Sabato santo

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30 MARZO 2024

SABATO SANTO

Accompagnamo Gesù in queste ore buie, ma il nostro cuore sa che stanno attendendo la luce,

Stasera le campane torneranno a suonare a festa, la gioia, il canto del gloria e dell’alleluia si faranno spazio, perché Cristo è risorto!

Ora però siamo chiamati al silenzio, sono ore intense, il Signore è morto, l’hanno deposto dalla croce; è sceso sulla terra il silenzio e la paura,

È qui, in quei tuoi silenzi, dove spaventato gridi: “dove sei Signore?” Sono qui, in silenzio rispettoso del tuo dolore, ti sono accanto e lo porto con te. Risorgiamo dall’idea che Dio è lontano. Risorgiamo con Lui, però prima, rimaniamo anche noi in silenzio, così da sentire il respiro di Dio.

“Signore,

Ti accompagno con silenzio.

Tacete frastuoni assordanti nel cuore!

Ogni rumore si spenga.

Sono ore delicate,

è un silenzio di attesa.

Sono qui e Tu, dove risorgerai?

Apri il sepolcro della mia esistenza,

elimina quello che fa male,

oggi in questo silenzio sento la Tua presenza,

io e Te risorgeremo da lì.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

“Mai un uomo ha parlato così!”.

Mai un uomo ha parlato così

16 MARZO 2024

SABATO DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

Riguardo a tutte le domande che la gente fa su Gesù, noi ora sappiamo certamente, che Egli non veniva soltanto da un luogo geografico, ma possiamo affermare, che veniva dal Padre e va verso ogni uomo. È importante la direzione, perché il suo venire illumina tutto il mistero della vita umana.

Un Dio incarnato nella storia umana, non solo partecipe della nostra vita, ma che entra dentro la vita, addirittura dentro ogni persona per nutrirla di Lui, dando il suo corpo.

Al di là dell’esperianza che ciascuno può fare di Dio, Egli non si limita ai nostri schemi, alle nostre percezioni, è sempre oltre, infinito. Le sue parole, non ci lasciano indifferenti; persino le guardie che sono andate per prenderlo, ne rimangono affascinate, riconoscono un nuovo messaggio: “Mai un uomo ha parlato così!”.

Mai si è visto un Dio che desidera incontrare l’uomo, per rivolgergli parole d’amore, di misericordia, di perdono, che trasformano una vita, parole di fiducia che rialzano dalla disperazione, parole che illuminano il nostro cammino per vivere da risorti.

Gesù Parola di Dio per me. Lasciamo che questa Parola ci indichi il cammino, diriga e riplasmi continuamente i desideri del nostro cuore, verso Lui e verso tutti i fratelli.

“Signore,

parla al mio cuore

e digli “sono io, sono qui”,

perché solo così mi sentirò al sicuro.

È dura lasciare andare le proprie sicurezze, i propri schemi,

ma se non lascio andare qualcosa,

come Ti vedrò?

Aiutami a credere in Te,

la mia unica novità di vita,

il cui amore rinnova ogni cosa

persino i luoghi di me che disprezzo

e che Tu ami,

perché Tu mi vedi già bella,

piena di Luce, piena di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Festa di luce

festa di luce

25 FEBBRAIO 2024

II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO B

Il Vangelo di oggi è una festa di luce. Gesù si trasfigura dinanzi a Pietro, Giacomo e Giovanni, è un momento per pochi, su di un monte alto. Gesù li prende con sé, essi vivono con Lui e ad un certo punto, si rivela loro profondamente, Lui che toccava i cuori in profondità, fa vedere la Sua interiorità attraverso quella luce sfolgorante, che desta persino spavento.

Una luce abbagliante è presente nel cuore del figlio di Dio, la sua limpidezza, la sua bontà, ora ai suoi è tangibile.

In contrasto a tanta luce, subentra una nube ad aiutare a comprendere ai presenti, una nube che non fa paura, perché è la nube di Dio, da cui esce una voce che invita ad ascoltare il figlio amato, il prediletto. Quel prediletto che non ha lasciato la predilezione solo per Lui, l’ha trasmessa ai suoi, ed è arrivata a noi in queste parole: “Ti ho amato di amore eterno” (Ger 31,3), e ancora: “perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo”. (Is 43,4). Tali parole sono la “nostra nube”, esse rivelano la voce di Dio, dirci quanto ci ama!

Oggi in questa festa di luce, lasciamo entrare il Signore, come se il nostro cuore fosse quell’alto monte, dove Lui è venuto a mostrare il meglio di sé. Si! Proprio il nostro cuore, a volte così buio, ferito e fragile, è il luogo in cui possono avvenire meravigliosi contrasti e rivelarci l’amore di Dio.

“Signore,

la Tua luce abiti in me,

così da sentirmi al sicuro,

La Tua nube mi parli di Te

così che comprenda il Tuo amore.

Del mio cuore fai un monte alto

per vederti trasfigurare.

Bianco candore, profumo fresco

libera il mio cuore,

affinché ciascuna tenda,

ciascuna persona,

veda in Te la bellezza del Tuo amore

e si fermi a contemplarti.’

(Shekinaheart eremo del cuore)

“Che è mai questo?”

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28 GENNAIO 2024

IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B

A ogni forma di male, il bene dà proprio fastidio, perché sa che lo può vincere. Emblematico e l’episodio di oggi nella Sinagoga di Cafarnao, dove Gesù con il suo potere e la sua autorità, scaccia uno spirito impuro.  Se prima tutti i presenti erano presi da stupore, per l’autorità con cui Gesù parlava, ora invece sono colti dal timore: “Che è mai questo?”.

Chi è davvero Gesù?

Egli è il Maestro che ci introduce a comprendere i segreti di Dio, ci svela il vero volto del Padre: chi conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare? (cf. Lc 10,22). Gesù è colui che ci libera dalle inside del male che opprimono il nostro cuore; ha il potere di sottrarre l’uomo all’influenza del male e di rimetterlo nella luce di Dio.

Quel maestro, affascinante e nello stesso tempo temuto, con l’autorità della sua parola comunica se stesso, fa cogliere all’altro la novità di essere un figlio di Dio amato. Ogni persona umana è una novità di Dio, una sua creazione unica, e ciò che la rende “divina” non è il sapere o il fare, bensì il creare comunione vera, che è l’opposto di quanto fa il male, ovvero dividere.

L’insegnamento dato con autorità da Gesù, è nuovo, perché attinge dalla comunione di vita con il Padre che ama i suoi figli e Gesù ce lo rivela nella potenza dell’amore che guarisce dal male.

Stupore e meraviglia colgono anche il nostro cuore, quando andiamo a Lui con il nostro male e Lui ci restituisce il bene, ci fa commensali al suo amore e alla sua gioia, cosi che noi accogliamo il bene per farlo crescere: sarà il lavoro di tutta la vita, ma sarà veramente la nostra nuova vita.

 

“Signore,

libera il mio cuore

così da poterti amare.

Crea in me un animo docile,

che sappia ascoltarti

e sappia riconoscere la Tua Parola tra le parole.

Vaso di creta con qualche crepa,

per alcuni un male,

per me scandalo del bene,

perché la Tua luce

si è fatta spazio in me,

ha trovato la via

così che nulla di me vada perduto e tutto di me,

sia unito a Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

“Doveva dare testimonianza alla luce”

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17 DICEMBRE 2023

III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO B

Giovanni doveva dare testimonianza alla luce, doveva. Non poteva far diverso. Il Signore doveva nascere, doveva. Perché doveva? Perché fin dall’inizio Dio sapeva che il cuore dell’uomo aveva bisogno di luce, aveva bisogno di sentire che il buio che a volte lo avvolge non è per sempre.

L’uomo aveva, ed ha bisogno di comprendere che siamo impastati di Luce, ma non quella materiale, che va in corto circuito e si stacca, ma quella divina che continua ed è perenne, eterna. Il generatore di quella luce è Dio, il generato è Cristo, ma non solo, anche noi, siamo parte di quella luce. Allora, dove è il nostro bambino di luce? Facciamolo rinascere. Dobbiamo! Sì, anche noi dobbiamo, come proprio Giovanni, proprio come Dio. Sentiamoci immersi in quella luce, e portiamola anzitutto a noi stessi e al mondo.

Il Signore ci aiuti a comprendere in questo Natale, che la luce di Giovanni è un dono per noi, affinché le parti del nostro cuore spente, doloranti, ritrovino speranza ed amore. Dio a cui appartiene il giorno e la notte possa aiutarci a capire che non c’è un momento in cui non ci sia una luce: di giorno il sole, di notte le stelle. E in questo bellissimo disegno ci siamo anche noi creature di luce che il Signore è venuto ad illuminare. Il Suo amore ci dia pace, la Sua misericordia ci sostenga ed in ogni passo sentiamolo accanto, cerchiamo quella luce ed attingiamo da Lui la forza: dobbiamo!

“Signore,

donami la Tua luce.

La mia, oggi, è una preghiera che ha sete,

sete di Te,

affinché il mio cuore torni a battere,

affinché senta la pace.

Tu Dio, immenso bagliore del cuore,

aprimi la mente,

affinché vedendo la mia ombra

comprenda che dietro ci sei Tu,

luce eterna,

e nel mio cuore rinasca la speranza. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

II domenica di Avvento

II domenica di avvento

 

10 DICEMBRE 2023

II DOMENICA DI AVVENTO B

Credere è vivere nella luce. Giovanni, di cui oggi ci parla il Vangelo, aveva il ruolo della testimonianza, di “testimoniare la luce”. Gran bel compito, un dono. Quanto sarà stata dura per Giovanni, perché il testimone anzitutto deve credere anche per gli altri e può farlo perché la sua forza viene da Dio.

Siamo chiamati oggi a guardare con attenzione alla figura di Giovanni. Un uomo determinato, desideroso che i cuori si convertano, e che come lui attendano Gesù. Anche Giovanni aspettava Gesù, sapeva di quel messia, bramava di vederlo, era voce in quel deserto anzitutto di se stesso, ma sapeva era certo di Gesù.

Imitiamo da lui questa certezza, facciamola nostra. Rendiamo la nostra vita gravida di Dio, portatori di una luce che messa al mondo non la si può più spegnere. Portiamo il nostro cuore a Dio. Immergiamoci in questa fede quasi storica, ma attuale, piena di difficoltà, ma profondamente sorretta da Dio che ci ama.

Facciamoci a nostra volta testimoni di luce, e possiamo esserlo! É Giovanni dircelo, possiamo testimoniare lui pur senza averlo visto, pur nel deserto. Noi abbiamo un vantaggio in più: i testimoni ne abbiamo tanti, i santi e i beati sono piccoli mosaici di luci alimentati da una luce più grande.

Da dove deriva questa luce? Dove prenderla? Non devi aspettare di essere “a posto”, devi solo scendere nell’oscurità del tuo cuore e trovare Dio, che lo sta già illuminando, che bussa alla porta del cuore e attende. L’avvento è l’attesa di Dio sull’umanità, è l’attesa di un Dio che aspetta l’uomo, il quale non deve salire in alto ma in basso, in sé stesso e trovarlo lì, per poi alzare insieme lo sguardo. Le stelle possiamo vederle solo se dal basso alziamo lo sguardo, e noi abbiamo accanto la Stella più bella che è scesa per guardarle con te.

“Signore,

conto le stelle,

ma qual è la mia?

Alzo la testa alla ricerca di una luce.

La notte è buia quando tu non ci sei.

Abbasso la testa per via della stanchezza, la fatica mi fa scendere,

ma in quella discesa ritrovo il cielo.

Nel buio della mia notte: una luce è lì. Tu!

Dio mio non mi lasciare,

tienimi accanto e guarderò dove devo guardare,

farò ciò che devo fare

ed avrà un senso se Tu sei con me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Parola e luce

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MARTEDÌ 21 NOVEMBRE 2023

PRESENTAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – MEMORIA

Oggi memoria della presentazione della Beata Vergine Maria, poniamo la nostra riflessione sul Vangelo proprio di questa ricorrenza.

Sediamoci tra quella folla che ascoltava la Parola di Gesù, che ci insegna a diventare madre, fratello sorella. La Parola contiene uno Spirito creatore che realizza quanto promette. La Parola ha colmato di Grazia Maria, e in Lei tutte le generazioni riconoscono la grandezza e la potenza di Dio. Ella sarà beata perché il suo cuore ha fatto spazio alla luce intramontabile di Dio, ad un amore incommensurabile.

Gesù Salvatore nasce da una donna che si fida di una Parola e accoglie un mistero di salvezza per tutta l’umanità.

Maria ascolta e custodisce quella Parola che prende vita in lei e ne diventa generatrice: il Figlio è la stessa Parola del Padre.

Questa Parola, così potente coinvolge la libertà dell’uomo e dove viene accolta apre ad un amore infinito, che per una creatura sembra impossibile realizzarlo, ma per Dio tutto diventa possibile. Si diventa generatori di vita perché la volontà di Dio è il compiersi dell’amore.

Maria presentata al tempio sarà colei che porterà in sé il nuovo tempio, e ce ne farà dono. Beata è Maria che ha permesso a Dio di renderci figli e fratelli nel Figlio. Beati saremo noi, se come Maria accogliamo nel cuore la Parola viva che genera vita e rende madri, sorelle e fratelli nell’unico Signore della vita.

“Gioisca il mio cuore,

trovi in Te nel Tuo amore

quello spazio che in fondo è mio da sempre,

che mi ha generato ad una vita,

che ha in Te la sua luce e forza.

In quell’altare Ti ritrovo,

accanto, di fronte,

la mia anima inquieta Ti cerca,

e la Tua Parola come un raggio di sole

entra nella stanza del mio cuore,

un raggio che non tramonta

e scalda l’anima per sempre.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Cielo e terra

Cielo e terra

 

VENERDÌ 29 SETTEMBRE 2023

SANTI MICHELE, GABRIELE E RAFFAELE, ARCANGELI – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Dn 7,9-10.13-14 Oppure: Ap 12,7-12a

Salmo: Dal Sal 137 (138)

Vangelo: Gv 1,47-51

Il cielo si apre alla Terra. Gesù dono del Padre ci rivela il suo volto, è il punto di unione tra cielo e terra, è il mediatore tra Dio e gli uomini.

L’immagine di salire e scendere è un richiamo alla realtà umana e divina di Gesù. Egli pur essendo tra gli uomini, è in comunione col Padre, è la “casa di Dio”, è la “porta del cielo”.

Soltanto in Gesù ciascuno può fare esperienza di Dio che salva.

Natanaele, viene trasformato dall’incontro con Gesù perché in lui “non c’è falsità”; si è accostato con cuore sincero e semplice, toccato nell’intimo del suo cuore riconosce in Gesù il Messia ed esclama: “Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele” (v.49).

Per questa professione di fede, Gesù promette a Natanaele la visione del cielo, la visione dell’amore di Dio, ma la piena e definitiva rivelazione di Dio si avrà solo in Gesù risorto e seduto alla destra del Padre nei cieli, dove salgono e scendono gli angeli di Dio.

Oggi festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele messaggeri di Dio, chiediamo che ci aiutino ad aprire il nostro cuore nella verità, per entrare in comunione con il figlio. Ci facciano conoscere sempre più il mistero di salvezza che Dio ha preparato per ciascuno uno di noi. Ci portino a vivere quel pezzetto di cielo che Dio ha gia posto nel nostro cuore: il suo amore.

“Signore,

apri la via dinanzi a me,

cosi da scorgere un pezzo di cielo.

Luce, acqua, fuoco, terra,

eccomi tra loro come elementi di cui io posso toccare,

ma il cielo come lo toccherò?

Attraverso di Te;

tu Dio che scendi

per toccare il mio cuore,

risanalo, tienilo con Te,

affinché custodito possa diventare segno di cielo,

segno del Tuo amore.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Una luce che non può stare nascosta

Una luce che non può stare nascosta

 

25 SETTEMBRE 2023

LUNEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Esd 1,1-6

Salmo: Dal Sal 125 (126)

Vangelo: Lc 8,16-18

Il Vangelo di oggi ci parla di una luce che non può restare nascosta. Una luce che proprio per come è fatta, non può nascondersi. Nel buio della notte la luna e le stelle sono evidenti, così Dio nel nostro cuore: non lo possiamo nascondere.

Gesù ci dona la speranza che nonostante il nostro buio, non possiamo spegnere la Sua luce. Il Suo amore è piu forte del buio del nostro errore. Adamo si nasconde perché è nudo, Dio gli dice: “dove sei?”. Gli parla, l’ha già visto,. La Sua luce illumina la nostra oscurità prima  ancora che ce ne rendiamo conto.

Dove siamo? Non nascondiamoci davanti a Dio, siamo finalmente a casa.

Non abbiamo bisogno di nasconderci dinanzi a Lui, possiamo essere noi stessi, con il nostro buio, con i nostri gesti a volte cupi; Egli saprà ridonare la vita se glielo lasciamo fare, saprà illuminare ogni parte di noi se lo lasciamo operare. Il nostro cuore non è solo buio, è già luce, una luce che deve solo emergere e risplendere.

Sia questa settimana una tempo di ripartenza, dove tirare fuori ciò che è nascosto e fa paura, per illuminarlo con la luce dell’amore di Cristo!

“Signore riaccendi la Tua luce in me, risplendi.

Oltre il buio della notte,

la Tua luce brilla,

non si può spegnere.

Chi vuole spegnere l’amore?

Forse io con le mie opere?

Signore perdona il mio cuore quando nel buio oscura,

perdona il mio peccato e donami vita,

fa che abbia la forza

di tornare a essere un riflesso della tua luce,

in ogni gesto, in ogni cuore

per portare un po’ di Te,

per sentirti di nuovo in me.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Venire incontro

Venire incontro

 

VENERDÌ 1 SETTEMBRE 2023

XXI SETTIMANA DEL T.O. ANNO DISPARI

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1 Ts 4, 1-8

Salmo: Dal Salmo 96

Vangelo: Mt 25, 1-13

“Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo”. Comincia cosi il Vangelo di oggi, ovvero: il regno dei cieli è simile ad un incontro, uno sposalizio, quindi gioia, festa.

Bisognerebbe preparare tutto quanto occorre per le nozze, invece c’è chi è più avveduto e chi meno, e ancora, lo sposo non arriva e tutte le ragazze si addormentano.

Su tutto cade la notte, il buio. Ma proprio in questa oscurità, ecco un “grido” a risvegliare chi dorme, a ridare nuova luce, bisogna accendere le lampade.

Ciascuno di noi conosce il proprio desiderio di incontrare il Signore, ma la fatica della vita, molte volte ci fa assopire e rimanere senza olio; ci dimentichiamo di credere alla festa, a quell’invito di nozze che Dio ha preparato per noi. Eppure un “grido”, una voce ci risveglierà e ci rassicurerà: lo sposo è arrivato, la festa della vita deve risplendere; dobbiamo  rinnovare la scorta di olio, in modo che il nostro cuore bruci dal desiderio di quest’incontro con lo Sposo.

Se l’attesa ti sembra lunga, non temere, Cristo verrà.

Se per la stanchezza ti addormenti, non temere, Cristo di risveglierà.

Tu porta solo un piccolo vasetto  d’olio, tutto il desiderio del tuo cuore, tutto il coraggio di camminare anche quando è notte.

“Signore,

cammina con me,

nel buio di ogni mia notte

e quando tutto sembra spento,

fa che il mio cuore rimanga sveglio e arda per Te.

Cosa posso offrire a Te, che sei il mio Dio?

Tutto.

Il mio buio e la mia luce,

perché nelle Tue mani saranno benedette.

Lì dove io non posso aggiungere nulla, so che ci sarai Tu

a colmarmi con il Tuo amore,

e sarà la Tua luce venirmi incontro,

per sentirti accanto e vivere di gioia”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)