“Tu sei il Figlio mio, l’amato”

tu sei il mio Figlio, l'amato

 

 

DOMENICA 07 GENNAIO 2024

BATTESIMO DEL SIGNORE – FESTA – ANNO B

Ad ogni battesimo il cielo si squarcia e risuonano per noi queste parole: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Noi siamo il compiacimento di Dio, e questo è possibile grazie al Figlio amato. Grazie a Gesù che compie la volontà del Padre facendosi battezzare: ne avrebbe avuto bisogno ? No. Ma solo così noi possiamo fare esperienza di quel cielo squarciato, un cielo in cui Dio delimita il Suo spazio per far entrare l’uomo; scendendo Lui saliamo noi e facciamo esperienza di quel cielo non più così lontano, ma finalmente palpabile.

Nel battesimo siamo figli, un sacramento, il primo con cui inizia la nostra storia di salvezza. Si comincia con l’acqua, quasi a purificare da subito il nostro cuore e il Vangelo termina con lo Spirito sotto forma di colomba, ma lo Spirito è anche fuoco di amore, che sigilla e diventa impenetrabile. Dove solitamente acqua e fuoco si annullano, qui sigillano una relazione che non svanirà mai anche dinanzi al nostro peccato. Siamo figli e tutte le volte che lo dimentichiamo alziamo gli occhi al cielo, sentiamo in noi quelle parole: “tu sei mio figlio”.

Oh, figlio turbato dal tuo domani, corri contro il tempo alla ricerca di ancora altro tempo, le gambe si bloccano, il cuore accelera. Dio, Signore del tempo non perde ogni tuo battito, corre con te, per te squarcia il cielo e tu, squarcia quel muro che ti sei costruito; lascia che Dio entri nel tuo cuore, così che nella corsa non sentirai più dolore e il tuo cuore si muoverà al ritmo di quella voce: “tu sei mio figlio”, che Dio vuole sia per te un canto di compiacimento.

“Signore

fai del Tuo cielo squarciato una strada,

affinché io possa incontrarti,

sei sceso, ma a volte non basta,

aiutami a venire incontro a Te

aiutami a sentirmi figlio

così che quel cielo non si apra invano

ed il mio cuore squarciato dalle ferite,

veda entrare il cielo, senta Te

e ritorni a battere al suono di quella voce:

tu sei mio figlio,

per cui Tu sei sceso per me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)