Giuseppe

uomo del silenzio e dell'ascolto

Novena 3°giorno

Continuiamo la nostra novena di Natale, proponendo la figura di Giuseppe. Meditiamo insieme stralci dell’Enciclica “Patris Corde” di Papa Francesco:

“CON CUORE DI PADRE: così Giuseppe ha amato Gesù, chiamato in tutti e quattro i Vangeli «il figlio di Giuseppe» […] Giuseppe è l’uomo mediante il quale Dio si prende cura degli inizi della storia della redenzione. Egli è il vero “miracolo” con cui Dio salva il Bambino e sua madre. Il Cielo interviene fidandosi del coraggio creativo di quest’uomo, che giungendo a Betlemme e non trovando un alloggio dove Maria possa partorire, sistema una stalla e la riassetta, affinché diventi quanto più possibile un luogo accogliente per il Figlio di Dio che viene nel mondo (cfr Lc 2,6-7). […]

Lo scrittore polacco Jan Dobraczyński, nel suo libro L’ombra del Padre,ha narrato in forma di romanzo la vita di San Giuseppe. Con la suggestiva immagine dell’ombra definisce la figura di Giuseppe, che nei confronti di Gesù è l’ombra sulla terra del Padre Celeste: lo custodisce, lo protegge, non si stacca mai da Lui per seguire i suoi passi. Pensiamo a ciò che Mosè ricorda a Israele: «Nel deserto […] hai visto come il Signore, tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino» (Dt 1,31). Così Giuseppe ha esercitato la paternità per tutta la sua vita. […]

In un certo senso, siamo tutti sempre nella condizione di Giuseppe: ombra dell’unico Padre celeste[…] e ombra che segue il Figlio.

A lui rivolgiamo la nostra preghiera:

Salve, custode del Redentore,

e sposo della Vergine Maria.

A te Dio affidò il suo Figlio;

in te Maria ripose la sua fiducia;

con te Cristo diventò uomo.

O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,

e guidaci nel cammino della vita.

Ottienici grazia, misericordia e coraggio,

e difendici da ogni male. Amen

 

 

Uomo del silenzio e dell’ascolto

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DOMENICA 18 DICEMBRE 2022

IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14

Salmo: Sal 23 (24)

Seconda lettura: Rm 1,1-7

Vangelo: Mt 1,18-24

 

Grande uomo del silenzio e dell’ascolto era Giuseppe, che cooperó al piano di salvezza. Anche a Lui apparve l’angelo che gli disse: “non temere”. Il coraggio di Dio accompagna i suoi figli ed a ciascuno Egli garantisce la sua forza.

Giuseppe si sveglierà e saprà che non era solo un sogno e questo, perché la fede di lui sa cogliere il segno di Dio, dal suo Si, assieme a quello di Maria, si compie la pienezza per tutti noi.

Affidiamoci a Giuseppe padre di Gesù, un padre che lo crescerà e gli insegnerà a credere nell’impossibile, proprio perché d’ora in poi ogni giorno che si sveglierà, guarderà a suo figlio e alla sua amata, e riconoscerà la potenza di Dio averlo coinvolto. Giuseppe diventa così esempio di quella quotidianità offerta e sofferta, capace di credere e sperare, affinché Dio sia sempre per ciascuno il motore di tutto. E rivolgendogli questa preghiera, chiediamo a lui di aiutarci a vivere il dono della salvezza scaturita dal suo si:

“O uomo saggio Giuseppe,

tu che hai saputo cogliere i segni dei tempi,

insegnami a comprendere Dio nella mia storia.

Tu, Giuseppe, taci, ma fai parlare il tuo cuore,

aiutami a credere come hai fatto tu, nell’impossibile.

Sii tu l’angelo capace di confortare la mia notte,

così che al mio risveglio, anch’io sia capace di dire si”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Maria

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Novena di Natale 2°giorno

Meditiamo la figura di Maria che porta in grembo Gesù. Mancano pochi giorni al parto, l’emozione cresce e ci facciamo suoi compagni di viaggio. Lasciamo sia Lei a condurci a Lui, sperimentiamo la Sua confidenza ed eleviamole questa preghiera:

“Maria madre di Gesù,

ascolta il grido di tante mamme che ti implorano.

Quanti “si” detti nel silenzio, fecondi, da custodire

Il Tuo cuore è un ventre che tiene tutto il mondo.

Aiutaci madre a dire “si” alla vita,

alla fiducia in Qualcun’altro di promettente.

Mettici tra le mani Tuo figlio,

affinché possiamo cullarlo dolcemente

e sentirci amati profondamente da un uomo, Dio, Gesù bambino,

che ci hai donato, perché in noi ci fosse la vita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Parte di una storia

parte di una storia

 

SABATO FERIA PROPRIA DEL 17 DICEMBRE

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Gn 49,2.8-10

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mt 1,1-17

Dinanzi al Vangelo di oggi, l’invito è quello di sentirci parte anche noi della genealogia del Signore. Siamo parte di una storia e di una promessa, e se questo Vangelo è una Parola da ascoltare, è proprio grazie a tale genealogia.

Essa ci insegna che Dio viene ad abitare la nostra storia. C’è un legame tra noi e Lui, profondo, inscindibile, anche se noi spesso non ce ne rendiamo conto e cerchiamo legami effimeri, temporanei, perché tutti hanno un bisogno profondo da colmare.

Nel legame tra Dio e l’umanità è presente qualcosa in più: è Dio stesso a diventare umano, carne e sangue, fragilità ed è in Lui che ogni storia umana trova il suo senso. In questa relazione umana, Egli mette se stesso, il Suo corpo e non c’è nessuna vita che in qualche modo non sia legata a Lui, per il fatto stesso di essere umani.

Condividiamo con Dio ciò che Lui stesso ha generato, in modo che tra creatura e creatore non ci fosse solo un rapporto di figliolanza, ma di unità e attraverso questa forza vitale, ciascuno potesse ritrovare l’origine della propria storia.

Da cercatori di Dio siamo dei cercati e nel trovare la nostra storia, ritroviamo Dio. È nella quotidianità il luogo in cui la Sua promessa si manifesta, poiché essa non è al di là della storia, ma ne è parte, così che ogni uomo possa scorgere un frammento divino in mezzo al fango, alla polvere ed esso possa essere la sua speranza.

“Signore,

raccontami la nostra storia,

fammi comprendere quanto è grande il tuo amore,

così che possa vedere

la mia vita alla luce della Tua presenza

e non solo la fatica o il dolore.

Prima che ti cercassi

eri già in me,

poiché la Tua promessa non è solo ora che ti ho trovato,

ma da prima, da sempre

l’amore mi aveva già trovato,

mi era dinanzi ed io dovevo solo incrociare il Tuo sguardo”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

La capanna

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Novena di natale 1° giorno


La capanna

La capanna è la prima “casa” di Gesù. Un luogo semplice, povero, il re dei re nasce in una stalla. Maria e Giuseppe avrebbe sicuramente voluto per il loro figlio un luogo diverso, ma Egli stesso sarà casa per tutti noi: poveri, ricchi, malati o sani, se lo facciamo entrare nel nostro cuore. Gesù viene a nascere anche per te, per dirti che sei, così come sei, il Suo dono da amare e salvare, proteggere e custodire, affinché tu capisca quale dono Dio è per te.

E come diceva Benedetto XVI: “Dio, per noi, si è fatto dono. Ha donato se stesso. Si prende tempo per noi. Egli, l’Eterno che è al di sopra del tempo, ha assunto il tempo, ha tratto in alto il nostro tempo presso di sé. […] Tra i tanti doni che compriamo e riceviamo non dimentichiamo il vero dono: di donarci a vicenda qualcosa di noi stessi! Di donarci a vicenda il nostro tempo. Di aprire il nostro tempo per Dio. Così si scioglie l’agitazione. Così nasce la gioia, così si crea la festa.”

Sia così per tutti la nostra casa.

Buon cammino!

 

 

 

Segni di luce e testimonianza

segni di luce e testimonianza

16 DICEMBRE 2022

VENERDÌ DELLA III SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 56,1-3a.6-8

Salmo: Sal 66 (67)

Vangelo: Gv 5,33-36

Il Padre sceglie Suo figlio per essere testimone di Lui, non solo con le parole, ma anche con le opere, di modo che nel vederlo le genti riconoscessero Dio.

Prima di Lui vi era un uomo Giovanni, il quale ha reso testimonianza alla verità, ovvero a Cristo. Giovanni non è preoccupato di apparire, ma di far sì che anzitutto Gesù sia visto e percepito. Si fa luce, perché gli uomini comprendano la grandezza del Signore, la verità che Egli porta. Lo stesso si può dire di Gesù con il Padre, gli sta a cuore che tutti vivano di questa salvezza mandata da Dio.

Siamo di fronte a due luci: Gesù e Giovanni, che illuminano il cammino. Percorriamo una via illuminata da coloro che nonostante la fatica, avevano a cuore farci strada, farci luce. E noi? Cosa ne facciamo?

Cerchiamo in questi nove giorni prima del Natale, di lasciarci illuminare da Dio, andiamo a fargli visita in Chiesa, dinanzi al presepe, e lì apriamo il nostro cuore, così che la Sua luce si rifletta su di noi e il nostro volto possa brillare.

Sarebbe bello avere lo sguardo di meraviglia del dolce bambino di Nazareth e lo sguardo di compassione di quel bambino divenuto uomo, affinché attraverso di noi, ciascuno possa vedere segni di luce e di testimonianza, segni di Dio lungo la strada.

“Signore,

illumina il cuore e la mia mente,

fa che il tuo sguardo mi risani

ed io possa credere, sperare ed amare.

Sostienimi nel passare dei giorni

e dona coraggio a chi in questo momento

è seduto, fermo, perché l’ha perso.

Siano per noi giorni di speranza,

dove poter ritrovare pace e toccare il tuo amore,

nel proprio cuore”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Preparare il cuore

preparare il cuore

 

15 DICEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA III SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 54,1-10

Salmo: Sal 29 (30)

Vangelo: Lc 7,24-30

 

“Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero”.

Nell’avvicinarsi del Natale, la liturgia ci mostra Giovanni Battista descritto da Gesù come più di un profeta, il messaggero che prepara la via al Signore.

Quando attendiamo qualcuno a casa nostra ci prepariamo a riceverlo, riordiniamo, cuciniamo, lo accogliamo all’ingresso, lo facciamo accomodare, gli offriamo ciò che abbiamo, conversiamo, scambiamo pensieri ed ancora molte altre cose. Se tutto questo lo facciamo per i nostri amici, parente o conoscenti, cosa faremo pensando che Dio stesso manda suo Figlio a casa nostra? Ci metteremo in azione subito, pensando a quanto fare per accoglierLo in modo adeguato.

Gesù non ci chiede di fare delle cose “esteriori”, il suo desiderio è essere accolto, ascoltato, riconosciuto dentro al nostro cuore! La casa da riordinare è il nostro cuore, bisogna fargli spazio, perché non siamo noi a preparare qualcosa per Lui, ma é la sua venuta a preparare la salvezza per noi. La sua venuta è occasione per renderci persone nuove, e anche se non ci toglie dalle nostre fatiche, dai problemi di ogni giorno, ci fa esistere nel suo amore.

Attendere Gesù in questo Natale, sarà per noi rinnovare il desiderio di una vita piena di Lui: un semplice e disarmante bambino, che riempie l’inquietudine del cuore gettandovi le radici della verità, della bellezza, della bontà e dell’unità, che danno armonia a tutto l’essere. Apriamogli il nostro cuore, attendiamo la sua venuta oggi e sempre, perché il disegno di Dio possa realizzarsi in noi e gli altri vedano quale grande “artista” ci ha colmato di gioia.

 “Signore,

agli sgoccioli del Natale,

aiutami a preparare il cuore.

Fa che nonostante il dolore o la fatica

io possa percepire la Tua nascita

e ritrovare un po’ di amore dopo tanta attesa.

Chi ti ha preparato la via

ha provato la gioia di poterti sentire accanto,

fa che anch’io ritrovi Te nel mio povero cuore

e scopra che sei Tu ad aver preparato per me,

una via d’amore e tenerezza,

una via in cui anch’io possa tornare bambino

in braccio a Te.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Un giorno nuovo

un giorno nuovo

 

MERCOLEDÌ 14 DICEMBRE 2022

SAN GIOVANNI DELLA CROCE, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 45,6b-8.18.21b-25

Salmo: Sal 84 (85)

Vangelo: Lc 7,19-23

“Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito”

Nel Vangelo di oggi Gesù risponde ai due discepoli mandati da Giovanni, mostrando una serie di miracoli a testimonianza che Lui è il Salvatore.

Davanti a grandi segni, ad eventi miracolosi, tutti siamo propensi a credere nella potenza di Dio, ma ciò non avviene sempre, perché sono fatti davvero straordinari. Quello che facciamo più fatica a scorgere invece, sono i miracoli quotidiani. Molte cose semplici le consideriamo scontate, quasi facciano parte di una routine, eppure dobbiamo imparare a vedere in esse la mano di Dio.

La nostra vita a cominciare da ogni nuovo giorno è un opera di Dio: siamo tra i poveri a cui è annunciata la buona notizia, perché i nostri cuori vengono guariti dalla loro durezza, e gli occhi possono tornare a vedere in modo limpido e trasparente. Se zoppicchiamo a causa del peccato, Lui ci prende per mano e ci sostiene. Nulla di noi può far paura a Dio, per questo non dobbiamo scandalizzarci se il suo amore ci ama e perdona in un modo immenso fino a dare la sua vita. Si! Dio è cosi, è tutto per noi.

In questi giorni di avvento, prepariamoci ad accogliere la sua nascita, fermandoci qualche istante a pensare a quante volte compie piccoli miracoli per noi, e quando i nostri occhi fanno fatica a vederli chiediamogli di aiutarci a riconoscerli.

Non confidiamo solo nelle nostre forze, lasciamoci raggiungere dal suo amore, perché la Sua venuta diventi gioia nella nostra vita, cosi che possiamo dire quanto abbiamo “visto e udito”, quanto amore ha portato.

“Signore,

dopo la notte arriva il giorno,

fa che sia così anche nel mio cuore

per imparare ad accogliere il sole

che Tu sei.

Scalda il mio cuore

che il dolore ha gelato,

rafforzami lì dove sono indebolito

e fammi sentire il Tuo amore,

così da finalmente poter dire

quello che ho visto e udito

ora è dentro me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)