Ci sei Tu

 

ci sei Tu

 

01 DICEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA I SETTIMANA DI AVVENTO

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 26,1-6

Salmo: Sal 117 (118)

Vangelo: Mt 7,21.24-27

Il Signore oggi ci invita a scegliere, poiché per entrare nel regno dei cieli, ovvero nella relazione con Lui è necessario fare vita di tale relazione. È questa la volontà di Dio, al di là di ciascuna scelta personale, la prima vera decisione è sceglierlo, farlo entrare nel nostro quotidiano.

Scegliamo il Signore: lasciamo che le Sue parole penetrino nel nostro cuore, esse saranno la forza nella tempesta. Quando nel timore ci mancherà la terra sotto i piedi, sapremo che Lui è qui con noi e allora non dovremo nemmeno dire: “Signore, Signore”, perché sapremo che Egli sta già parlando e operando in noi.

In questo avvento, tempo di attesa e di speranza, cerchiamo nel quotidiano di innalzare il nostro pensiero a Lui; mentre lavoriamo, studiamo o siamo in casa, eleviamo a Dio una preghiera dal cuore. Piano piano la paura passerà, gli occhi si apriranno alla provvidenza, e il cuore comprenderà di essere su una roccia sicura dove il passato, il presente e il futuro, non saranno in grado di farci vacillare, perché Dio, nostro Padre ci ha promesso un luogo sicuro in cui poter posare il cuore.

L’avvento è proprio il tempo in grado di rafforzarci in questo, poiché al di là delle luci di natale che illuminano le nostre città, c’è una stella in grado di condurci a casa, da Dio. Tale stella ci guida a meditare oltre il nostro tempo, in compagnia di Maria e Giuseppe, essi intrapresero un viaggio fidandosi di Dio e nonostante la fatica, il loro cuore era al sicuro, perché Dio era con loro.

In quella Santa notte, si compirà la promessa di Dio, una luce attraverserà il buio delle nostre notti, nascerà l’Emmanuele il Dio con noi, la loro e la nostra stella più bella, in grado di donarci pace, amore e coraggio per tutta l’eternità!

“Scelgo te,

perché sento che tu mi hai scelto,

la Tua è una chiamata a vivere

ciò che in una vita non basta: la Tua parola!

Proprio per questo, non voglio più perdere tempo,

aiutami a non sprecare parole,

ad essere attento a Te

che vieni non solo a Natale, ma sempre,

per confortare il mio cuore,

per dirmi di non avere più paura,

perché qui con me, ora e sempre ci sei Tu”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Una ragione di vita

 

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27 NOVEMBRE 2022

I DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 2,1-5

Salmo: Sal 121 (122)

Seconda lettura: Rm 13,11-14a

Vangelo: Mt 24,37-44

 

In questa prima domenica di avvento la Chiesa ci invita alla vigilanza, ovvero, a porre attenzione che i nostri cuori siano davvero aperti ad accogliere la venuta del Messia. Gesù: un dono d’amore di Dio Padre che ci ama ed è fedele alle Sue promesse.

Avvento non significa in primo luogo attesa, ma presenza, non aspettiamo solo la nascita di Gesù a Betlemme, ma viviamo la tensione a trovare qualcosa di più grande, ciò allude alla capacità del cuore e dell’intelligenza di percepire proprio la “presenza” del Signore Gesù.

L’avvertimento che Gesù fa ai suoi discepoli nel Vangelo di oggi è: “Vegliate dunque”, riguarda la tensione del cuore, come se dicesse: non fate come al tempo di Noè, quando nonostante la gente fosse avvertita, non cambiò il proprio modo di agire, ma cercate la Sua presenza, scopritela, avvertitela, viveteci dentro, fatene la ragione del vostro vivere.

Restare pronti è l’atteggiamento essenziale che dobbiamo avere, per cogliere la manifestazione del Signore nel Suo amore per noi e del nostro amore per i fratelli in ogni circostanza, in ogni dettaglio della vita.

Attendiamo la Sua venuta, perché il Suo regno conquisti il nostro cuore, tutti i cuori e tutta la storia, fino ai confini del mondo.

 “Signore,

dammi la ragione della vita:

imparare come Te ad amare,

senza riserve, a perdita,

affinché mi presenti davanti al tuo altare

ogni giorno a mani vuote,

di quel vuoto che ha dato tutto.

In questo Natale nasci nel mio cuore

così che Tu sia la mia spiegazione di tutto,

la mia ragione di vita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Volare alto

 

volare alto

 

26 NOVEMBRE 2022

SABATO DELLA XXXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 22,1-7

Salmo: Sal 94 (95)

Vangelo: Lc 21,34-36

 

Le parole di Gesù oggi, risuonano come un richiamo alla responsabilità. Siamo i primi responsabili di ciò che facciamo entrare nel nostro cuore, ed essendo un luogo delicato, Gesù ha a cuore sia al sicuro.

È capitato a tutti di aver il cuore appesantito, il problema è quando questo diventa un modo di vivere, poiché avere il cuore pesante è rendere la vita altrettanto pesante, per noi stessi e anche per chi ci sta accanto.

La metafora usata nel brano è quella del laccio e può capitare anche a noi di vivere qualcosa che stringe e più è stretto, più si fa fatica a liberarsi.

Chiediamo a Dio un cuore leggero che non è superficialità o immunità dalle sofferenze, anzi un cuore che impara ad essere libero è proprio quello più provato, ma che ha capito dove e in CHI essere deposto.

Gesù è il cuore di Dio venuto sulla terra, il Padre ci ha dato il Suo cuore affinché il nostro possa ritornare a battere, a vivere una vita fatta di fatiche, ma anche di consapevolezza che in noi abita la saggezza, ed essa è proprio un dono Suo, capace di destarci dal sonno dei nostri pensieri per volare alto, liberi al di sopra di tutto.

“Signore,

donami il coraggio di essere leggero,

che non vuol dire incosciente,

ma semplicemente il non aver permesso

alla pesantezza di stringere il mio cuore.

Aiutami a liberarmi dal laccio degli affanni,

dalla fragilità e dal timore di essere solo.

Tu sei con me, e con Te ogni cuore

ha una strada dove poter tornare,

fammi fare esperienza di questo

per volare alto al di sopra di tutto”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Profumo del Pane

profumo del Pane

 

18 NOVEMBRE 2022

VENERDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 10,8-11

Salmo: Sal 118 (119)

Vangelo: Lc 19,45-48

 

“Ogni giorno insegnava nel tempio”, ogni giorno appena svegli è preparata per noi la Parola di Dio. È bello pensare che c’è Qualcuno a preparare qualcosa per noi: una Parola, un po’ di conforto, aiuta a sentirci a casa.

Questo è il desiderio di Dio per noi: che la Sua casa diventi una casa di preghiera, e non un covo di ladri; espressione “forte” ma significativa, poiché ci aiuta a farci comprendere che non c’è nulla di fuggiasco, di breve o temporaneo, non c’è qualcosa da accaparrare nella Sua casa, ma si tratta entrare e prendere quel dono che Dio stesso ha preparato per noi.

Entriamo nella Sua casa, sentiamoci a casa con Dio così da potergli affidare ogni cosa, ogni dubbio e paura e ricordiamoci che lì all’interno vi è preparato un posto per noi. Gustiamo il calore di questa casa, sediamoci alla tavola apparecchiata e respiriamo il profumo del Pane.

“Signore,

sorreggi i miei passi,

fa che io mi accorga del dono che mi hai preparato

e ne faccia tesoro

per i tempi duri e quelli felici.

Aiutami a sentirmi a casa,

affinché la mia vita trovi un posto con Te

ed io smetta di cercare altrove ciò che Tu mi hai preparato:

una casa, un rifugio, un conforto

nel Tuo cuore, per me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Al di sopra di tutto

al di sopra di tutto

 

DOMENICA 13 NOVEMBRE 2022

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ml 3,19-20a

Salmo: Sal 97 (98)

Seconda lettura: 2 Ts 3,7-2

Vangelo: Lc 21,5-19

“Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze”. Sembra quasi di leggere un articolo di giornale, data l’attualità di questo brano di Vangelo nel mondo, ma annesso a questo, Egli promette “segni grandiosi dal cielo”.

Dinanzi alle difficoltà del tempo presente, il Signore ha a cuore di rassicurarci che non è la fine, lo ripete più volte, in diversi modi, quasi a voler provvedere per noi una pace tale da alimentare la perseveranza.

“Nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”, c’è una protezione in queste parole, si, perché davvero Dio ha cura di noi.

Il segno grandioso è quando lasciamo entrare queste parole dentro di noi, quando ci rendiamo ancora conto che malgrado tutto, abbiamo bisogno di credere per vivere. Credere dinanzi alle difficoltà non è semplice, è un dono di Dio. È come sentire il silenzio. Il Signore ce lo ha lasciato in dono, affinché potessimo essere uniti al Padre.

Tutto quello che cerchiamo è dentro di noi, all’interno della corazza tirata su per proteggerci dalle sofferenze. Abbiamo un cuore al cui interno il Signore ha posto il Suo compiacimento e ha fatto la Sua dimora per darci coraggio; è il tempio dove poter attingere la forza, e la perseveranza è una candela sempre accesa nonostante tutto, segno di un amore che non svanisce, sino alla fine.

“Signore

donami il coraggio per affrontare le difficoltà,

donami la sapienza di ben rispondere,

perché sei Tu la mia salvezza.

Mi affido a Te,

perché dinanzi alle battaglie della vita,

io non resti sconfitto,

ma sappia portare nel mondo

l’amore con cui Tu hai inondato il mio cuore.

Aiutami a credere

e quando salirà la fatica tieni sempre la mia mano,

così che io sappia riconoscerti

e continui a perseverare,

 al di sopra di tutto”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

“Accresci in noi la fede”

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07 NOVEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Tt 1,1-9

Salmo:Sal 23 (24)

Vangelo: Lc 17,1-6

 

Gli apostoli all’invito di Gesù rispondono: “accresci in noi la fede”, si, perché ci vuole la fede, la forza incrollabile in Dio per poter perdonare con cuore sincero.

Non è semplice e il Signore, il maestro, lo sa, per questo li indirizza e li accompagna e non solo, aggiunge anche il tema del rimprovero. Può darci fastidio essere rimproverati, però è anche vero che se viene da colui che ci vuole bene ed è disponibile ad accogliere il nostro pentimento, allora, forse è più facile riceverlo, perché comprendiamo avvenga per aiutarci.

Non fa forse così Dio con noi, sempre pronto a perdonarci? A volte noi siamo un po’ restii dinanzi ai suoi “rimproveri” ed è per questo che dobbiamo chiedere la forza della fede, ovvero di poter guardare la mano provvidente di Dio, nelle pieghe della nostra storia fatta di errori, ma anche di tanto perdono ricevuto e donato.

Da dove viene il perdono? Da un cuore generoso che per-dona, ossia dona senza riserve, e cancella ogni male con il bene, è un cuore che ha scoperto il grande amore di Dio, si è sentito perdonato e l’ha fatto suo quasi da prenderne le sembianze. È questo il dono che Dio vuole fare a tutta l’umanità, così che siano più i gesti di perdono che di peccato e la nostra vita risplenda di autenticità in ogni circostanza.

“Signore,

non è facile perdonare e Tu lo sai.

Accresci in me la fede,

affinché sappia vedere nonostante il torto subito,

l’offesa e la mancanza,

il Tuo volto, che mi invita a fare la differenza,

ad attingere da Te la forza.

Aiutami a perdonare e perdonarmi,

anche quando non è facile

e ti senta sempre accanto a me

dalla mia parte,

pronto a sorreggermi e a correggermi

con tutto il cuore”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

“Dio non è dei morti, ma dei viventi”

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DOMENICA 06 NOVEMBRE 2022

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: 2 Mac 7,1-2.9-14

Salmo: Sal 16 (17)

Seconda lettura: 2 Ts 2,16-3,5

Vangelo: Lc 20,27-38

 

“Dio non è dei morti, ma dei viventi”

Queste parole oggi entrano nelle nostre case, per rinnovarci il cuore da tutte le situazioni che stiamo vivendo, accanto a noi è presente il Dio della vita.

Le nostre situazioni di “morte”, di dolore, trovano sollievo nell’amore di Dio. Spesso chi è al di fuori della nostra realtà, non sa cosa viviamo o quali preoccupazioni ha il nostro cuore. Tendiamo a immagazzinare tensioni, paure, perdendo di vista l’Unico che ci può aiutare, e mentre stiamo cercando soluzioni, Egli non ci perde di vista e desidera aiutarci a farcela.

Oggi lo fa con queste parole che arrivano direttamente al cuore: Dio è il Dio della vita, ed io quindi essendo figlio/a di Dio sono creato per la vita, pertanto ogni segno di morte, di buio, è abbracciato dalla luce della vita e quel bagliore invade il nostro universo dal di dentro, per riportare pace e conforto al cuore.

O tu che soffri o che hai sofferto, affidati a Lui. Nessuna tua lacrima sarà perduta e ogni dolore sarà consolato, perché il tuo Dio ti ha promesso la vita, situazioni perciò diamo al nostro cuore quello spazio di sfogo, di respiro nel cuore di Dio. Non c’è luogo dove potremmo essere più al sicuro se non in Lui. Non c’è dolore che Lui non conosca e non c’è nulla che nel segreto non sappia, poiché anche quando non riusciamo a parlare, Egli nel silenzio sa.

 “Signore,

nel silenzio tu sai.

Ti affido oggi tutti quelli che soffrono,

abbiano in Te un luogo in cui poter trovare pace,

anche lì dove sembra possa non esserci.

Rassicurali Tu, come hai fatto con me.

Arriva Tu a consolare,

stendi la Tua mano sopra ciascuno e benedicili.

Fa che sentano la tua forza,

affinché sappiano che ogni lacrima non è perduta,

come il Tuo sudore lì sul calvario,

segno che l’amore non perde mai

e ogni dolore sarà sanato

ora e per sempre con Te vivo in mezzo a noi”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Verso casa

verso casa

 

 

03 NOVEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Fil 3,3-8a

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Lc 15,1-10

 

Il Vangelo di oggi, ci fa pensare come la gioia di Dio sia l’averci ritrovato. Questo è una risposta alle tante voci, pensieri o preoccupazioni, che prendono il sopravvento quando pensiamo ai nostri sbagli. Oggi il Signore ci dimostra che non è così, mentre noi guardiamo alla mancanza, a ciò che non va, alla perdita, Egli invece è il buon pastore, che lascia tutto per cercarci e portarci a casa.

Saremo a casa quando ci lasceremo condurre da Lui, siamo cari, preziosi ai suoi occhi, unici e speciali, e mentre la gente punta il dito e dice: peccatore, Egli afferma: figlio mio ben tornato.

Tutta la storia biblica parla di salvezza e quell’amore di Dio tanto forte per il suo popolo, si traduce nell’evento più grande della storia: la nascita del Figlio. Avrebbe potuto mandare un angelo, invece no, sceglie il Figlio affinché noi potessimo sentire che è Dio stesso a cercarci, a portarci sulle spalle, a non abbandonarci. Allora la festa del cielo, è la festa del nostro cuore, il cui cielo ha preso dimora solo che non lo sapevamo, ma ora come pecore ritrovate, abbiamo il compito di comportarci come tali, che dopo tanto tempo stanno a casa con Dio e hanno tante cose da dirsi. Sia il nostro quotidiano così, vissuto nella pienezza!

“Signore,

fa che la mia vita sia una strada verso casa,

un ritornare a Te, nonostante tutto

e sappia farne memoria quando inciampando

temerò di perdermi.

Tieni stretta la mia mano

perché in me c’è voglia di ritornare,

solo che a volte non lo so fare.

Tu mi risollevi e non mi abbandoni,

nel Tuo amore non c’è traccia del mio peccato

ed io comprendo giorno dopo giorno,

che sono figlio e Tu mio Padre

e nel Tuo cuore c’è un posto per me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

in quel momento, in ogni momento

 

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SABATO 15 OTTOBRE 2022

SANTA TERESA DI GESÙ, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ef 1,15-23

Salmo: Sal 8

Vangelo: Lc 12,8-12

Il Signore ci dona lo Spirito Santo come via in grado di illuminarci il cuore. È la presenza di Dio da invocare in ogni nostra azione: siamo invitati a farlo, per essere nelle piccole cose quotidiane alla presenza di Dio.

È un ancora che ci sorregge, ci ricorda che siamo davvero nel cuore di Dio, non dobbiamo mai stancarci di pensarlo, oppure dimenticarlo, perché se vogliamo cercare chi siamo, qual è la nostra essenza, è possibile solo percependoci all’interno di questa circolarità di amore, tra Padre e Figlio.

Ogni pezzo della nostra storia ha in sé il segno dello Spirito Santo, perché non c’è giorno che Dio non sia con noi. È proprio per questo che Gesù dice nel Vangelo strada Amore di oggi: “lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire”, in quel momento, in ogni momento Egli è accanto a te! Potrai non crederci e continuare la tua strada, non pensando a Lui, ma certo Dio non smetterà di vegliare su di te.

Quando un giorno volgendoti indietro, guarderai al tuo passato con gli occhi del cuore, scoprirai che mille volti sono passati, ma il Volto del Padre è rimasto e rimarrà per sempre, con amore e per amore, in quel momento, in ogni momento.

“Signore,

fammi credere che sei con me,

accanto, nonostante tutto.

Il Tuo amore è per sempre

ed io voglio esserci,

non come uno spettatore disordinato,

ma come una persona che ha toccato l’Amore.

Possa il Tuo amore attraversare i nostri cuori

e illuminarli del tuo Santo Spirito,

così da poterti sentire e vivere, in ogni momento”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

L’amore di Dio e la giustizia

l'amore di Dio e la giustizia

 

12 OTTOBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gal 5,18-25

Salmo: Dal Sal 1

Vangelo: Lc 11,42-46

Oggi il Signore mette di pari passo l’amore di Dio e la giustizia, e sgrida chi tende a trascurarle. C’è un amore che ci precede, è prima di ogni nostro gesto e la giustizia è il volto di quest’amore.

Ma cos’è la giustizia? Tendenzialmente è associata a un “mettere a posto le cose”, a farle rispettare, niente sbagli, nessun margine di errore, l’opposto di giusto è infatti sbagliato.

Eppure abbiamo una riconsiderazione da fare, la giustizia di cui si parla nel testo, è davvero un sinonimo di fedeltà, Dio è giusto perché è fedele alla Sua promessa, che è una promessa di amore. Pertanto, ogni nostro inciampo trova in Dio un luogo di rifugio dove ripartire, e questo luogo è il cuore di Dio.

Gesù rimprovera coloro che fanno cadere pesi insopportabili sugli uomini, perché Egli se li è caricati su di sé, la Sua giustizia è calibrata sull’amore e non sul fare delle cose, per ricevere il perdono.

La Misericordia è la bilancia su cui è pesato il nostro peccato, affinché perdonato non sia più un peso sul cuore e possa rimanere solo il segno di un amore ricevuto, in grado di rialzarci. Abbiamo sempre un luogo, il suo cuore, dove poter tornare e chiedere perdono, e la misura che ci solleverà sarà il Suo amore che è fedeltà.

“Signore,

quando mi sembra di toccare il fondo,

ci sei Tu a sollevarmi,

quando inciampo, è sempre la Tua mano a sostenermi.

La Tua giustizia è amore che perdona

e per quanto sbagli

ci sei sempre a dirmi: dove sei?

Seduto, dopo la mia caduta,

ti scopro lì con me,

la tua mano mi è dinnanzi,

pronta a rialzarmi nuovamente

e a scaldare il cuore dal mio gelo”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)