Un argomento un po’ strano, ma mi è venuto così dopo una breve conversazione con un amico del reale.
Ecco tutto quà.
L’Amore o la Ragione ?
La vita del cuore è bella, ma insidiosa; pericolosa. Il percorso della mente è ordinario, ma sicuro. L’uomo ; inteso nel senso maschile ha scelto la via più sicura e anche più corta; quella della mente. La donna ha scelto la via più bella, ma irta e pericolosa : la via delle emozioni. Difatti, se poniamo attenzione anche in queste pagine del virtuale non si legge altro che la parola “Emozioni”, e sempre espressa dalle donne; dentro cui stanno racchiusi i sentimenti, gli stati d’animo. Ma bisogna tenere presente una cosa. Fino ad ora il mondo è stato governato da uomini, le donne hanno sofferto oltremisura poichè non sono riusciti ad inserirsi in una società creata a misura d’uomo; questo perchè la società è stata creata secondo la logica e la ragione. La donna, vuole il mondo del cuore, ma, ahimè, nella società creata appunto dall’uomo secondo la logica e il razionale, posto per il cuore non ce n’è.
Bisogna che l’uomo impari ad essere più di cuore, perchè la ragione sta portando l’umanità verso il suicidio globale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. La ragione ha avuto la capacità di frantumare l’armonia della natura, l’ecologia. Non solo, ma ha distrutto la bellezza dell’umanità. Questo per dire, che in ogni cosa ci vuole un po’ di cuore. La via che porta verso il centro dell’essere il cuore si mostra più vicino della mente che spesse volte non fa che intralciare. La mente, mi sembra una via per accorciare un percorso verso le cose esterne. Arriva prima del cuore, ma il suo arrivo è quasi sempre col fiatone e con la vista offuscata. Mentre la via del cuore, sia pure più lunga porta verso l’essenza , verso il profondo di ogni problema: una sorta di lente d’ingrandimento che fa vedere i frammenti che la mente non ha visto.
Ecco un motivo per cui mi faccio il tifo per l’amore.
Quando i giovani tacciono le loro ferite
Non di rado le ferite dei giovani non sono sul corpo, ma si leggono sui loro volti.
Volere essere belli ad ogni costo
Volere essere belli. Un tormentone delle donne… e oggi pare pure gli uomini non disdegnano sottoporsi anche a torture pur di modificare ciò che la natura a loro riservato. Mi chiedo perchè ? Mah. ! Per fortuna che fra i miei mille difetti questo non ha trovato posto, anche perchè mi ci vorrebbe una revisione dalla punta dell’ultimo capello fino alle falangette.
Andiamo avanti che è meglio…
Molte persone soffrono del fatto che il tempo, anzi, la loro vita, si mostri sul loro volto. Si vedono invecchiare e la cosa non li allieta per niente. Dare consigli a costoro ? Non ci penso neanche, Dico solo che rinnegare questo processo ha lo stesso significato di negare di avere vissuto. La vecchiaia, carissimi ha la sua bellezza specifica, e il volerla creare artificialmente è la più spaventosa delle contraddizioni. Se guardiamo il viso di una persona invecchiata con le rughe ben spianate è veramente penoso. Persone del genere mostrano soltanto una maschera, ma dietro la maschera si sente il vuoto che viene incontro da quella persona. Allora è più sincero riconoscere apertamente la propria età. Il mio viso è bello ogni volta che sono interamente in esso; cioè tutte le volte che sono rappacificato. Io ho un solo compito: quello di accettare me stesso, essere grato per la vita. Automaticamente questo atteggiamento interiore genererà la bellezza. Allora, dal mio viso risplenderà qualcosa che fa bene alle persone. Avete mai visto una bella donna arrabbiata, vulcanica, scontenta, delusa in viso ? : Inguardabile ! Avete mai visto una persona col volto rugoso, ma serena interiormente, in pace con se stessa, e con la vita, arrabbiata ? No. Non possiamo vederla perchè questa persona non s’arrabbia, non sviluppa bile sul volto…è serena e valuta ogni cosa; pur avversa, col bilancino della persona ricca interiormente della sua anima. Allora le rughe che importanza hanno ?
I nostri ricordi ci pesano….
Lo zaino del nostro cuore è spesso pieno di ricordi dolorosi, di sofferenze, di sensi di colpa che abbiamo collezionato lungo il cammino della nostra vita e che faticosamente ci trasciniamo come pacco ingombrante. Tentiamo di dimenticare; per saggezza – pensiamo noi – e diciamo a noi stessi che non è da saggi ancorarsi al passato con la semplice decisione:” Non ci voglio più pensare”. Ma siamo fuori strada, purtroppo. Tutto ciò che abbiamo vissuto rimane dentro di noi, e continua a vivere in barba ai nostri sterili e illusori sforzi di averli “rimossi”. Essi vanno a rintanarsi nel fondo del nostro incoscio, vivi, e pronti a uscire in superficie. Questo, ho capito. Dentro di noi ci sono un cumulo di frammenti di vita…che marciscono e influenzano i nostri comportamenti. E ci fanno perfino…..ammalare. Non osiamo guardarli in faccia. Siamo come il bambino che vuole portare da solo fardelli che non riesce quasi a sollevare. E che il papà suo gli offre la mano per accompagnarlo, gli cammina accanto. Ma lui rifiuta l’aiuto; Fatica, soffre, a volte cade e si ferisce malamente.
Si. Il nostro passato è pesante. Abbiamo ricevuto colpi sinistri che ci hanno ferito, ci hanno disgustato o che hanno impresso nella nostra anima rimorsi così tenaci da aumentare l’accumulo di sofferenze nel nostro cuore gonfio. E giù nel fondo più fondo di noi stessi, simile a un cadavere sepolto teniamo sempre qualche segreto pesante da controllare, da portare. Il nostro, come pure quello di qualche nostro caro, mille volte calpestato, mille volte nascosto, ma che sempre si fa sentire, proprio nel momento in cui credevamo d’averlo dominato per sempre.
Il nostro passato ci pesa troppo. Ci procura mal di schiena, cattivo sangue. E diciamo a noi stessi che non ce la facciamo più. Sono tutti mal d’anima che ci fanno male al corpo e ci indeboliscono, ci deprimono e non ci lasciano dormire…e svegliare. Eppure le abbiamo provate tutte per liberarcene…ma invano. Da soli non possiamo farcela, similmente al bambino.
Il fascino del male. Perchè ?
Giornalmente, incontriamo il male. La televisione ci consente di guardare il mondo. Poche le immagini del bene: direi rare, per il resto assistiamo ad atti terroristici, omicidi, tirannia, ingiustizie. Tutti elementi classificabili nel menù del male. Ma bisogna anche dire che il volto del male non ha soltanto questa morfologia spaventosa, c’è il male della banalità che sovrasta sulla nostra quotidianità. Si guardino le aziende in cui le persone subiscono il cosiddetto mobbing e vengono umiliate. Apriamo la porta di casa nostra che ci affaccia fuori e notiamo come certe persone vengono bollate, derise. E poi i giovani dove si insinua fortemente il fascino del male; una fissazione. Ciò che più atterrisce è che si fa strada in loro il fenomeno del satanismo; si manifesta per esempio in forma di musica satanica sprezzante del genere umano, aggressive, sessualizzate e crudeli. Se i giovani non vedono nessun senso nella loro vita, considerano spesso l’identificazione con il male l’unica via d’uscita, Il più delle volte è il loro modo di protestare contro la società e i suoi valori. Qualche volta disperano dell’esistenza del bene, e si indentificano, quindi, con il male per sentire di essere forti e di avere valore. Ma una tale identificazione con il male fa ammalare le persone. E tuttavia non dovremmo guardare al satanismo soltanto. E’ l’intera società attratta e soffre dal fascino del negativo; di tutto ciò che porta al Nulla. I mass media parlano sostanzailmente più del male che del bene. Evidentemente ci si interessa maggiormente di quello che distrugge le unità di misura dell’umano che a quello che è prezioso e umano.
Ma da dove viene il male, che ci fissa e ci fa l’occhiolino in forme e modi diversi ? Se prendiamo la Bibbia con la storia del peccato originale cerca di spiegare per immagini come il male giunga nel mondo. E se Dio ha creato il mondo buono, perchè c’è il male ? Queste sono le domande che ognuno si pone. La Bibbia parla del serpente, che seduce l’uomo. Ma è un’immagine che non ci dà una risposta esaustiva alla nostra domanda. Perchè, e da dove viene il serpente ? E’ stato mandato da Dio ?
P.S. A voi la parola…se vi va !
Siano ore liete quelle che seguono. Buona serata
Ore 16.20 di oggi pomeriggio ci ha lasciati la grande Raffaella Carrà
Una notizia che mi ha scosso molto.
Raffaella, la regina della Televisione italiana.
Il “mestiere ” dei nonni.
Mica è facile il mestiere di nonni. Qualcuno, scrive , che il periodo in cui si è nonni, sarebbe un periodo di sviluppo e di educazione religiosa. In buona sostanza, ai nonni sembra venga affidato il compito di compensare i deficit dell’educazione religiosa, che ha assunto aspetti carenziali dai giovani genitori.
Non mi trovo daccordo; quanto meno del tutto. E si, perchè in questo caso viene imposto ai nonni un fardello che non fa loro bene di certo. Essi non devono, nè educare, nè compensare alcunchè di deficitario trasmesso dai genitori. I questo senso i nonni non hanno alcuna responsabilità per l’educazione dei nipoti. Non sono figure optional, oppure operatori di toppe laddove c’è un buco da coprire. I nonni vanno lasciati liberi in tutta la loro interiorità verso i loro nipoti. Attraverso questa libertà essi possono liberamente e spontaneamente parlare di fede coi propri rampolli.
C’è, ad esempio, la nipote di mio fratello che vuole andare in Chiesa sempre con lui. Ho scoperto – in quanto nonno – che i nipoti, specie se ancora in età infantile; diciamo 5 – 6 anni, spesso sono di per sè curiosi. Fanno domande, in prima instanza dall’apparenza strane. E a queste domande i nonni devono reagire. Dovrebbero anche raccontare, in parole semplici, della loro fede che li ha sorretti. Ma non debbono per alcuna ragione imporre questa fede. Sarebbe un errore. Ai nonni va il compito di raccontare e trasmettere ciò di cui hanno fatto esperienza nella vita. Ma non devono sottoporsi alla pressione di dover convincere i nipoti o di doverli condurli a una vita religiosa: sarebbe, non una forma educativa, ma uno sterile contagio. Il nonno ( parlo al singolare ), o la nonna, deve avere fiducia nel fatto che ciò che scaturisce dalla sua esperienza personale si trasformi anche nei nipoti simile a un seme che prima o poi germoglierà se avrà trovato terreno pronto ad accoglierlo in piena libertà e consapevolezza. I bambini percepiscono più degli adulti. Sono dei registratori di alta frequenza. Se la melodia è di gradimento, la faranno propria, senza forzatura alcuna. Dai miei figli; mi riferisco soprattutto al maggiore, sento dire oggi, che ha ricevuto la fede da mia madre. E ciò, lascia un’impronta che dura tutta la vita.
Questo processo è destinato al fallimento, qualora i nonni assoggettano troppo a uno scopo la loro educazione religiosa, con l’obiettivo, che attraverso di essa, vogliono assolutamente raggiungere qualcosa. Così facendo, non raggiungono i propri nipoti, ma generano in loro più che altro delle resistenze.
AL SANTO PADRE PAPA FRANCESCO ARRIVINO I MIEI PERSONALI AUGURI PER UNA RAPIDISSIMA GUARIGIONE
Di cosa è stato operato il Santo Padre ?
La patologia di cui era affetto è chiamata ” Stenosi diverticolare sintomatica del Colon “.
E’ un’affezione organica conseguenza di una infiammazione dei diverticoli, cioè, quelle che possiamo paragonare a sorte di ernie o sacche che si formano lungo il lume del Colon in particolare la parte del Sigma ( foto ).
I diverticoli sono rappresentati in foto come specie di sacche o piccoli palloncini. Ebbene, il formarsi di questi diverticoli, che generalmente interessano il colon sinistro o detto Sigmoideo. Se guardiamo il colon è una grande “C”. Ebbene, questi palloncini sono proprio i diverticoli che possono essere poche: 2-3-4 ma che con l’aumentare dell’età aumentano anch’essi e magari raggiungere dimensioni molto grandi.
La presenza di questi diverticoli, comporta, a seguito di frequenti infiammazioni ( diverticoliti ) il restringimento del lume, il che ostacola il transito delle feci
Non sempre si ricorre alla chirurgia, perchè a seconda del quadro clinico se l’infiammazione è forte, ricorrere alla terapia farmacologica.
Ebbene, il Santo Padre aveva una significativa Stenosi; cioè restringimento che l’ha obbligato a sottoporsi alla strategia chirurgica che consiste nel recedere la parte compromessa. Ovviamente stiamo parlando di un intervento definito di “grande chirurgia” e che richiede non meno di 5-6 ore in sala operatoria.
In genere la diverticolosi colpisce di più la popolazione occidentale soprattutto soggetti anziani, ma non disdegna anche le fasce a partire dei 40 anni sia pure con una incidenza più bassa fino ad arrivare a una percentuale del 55% over 80. Non è una patologia che ha preferenze di sesso; entrambi in analoga misura.
Ebbene, secondo il comunicato medico, il Santo Padre ha reagito benissimo l’intervento e si presume una decenza di 1 settimana.
Che la Vergine Maria sia la sua medichessa di eccellenza e presto ritorni alla sua missione umanitaria.
AUGURI SANTO PADRE