#testdrive #RangeRover #Evoque #Convertibile #auto eclettica e completa

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imagesE8TUHI0K CHARLIEINAUTO RAnge Rover Evoque pontile rid CHARLIEINAUTO Range Rover Evoque bici rid 2 IMG_2882 IMG_2886 IMG_2904 IMG_E4987[1] Tagliamento fango IMG_4649[1] IMG_4624[2] IMG_4600[1] IMG_4590[1] IMG_4185[1] IMG_4169[1] IMG_4167[1] IMG_2904Una cabrio fuoristrada non me l’aspettavo ma è un vero #offroad professionale

Confortevole e silenziosa nonostante il tetto apribile

La mia storia motoristica è iniziata, come per tanti, con un ‘cinquantino’, un Italjet GoGo. Un motorino giallo, basso, serbatoio a palloncino sotto al manubrio a corna di bue, ruote da 12’, sela allungata, velocità di punta km/h. Una sorta di scooter da corsa, con il quale mi pareva di fare bella figura ai piedi della scalinata del liceo. Forse anche sì… Poco dopo però, certo un paio d’anni ma allora sembravano eterni, dopo essere cresciuto in bicicletta sulle strade non asfaltate della frazione di periferia, all’epoca erano quasi tutte sterrate, non potevo che passare alla prima moto da enduro, dopo avere divorato pagine di Motociclismo, Motitalia, Motocross. Giornali sui quali avrei scritto da grande. Gritti, Lualdi, Brissoni erano gli idoli di allora. Anche se correvano in luoghi riposti come le splendide Valli Bergamasche, in Cecoslovacchia e in altri luoghi fantastici.

un passato da #enduro

Beta 125. Veloce, robusta, ma non abbastanza: dopo la seconda gara in un curvone, su ghiaia, a 100-110 km/h mi parve di sentirla tendere alla tangente. In pratica, si era rotto il telaio. Poi sono passato a una più competitiva Aspes Hopi 125: testata radiale, motore come quello che Felice Agostini usava per vincere nel motocross. Poi le auto, i rally e una spiccata vocazione allo sterrato, al ‘derapage’ controllato che all’epoca era l’unica tecnica per far correre, e vincere, auto di piccola cilindrata dove c’era scarsa aderenza. Forse vi avrò annoiato, ma era per spiegarvi che un giorno mi capitò di guidare un’auto fuoristrada. Mi era già successo in precedenza, ma si trattava di una fuoristrada russa, molto spartana, quasi militare. Mi era stato offerto di fare le prime radiocronache dal vivo dei rally. Lo strumento?

Land Rover a passo corto anni ’80 

Una #LandRover passo corto, sulla quale era stato montato il baracchino CB per potermi collegare con lo studio situato in città. Rally del Piancavallo, Rally delle Alpi Orientali, Rally del Carso, San Martino di Castrozza… Sul fuoristrada era come correre con le mie vecchie moto da enduro. Nei trasferimenti, in autostrada dove il percorso è più o meno rettilineo, specialmente a 90-100 km/h di velocità massima, era come guidare un piccolo motoscafo spinto da un fuoribordo, che risente dell’effetto di cavitazione dell’elica: occorreva correggere costantemente la direzione. Non che sbandasse da un lato piuttosto che dall’altro. Semplicemente non voleva saperne di andare dritta. L’ho fatta lunga, ma mi sono scaricato un po’ dopo una giornata impegnativa. Però nella cornice di questo racconto, ci sta l’auto che proviamo questa volta. Quando me l’hanno proposta, la curiosità e l’aspetto trendy mi avevano entusiasmato. Ma l’avevo sottovalutata. L’avevo vista a suo agio sul castello fuoristrada tipo montagne russe che era stato allestito alla #Barcolana , della quale la Casa era lo sponsor. Carina. Ma…

Qualcuno forse ha intuito che, come la #LandRover passo corto degli anni ’80, è Convertibile

Ma non per riparare il cassone posteriore caricatutto della versione pickup, o promiscua. Ma per contenere un abitacolo lussuoso come quello della Velar o della nuova Discovery. E comodo, perché non si tratta di una cabrio 2+2 posti, bensì di una quattro posti. Ed è molto più comoda nei trasferimenti. Saliamo a bordo. Il posto di guida, e quello del passeggero sono regolabili come nelle altre #RangeRover . E sono in grado d memorizzare tre posizioni. Così se l’auto la guida Vostra moglie, e capiterà che ve la chieda spesso, basterà avere memorizzato la posizione e il sedile, regolabile con pulsanti ergonomici in tutte le posizioni e tipi di assetto, andrà a posto automaticamente.

Grande attenzione alla guida assistita

I comandi di guida sono gestiti dalla consueta manopolona centrale, anch’essa ergonomica, sensibilissima e molto precisa. Permette anche di passare dalla marcia avanti alla retro, o da Drive a Sport o altro in frazioni di secondo. Comodo per i parcheggi e per la guida veloce. Telecamera e avvisi sono ripresi dal grande display centrale. La guida è molto docile, favorita dalle ruote da 20’. Che montano gomme cross country della #Continental. Nove marce con cambio automatico.

Il motore è 2000 cc diesel da 180 CV

Ma ciò che conta di più è il tiro ai bassi. Per il fuoristrada sul tunnel centrale ci sono sei regolazioni diverse per la guida off road o in condizioni particolari. Proviamo quella dedicata al fango molto viscido: se ci affidassimo a lei manterrebbe una velocità bassa costante risolvendo tutte le criticità del fondo sterrato. Lo scegliamo davvero infernale: lungo le rive del fiume Tagliamento, verso la foce, dove alla sabbia si sostituisce il pantano, quello argilloso sul quale non riusciremmo nemmeno a rimanere in piedi. La guida è semplicissima: un po’ facciamo noi, un po’ fa lei. Com’è in gradi di fare sull’asfalto, dove si mantiene tra le linee visibili della carreggiata, mantiene la velocità con la guida assistita adattiva, frena e rallenta, o riaccelera da sola. Ma per la prova stradale, ne riparliamo la prossima volta. #charlieinauto68