#Subaru Levorg: test drive lontano dall’asfalto sugli sterrati della Riviera friulana

Baricentro basso motore boxer orizzontale e trazione integrale bilanciata dalla centralina sono le carature di #Subaru Levorg

Risultato: un giocattolo da guidare su terra che non perde confort e appeal nemmeno tra la polvere

Avevo lasciato per ultimo un capitolo che mi sta a cuore. Vedendola, di primo acchito, quando me l’hanno consegnata, avendola intravista in precedenza soltanto su riviste e depliant, non avevo dato peso a tutte le sue prerogative. Elegante, compatta, spaziosa, comoda nonostante l’altezza da terra da assetto sportivo-stradale. Così la mia prova si è sviluppata sull’asfalto, in pianura, in montagna, su strada. Poi ho visto le news che l’ottimo as Andrea Placani mi mandava, e anche i video nei quali la Levorg era piuttosto agile sulla neve. E ho capito. D’altro canto, tutta la flotta Subaru ruota attorno alla prerogativa del 4X4. E l’esperienza della Casa delle Pleiadi nella trazione integrale è ormai quarantennale. E allora?

 

Imbocchiamo un sterrato della Riviera Friulana.

 

Verso Precenicco (Ud). Ci dirigiamo verso il fiume Stella. Lo sterrato liscio con il panno di un biliardo. Proviamo a spingere, prima timidamente. Perché abbiamo sotto le ruote un motore a benzina, turbo a iniezione diretta, che è vero che è ‘soltanto’ di 1600 cc, ma è anche vero che scarica 170 HP. Poi spingiamo con più decisione. E qui, come sulla neve, emerge la classe della Levorg. Chi l’ha messa a punto, ma già chi aveva progettato la trasmissione sempre in presa, a sei marce, ma anche automatica, aveva scelto di assicurare la massima fluidità all’accelerazione. Anche il passaggio di marce nell’automatico non si nota. Prima di imboccare la strada bianca avevo provveduto a premere sul volante il tastino S, che a differenza della funzione I attiva tutta la potenza della macchina. E rende la curva di coppia più ripida. Il risultato? Che la Levorg fa esattamente quello che le chiediamo. Frena morbida in staccata. Scarica la potenza in curva per mordere il terreno con il 4X4. Proviamo a forzare …la mano. Ma Levorg è quasi come’è sull’asfalto.  Si guida come un kart, anche sulla strada bianca.

 

Baricentro bassissimo

 

Uno dei segreti di questa stabilità e sicurezza sta nel motore boxer a cilindri contrapposti. Guardate com’è basso e piatto il muso della macchina, che le regala un coefficiente di penetrazione all’aria molto basso. Il motore è infatti orizzontale. E il baricentro bassissimo. Tra l’altro Subaru ha studiato un sistema che in caso di urto frontale fa rientrare il motore verso il fondo dell’auto, non verso l’abitacolo. Sì, ma la guida? Mi chiederete… Abbiamo provato anche la funzione manuale del cambio, a sei marce, ed è stato ancor più divertente. Poi abbiamo provato a escludere tutti gli accorgimenti perla sicurezza, dall’anticollisione all’antislittamento. Sarà che ho la guida morbida, ma non sul pedale dell’acceleratore, e forse incide la scelta di dove mettere le ruote.

 

Morbida ed elegante anche su terra

 

Ma anche sullo sterrato Subaru Levorg si è rivelata un’auto davvero divertente. Poi, il baricentro basso e il 4X4 sempre rapportato al peso e alla situazione dalla centralina, rendono confortevole anche quando si desidera tirare di più nel misto e nei tratti da guidare. Anche per il passeggero/a. E quindi? E quindi, Subaru Levorg è stata proprio una bella scoperta. In tv ho visto su Top Gear GB la sorella maggiore (di età), la Impreza, che monta un motore Cosworth. Lo stile del telaio e della scocca è molto simile. E quindi, anche la Levorg potrebbe… Ah sì, dimenticavo di dirvi che esiste una versione molto più potente di questa da 170 hp, ed è in programma anche una versione diesel. Ma quella più potente, per quest’anno ancora non sarà importata in Italia. Speriamo di poterla provare presto.

#charlieinauto  

#charlieinauto #Subaru Levorg si guida con due dita al volante è precisa e docile

Ma si arrampica come un cavallo di razza e con il 4X4 perdona tutto ciò che le chiediamo

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Sul percorso di una cronoscalata il computer e il cambio automatico contengono il consumo seppure ‘a tavoletta’

Oggi proviamo a vedere come va. Una SW, sportiva, a benzina, a trazione integrale. Facciamo un giro in montagna. Trasferimento in autostrada. L’aerodinamicità delle linee della Levorg aiuta a risparmiare carburante, ma anche a prendere velocità. Che di punta è superiore ai 210 Km/h. Ma questo test lo lasciamo per ora a chi la proverà in pista. Passiamo alla guida turistica: 110/120 km/h, reali saranno 100/110. Dopo 70 km il computer di bordo ci segnala un consumo tra i 15 e i 16 km/l. Il che ci rincuora. Perché ora, dopo un misto di una trentina di km in Carnia, vediamo com’è la guida veloce nel misto. E’ sera e lo possiamo fare. La centralina destina il 60 per cento della potenza alle ruote anteriori, il 40 dietro. Così la macchina è sempre incollata alle traiettorie che le chiediamo. Solo un po’ di sovrasterzo quando spingiamo a fondo sulle curve a gomito. Anche la trasmissione è fluida, e l’accelerazione è decisa ma la macchina è sempre morbida. Veloce, precisa, decisa. Accetta le traiettorie e le mantiene con sincerità. Un ruolo fondamentale nella stabilità e nella tenuta di strada lo gioca il motore boxer: è orizzontale e piatto. Così il baricentro della Levorg è bassissimo. Gommata Bridgestone, abbiamo provato a ‘farle’ di tutto. Ma non ci ha mai tradito. E’ sempre stata al gioco. Anche la frenata è sicura. Ma sempre confortevole per i trasportati. Anche se stacchiamo al limite. Sutrio, arriviamo al cartello Zoncolan. Che ormai è una delle salite simbolo del Giro ciclistico d’Italia. E’ entrata nella leggenda con Pantani. Ma in passato è stata una spettacolare cronoscalata automobilistica. L’ho fatta anch’io..Via. Proviamo con l’automatico. Il cambio manuale a sei marce lo sfrutteremo in discesa per le staccate. Levorg sale decisa. Ci porta ai tornanti in piena velocità. Non c’è che dire: la sua vocazione sportiva la scarica tutta a terra. Alcuni tornanti per impratichirci con la trazione integrale, che rende precisa e veloce anche l’uscita dai tornanti, e abbiamo la prova delle sue capacità sportive. Il misto, la guida precisa, un po’ di sporco sull’asfalto, ma non cambia niente. D’altro canto, la Casa delle Pleiadi ha sviluppato decenni di esperienza nel mondo dei rally. Bene. Siamo in cima al monte, o quasi, sul pianoro da dove gli sciatori si preparano per la discesa. I consumi, è superfluo considerare che sono stati elevati. Ma non vanno oltre le aspettative. Secondo il computerino di bordo, e poi a spanne verificheremo sulla distanza che coincidono, non sono scesi sotto ai 10 km/l. Che per una SW 1600 a benzina, compatta, palesemente affidabile e robusta, con il 4X4 sempre in presa, tre persone a bordo, e tirando, non è poi così male. Temevamo il peggio. Invece, probabilmente l’elettronica, l’esperienza nell’integrale della Casa delle Pleiadi, il cambio automatico, hanno guidato una sorta di risparmio. Nonostante avessimo attivato la funzione S Sportiva. Una cioccolata con panna, una fetta di torta ai mirtilli sul pianoro dello Zoncolan. Facciamo anche la rampa in salita che è stata resa famosa dal Giro d’Italia, e la Levorg morde il fondo asfaltato reso incerto dalle gelate invernali. Il panorama da quassù è fantastico. Ora scendiamo dal versante pordenonese. Ma prima una sosta a malga Pozof. Ricotta affumicata e Montasio stagionato. Con il pane casereccio. E un buon bicchiere di vino rosso, un Refosco. Uno solo, perché poi si deve guidare. E affrontiamo la discesa verso le vallate pordenonesi. Stavolta, il cambio al volante lo usiamo per le staccate e per assicurarci prontezza di trazione all’uscita dalle curve, sui dossetti, dove l’aderenza o la potenza servono di più. È pur sempre un 1600. I rapporti sono ben calibrati, e ci permettono una guida fluida e di rendimento. Anche in discesa. Stavolta, i consumi sono nella norma. Arriviamo a fondovalle. Scendiamo: un’occhiata ai cerchi e alle gomme. Non si sono surriscaldati oltre il dovuto. Missione compiuta. Un’auto divertente ma nello stesso tempo facile. Anche per le signore che si mettono alla guida di una SW sportiva e compatta. Ma è anche elegante, grintosa. Sa di auto sportiva ma se vi ci portate la compagna a una cena elegante, non vi farà sfigurare. Se vi capita, dunque, fateci un giro. Vi piacerà.

@charlieinauto

#Subaru Levorg sportiva docile morbida silenziosa: non sembra una SW a benzina con 170 HP

20170212_193345_HDR Ch Levorg Coda Ch Levorg Central 2 IMG_5932 IMG_5908 IMG_5848 IMG_5818 IMG_5817#Subaru Levorg sulle strade della Carnia si lascia guidare con facilità e perdona molto grazie al 4×4 permanente e al sistema Symmetrical per la distribuzione della potenza alle ruote

Il motore boxer abbassa in baricentro a vantaggio della tenuta di strada

#Subaru Levorg è stata una bella scoperta. Quando l’abbiamo presa in consegna ci eravamo lasciati prendere dai pregiudizi che da qualche anno coviamo per i motori benzina. Dopo l’avvento del diesel tra le auto di ogni giorno, i consumi più limitati e la coppia bassa avevano sempre avuto la meglio nelle nostre aspettative rispetto alle prestazioni, spostate di più verso l’alto, dei motori a benzina. Così abbiamo pensato di provarla su una salita, alla quale avrebbe evidentemente fatto seguito la discesa. E siamo andati sullo Zoncolan. L’inverno dall’innevamento incerto fino in quota ci ha permesso di provare sul misto la pronta risposta alle sollecitazioni del nostro acceleratore.

Un motore vivace e potente e la possibilità di decidere istantaneamente di dare potenza

Cambio automatico, o il sequenziale a sei marce con le leve al volante. 1600 cc, 170 HP, una curva di coppia che possiamo modificare con un tasto al volante per scegliere tra la guida I ntelligente, che dà priorità al risparmio e riduce un po’ la potenza, e quella S portiva, che consente di avere il massimo dalla vettura. E che si può commutare all’occorrenza anche istantaneamente, per esempio per un sorpasso. Sul display tra gli orologi del cruscotto compare disegnata la curva di potenza che ci permette di sapere che cosa abbiamo a disposizione in quel momento. Quanto a stabilità, l’auto è compatta, ma con la linea da vettura d’alto livello. La mascherina elegante ma aggressiva consente di raffreddare il segreto di questa macchina di alto livello, camuffata da auto di fascia media. Per consentirci di apprezzare i sedili molto curati e comodi, nello stile della Casa delle Pleiadi, avvolgenti ma estremamente confortevoli, e che ci permettono di sopportare di buon grado le sollecitazioni ‘di potenza’, Levorg monta il boxer a benzina Subaru. Il motore è piatto, distribuito in orizzontale, perché i 4 cilindri sono contrapposti di 180 gradi.

Baricentro basso per sfogare le nostre propensioni rallystiche

Ne consegue il baricentro basso, assecondato dalla limitata altezza da terra, esaltata dalle minigonne laterali. Il risultato è una tenuta di strada eccellente in ogni occasione. Garantita anche dalle 4 ruote motrici sempre in presa. Risultato dell’esperienza Subaru in materia. Non la spaventano certo i tornanti dello Zoncolan, sui quali possiamo guidarla con determinazione impugnando il volante ergonomico a forma di D. Magari disattivando per l’occasione Eyesight, il dispositivo di guida sicura che potrebbe scambiare la nostra guida sportiva per degli errori e intromettersi, anche se con garbo, con le nostre decisioni. Arriviamo in cima al pianoro dello Zoncolan, verificando che i consumi non sono stati così drammatici. E mentre in pianura erano nella media, nella salita hanno risentito delle nostre pretese sportive.

Guida morbida quasi ovattata che attenua anche la percezione della spinta del motore boxer

La guida è sempre stata fluida, a portata di tutti e di tutte. Anche grazie al brevetto Symmetrical All-Weel drive, che distribuisce la potenza dove serve, e non indistintamente sulle quattro ruote. Un salto al rifugio Zoncolan, o in uno dei locali per la grappa con i mirtilli, per i passeggeri, la cioccolata calda, per noi che guidiamo, e possiamo provare Levorg sulla strada sporca, un po’ sconnessa dall’inverno, che scende verso la montagna pordenonese. Due strette gallerie che sono percorse anche dai ciclisti del Giro d’Italia nella tappa dello Zoncolan, ci conducono verso la malga Pozof. Da visitare per assaggiare i formaggi freschi e stagionati che il casaro realizza sul posto. Poi, la discesa, stretta, a tratti ripida, con allunghi seguiti da curve strette e tornanti: insomma, da guidare. E anche qui Levorg ha dimostrato una buona capacità di frenata e di saper rispondere alle nostre richieste di spunto e velocità. D’altro canto, chi abbiamo lasciato alle spalle aveva la conferma del carattere di Levorg dai due terminali di scarico a coda dell’auto.

 

Scalare le marce a mano con il comando del sequenziale e lasciare la progressione al cambio automatico

 

Per regalarci qualche emozione in più nelle staccate ci siamo aiutati scalando le marce all’inserimento alla corda delle curve strette manualmente. È possibile farso semplicemtne agendo sulle leve al volante anche con la cloche del cambio sulla posizione Automatico. Quando rilasciamo le levette il cambio automatico riprende il comando dei rapporti del motore. Mentre l’intera nostra manovra è replicata dal display sul cruscotto, dove compare anche il suggerimento della marcia da innestare, assieme al numerino di quella inserita. Ma come possiamo usare la #Subaru Levorg? Dove e per corsa possiamo sfruttarla? Lo vedremo assieme la prossima volta.

#charlieinauto

SubaruLevorg: elegante e compatta, grintosa, morbida nella linea, guida, e abitabilità

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Dovete prenderla com’è perché non ci sono alternative: soltanto 1600 a benzina, boxer, 170 HP

Scendendo da una primadonna non era certo facile ‘accontentarsi’ di guidare altro. Il primo impatto è stato di incertezza: passavo da una posteriore pura a un 4X4 permanente, la #SubaruLevorg. Come sarebbe andata a finire? Soprattutto, da un cambio sei marce a cloche, a un automatico, con sequenziale e comandi ad aletta al volante. La palestra per il riscaldamento è sempre Milano. E guarda caso, comincia a poca distanza dal garage precedente. Questo, più discreto, è immerso tra i palazzi. Ci affidiamo al navigatore per andare verso i navigli. Occhio! L’ultima volta che ci siamo fidati c’è arrivata la multa per accesso alla zona ZTL senza avere pagato il bollino… le studiano tutte per fregarti soldi ormai: noi gli portiamo in mostra accanto al marciapiede vicino al Duomo una Signora della strada nella livrea bianco ghiaccio, e loro ti mandano il conto a casa. Mah!?

Tanti comandi ma molto intuitivi

Comunque, ci abituiamo subito ai comandi, sono molto intuitivi. Eccetto che per l’enorme ma utilissima serie di accorgimenti per la sicurezza nella guida, che hanno fatto vincere e fanno vincere a #Subaru sempre nuovi Oscar per la security. Un grande pedale del freno in inox, che non puoi mancare, da premere anche per accendere il motore contemporaneamente al pulsante di avviamento-spegnimento. Con il motore, funzione escludibile, che ce lo spegne ai semafori.

Sedili con controllo …tipicamente europeo

Ora regoliamo i sedili. I comandi, ci aveva spiegato il capofficina dell’assistenza milanese della Casa delle Pleiadi, officina Buratti, ci aveva spiegato che hanno al tatto la forma del sedile. E così è infatti: solleva, avanza, arretra, reclina… E quelli del passeggero anteriore? Tutto manuale. Anche l’inclinazione che … scopriamo, ha la posizione a sgancio rapido. Certo che le studiano proprio tutte per i mercati europei questi giapponesi. P, R, D, N, e se si vuole cambiare a sei marce sequenziali si sposa da Neutral leggermente la docile leva del cambio a sinistra. E sul display dietro al volante compare il numero della marcia inserita. Si spegne il termometrino blu sul cruscotto, e vuol dire che il motore è caldo qb. E ora? Vediamo un po’. Mentre apprezziamo la grande comodità dei sedili, in pelle con cuciture a mano a filo azzurro, intonate alla selleria, facciamo un paio di conti: dobbiamo fare quasi 400 km. È bene che prendiamo un po’ di pratica.

Motore boxer a benzina

Allora: benzina, quattro cilindri boxer, 1600 cc, 170 cv, trazione integrale permanente. E’ l’erede della Subaru Legacy, c’è solo a benzina, per ora, e viste le prestazioni, 210 km/h, 8.5” da 0 a 100 km/h potrebbe accurare qualche buco nello spunto. Invece la ripresa è veloce. E quello che ci sorprende, che la rende ‘appetibile’ anche per le signore sportive, è la morbidezza. Ecco, quest’auto si distingue per una guida docilissima e morbidissima. Lo sterzo molto preciso, l’accelerazione potente fluida, la frenata soft ma assolutamente efficace. Il tutto assistito dall’elettronica. Perché monta Eyesight che guida per noi. Forse anche troppo inducendo assuefazione all’automatismo. Un’unica perplessità la notiamo nella fanaleria: gli anabbaglianti a led ci assicurano una luce molto più precisa e potente degli abbaglianti alogeni. Con il risultato che quando ci serve guardare oltre, per un istante, per impostare la prossima puntata della guida, la loro profondità è meno intensa di quello che ci aspettiamo. O forse, è l’effetto della sensibilità dei nostri occhi. Ma è una valutazione da rallysta, non da normale utente della strada.

In curva dalla sensazione di potenza ‘lombare’ del posteriore a tutto il corpo sospinto verso l’esterno

Proviamo a schiacciare a fondo, e il motore sale e cambia marcia rapidamente, e sale assieme alla velocità. Puntiamo veloci a una rotonda. Ecco la differenza: dalla netta sensazione di allargamento all’uscita dalla curva, una sensazione lombare, che provavamo con la posteriore pura, ora, nella curva, con il 4×4 sempre in presa è tutto il corpo che viene compresso verso l’imbottitura della portiera. E poi… e poi ve lo racconto la prossima volta.                                                        #charlieinauto