Signore quando?

 

Signore quando?

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Lv 19,1-2.11-18

Salmo: Sal 18 (19)

Vangelo: Mt 25,31-46

 

L’invito che il Signore oggi ci fa è di riconoscerlo. Il Vangelo della liturgia del giorno ci parla di scelte: quelli che si prendono cura degli altri e coloro che non lo fanno, in entrambi i casi, essi si chiedono: “Signore quando ti abbiamo visto?”.

Gesù desidera spiegarci la possibilità di vederlo in tutti quei “piccoli” da Lui descritti, poiché nel loro volto è segnato quel gesto che Egli per primo offre: la cura. Passare attraverso la dimensione della cura, è la scelta di Dio per farci fare esperienza di Lui, che concretamente fa parte della nostra storia e ci prende per mano.

RiconoscerLo ha un duplice significato: diventare consapevoli di poter incontrare Dio e mettere gli altri in condizione di poterLo conoscere attraverso quei gesti che partono da un tocco umano, ma sono riflessi dell’amore di Dio ricevuto. Sarebbe bello guardare chi ci sta accanto con gli occhi di Dio ed essere guardati con quel Suo stesso sguardo.

“Signore quando ti abbiamo visto?”, il “quando” è oggi, come domani, come sempre, intorno a noi, affinché possiamo sentirci una terra visitata, abitata da Colui che ci ha creato e ha voluto per noi un gesto: la cura, simbolo dell’amore tra di noi e Dio.

Abbiamo un Dio che si identifica con chi ha bisogno, la sua veste è la carità, l’amore una scelta, la cura il Suo gesto, affinché chiunque possa rivestirsi di carità, scegliere l’amore, toccare la cura tra le mani e incontrare Lui giorno dopo giorno. “Signore quando?”. Ed egli ci risponderà: per sempre, questa è la Sua scelta!

 

 

Sono qui davanti a Te

Carissimi, continua il nostro cammino verso la Pasqua. Oggi vi proponiamo una preghiera da meditare in questa prima settimana di Quaresima.

 

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“Signore, 

non trovo le parole per esprimere quello che sento,

mi consola che tu le sai.

Emozioni e azioni, si mescolano nella mia mente e nel mio cuore.

Hai scelto il punto più alto per farmi capire il tuo amore,

e se ci penso fatico ad alzare lo sguardo.

Non è bastata la creazione, 

 ci è voluta la croce per unire terra e cielo,

creatore e creatura.

Sono qui così come sono, davanti a te, 

e tu davanti a me, 

percepisco il tuo sguardo e le tue parole,

sono qui e non so cosa dirti, 

anche se di cose ce ne sarebbero tante.

Una cosa sola ti chiedo: rendi il mio cuore simile al Tuo,

affinché la mia croce sia abbracciata dalla Tua”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

 

La forza della pienezza

 

la forza della pienezza

 

 

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Prima lettura: Dt 26,4-10

Salmo: Salmo 90 (91)

Seconda lettura: Rm 10,8-13

Vangelo: Lc 5,27-32

 

Il Vangelo di oggi, ci presenta Gesù pieno di Spirito Santo condotto nel deserto. C’è una pienezza data dallo Spirito in questo deserto. Lo Spirito, l’amore del Padre, accompagna il Figlio, affinché nel deserto senta la forza della pienezza, è come se ci fosse dell’acqua in terra arida.

La forza di Gesù sarà proprio data dallo Spirito, tanto da rispondere con la Parola alle parole. Il Suo essere nel deserto, il digiuno, le continue provocazioni, dicono a noi che c’è una strada percorribile ed è Gesù stesso. Come lo Spirito è in aiuto alla Sua fatica, così Egli stesso è colui che ci sostiene nel quotidiano.

L’invito che oggi il Signore ci fa, è vedere questa pienezza nella nostra vita, proprio in quei momenti dove a volte sembra non esserci. Il desiderio di Dio è scoprire che la risposta ai vuoti, al buio, ai dubbi, è Lui stesso.

Il Suo amore è la risposta affinché tu comprenda che c’è un principio in cui sei amato, perché voluto da Dio e hai una forza in te, capace di dare voce a tutto quello che urla, domanda, provoca e non trova pace.

C’è una Parola, la quale non solo è scritta, ma si è fatta carne, vicinanza, non è un libro, è un cuore che batte, soffre, offre, perdona e ama. È un Volto segnato dal dolore, affamato, stanco, ma che nonostante questo ti ha preso con sé, affinché tutte le volte in cui vivi quella situazione, non ti senta solo. C’è una pienezza che ti tiene per mano perchè non ti perda. Se dovessi cadere non temere, c’è una terra pronta a donarti un insegnamento: il seme caduto in terra non muore porta frutto. Il suo frutto è la pienezza. E tu uomo, fatto di terra, impastato, creato, sei della stessa sostanza della pienezza.

 

 

Chiamati alla Luce

 

Chiamati alla Luce

 

 

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Prima lettura: Is 58,9b-14

Salmo: Sal 85 (86)

Vangelo: Lc 5,27-32

 

Il Vangelo della chiamata di Levi, letto in questi giorni di preparazione alla Pasqua, apre il cuore alla speranza. Il dono della vita di Gesù, è preceduto da una serie di incontri, miracoli e chiamate, per annunciare quanto è grande l’amore di Dio, ed offrire a tutti noi peccatori un cammino di conversione.

Ciascuno ha una strada la cui direzione non è fermarsi al peccato, alla croce, ma alla Pasqua. Il peccato diviene il luogo della Misericordia, perché attraverso il Suo perdono risorgiamo con Lui.

Il Signore percorre strade e villaggi alla ricerca del peccatore ed è lì che entrambi gli sguardi si incontrano: noi peccatori, ma cercatori del volto di Dio e Lui cercatore di coloro che sono bisognosi di una direzione. Gesù vide Levi così com’era, ma il Suo sguardo era già quello del Risorto.

La Sua Risurrezione è la luce che illumina la nostra storia e attraverso di essa possiamo riconoscere il Suo volto che continuamente ci accompagna, affinché nella lunga serie di incontri, miracoli e chiamate, usciamo alla scoperta di quella Luce più forte delle tenebre, piena di vita, che viene dal Crocifisso.

 

 

 

Stare

 

stare

 

Che cos’è un post it? È un appunto, un biglietto in cui scrivere una parola, una frase, qualcosa da ricordare.

Allora che dite di farlo in questa Quaresima? Ogni venerdì pomeriggio, pubblicheremo un piccolo pensiero o qualche parola chiave che ci possa aiutare nel nostro cammino verso la Pasqua. Non si tratta di aggiungere parole, ma di farle diventare una memoria per il nostro quotidiano e vivere in pienezza e consapevolezza di un amore grande, dove il nostro nome è scritto nel Suo cuore.

“Addolorata, in pianto

la Madre sta presso la Croce

da cui pende il Figlio”.

(Dallo: Stabat Mater liturgico)

 

STARE, l’invito è stare con Maria presso la croce.

C’è silenzio e dolore, non c’è spazio per il conforto. Il dolore di una madre che vede suo figlio soffrire è uno dei dolori più forti. Stiamo.

Maria ci guarda, è lì con noi nella nostra fatica e sofferenza, ci rendiamo conto che è lei a stare presso di Lui, e noi. Siamo suoi figli.

Vorremmo scendere dalla nostra croce per consolarla, ma non possiamo, perché i chiodi ci bloccano.

Non piangere Maria, ora scendo, non piangere perché fai piangere anche me.

Stiamo sotto la croce o sulla croce, ci siamo da figli, da amati, non siamo soli e la consapevolezza di questo scioglie il cuore alla fiducia, alla speranza.

Stiamo, perché ora credo in un Amore così grande.

 

Maria STARE

 

Il vero digiuno

 

il vero digiuno

 

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Prima lettura: Is 58,1-9a

Salmo: Sal 50 (51)

Vangelo: Mt 9,14-15

 

“Verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno”.

Il Signore nel Vangelo di oggi, ci fa riflettere sul fatto che il vero digiuno è la mancanza di Lui nella nostra vita.

Gesù si presenta come lo sposo, ovvero riveste il ruolo di un legame forte, personale. Egli desidera farci fare esperienza di un Dio legato così tanto a noi da un vincolo così profondo, che non sentirlo equivale a digiunare, a sentire i morsi della fame, della sete, poiché Lui è quel cibo capace di dare nutrimento a tutti quei vuoti, quei digiuni sofferti, che la vita ci ha portato.

Il Signore vuole essere quel legame che dà forza a tutti gli altri legami, e metterci in grado di guardare a noi stessi e a chi ci sta accanto, non con gli occhi di chi è digiuno di relazioni o esperienze positive, ma con lo sguardo della pienezza.

Questa pienezza viene da Lui, tanto da considerare ogni volto, ogni incontro, un luogo dove poter vedere e far fiorire Dio: una vita a partire dal pieno e non una “divina mancanza”.

 

 

 

Il simbolo dell’amore

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Prima lettura: Dt 30,15-20

Salmo: Sal 1

Vangelo: Lc 9,22-25

 

Le parole di Gesù nel Vangelo di oggi, esprimono una chiara consapevolezza di ciò che dovrà accadere e non nascondono nulla.

Egli invita a seguirlo per una strada che chiaramente avrà le sue difficoltà e ci suggerisce di camminare dietro a Lui. Il Signore è il primo a vedere il percorso, il nostro cammino è segnato dalla croce e con Lui essa diventa non solo un peso da portare, ma anche il metro di misura con il quale siamo portati.

Ciò che penseremmo una perdita, una sconfitta, Gesù la chiama vita e vittoria. Quello che identifichiamo come croce, è per Gesù una via possibile dell’incontro, non si tratta di pensare positivo, perché il dolore e la fatica non sono cosa da poco, la differenza sta nel fatto che Gesù lo conosce prima di noi e non si tira indietro. Lui ha scelto ciò che ci chiede, ha donato la Sua vita affinché anche noi donando la nostra, non la vedessimo come una morte, ma una vita.

In questa Quaresima, alziamo gli occhi al crocifisso e osserviamolo pensando a tutta la consapevolezza che aveva e nonostante questo, ha scelto di salvarci.

Qual è il vero simbolo dell’amore? La croce. Un amore consapevole che non si tira indietro e arriva fino in fondo, poiché senza quel gesto la nostra croce non avrebbe senso. Segui Gesù, segui l’amore che dura per sempre, ritroverai te stesso, la tua croce e con Lui non avrai più paura.

 

 

La croce è la chiave, la cenere è il tempo

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gl 2,12-18

Salmo: Sal 50 (51)

Seconda lettura: 2Cor 5,20 -6,2

Vangelo: Mt 6,1-6.16-18

 

“Prega il Padre tuo, che é nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,6). Cominciamo il cammino della Quaresima così: bussando al cuore di Dio. L’invito di Gesù è vivere questo tempo nel segreto di tutto e tutti per mettere ciò che siamo alla luce del Padre.

Elemosina, digiuno, preghiera, diventano gli elementi cardine suggeriti da Gesù, e quello che li accomuna è il segreto e la ricompensa. Come mai? Perché il cammino da compiere è una strada nel segreto, a tu per tu con Dio, e scoprire in quell’elemosina un’offerta che rimanda a Lui, il quale per primo si fa dono per te e ti riconosce come tale.

Nel digiuno una mancanza, non tanto per fare qualche fioretto e rinunciare a qualcosa da mangiare, ma per renderci conto di un cibo da cui non dobbiamo digiunare e sarebbe bello arrivare a sentire i morsi della fame, per quel Pane Eucaristico.

La preghiera come luogo d’incontro di due cuori: il tuo e quello di Dio, una relazione dove chi parla o ascolta diventano un’unica cosa e non hanno più bisogno di dirsi molto, perché entrambi già lo sanno.

Preghiamo affinché questa Quaresima, ci porti sempre più alla consapevolezza del volto di Dio per scoprirci amati continuamente, non solo un momento o quando abbiamo bisogno, ma sempre! Bussiamo al cuore di Dio, trovarlo aperto sarà la nostra ricompensa.

Oggi mercoledì delle ceneri, iniziamo questo tempo con la certezza che siamo già nel Suo cuore: la croce è la chiave, la cenere è il tempo. C’è un tempo che si fa segno per noi sulla fronte, perché Gesù è venuto a fare della tua vita e delle tue croci il Suo tempo, per aiutarti a ricominciare e non lasciarti li fermo nel tuo dolore, nella tua angoscia. Desidera risollevarti proprio in quelle situazioni che non sanno di vittoria, in cui è impercettibile la mano di Dio, affinché tu creda o continui a credere, in Colui che ha fatto della croce la Sua gloria.

 

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Gli ultimi primi

 

gli ultimi primi

 

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Prima lettura: 1Pt 1,10-16

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Mc 10,28-31

 

Il Vangelo di oggi costa fatica, si parla di lasciare tutto per seguire il Signore. Pietro risponde all’invito di Gesù precedentemente ascoltato con il racconto del giovane ricco, affermando non solo le ricchezze: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».

La risposta di Gesù è rassicurante e vera c’è un centuplo promesso, un di più a tutto quello offerto, affinché si possa sentire che il Signore in verità non vuole toglierci nulla, ma ridare un ordine nuovo a tutto ciò che sembra regnare nella nostra vita.

Gesù desidera centuplicando il nostro tutto, farci fare esperienza di essenzialità, in modo tale da riconoscere Colui che è parte di quel tutto sia nelle gioie che nelle persecuzioni. Non ci è nascosto nulla: persecuzioni e vita eterna. Si presentano gioie e dolori, fatiche e soddisfazioni, ma in tutto questo c’è un cammino in cui il Signore a volte considerato tra gli ultimi diventa primo, per ridare vita a noi che talvolta ci siamo sentiti ultimi e renderci conto che siamo primi nel cuore di Dio.