Mese: luglio 2024
Non abbiate paura, valete!
13 LUGLIO 2024
SABATO DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Oggi Gesù per ben tre volte, ci incoraggia a non avere paura quando essere testimoni del vangelo ci costa fatica, incomprensione, sofferenza, e talvolta persecuzione e martirio. “Non li temete … non abbiate paura… non abbiate dunque timore”. Siamo nelle mani di Dio che ci accompagna ogni momento, tutta la nostra vita ha un valore prezioso, fino ad ogni singolo capello. Egli si prende cura di noi, e lo fa in un modo straordinario, sconvolgente, che nessun altro dio ha mai fatto: si è incarnato, si è fatto uomo come noi nel Figlio che dà totalmente la vita, perché la sua forza dell’amore colmi tutte le nostre vite e ci renda suoi testimoni.
Annunciare la verità non è sempre facile, perché sono molti quelli che ne sovvertono il significato, solo il tempo può darne ragione; l’importante è non credere di rimanere sconfitti. “Non temere”, “non avere paura”, sono le parole che devono risuonare forte nel nostro cuore, perché la promessa del Risorto è di essere con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo (cfr Mt 28.20), in ogni momento, in ogni evento, bello o brutto, anche quando non riusciamo a percepire che siamo sotto il suo sguardo di Padre e temiamo ci abbia abbandonato.
“Non temere”, “non avere paura”, anche quando pensi di aver fatto poco per gli altri e di non riuscire a realizzare molto per la tua esistenza, perché il tuo valore non dipende da quanto produci, dal lavoro che fai, dal tuo successo, ma dal fatto che esisti per puro dono, cosi gratuitamente come quei passeri, finemente come i capelli del tuo capo. Tutto è nelle mani di Dio. Egli ha cura di te e porta sempre a compimento l’opera iniziata dalle sue mani (cfr Sl 138,8).
“Signore,
fa che il mio cuore
acquisti fiducia in Te,
nel tuo amore,
così che cominci a vedere in me
ciò che Tu già vedi: guarigione.
O Signore,
guarisci il mio cuore,
perché desidero vivere questo tempo consapevole della Tua presenza,
per aiutarti a dire a chi incontro
di fidarsi di Te,
perché è il tuo cuore
l’unico luogo sicuro.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Spirito
12 LUGLIO 2024
VENERDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Il Signore ci invia ad essere suoi testimoni e conosce già quali sono le difficoltà che il cristiano incontra nel suo cammino, allora raccomanda di fare affidamento in quel dono dello Spirito, che il Padre ha dato a ciascuno.
Quando la fede viene messa alla prova, si ha la tentazione di passare oltre; il male ci colpisce appena abbassiamo la guardia pensando di non farcela, pensando di essere dei vinti e non dei vincitori in forza di Gesù Cristo. Proprio Lui è l’agnello che ha sconfitto i lupi, perchè è la mitezza di Dio che si consegna. Facendosi mangiare, l’agnello, diventa cibo dell’altro e lo trasforma in sé, si fa carico di tutto il male del mondo e lo spezza.
Una famosa espressione latina recita: “Homo homini lupus”, ovvero, “l’uomo è un lupo per l’uomo” quando vuole prevalere e lascia che l’egoismo divida e compia il male. Ma quell’amore più grande, che è la debolezza di Dio, è più forte e più sapiente di ogni forza e sapienza umana, perché disarma l’odio e l’egoismo.
La missione del cristiano nel mondo, è di farsi umilmente strumenti della salvezza operata da quel mite agnello: Gesù; porsi con gioia al servizio di tutti con lo sguardo e il cuore rivolti in alto ad invocare l’aiuto del Signore, il dono dello Spirito che ci mantiene in dialogo con Lui, quale Presenza che si lascia incontrare anche nell’imprevisto.
“Spirito di Dio,
tocca il mio cuore,
insegnami ad amare come ami Tu,
senza riserve,
senza paura.
Tu Dio, il cui amore è inarrestabile,
imprimi nel mio cuore i tuoi sentimenti,
così che senta come Te,
ami come Te
ed impari a parlare con Te.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Dio in me
GIOVEDÌ 11 LUGLIO 2024
SAN BENEDETTO, ABATE, PATRONO D’EUROPA – FESTA
Festeggiamo oggi S. Benedetto patrono d’Europa che ha fatto dell’ascolto il luogo dove apprendere la vera sapienza divina.
Egli infatti, inizia la sua regola con la parola: “Ascolta, figlio, gli insegnamenti del maestro e tendi l’orecchio del tuo cuore…” Ai monaci raccomanda più di una volta: “Nulla assolutamente anteporre all’amore di Cristo”. Vivere l’unità con Cristo è un costante cammino di ritorno al suo amore sorretti dalla sua grazia.
Il Vangelo di oggi ci ricorda che: chi segue Gesù “riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”, ma per compiere questo cammino è necessario lasciare tutto. Cos’è questo tutto? Se nulla ci potrà mai separare dall’amore di Cristo, come afferma S. Paolo (Rm 8,35-39), cosa dobbiamo realmente lasciare? Dobbiamo lasciare il superfluo, quanto veramente non giova alla nostra vita.
Gesù conosce bene il nostro cuore, e perché esso sia libero, ci chiede di staccarci da ciò che ci crea dipendenza, affanno, frustrazione o addirittura infelicità. Distinguere i bisogni veri da quelli apparenti. Se non sempre è possibile fare uma stima delle rinunce, il guadagno invece ha un peso incalcolabile e prezioso nel cuore, perché è la vita eterna, ovvero non qualcosa che succederà, ma quanto da senso al mio vivere quotidiano: la vita stessa di Dio in me.
“Tu, mio Dio
colma il mio cuore
con il Tuo amore.
Tu sei il mio centuplo,
una Parola irrevocabile,
un amore inarrestabile.
Tu sei pienezza,
alba, tramonto,
possa risplendere la Tua vita su di me,
affinché io possa portare
un po’ nel mondo,
il cielo di Te.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Chiamata
10 LUGLIO 2024
MERCOLEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Gesù chiama i discepoli, li chiama per nome, segno di una relazione con ciascuno. Ogni persona chiamata per nome è chiamata alla vita, a vivere nella sua unicità e originalità. Nessuno è un essere nel mondo gettato per caso, ognuno ha un valore in ordine a se stesso e agli altri.
Per Gesù nessuno di noi è anonimo, mi chiama con il mio nome, gli sto a cuore, non mi confonde con nessun’altro. Ciascuno risponde alla chiamata quando vede nella persona di Cristo la causa, il senso e l’orizzonte ultimo dove può affidare la propria vita e farla fiorire.
Gesù è il nome della forza che fa partire. La vocazione non parte da sacrifici o rinunce, è una scelta che porta innanzitutto ad un incremento d’umano.
Ai Dodici, Gesù chiede di essere testimoni che “il regno dei cieli è vicino”, annunciando, predicando, ma soprattutto strada facendo, ovvero camminando insieme tra loro e con tutti i fratelli, condividendo, affidandosi l’un l’altro, accogliendo le persone incontrate, donando quel potere dell’amore che hanno ricevuto e che li rende portatori di vita.
Colui che è la vita pronuncia il nostro nome, ci chiama innanzitutto ad essere noi stessi, a riempire di significato e di bellezza il nostro nome, la nostra vita, cosi possiamo prenderci cura anche di quel pezzetto di mondo nel quale viviamo, gioendo della bellezza di vita che sboccia e cresce in noi e negli altri.
“Signore,
il mio nome
ha un senso nel Tuo cuore,
perché proprio lì
vi è per me un posto.
Fa che la Tua voce
non si confonda tra le altre,
così che udita io risponda: eccomi.
Eccomi qui davanti a Te mio Dio,
Tu sei di fronte a me.
Sei il cielo nella mia stanza.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Messe
09 LUGLIO 2024
MARTEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Gesù percorre città e villaggi insegnando e guarendo malattie, mosso da quella compassione che gli è propria, per riportare ogni uomo alla vita piena, dove nessuno si senta escluso, abbandonato, rifiutato, ma tutti possano sperimentare l’amore del Padre trasmesso dal Figlio. Alla reazione di scetticismo e di malizia dei farisei, sono le stesse opere che danno testimonianza, perché quando la malizia è evidente, la verità e la bontà brillano da sole.
La compassione di Dio è quell’amore infinito per ogni uomo, chiunque esso sia, e qualunque cosa abbia commesso. Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare il Figlio: ha donato la vita a tutti, perché tutti possano sentirsi figli e fratelli. Allora noi siamo la messe di Dio, ma nel contempo, ogni credente è quell’operaio mandato a custodire ogni fratello.
Ogni figlio ha le proprie qualità, limiti, difetti, vive e si realizza nella relazione con l’altro, quando vediamo l’altro come concorrente o nemico, perdiamo la condizione di fratello e anche di figlio. Nell’escludere qualcuno, escludiamo il Signore che si è fatto ultimo di tutti, che si è identificato in quel povero, in quel fratello difficile, in quel figlio già amato dal Padre.
Preghiamo il Signore che ci aiuti a capire questa compassione, che è il suo amore infinito per tutta l’umanità, nella ferialità di tutti i giorni; e che il nostro sguardo abbia la tenerezza del cuore di Dio.
“Signore,
aiutami a sentire la Tua tenerezza,
perché il Tuo cuore non esclude,
perdona, ama.
Insegnami a riconoscerti
nella ferialità dei giorni,
in cui nella stanchezza
temo possa dimenticarti di me.
Libera il mio cuore dal timore
di essere solo,
perché Tu sei con me.
Non sono solo,
e neanche Tu, mio Dio, lo sei,
sono parte della Tua messe. “
(Shekinaheart eremo del cuore)
Parola che salva
08 LUGLIO 2024
LUNEDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Nel Vangelo di oggi, si delinea la figura di due donne che perdono la vita. La prima, è la figlia di uno dei capi della sinagoga che gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». La seconda, è una donna che perdeva sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù, non solo guarisce questa donna, ma ridona vita nuova facendo risorgere la bambina.
Di fronte alla nostra malattia, alla nostra miseria, alla nostra morte, si scuote la misericordia di Dio, così per donarci la sua salvezza, anch’egli si sveglierà dalla sua morte, proprio perché noi potessimo risorgere con Lui.
La fede ha fatto rifiorire la vita, nel momento presente in cui è avvenuto l’incontro con Gesù. Non dobbiamo attendere la salvezza, siamo già salvati, dobbiamo solo aprirci all’incontro e continuare a riporre fiducia in Lui, Dio non ci abbandona. Quando ci fidiamo di Lui, possiamo
sperimentiare che Lui è con noi, e possiamo portarlo con noi in ogni istante, in tutto quello che viviamo, anche nella malattia e nella morte, perché “Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo” (2Tim 1,10), parola che salva.
“Signore,
guarisci Tu il mio cuore.
Mi fido di Te.
Tu sei Colui che può guarirmi
ed io desidero che ciò avvenga.
Possa il Tuo amore
colmare il mio cuore,
possa credere sempre
con tutta me stessa in Te;
fa che non mi separi mai da Te
e sappia riconoscerti
come Parola che mi salva.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Immagine
07 LUGLIO 2024
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO -ANNO B
Il Vangelo di oggi, termina con Gesù che si meraviglia per l’incredulità dei suoi interlocutori. I suoi concittadini non lo comprendono, lo rifiutano, ma questa meraviglia di Gesù non si tramuta in ostilità. Egli continuerà a percorrere nuove vie, insegnando l’amore che salva, affinché i cuori si aprano all’amore del Padre.
Anche a noi può capitare di vivere un’incredulità, che tuttavia non significa mancanza di fede, quanto piuttosto un’ erronea idea di Dio. Abbiamo delle riserve mentali, delle idee che ci siamo fatti e non corrispondono alla verità di Dio, cosi rimaniamo diffidenti.
È consolante sapere che Dio non si arrende alla nostra diffidenza e attende la nostra crescita. Per credere il nostro cuore ha bisogno di tempo, deve sciogliere paure, resistenze, ambiguità, ma l’importante è non lasciare mai il Signore, lasciarsi sempre riaccostare da Lui, da quell’amore fedele in grado di stupirci.
Gregorio di Nissa affermava: “I concetti creano gli idoli, solo lo stupore conosce”. Chiediamo al Signore che ci aiuti a liberarci da una falsa immagine di Lui, per imparare a riconoscerlo a partire da quello stupore dell’amore che ci prende il cuore, perché si dona sempre senza condizioni.
“Signore,
fa che ti riconosca
come Signore della mia storia,
come quella mano che non è indifferente,
anzi, tiene la mia.
Insegnami a posare il cuore in Te,
ad aver fiducia
che con Te sono al sicuro
e lo sono da sempre.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Rattoppo
06 LUGLIO 2024
SABATO DELLA XIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)
Il rischio che a volte corriamo di vivere, è mettere dei “rattoppi” per cercare di riparare ferite, fatiche, offese. Esse sono il segno di un passato che riaffiora, quando nel corso del tempo avvengono degli “strappi”, ovvero dei momenti in cui quelle ferite riemergono e fanno più male.
In questi momenti Gesù ci invita a guardare a Lui a quello sposo che ci ama tanto da prendere su di sé quello strappo, così che la sposa non senta dolore.
Gesù è la novità della vita. È Colui che rende nuova la nostra vita ogni giorno, affinché ognuno possa fare esperienza del suo amore, più forte di quello strappo.
“Signore,
aiutami Tu
a guardare oltre quella fatica,
a vedere la Tua mano che mi sostiene,
non solo in quell’istante ma sempre.
Aiutami Tu
a non cucire il dolore,
ma a farlo uscire,
così che prendendolo Tu,
io senta il Tuo amore darmi forza.
Amami sempre, tienimi accanto,
parla al mio cuore,
consolaci Tu.”
(Shekinaheart eremo del cuore)