“Vi passeranno davanti”

vi passeranno davanti

 

MARTEDÌ 13 DICEMBRE 2022

SANTA LUCIA, VERGINE E MARTIRE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sof 3,1-2.9-13

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Mt 21,28-32

 

Quante volte dinanzi al Signore siamo stati quei figli che hanno detto “no”, poi successivamente, pentiti, siamo tornati sulla giusta strada, e quante volte abbiamo detto “va bene”, poi abbiamo fatto il contrario.

Gesù oggi, ci indica la via per conoscere più a fondo le nostre azioni, ovvero: qual’è il motore che le muove? Sarebbe bello rispondere: essere la Parola del Padre.

Siamo chiamati ad un cammino di verità, a far comprendere al nostro cuore cosa davvero ci muove e perché. Questo è un percorso di liberazione che Gesù ci accompagna a compiere, così che i nostri “no” diventino dei “si” e le azioni siano guidate dalla Verità.

Alla domanda nel Vangelo su chi sia il migliore, non vi è risposta. Gesù parla agli interlocutori di persone che con il loro peccato hanno macchiato la propria dignità e con provocazione dice: “vi passeranno davanti”. Davanti non perché migliori, ma poiché solo Dio può liberare dalla macchia di peccato che lede la dignità. Solo il Suo sguardo di Misericordia può ricucire lo strappo dell’umanità ferita, che prosegue la sua strada tra tanti “se” e “ma”, tra i “no” e i “si” e che continua a sperare in Lui.

Lasciamoci guidare da Dio, diamo modo alla Parola di interrogarci, di aiutarci a comprendere il nostro percorso, affinché ogni peccato commesso sia via di pentimento, per ritornare dal Padre sicuri di essere amati, custoditi e benedetti da Colui che rinnoverà il nostro cuore e ne farà una mangiatoia, dove nascere qui, in questo Natale.

“Signore,

tendi la Tua mano su di me ed afferra la mia.

Aiutami ad avere coraggio.

Pentirsi è in fondo credere in Te,

perché è riconoscere una strada, la Tua, giusta per me,

dammi la forza di compierla cosi che io non mi perda.

Se cado, fa che io sappia ritornare a casa da Te,

per poterti riabbracciare

ad ogni passo, ad ogni caduta

e senza paura sentirti accanto,

affinché io non mi senta più un fallimento,

ma quello che tu vedi in me: il Tuo figlio amato”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Domanda e risposta

Domanda e risposta

 

12 DICEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA III SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Nm 24,2-7.15-17b

Salmo: Sal 24 (25)

Vangelo: Mt 21,23-27

La domanda di Gesù rimanda all’origine, affinché sia i capi dei sacerdoti, sia gli anziani del popolo potessero rispondersi da soli con quale autorità Gesù compie determinate azioni, la medesima con la quale fa tale domanda: Egli è Figlio di Dio.

Essi presi dai loro sotterfugi rispondono di non sapere, e Gesù risponde in un modo che colpisce: “Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose”. Come mai? Si mette sullo stesso piano? No! Non risponde perché la fede non è un sotterfugio, un dire o non dire, ma è uno slancio di libertà: un si a Dio, pertanto Egli dimostra quanto è libero, scegliendo di non rispondere ad una domanda fatta per provocare e non accogliere.

Gesù si pone su un altro piano e la sua domanda non è una provocazione, ma un invitare a chiarire nel profondo cosa è avvenuto.

Nella nostra vita anche noi andiamo incontro a domande simili, quando dobbiamo pubblicamente annunciare tra i nostri la presenza alla Messa, in parrocchia, l’aver letto una meditazione al Vangelo tra amici, piuttosto si tace, perché chissà l’altro come può interpretarlo. E così ci sentiamo sempre meno forti, in un mondo dove conta l’immagine o l’apparenza, i figli di Dio spariscono.

La Chiesa siamo noi, popolo di Dio in cammino con la responsabilità di testimoniare a chi incontriamo un Volto che ci ha cambiato la vita, perché forse, proprio colui che è dietro l’angolo sta aspettando un segno, un sostegno. Non si tratta di fare delle prediche, ma di non aver timore di essere dalla parte di Cristo, di sentirci a casa in Chiesa o per strada e imparare a guardare l’altro con accoglienza, chissà che magari un giorno verrà a dirci: “tu sei diverso”! e potremmo rispondere: “io sono di Dio e non ho più paura”.

“Signore,

donami il coraggio di testimoniarti,

di poter parlare di Te con la vita.

Rendimi forte, affinché io possa raccontare quanto Tu sei speciale.

Desidero che tanti come me trovino in Te il loro rifugio

per un mondo migliore,

dove l’amore sia una scelta costante e non un’alternativa,

dove la carità sia sinonimo di qualità nelle nostre azioni

e dove ciascuno possa prendere la mano ad un altro fratello, per non farlo cadere.

Tu sei più di tutto questo ed io da oggi voglio fare il mio pezzetto.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Bisognosi di speranza

bisognosi di speranza

 

DOMENICA 11 DICEMBRE 2022

III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 35,1-6a.8a.10

Salmo: Sal 145 (146)

Seconda lettura: Gc 5,7-10

Vangelo: Mt 11,2-11

 

Il Vangelo di oggi ci fa riflettere sulle nostre insicurezze: Giovanni si trova in carcere e da lì manda i suoi a chiedere, se Gesù era il Messia che egli stesso aveva precedentemente annunciato. Sembra un controsenso, quasi a mettere in discussione il proprio annuncio. Questo può capitare anche a noi, all’Interno di un cammino di fede provare il dubbio, sentire di aver bisogno di rinnovare la speranza in Dio. Gesù lo sa e non lo rimprovera anzi, dice ai discepoli di Giovanni di riferirgli cosa hanno visto: “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo”.

La fede richiama alla fede e Giovanni si dovrà fidare dei suoi discepoli: dovrà vedere con gli occhi degli altri ed ascoltare una parola riferita.

Questo Vangelo ci viene incontro per rassicurare le incertezze, per portare pace al timore del nostro cuore bisognoso di speranza.

Ci sono dei segni ben visibili che testimoniano la vicinanza del Natale, le strade piene di luci, gli addobbi, tutto risuona l’imminenza della festa, ma Gesù ci dona un segno ben più forte: la Sua Parola, affinché il nostro cuore si prepari alla Sua nascita.

Oggi è la domenica in gaudete, ovvero della gioia. Gioia di che cosa? Di Gesù venuto sulla terra a dare conforto alle nostre incertezze, a custodire il cuore dell’uomo, a dare forza alle debolezze, così da poter dire come i discepoli di aver visto cose meravigliose.

“Signore,

donami tu un segno di speranza,

liberami il cuore dall’incertezza,

e sii il mio conforto.

Quando il dubbio mi assale, sostienimi,

nell’angoscia, confortami,

Nasci in tutti i cuori che come me sperano, lottano e soffrono,

ho bisogno che sia Natale anche per me, per tutti”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Il profeta, il precursore

Il profeta, il precursore

 

10 DICEMBRE 2022

SABATO DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 48,1-4.9-11

Salmo: Sal 79 (80)

Vangelo: Mt 17,10-13

 

Elia era un profeta, tale figura significava essere portavoce. I profeti erano coloro che aprivano la strada, il cui ruolo fondamentale era comunicare una parola rivelante.

Anche Giovanni Battista si colloca in questo quadro come un profeta, preparando il popolo alla venuta di Gesù; è un precursore che indica la via per riconoscere il Messia che deve ancora venire.

Pensando ai giorni nostri, viene da riflettere su quanti precursori abbiamo incontrato che ci hanno parlato di Gesù. Già da piccoli ad esempio, con i nostri nonni, i genitori, oppure persone di buona volontà che con la loro vita hanno testimoniato Gesù, o i Santi la cui biografia ha contagiato la carità di altri. Ciascuno di noi ha avuto un punto di partenza.

Facciamo memoria del nostro inizio, la via che ci ha portato sino a qui e seguendo la scia di tanti altri, siamo chiamati anche noi a farci precursori testimoniando a cominciare dalle nostre case, la venuta di Cristo. Spesso è più difficile tra i nostri che con i più lontani, ma Gesù ci insegna che a volte non c’è bisogno di parole, basta semplicemente esserci e credere che Lui attraverso di noi lascerà il segno.

In questo Natale compiamo gesti possibili solo grazie a Lui, ad esempio riconciliarsi con un vicino di casa, pregare per una persona in difficoltà, sorridere un po’ di più in qualche occasione. Lasciamo un segno di rinascita che ci avvicina al Natale e soprattutto tra noi. Gesù è venuto per tutti e nel nostro piccolo, aiutiamoLo a nascere nei cuori di ciascuno, solo così sarà davvero Natale e non soltanto per un giorno!

“Signore,

nasci in tutti quei cuori che hanno bisogno di Te,

affinché questo Natale porti pace nei nostri cuori

e smuova chi vive ancora nella durezza.

Sii Tu, dolce bambino il motivo della nostra gioia,

così che il dolore trovi rifugio nella Tua tenerezza

e scendano finalmente lacrime di gioia.

Fa che ogni guerra dalla più vicina alla più lontana

cessi di esistere

e ciascuno possa tornare a casa senza avere più paura

e possa sentire il calore del Tuo amore riscaldare il cuore

dopo un lungo inverno”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Un salto nella luce

un salto nella luce

 

09 DICEMBRE 2022

VENERDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 48,17-19

Salmo: Sal 1

Vangelo: Mt 11,16-19

 

Avete mai provato a stare in una stanza al buio e all’improvviso, senza che lo sappiate, vi accendono la luce, cosa si vede? Per un istante non si vede più niente. Come la generazione che Gesù descrive nel Vangelo di oggi, persone insoddisfatte, che sono dinanzi alla luce e si lamentano “di aver fatto o detto cose” e non si accorgono di nulla: non vedono.

Gesù ci invita a prestare attenzione a questa tendenza, perché se ci dovesse capitare non dobbiamo spaventarci, ma affrontare tale sentire per superarlo.

Non è sempre detto che il nostro sentire corrisponda alla realtà, possiamo per esempio sentirci soli e non esserlo, e se questo discorso vale tra di noi, allo stesso modo vale per Dio.

Forse a volte più che parlare di un salto nel buio, dovremmo dire un salto nella luce ovvero, lasciare che sia Lui a guidarci, confidando in Colui che ha a cura e a cuore le nostre vite, perché pertanto che facciamo, in verità ci sarà sempre un parte di noi che avrà bisogno di Lui.

“La sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie”: è questa la promessa che unisce la nostra storia alla Sua, l’incarnazione. La Sua sapienza si è fatta volto per guardarci negli occhi, mani per darci conforto e gambe affinché potessero camminare incontro a noi ed arrivare lì dove facciamo fatica, così che la nostra vita nonostante il dolore non fosse solo questo, ma una storia di un’incontro, la storia in cui ad un certo punto nel buio del cuore, si è accesa una luce che mai si spegnerà.

“Signore,

lo so che ci sei e in me c’è desiderio di Te,

ma tra quello che sento e faccio c’è tanta fatica.

Amami quando sono qui fermo, inerme.

Sostienimi quando la mia fragilità prende il sopravvento.

Scuotimi dal torpore che annebbia la mia mente.

Fammi toccare il Tuo amore,

affinché io sappia riconoscere che eri nel mio cuore da sempre.

Ti prego: risplendi in me,

così che io vedendo la luce ti corra incontro

ed abbandonando il buio

non veda che Te.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)