Nel Vangelo di oggi, troviamo Gesù che incontra un uomo dalla mano paralizzata. Una mano paralizzata paralizza anche tutto l’uomo, perché non può né prendere, né donare, può solo attendere che qualcuno faccia qualcosa per lui.
Gesù tuttavia, non vede solo quell’uomo, ma è profondamente indignato e rattristato, per la durezza del cuore di tutti quelli che gli stanno attorno e che cercano un capo d’accusa, per condannarlo a morte. Egli chiama l’uomo in mezzo, perché tutti lo vedano, un uomo che non ha nome, dove ciascuno si può riconoscere con le proprie debolezze, i blocchi, le ferite, lí presente, davanti a Dio.
“Tendi la mano!”. Dice Gesù a ciascuno di noi, prendi il dono della mia vita e apri il tuo cuore, così che la tua mano possa accarezzare, curare, guarire, sollevare, possa trasmettere anch’essa vita. Quel giorno e sabato, giorno di festa e l’uomo guarito non può fare altro che festeggiare con Dio.
Gesù guarisce una mano per guarire i cuori inariditi di tutti, perché ciascuno riconosca la potenza del Figlio di Dio, che con la sua morte ci ha spalancato il cuore alla festa della vita.