Il Signore è con te

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14; 8,10c

Salmo: Sal 39 (40)

Seconda lettura: Eb 10,4-10

Vangelo: Lc 1,26-38

 

Le parole dell’Angelo a Maria, ci aprono la strada nel comprendere tutta la storia di salvezza: “Il Signore è con te”.

Il Vangelo dell’Annunciazione è tra i più conosciuti, ma la bellezza della Parola di Dio, è che ha sempre qualcosa da dirci, personalmente, ogni giorno.

“Il Signore è con te”, è un annuncio di speranza, una promessa ed è un augurio che sentiamo giornalmente nella Celebrazione Eucaristica: “il Signore sia con voi”.

A volte non è semplice credere nella Sua presenza, quando ci troviamo di fronte alle difficoltà, nelle croci quotidiane, tendiamo a dimenticarcene. Il Signore viene in nostro aiuto, donandoci in questi giorni di preparazione alla Pasqua, un testo che preannuncia la nascita di Gesù: l’Annunciazione. Egli ci invita a pensare all’inizio, al principio, a ritornare a quella Speranza così impressa nei testi di natale, affinché guardando a quel Dio Bambino possiamo lasciarsi commuovere il cuore a tenerezza. Lui desidera farci ritrovare nella Sua nascita la nostra rinascita, nel Suo Amore il nostro essere perdonati, nel Suo sguardo il nostro coraggio, per ricominciare da qui.

“Il Signore sia con te”, con noi, sempre. Ecco il dono che oggi ci fa: la consapevolezza di questa presenza che rafforza la speranza.

 

Germoglio di vita

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gen 37, 3-4.12-13a.17b-28

Salmo: Sal 104 (105)

Vangelo: Mt 21, 33-43.45-46

 

Il Vangelo di oggi è un testo alquanto cruento, si parla di uccisioni, lapidazioni, per il possesso di una vigna. Gesù racconta questa parabola allo scopo di spiegare che il Regno di Dio, sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

Il Signore ci invita a divenire il popolo capace di dare frutti buoni. Egli desidera essere nelle nostre lotte e fatiche, quella pietra angolare che sostiene tutto l’edificio. La vera meraviglia, è questa: riconoscerci il popolo di cui Dio ha fiducia, perché possiede in sé quel fondamento capace di dare frutti per un Regno, le cui radici sono profonde e impossibili da sdradicare.

Dio manda suo Figlio e la risposta sarà la Risurrezione, non la morte, ma la vita. Dinanzi a tanta crudeltà, la risposta sarà il risorgere da quella situazione di morte, dove non c’era più speranza, così ora tutto ciò che pare finito, spacciato, morto, grazie a Lui diventa un germoglio.

Dalla Vita rinasce la vita, d’ora in poi la disperazione cede il posto alla speranza. Siamo il Suo popolo, che ha questa grande eredità, una promessa di vita capace di dare frutto, a noi e a chi verrà dopo di noi. Quello che dobbiamo fare, è vivere di questa promessa già da oggi, per portare avanti nel nostro quotidiano, a volte difficile, semi di Risurrezione, semi di vita.

 

 

Connessi alla speranza

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 18,18-20

Salmo: Sal 30 (31)

Vangelo: Mt 20,17-28

 

Nel Vangelo di oggi, Gesù narra ai suoi discepoli ciò che dovrà accadergli non nascondendo nulla, né il dolore che dovrà subire e nemmeno che alla fine, dopo tutto risorgerà. Siamo di fronte all’annuncio della Passione e Risurrezione.

Proseguendo nel testo, troviamo una richiesta da parte della madre dei figli di Zebedeo, di far sedere i suoi figli accanto a Lui nel Suo regno. Sembra che il discorso di Gesù non sia stato capito e diventi una “lotta per i primi posti”, siamo usciti fuori tema.

Gesù sta raccontando cosa dovrà soffrire, quanto è grande la Sua offerta e la risposta è un’altra. Questo brano è significativo anche per noi, perché può capitare di leggere la realtà o la Sua Parola, solo sotto i nostri punti di vista. L’invito di Gesù è di leggere ciò che viviamo alla luce della Sua Pasqua. Egli desidera che la Sua vita non sia slegata dalla nostra, ma che la Sua Parola entri nel quotidiano, tanto da farne parte per comprendere a quale speranza siamo connessi. Come la vita di Gesù è possibile comprenderla alla luce della Pasqua, così la nostra vita, acquista un senso nuovo alla luce di Cristo. E come Lui ha dovuto affrontare quelle sofferenze fidandosi della promessa del Padre, ma consapevole della Risurrezione, così noi siamo chiamati ad andare incontro a cio che ci accade, con la fiducia di Cristo che ha dato la vita per noi.

Così termina il Vangelo di oggi: “Il Figlio dell’uomo, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. Dopo la parte centrale legata al tema dei primi posti, riprende da com’è iniziato. Si ricomincia, affinché noi possiamo riiniziare da quell’offerta che si fa annuncio, promessa, ora più consapevole, diventata un senso nuovo alla vita.

 

 

Buon Anno

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Ti saluto o anno

saluto di te tutto ciò che è passato:

gioie, lacrime, sorrisi, paure.

Ti saluto perché un altro anno sta arrivando

Ciò che accomuna tutti è la speranza che sia un anno migliore

ma di te, o anno, rimarrà sempre il ricordo.

Nella vita ho imparato che bisogna voltare pagina con un sorriso

anche quando sorridere non è facile

e nella guancia c’è una lacrima che si sta ancora asciugando.

Sorrido, perché il nuovo anno dipende anche da me

e nonostante tutto o attraverso tutto 

voglio viverlo in piedi, a testa alta.

E invito anche te che leggi a farlo:

fissa il tuo ricordo, su quell’unico ricordo che ti fa stare in piedi 

e apri la finestra al nuovo anno.

La senti l’aria fresca? 

Sei in piedi alla finestra del nuovo anno,

tutto ciò che hai affrontato prima ti ha portato qui

in piedi davanti a un tempo nuovo,

che Qualcuno ha preparato per te.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

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Contiamo insieme – 2 al NATALE

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O Emmanuele, nostro re e legislatore,

speranza e salvezza dei popoli:

vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.

(Antifona 23 dicembre novena di Natale)

 

A pochi giorni dal Natale, sentiamo l’amore di un Dio che è si fatto bambino per donarci la salvezza. Di che salvezza si tratta? Dalle nostre leggi interiori che ci governano, dalle paure, peccati e da tutto ciò che ci imbriglia e non ci permette di camminare.

Ora è venuto il momento in cui dove sono e come sono, mi riconosca salvato, apra il mio cuore e dica:

 

“Cammino nello scorrere del tempo

e mi accorgo che ogni passo compiuto, 

ogni persona incontrata, ogni lacrima versata,

ogni risata donata, 

ogni strada percorsa non è stata vana.

Scorgo attorno a me la vita ogni giorno ricominciare: 

vedo ogni foglia cambiare colore, gli alberi spogliarsi e rivestirsi,

sentire il freddo di un inverno pieno di neve che scende e tutto copre.

Sentire il profumo della primavera, l’odore dei fiori, 

assaggiare l’aspro dei frutti

e assistere alla nascita dei primi germogli.

Gustare lo spettacolo del sole che maestoso nutre, scalda, illumina 

e rimango sorpreso come uno spettatore stupito 

dinanzi a ciò che vedo.

Ad un tratto mi accorgo di ciò che sta accadendo:

non sono solo un osservatore,

ma faccio parte anch’io di tutto ciò.

 Sento che la natura mi viene incontro, 

solo così capisco dove sono: 

nel POSTO GIUSTO, 

e questo posto è la mia VITA”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

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Salito sul monte lì si fermò

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 25,6-10a
Salmo: Sal 22 (23)
Vangelo: Mt 15,29-37

 

Gesù si ferma su un monte, il fermarsi dà come esito la guarigione e lo sfamare della folla. Desideriamo focalizzare il nostro pensiero non su Gesù, ma su di noi. Noi siamo quegli zoppi, ciechi, storpi, sordi e molti altri malati che vanno a farsi guarire. Sentiamoci tra di loro, carichi di fatiche e speranze di guarigione, ma anche di desiderio di farcela, di collaborazione ad aiutarci gli uni gli altri per salire sul monte. Sentiamo la compassione che Gesù ha per la folla, questa folla non è anonima siamo noi! Gesù che solitamente sale sul monte per incontrare Dio, incontra noi e ci rende più vicini a Dio. È quasi toccare il cielo con un dito! E questa guarigione non è fisica, è molto più profonda tanto da poter dire come la prima lettura:

“Ecco il nostro Dio;
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
Questi è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza,
poiché la mano del Signore si poserà su questo monte”.