Colmata di grazia

colmata di grazia

 

 

MARTEDÌ FERIA PROPRIA DEL 20 DICEMBRE

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14

Salmo: Sal 23 (24)

Vangelo: Lc 1,26-38

“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio”.

In queste parole troviamo tutto il progetto di Dio per l’umanità. Trovare grazia presso Dio, equivale ad essere avvolti dal suo amore che da vita, dà una nuova identità: l’amore con cui siamo amati.

Maria è colmata di grazia, di amore, di gioia, entra nel disegno di Dio da prima dell’inizio del mondo. Solo con la forza di Dio Ella può rispondere: “si”, perché Dio è da sempre “si”, e “amore” per tutta la sua creazione e aspetta che qualcuno liberamente gli dica “si”, solo allora il suo desiderio è compiuto. La stessa creazione è compiuta, perché nel “si” a Dio questa diventa come Lui: l’amore rende simili, rende uguali.

Maria ha generato il figlio di Dio; l’uomo attraverso il suo libero “sì” all’amore di Dio, è chiamato a portare Dio, in modo che tutto il mondo diventi divino e Dio sia tutto in tutti. Quindi è proprio per la risposta dell’uomo, che il creato raggiunge il massimo delle sue possibilità: il ritorno alla sorgente della vita.

Il futuro dell’uomo è Dio, perché l’uomo è apertura all’infinito, e attraverso l’amore, non solo gli diamo corpo in questo mondo, ma viviamo di Lui e in Lui ricolmi della sua grazia.

“Signore,

aiutami a dire di “sì” nonostante vi sia fatica,

fammi comprendere che il Tuo “si” è apertura,

affinché lo dica anch’io,

poiché solo nell’amore ricevuto io posso donare.

E se sentissi di non avere più nulla,

Tu sostienimi affinché sia forte

della Tua forza,

sereno della tua pace

e pieno di speranza

e segno anche per chi l’ha perduta”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Giuseppe

uomo del silenzio e dell'ascolto

Novena 3°giorno

Continuiamo la nostra novena di Natale, proponendo la figura di Giuseppe. Meditiamo insieme stralci dell’Enciclica “Patris Corde” di Papa Francesco:

“CON CUORE DI PADRE: così Giuseppe ha amato Gesù, chiamato in tutti e quattro i Vangeli «il figlio di Giuseppe» […] Giuseppe è l’uomo mediante il quale Dio si prende cura degli inizi della storia della redenzione. Egli è il vero “miracolo” con cui Dio salva il Bambino e sua madre. Il Cielo interviene fidandosi del coraggio creativo di quest’uomo, che giungendo a Betlemme e non trovando un alloggio dove Maria possa partorire, sistema una stalla e la riassetta, affinché diventi quanto più possibile un luogo accogliente per il Figlio di Dio che viene nel mondo (cfr Lc 2,6-7). […]

Lo scrittore polacco Jan Dobraczyński, nel suo libro L’ombra del Padre,ha narrato in forma di romanzo la vita di San Giuseppe. Con la suggestiva immagine dell’ombra definisce la figura di Giuseppe, che nei confronti di Gesù è l’ombra sulla terra del Padre Celeste: lo custodisce, lo protegge, non si stacca mai da Lui per seguire i suoi passi. Pensiamo a ciò che Mosè ricorda a Israele: «Nel deserto […] hai visto come il Signore, tuo Dio, ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino» (Dt 1,31). Così Giuseppe ha esercitato la paternità per tutta la sua vita. […]

In un certo senso, siamo tutti sempre nella condizione di Giuseppe: ombra dell’unico Padre celeste[…] e ombra che segue il Figlio.

A lui rivolgiamo la nostra preghiera:

Salve, custode del Redentore,

e sposo della Vergine Maria.

A te Dio affidò il suo Figlio;

in te Maria ripose la sua fiducia;

con te Cristo diventò uomo.

O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,

e guidaci nel cammino della vita.

Ottienici grazia, misericordia e coraggio,

e difendici da ogni male. Amen

 

 

Uomo del silenzio e dell’ascolto

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DOMENICA 18 DICEMBRE 2022

IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14

Salmo: Sal 23 (24)

Seconda lettura: Rm 1,1-7

Vangelo: Mt 1,18-24

 

Grande uomo del silenzio e dell’ascolto era Giuseppe, che cooperó al piano di salvezza. Anche a Lui apparve l’angelo che gli disse: “non temere”. Il coraggio di Dio accompagna i suoi figli ed a ciascuno Egli garantisce la sua forza.

Giuseppe si sveglierà e saprà che non era solo un sogno e questo, perché la fede di lui sa cogliere il segno di Dio, dal suo Si, assieme a quello di Maria, si compie la pienezza per tutti noi.

Affidiamoci a Giuseppe padre di Gesù, un padre che lo crescerà e gli insegnerà a credere nell’impossibile, proprio perché d’ora in poi ogni giorno che si sveglierà, guarderà a suo figlio e alla sua amata, e riconoscerà la potenza di Dio averlo coinvolto. Giuseppe diventa così esempio di quella quotidianità offerta e sofferta, capace di credere e sperare, affinché Dio sia sempre per ciascuno il motore di tutto. E rivolgendogli questa preghiera, chiediamo a lui di aiutarci a vivere il dono della salvezza scaturita dal suo si:

“O uomo saggio Giuseppe,

tu che hai saputo cogliere i segni dei tempi,

insegnami a comprendere Dio nella mia storia.

Tu, Giuseppe, taci, ma fai parlare il tuo cuore,

aiutami a credere come hai fatto tu, nell’impossibile.

Sii tu l’angelo capace di confortare la mia notte,

così che al mio risveglio, anch’io sia capace di dire si”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Preparare il cuore

preparare il cuore

 

15 DICEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA III SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 54,1-10

Salmo: Sal 29 (30)

Vangelo: Lc 7,24-30

 

“Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero”.

Nell’avvicinarsi del Natale, la liturgia ci mostra Giovanni Battista descritto da Gesù come più di un profeta, il messaggero che prepara la via al Signore.

Quando attendiamo qualcuno a casa nostra ci prepariamo a riceverlo, riordiniamo, cuciniamo, lo accogliamo all’ingresso, lo facciamo accomodare, gli offriamo ciò che abbiamo, conversiamo, scambiamo pensieri ed ancora molte altre cose. Se tutto questo lo facciamo per i nostri amici, parente o conoscenti, cosa faremo pensando che Dio stesso manda suo Figlio a casa nostra? Ci metteremo in azione subito, pensando a quanto fare per accoglierLo in modo adeguato.

Gesù non ci chiede di fare delle cose “esteriori”, il suo desiderio è essere accolto, ascoltato, riconosciuto dentro al nostro cuore! La casa da riordinare è il nostro cuore, bisogna fargli spazio, perché non siamo noi a preparare qualcosa per Lui, ma é la sua venuta a preparare la salvezza per noi. La sua venuta è occasione per renderci persone nuove, e anche se non ci toglie dalle nostre fatiche, dai problemi di ogni giorno, ci fa esistere nel suo amore.

Attendere Gesù in questo Natale, sarà per noi rinnovare il desiderio di una vita piena di Lui: un semplice e disarmante bambino, che riempie l’inquietudine del cuore gettandovi le radici della verità, della bellezza, della bontà e dell’unità, che danno armonia a tutto l’essere. Apriamogli il nostro cuore, attendiamo la sua venuta oggi e sempre, perché il disegno di Dio possa realizzarsi in noi e gli altri vedano quale grande “artista” ci ha colmato di gioia.

 “Signore,

agli sgoccioli del Natale,

aiutami a preparare il cuore.

Fa che nonostante il dolore o la fatica

io possa percepire la Tua nascita

e ritrovare un po’ di amore dopo tanta attesa.

Chi ti ha preparato la via

ha provato la gioia di poterti sentire accanto,

fa che anch’io ritrovi Te nel mio povero cuore

e scopra che sei Tu ad aver preparato per me,

una via d’amore e tenerezza,

una via in cui anch’io possa tornare bambino

in braccio a Te.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Un giorno nuovo

un giorno nuovo

 

MERCOLEDÌ 14 DICEMBRE 2022

SAN GIOVANNI DELLA CROCE, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 45,6b-8.18.21b-25

Salmo: Sal 84 (85)

Vangelo: Lc 7,19-23

“Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito”

Nel Vangelo di oggi Gesù risponde ai due discepoli mandati da Giovanni, mostrando una serie di miracoli a testimonianza che Lui è il Salvatore.

Davanti a grandi segni, ad eventi miracolosi, tutti siamo propensi a credere nella potenza di Dio, ma ciò non avviene sempre, perché sono fatti davvero straordinari. Quello che facciamo più fatica a scorgere invece, sono i miracoli quotidiani. Molte cose semplici le consideriamo scontate, quasi facciano parte di una routine, eppure dobbiamo imparare a vedere in esse la mano di Dio.

La nostra vita a cominciare da ogni nuovo giorno è un opera di Dio: siamo tra i poveri a cui è annunciata la buona notizia, perché i nostri cuori vengono guariti dalla loro durezza, e gli occhi possono tornare a vedere in modo limpido e trasparente. Se zoppicchiamo a causa del peccato, Lui ci prende per mano e ci sostiene. Nulla di noi può far paura a Dio, per questo non dobbiamo scandalizzarci se il suo amore ci ama e perdona in un modo immenso fino a dare la sua vita. Si! Dio è cosi, è tutto per noi.

In questi giorni di avvento, prepariamoci ad accogliere la sua nascita, fermandoci qualche istante a pensare a quante volte compie piccoli miracoli per noi, e quando i nostri occhi fanno fatica a vederli chiediamogli di aiutarci a riconoscerli.

Non confidiamo solo nelle nostre forze, lasciamoci raggiungere dal suo amore, perché la Sua venuta diventi gioia nella nostra vita, cosi che possiamo dire quanto abbiamo “visto e udito”, quanto amore ha portato.

“Signore,

dopo la notte arriva il giorno,

fa che sia così anche nel mio cuore

per imparare ad accogliere il sole

che Tu sei.

Scalda il mio cuore

che il dolore ha gelato,

rafforzami lì dove sono indebolito

e fammi sentire il Tuo amore,

così da finalmente poter dire

quello che ho visto e udito

ora è dentro me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Bisognosi di speranza

bisognosi di speranza

 

DOMENICA 11 DICEMBRE 2022

III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 35,1-6a.8a.10

Salmo: Sal 145 (146)

Seconda lettura: Gc 5,7-10

Vangelo: Mt 11,2-11

 

Il Vangelo di oggi ci fa riflettere sulle nostre insicurezze: Giovanni si trova in carcere e da lì manda i suoi a chiedere, se Gesù era il Messia che egli stesso aveva precedentemente annunciato. Sembra un controsenso, quasi a mettere in discussione il proprio annuncio. Questo può capitare anche a noi, all’Interno di un cammino di fede provare il dubbio, sentire di aver bisogno di rinnovare la speranza in Dio. Gesù lo sa e non lo rimprovera anzi, dice ai discepoli di Giovanni di riferirgli cosa hanno visto: “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo”.

La fede richiama alla fede e Giovanni si dovrà fidare dei suoi discepoli: dovrà vedere con gli occhi degli altri ed ascoltare una parola riferita.

Questo Vangelo ci viene incontro per rassicurare le incertezze, per portare pace al timore del nostro cuore bisognoso di speranza.

Ci sono dei segni ben visibili che testimoniano la vicinanza del Natale, le strade piene di luci, gli addobbi, tutto risuona l’imminenza della festa, ma Gesù ci dona un segno ben più forte: la Sua Parola, affinché il nostro cuore si prepari alla Sua nascita.

Oggi è la domenica in gaudete, ovvero della gioia. Gioia di che cosa? Di Gesù venuto sulla terra a dare conforto alle nostre incertezze, a custodire il cuore dell’uomo, a dare forza alle debolezze, così da poter dire come i discepoli di aver visto cose meravigliose.

“Signore,

donami tu un segno di speranza,

liberami il cuore dall’incertezza,

e sii il mio conforto.

Quando il dubbio mi assale, sostienimi,

nell’angoscia, confortami,

Nasci in tutti i cuori che come me sperano, lottano e soffrono,

ho bisogno che sia Natale anche per me, per tutti”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Convertitevi

convertitevi

 

04 DICEMBRE 2022

II DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 11,1-10

Salmo: Sal 71 (72)

Seconda lettura: Rm 15,4-9

Vangelo: Mt 3,1-12

 

 

Convertitevi. Non vuol dire tornare indietro, ma andare avanti, guardare a Lui che è la strada verso cui far giungere il nostro cuore.

Giovanni ci parla di conversione, un cambiare rotta, subito viene da chiedersi: come fare? Si comincia per gradi ed ecco perché Giovanni battezza con acqua, segno che siamo figli di Dio, e Gesù con il fuoco, ovvero, lo Spirito Santo in grado di farci ricordare tutto questo.

Il nostro cammino comincia da figli, il primo passo di conversione è proprio comportarci con Dio in un atteggiamento di figliolanza, consapevoli che Egli è un padre che ci sorregge ed accompagna passo dopo passo.

Convertirsi è credere in Dio come Padre. Gesù è il figlio, nato per insegnarci ad essere figli in grado di riconoscere l’amore e confidare in un Dio capace di raccogliere i pezzi della nostra storia e farne qualcosa di nuovo.

Se il nostro cammino è segnato dalla sofferenza, accanto ad ogni cicatrice ci sarà un piccolo segno di Lui da scoprire, perché Dio è un Padre che non lascia mai soli i suoi, tantomeno nella sofferenza.

Quando nell’apice del dolore pensiamo che non ci sia nessuno, proviamo a credere che Dio è accanto a noi in silenzio, non perché non ha niente da dire, poiché a volte non ci sono parole per esprimere la vicinanza, ma semplicemente Egli è lì, ci sta accanto.

È il momento di chiedersi: credo in questo? No, allora convertiti! Cambia rotta e guarda alla tua storia, scopri Tuo Padre, lasciati stupire ed accogliere dall’Amore che ti viene incontro, qualsiasi strada tu faccia.

 “Signore,

desidero imparare a camminare

sentendoti al mio fianco,

ho bisogno di Te.

Aiutami a ricordare

quanto amore hai seminato lungo il corso della mia vita,

così che esso diventi come piccole luci sul mio cammino,

fari nella notte più buia,

affinché io sappia che dove sono io, là ci sei Tu”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)