstel. Però siamo ancora lontani dal centro, sulle rive del Salzach, e dalle pendici della fortezza medioevale Festung Hohensalzburg, la più grande e meglio conservata d’Europa. Ma prima, nella città di Wolfgang Amadeus Mozart, ci attirano i negozi e negozietti del centro. Già pronti per il Natale. Ora però si è fatta notte. Impostiamo il navigatore e il cruise control sulla #LandRover #Discovery. Che staccheremo soltanto all’arrivo a casa. Salvo guidare direttamente nelle gallerie dei Tauri. Un fine settimana denso, nel quale, la fatica minore, è stata proprio quella di guidare.

#charlieinauto62

#Testdrive #testroad Con #LandRover #Discovery sentirsi a proprio agio su una #supercar di grosse dimensioni

Con #LandRover Discovery sentirsi a proprio agio su una supercar di grosse dimensioni è scontato

Tremila cc motore diesel da 249 CV ruote da 21’ sette posti o maxi bagagliaio stereo da sala d’ascolto

Fuoristrada di classe. E se volessimo fare un viaggio? Magari quando una prolungata stagione estiva da noi si sta affievolendo. E sui monti è comparsa una prima seppur debole spruzzata di neve. Prima di partire decidiamo vedere se tutto è a posto. Il computer di bordo ci segnala un basso livello del liquido anti particolato. Su Land Rover Discovery è infatti installato un dispositivo che riduce le emissioni.

Efficace, perché a differenza di tante auto che sono in circolazione, non ci è mai capitato di vedere nello specchietto retrovisore una nuvola di fumo nero. Ci spiegano che la Casa inglese ci tiene molto affinché l’aria dei luoghi dove le sue auto si muovono rimanga pulita. il capo officina di un centro assistenza in una grande città ci spiega infatti che se il liquido si dovesse esaurire completamente, ci potrebbe capitare la sorpresa di rimanere a piedi: alla prima riaccensione successiva, la nostra Nuova #Discovery si potrebbe rifiutare di andare in moto. Per ovviare a questo inconveniente, vista la nostra tendenza a sottovalutare le cose, anche gli avvisi delle nostre auto, alcuni proprietari si portano a bordo una tanichetta con il prezioso liquido. Utile soltanto per un un temporaneo e parziale rabbocco. In officina infatti l’operazione viene eseguita con un’apposita apparecchiatura. Che assicura continuità ed efficacia al sistema. Per il resto, tutto ok. Anche la guida in città: con ‘due dita’ sul volante, ovviamente mi riferisco alla docilità di questa maxi-supercar, ci si può districare nel traffico urbano, anche se intenso. Nelle manovre di parcheggio, volendo c’è il park assist ma con le telecamere e il grande schermo centrale possiamo fare tranquillamente ‘a mano’, è parimenti maneggevole. Anche il classico comando del cambio automatico (a 9 marce) a pomello, ci permette di passare in un istante dalla marcia avanti alla retromarcia per disimpegnarci in ogni situazione. Anche in spazi ridotti.

Quindi? Si parte?

I bagagli? Credo proprio che non sia necessario stivarli nel bagagliaio. Nel pianale, dietro a una pedana che si abbassa elettricamente, comandata da una pulsantiera collocata nel montante posteriore sinistro del portellone, sono ‘annegati’ due sedili. Che con la stessa pulsantiera, o con un telecomando in dotazione, o … con il telefono cellulare, basta scaricare l’APP Land Rover. E tale operazione si può compiere anche …a distanza. Così come è possibile accendere il riscaldamento, o l’aria condizionata, per trovare l’abitacolo immerso nel grande confort che caratterizza la Nuova Discovery. Sempre dalla pulsantiera, se vi foste dimenticati di riposizionare l’auto nell’assetto standard, si può alzare, o abbassare l’auto. Con la semplice pressione di un pulsante. Ah sì! I due sedili supplementari, che portano a sette i posti a sedere: sono della stessa qualità, e comodità degli altri. In un contesto così, è facile comprendere che di posto, in questo bagagliaio, ce n’è da vendere. Per facilitare la visibilità posteriore è anche possibile abbattere a comando tutti i poggiatesta. Ovviamente ad auto semivuota. Mentre il tetto apribile, o chiuso e vetrato, ci permetterà di godere il panorama, alpino.

In viaggio

Nuova #Discovery della #LandRover dispone di un sistema satellitare preciso, in grado di ripetere anche nel display al centro degli orologi il limite di velocità della strada che stiamo percorrendo. Bene, accendiamo la radio, Bang & Olufsen, e imbocchiamo l’autostrada. Il sistema di cruise control e di guida assistita è molto preciso. Il comando è sulla razza destra del volante, ed è facilissimo cambiare regolazione in marcia. Arriviamo al confine con l’Austria, dopo avere acquistato l’adesivo che rassicurerà la Polizei sul fatto che abbiamo pagato il pedaggio, e cerchiamo una stazione di rifornimento: in questo Paese costa sensibilmente di meno, e il serbatoio è piuttosto capiente. Comunque, con una condotta di guida accorda, seguendo anche gli insegnamenti dell’eco-computer di bordo, i consumi sono accettabili. Giriamo un po’ fuori dall’Ausfahrt, l’uscita dall’autostrada, che è senza pedaggio, nell’incantevole paesaggio sub urbano austriaco, che è simile a quello montano. Finché a un semaforo affianchiamo un automobilista del posto. Che senza esitare, quasi senza che gli parliamo in un tedesco improbabile, ci fa cenno di seguirlo. Finchè mette la freccia a un incrocio e ci mostra un’insegna, che recitava più o meno: Outlet rifornimento. Una gentilissima signora vestita con il caratteristico abito di velluto ci fa il pieno. Alzo lo guardo e vedo il prezzo del gasolio: 1,1…!? Quasi quasi vengo ad abitare qui. Riprendiamo l’autostrada verso Salisburgo e il confine con la Germania. Ci attendono tratti immersi nell’incomparabile scenario alpino. Pian piano ci infiliamo nelle vallate dei Tauri. Sbuchiamo dalla prima lunga galleria, prima della seconda, dove pagheremo l’unico pedaggio autostradale dell’Austria, ed ecco la sorpresa, splendida: la prima neve aveva ulteriormente ingentilito il paesaggio. Il tetto trasparente fa il resto e ci permette di ammirare tutta la bellezza di montagne tra le più nevose dell’arco alpino. Finché la skyline si appiattisce, e si apre davanti a noie ci avviamo verso la foresta bavarese. Una sosta al grill, molto curato quasi un locale di città, e scorgo le prime golosità del posto: goulatsch suppe. Ci assicurano che fatta sul posto. Proviamo: sembrerebbe di sì. Peccato per la birra. E’ rinviata a quando potremo lasciare la #Discovery ferma nel parcheggio della nostra destinazione.

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#testdrive #testroad Immaginate di superare un guado ghiaioso seduti in salotto: è #LandRover Nuova #Discovery

La filosofia del fuoristrada sicuro affidabile e confortevole si è evoluta nel tempo

Una #supercar iperaccessoriata e capace di portarvi dappertutto velocemente e in piena sicurezza

‘Metti una sera a cena’. Scontata come frase perché ci richiama alla memoria uno dei capolavori della cinematografia del ‘900. Ponete però il caso che vi capiti di ricordare con alcuni amici le ‘antiche’ avventure in fuoristrada, in moto. Quando l’enduro si chiamava regolarità. Le moto erano poco più attrezzate rispetto a quelle stradali. Anche perché per andare fuoristrada occorreva affrontare i trasferimenti. Dalla città, nel mio caso Udine, attraverso le campagne, fino alle colline. Il più velocemente possibile. Per poi cambiare stile di guida e permetterci di lanciarci tra i sentieri, le mulattiere, i pratoni. Tra paesaggi intricati, complicati, o mozzafiato. Perché allora si poteva fare liberamente, senza turbare la natura o danneggiarla. Ricordo la Panoramica delle vette, la cima del Cjampon, del Matajur, del San Simeone. Moto? Una tranquilla Beta 125. Poi un’Aspes Hopi 125, con la testata radiale, come quella impiegata nel motocross da Felice Agostini. Qualche anno dopo, passato da tempo alle quattro ruote per motivi scontati di praticità, avevo già cominciato questo mestiere, con le prime radio private. Allora, erano ancora ‘pirata’. Come lo era la mitica Radio Luxembourg. Finché un imprenditore in Friuli, titolare di una delle prime Tv private, decide di trasferire la mia professionalità all’esterno. Ed ecco le prime radiocronache, le dirette dalle prove speciali dei rally, anche di notte. Lui era anche un radioamatore. Lo studio? Era a Udine. Quello mobile, i baracchini installati su una …

#LandRover. A passo corto

E riecco rispuntare la passione per il fuoristrada. Mulattiere e sterrati che l’icona dei fuoristrada mi consentì di esplorare e percorrere senza alcun inconveniente. L’unico, al rientro in città. Quando sulle strade diritte e asfaltate occorreva continuamente correggere la direzione, per farle mantenere il percorso che avevo prescelto. Quasi come guidando un piccolo motoscafo soggetto all’effetto di cavitazione dell’elica. Una decina d’anni dopo, in tutt’altro ambiente, un ex imprenditore motociclistico austriaco, guarda caso di moto da fuoristrada, ma appassionato anche di vela, sostiene una barca con la quale avremmo vinto diverse regate adriatiche. Che macchina aveva?

Una #RangeRover

con la quale avremmo fatto numerose gite e scampagnate, anche a Salisburgo, sul Garda, in giro per i monti. Dove era necessario affrontare trasferimenti per provare le doti fuoristrada per le quali l’auto era stata progettata. Per ingannare la ‘noia’ dei trasferimenti, che lui compiva spesso, da Vienna al mare, aveva installato a bordo un videoregistratore con la tv. Sono passati quasi trent’anni ed ecco l’occasione per cercare di capire di più quella filosofia di costruzione. Tipicamente inglese. Il fuoristrada le Range Rover, e le Land Rover, lo sanno fare bene. Le ho viste nei test in vari eventi, al Motorshow, alla Barcolana. Incrociate in qualche stradina impervia o mulattiera. O intraviste uscite dal greto dei fiumi e dai guadi. Per capirlo meglio, una Land Rover al top di gamma: la Nuova Discovery.

Nuova #Discovery

A prima vista, probabilmente me l’hanno consegnata con l’assetto da guado, una spanna in più rispetto a quello normale, mi sono chiesto che cosa ne avrei fatto …di un mezzo così imponente. Poi però, dopo i primi km ho capito che avevano ragione loro. Chi? I costruttori. Cilindrata: 3 mila. Numero cilindri: 6, il che, oltre a poter essere apprezzato su ogni tipo di percorso, anche stradale, conferisce alle oltre 2,6 tonnellate della Discovery una duttilità e una morbidezza di guida impensabili per un’auto di queste dimensioni. Potenza: KW …, ovvero 250 CV. Cambio: a nove marce. Le prime tre le usa per mettere in movimento la grande massa. Poi, una volta avviata, è come un’onda di piena. Va come una coupé. Ma dentro è spaziosa come un van, per i posti anteriori, quelli posteriori, e i due che spuntano con il telecomando o comandati dal cellulare, dal bagagliaio. Davanti si trasforma in uno splendido ufficio mobile. Dietro, ancor di più con i televisori integrati nei sedili anteriori. La sensazione, dal posto di guida alto, e ampio come quello di un pullman, comodo come quello di una … Range Rover, è quella di dominare la strada. Sia che si tratti di asfalto che di sterrato, sabbia, fango, acqua… ghiaia. Un guado. Per cominciare asciutto. Magari nell’Isonzo.

Banco di prova i ciottoli del fiume Isonzo, in provincia di Gorizia, ai margini della #RivieraFriulana

Però, l’auto è una vettura importante. Ma anche pesante. In caso di inconvenienti come tirarla fuori dai …guai? Non conosco nemmeno il posto. Forse è meglio cercare un ‘tattico locale’. Come Enzo Lorenzon, che ha trasformato terre ghiaiose in vigneti per produrre vini premiati nei concorsi mondiali, come il Sauvignon Blanc, a Bruxelles. Però oggi è via. E ai Feudi di Romans, a San Canzian d’Isonzo, troviamo i due figli, Davide, impegnato in cantina, e Nicola, il Pr. È lui a guidarci nei pressi del ponte della ferrovia. Un primo passaggio a piedi, per vedere se si può, e poi via. In tutti i sensi, perché questa #Discovery non si ferma davanti a nulla. Anzi, anche nella ghiaia del greto procede inarrestabile. Con una progressione e un controllo che ci rassicurano metro dopo metro. Da fuori ci hanno assicurato che al nostro passaggio il rumore era quello di uno schiacciasassi. Per il resto è molto silenziosa, a parte il cupo rombo frazionato dei sei cilindri. E lo è sia all’interno che all’esterno. Ma da dentro? vi chiederete. Nel guado? Sembrava di essere seduti alla consolle di un videogioco seduti in un comodo divano. E ora? Torniamo all’azienda Lorenzon, per assaggiare la Ribolla spumantizzata, e alcuni dei prodotti a km zero proposti nella nuova area degustazione. Poi proseguiremo per un’altra avventura.

Carlo Morandini

(1-segue)Land Rover Discovery Hotel Trieste 2017 Land Rover Discovery Grignano 2017 Land Rover Discovery Vespucci Land Rover Doscovery Vespucci Amerigo Land Rover Discovery Grignano tramonto Land Rover Discovery molo Grignano IMG_8966 Land Rover Discovery microcar IMG_2971[1] IMG_2972[1] IMG_2973[1] IMG_2974[1] IMG_2975[1] IMG_2976[1] IMG_2977[1] Land Rover Discovery telecamere