La luce di Dio

 

la luce di Dio

 

 

19 SETTEMBRE 2022

LUNEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA  (clicca qui)

Prima lettura: Prv 3,27-34

Salmo: Sal 14 (15)

Vangelo: Lc 8,16-18

 

La luce è un elemento essenziale per la vita, fa scoprire la bellezza di vedere, di essere, di comunicare e di esistere. La nascita è considerata un venire alla luce e l’essere umano desidera essere illuminato, trovare senso calore e amore. La luce è la vita degli uomini perché forgiata dall’amore di Dio e quanti si lasciano illuminare, non possono rimanere nascosti.

La luce di Dio risplende sul volto di Cristo e si riflette su ogni uomo che lo cerca e apre il suo cuore, al punto da penetrare nelle fessure più strette dove si ha paura che non possa mai arrivare. E proprio per questo Dio ha dato alla luce Suo Figlio, ha dato luce alla nostra speranza.

Sebbene in noi vi è il buio dei peccati, l’oscurità del dubbio o della fatica, siamo portatori di quella luce che viene direttamente da Dio e attraverso la Sua Parola, abbiamo il compito di non chiuderla, nasconderla, anzi manifestarla agli altri.

Oggi ascoltando questa Parola accendiamo la nostra lampada, rendiamola visibile a tutti.  Se “a chi ha sarà dato”, apriamo il cuore e mostriamo quell’infinito Amore che non puo rimanere nascosto, perché opera di Dio e in quanto tale si espande e si comunica nella carità.

“Signore,

donami almeno un raggio della Tua luce,

affinché il mio cuore possa trovare pace e conforto.

Fammi comprendere che il tuo Amore

è la vera lampada capace di illuminare

ogni fibra del mio essere,

di ridonare vita a chi è stanco e affaticato,

a chi ti cerca o ha timore di cercarti.

La Tua luce ci accompagni sempre,

affinché possiamo vivere di Te

e donare speranza a chi ancora è nel buio”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

La Parola stessa

 

La Parola stessa

 

 

30 AGOSTO 2022

MARTEDÌ DELLA XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 2,10b-16

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Lc 4,31-37

 

Quando Gesù passava, stupiva perché la Sua Parola era detta con autorità. A differenza degli altri predicatori del tempo che offrivano le loro parole ed insegnamenti, Egli era la Parola stessa.

Una Parola che risana, conforta, dice forte la verità e perdona, e colpiva tanto perché tutti in fondo abbiamo bisogno di parole buone, che siano legate al cuore del Padre e non al vento. Abbiamo bisogno di credere in una possibilità nonostante i nostri sbagli, necessitiamo di risposte gridate al cielo in un momento di dolore e soprattutto siamo bisognosi di sentirci amati da un Dio vicino.

Dio ha visitato il Suo popolo per darci la possibilità di fare esperienza di Lui, e tra le tante domande, dubbi o perplessità saper riconoscere il Suo volto. La Parola che ha creato l’universo, ha preso forma umana, affinché ogni nostro cuore spezzato, ferito, possa essere toccato dalla Sua Grazia e Misericordia.

Gesù è Colui che ci risana dalle ferite e salva l’uomo da tutto ciò che possa allontanarlo da Lui, così che la nostra speranza ha il volto di Dio, un volto di Padre dove poter esclamare:

“Vieni o Padre in mio soccorso,

conforta il mio cuore dall’amarezza e dal dolore.

Sostienimi perché vacillo,

e per quanto sia caduto

non smetto di credere in Te.

Il mio cuore in attesa di salvezza,

volge a te il suo grido: Padre,

è la mia professione di fede

è tutto ciò che posso dire,

perché in esso c’è tutto”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Giovanni voce della verità

 

Giovanni voce della verità

 

LUNEDÌ 29 AGOSTO 2022

MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 1,17-19

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Mc 6,17-29

 

Il ritornello al Salmo della liturgia di oggi recita: “La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza”, nell’ascoltarle viene da pensare a Giovanni Battista, il cui Vangelo racconta il suo martirio.

Giovanni durante la sua vita preannunciò la venuta di Gesù, era la voce che nei deserti dei cuori più disperati, preparava la via al Signore e seppur prigionero, leggiamo nel brano che persino Erode lo ascoltava volentieri.

Uomo di fede, sperava nella venuta di Gesù per il suo popolo, aveva compreso che Dio ascoltava le sofferenze di ciascuno e non gli avrebbe lasciati soli; anche in carcere, nel vuoto e nel nulla di una prigione non ha mai smesso di dire la verità e fu quella la sua più grande libertà che nessuno poteva togliergli.

La voce di Giovanni che grida: “preparate la via al Signore”, risuona ancora oggi, affinché ogni nostro grido o supplica trovi in Dio il coraggio. Sebbene le voci siano tante, Dio sa distinguerne i suoni, nessuno di noi sarà mai dimenticato dal Suo cuore.

Giovanni ci ha insegnato a sperare in un Dio sceso in terra, ha annunciato fino alla fine la verità che il Signore stesso ha posto sulla Sua bocca, perché preparassimo il cuore alla Sua Parola fattasi carne e venuta ad abitare in mezzo a noi.

“Signore,

dinanzi al mio cuore a volte privo di speranza,

mi sei accanto per non che io tema.

Aiutami a credere persino quando attorno a me

percepisco il vuoto,

come una prigione diventa il mio cuore

se Tu non ci sei.

Sostienimi, perché sei Tu la mia speranza

in un mondo dove a volte si perde il senso,

ma nulla è perduto

perché è qui che sei nato,

in questo mondo, nel mio mondo,

per essere segno, per donare un senso ad ogni cuore, ad ogni vita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Olio in piccoli vasi

olio in piccoli vasi

 

26 AGOSTO 2022

VENERDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 1,17-25

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Mt 25,1-13

In questi giorni la liturgia ci ha presentato più volte il tema della “vigilanza”. Oggi dalla parabola delle dieci vergini meditiamo su un simbolo fondamentale della veglia: la lampada. Questa rappresenta la fede vigilante.

Il cuore desto dell’amore è come l’olio della lampada che brucia, si dona nell’attesa del Suo Signore. È una fiamma viva che ha bisogno di essere rinvigorita per restare accesa, proprio come una volta quando in una casa ci voleva il fuoco per scaldarla e si cercava la legna con costanza e perseveranza per non stare al freddo, così per alimentare la lampada del nostro cuore ci vuole la fede.

L’olio che alimenta la lampada, rappresenta il personale desiderio che ciascuno ha di incontrare il Signore della sua vita, nella verità del quotidiano, dove ci sono giorno in cui ci si sente forti e altri deboli, e confida sempre nel Suo amore che dia vigore alla fede, affinché l’olio dell’amore non scarseggi mai.

Nel testo si legge di quest’olio raccolto in piccoli vasi, è la perseveranza nella quotidianità delle cose da fare, è il ricordarsi oggi come ieri di quell’amore di Dio ricevuto. L’invito è l’unità di queste due cose che fanno parte di noi: quotidianità e vigilanza, Spirito e corpo, concretezza e trascendenza, perché l’olio come fuoco dell’amore è la chiave che unisce il tutto e non vi è luogo della nostra vita dove Dio non c’è.

L’amore sta in tutto, in grandi cose e in piccoli vasi e pur essendo piccolo quel vaso ha in sé tutti gli elementi dell’amore che può donare.

E allora vegliare non è stare fermi aspettando che il Signore passi, ma è  vivere la quotidianità credendo che Lui vi è dentro, per poter pregare:

“Signore,

aiutaci a tenere le lampade accese,

segno di chi ha conosciuto il Tuo amore.

Fa che non si spenga quella fiamma in noi,

consola, riscalda i cuori alla speranza,

affinché ritrovino nel timore o nell’angoscia

un balsamo per le ferite.

Un segno del Tuo amore

nel nostro oggi, fasci il cuore

e gli dia la forza e la fede

ogni giorno e per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Conosciuto nel profondo

 

conosciuto nel profondo

 

 

MERCOLEDÌ 24 AGOSTO 2022

SAN BARTOLOMEO, APOSTOLO – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ap 21,9b-14

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Gv 1,45-51

 

Gesù elogia Natanaele per la sua coerenza ancor prima che effettivamente si incontrino, Egli riesce a leggere le intenzioni dei cuori e Natanaele ne rimane colpito al punto da esprimere una professione di fede: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». L’esperienza di sentirsi conosciuto nel profondo, lo fa entrare nella comprensione del mistero dell’amore di Dio.

Pensando a questo stupore, vengono in mente le parole del salmo 138: “prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo”,”tu sai quando mi siedo e alzo, penetri da lontano i miei pensieri”. Qui il salmista fa una lode a Dio, perché sa che con Lui il suo cuore è al sicuro, ancora prima che ogni nostra parola sia pronunciata il Signore già la conosce tutta.

Siamo dinanzi a un Dio che ci conosce in profondità perché siamo Sue creature e nulla di noi e all’oscuro, anche i nostri errori, le nostre parole sono illuminate dalla conoscenza di Dio.

E quando ci sembra di non sapere cosa dire, quando a volte il dolore è così grande da non sapere quale parola pronunciare, mettiamoci semplicemente davanti a Gesù e sfoghiamo il nostro cuore, ci sentiremo capiti, compresi come mai nessuno sa fare e ciò sarà la forza per ricominciare.

“Signore,

sono qui dinanzi a Te senza parole,

inerme, e con un dolore nel cuore.

Vorrei gridarti:

quant’è difficile, Signore!

Ma tu sai già cosa sento e

questa è la mia unica consolazione.

Lascio che siano il silenzio e le mie lacrime a parlare,

faccio di esse una preghiera

per ritrovare la pace,

la forza ed il coraggio in te,

nel Tuo amore sapiente di cosa posso diventare

e dal cuore nasce una speranza:

perché io sono nelle tue mani ieri, oggi e sempre

e questo nonostante tutto non cambierà mai”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Da un’idea comune alla vera differenza

 

Da un'idea comune alla vera differenza %0A

 

 

18 AGOSTO 2022

GIOVEDÌ DELLA XX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ez 36,23-28

Salmo: Sal 50 (51)

Vangelo: Mt 22,1-14

 

Nel Vangelo di oggi, Gesù usando la parabola, rappresenta un po’ l’idea comune che si ha del regno di Dio: dove alcuni vi fanno parte, altri rifiutano l’invito e tutte quelle altre idee “colorite” per descrivere un Dio punitivo, che come padrone punisce chi rifiuta.

C’è però una cosa importante a fare la differenza, essa si presenta come sottile, ma è la chiave per comprendere cosa Gesù ci vuole dire, il brano termina: “Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti”. In questa frase non vi sono negazioni o indicazioni per chi sia il regno di Dio, in quanto non c’è nessuno di escluso, tutti facciamo parte di questo regno e ciascuno con il proprio compito, dove vi sono molti chiamati e pochi eletti.

Gesù utilizza le idee e le aspettative già presenti ai suoi interlocutori, per far emergere la novità: il regno di Dio è per tutti, è questa la differenza! Per crederlo realmente, abbiamo bisogno di attraversare tutte quelle immagini che spesso ci costruiamo, così da cogliere nella quotidianità, quanto è straordinario l’amore di Dio per ognuno di noi.

Ci troviamo in un momento dove la discussione tra scribi e farisei con Gesù, diventa nostra, e il Signore ci accompagna a far chiarezza, a fidarci di Lui, del Suo amore e del Suo desiderio di bene.

Il regno di Dio è già qui fa parte di ciascuno, è intessuto all’interno della nostra esistenza e cresce, affinché ci rendiamo conto che il più grande tesoro, la vera bellezza, è nelle nostre mani da tempo e ci accompagnerà per tutta l’eternità.

“Signore,

aiutami a riconoscere il Tuo amore,

affinché io ne trovi consolazione ogni giorno.

Nel pericolo, difendimi,

nell’angoscia, consolami,

nel peccato, amami.

E soprattutto, fammi credere che non mi abbandonerai mai,

perché tieni a me.

Tu sei la mia speranza,

solo il Tuo amore può cambiare il mio cuore,

cosi da arrivare a credere che il regno di Dio è

anche per me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Un fuoco che non si spegne

 

un fuoco che non si spegne

 

DOMENICA 14 AGOSTO 2022

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 38,4-6.8-10

Salmo: Sal 39 (40)

Seconda lettura: Eb 12,1-4

Vangelo: Lc 12,49-53

 

La prima parte del Vangelo di oggi è comprensibile: il fuoco di cui il Signore ci parla, è il fuoco dell’amore. Egli esprime il Suo desiderio: “che fosse acceso!”. A noi è dato il compito di mantenere vivo quel fuoco dono dello Spirito ricevuto.

La seconda parte diventa quasi più “complicata”, perché si scontra giustamente con l’immagine che abbiamo di Dio. Come può parlarci di divisione, Colui il cui amore unisce i cuori?

Necessita di essere ben intensa, una possibile versione è pensare non tanto ad uno scontro verso gli altri, perché è questo che viene in mente quando parliamo di divisione, quanto piuttosto verso noi stessi. Dovremmo domandarci: attraverso i ruoli che abbiamo, cosa riflettiamo? Riflettiamo il fuoco dell’amore di Dio? Ovvero: siamo capaci di dividere in noi e in chi ci è accanto, l’odio dall’amore, la paura dalla forza, la disperazione dalla fede, oppure ci fermiamo alla superficie delle azioni?

È il Signore ad insegnarci il come, Egli è il primo che dinanzi al nostro peccato ne vede una ricerca di felicità che ha sbagliato il bersaglio, e lo fa a partire da quel fuoco ricevuto dal Padre, affinché il nostro cuore abbia sempre una speranza per ricominciare.

Il fuoco fonde, non divide e noi siamo uniti a Cristo da sempre, perché il Suo amore possa arrivare nei cuori di ciascuno. La vera divisione è non rispondere a questa chiamata antica e sempre nuova, di portare Cristo oltre i confini della terra.

Non ci sarà pace, si! Il Signore non si darà pace finché ognuno di noi non farà esperienza di quest’amore ricevuto, e viva nella verità di un Dio venuto sulla terra a portare amore, pace e speranza in un mondo che l’aveva persa.

“Signore,

un fuoco mi hai donato,

affinché il mio cuore senta il Tuo bruciare d’amore per me.

Abbi pietà di me, di tutti quei gesti spenti, vuoti, aridi,

fammi comprendere quanto è forte il Tuo amore,

così da riprendere da qui il mio viaggio,

alla ricerca del Tuo nome

nel mio cuore.

Fammi comprendere

che sei Tu il primo ad avermi cercato,

fin da quando sono nato

Tu sei già dentro di me,

Tu sei con me,

come un fuoco che non si spegne”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Consapevoli di un’unica speranza

consapevoli di un'unica speranza

 

VENERDÌ 29 LUGLIO 2022

SANTA MARTA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: 1 Gv 4,7-16

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 11,19-27 oppure Lc 10,38-42

 

Oggi nella memoria di Santa Marta vengono proposti due vangeli: il primo ci racconta la visita di Gesù a Marta e Maria, a causa della morte del fratello Lazzaro e il secondo quando Gesù fu ospite nella casa di Marta e Maria, testo letto pochi giorni fa.

Entrambi i brani hanno una cosa in comune: Gesù che visita. Egli entra nelle case, nel quotidiano, affinché la Sua presenza diventi parte della nostra, così che tale relazione ci rinnovi giorno dopo giorno.

Facciamo nostra la professione di fede che Marta esclama in Gv 11,27: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”. Ella sa chi ha di fronte, conosce Gesù da tempo e proprio in quel momento di dolore, non smette di credere in Lui. In Marta c’è la consapevolezza di poter contare sull’amico Gesù, poiché Egli ha condiviso con lei una relazione quotidiana, autentica, cresciuta tra gli affanni e le fatiche, ma sempre nella certezza che Lui è il Signore della vita.

Gesù è la Risurrezione e la vita, purtroppo non mancheranno le fatiche e credere in questo farà la differenza, perché avremo scelto di non affidarci solo sulle nostre forze, ma di ancorare la speranza in Lui, Gesù il Signore della nostra storia.

“Signore,

mi abbandono a Te.

Lascio sia Tu a guidarmi,

perché desidero credere in Te.

Spesso sono fragile e la fatica prende il sopravvento.

Rinnova il mio cuore alla speranza,

non una speranza generica, ma in Te, nel tuo nome.

Tu non mi hai mai lasciato solo,

lo so, molte volte ti ho incontrato.

Aiutami a farne memoria,

affinché possa tornare a vivere

nella consapevolezza di un’unica speranza,

che non cambierà mai nel corso della storia:

Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Un filo di speranza

 

un filo di speranza

 

VENERDÌ 22 LUGLIO 2022

SANTA MARIA MADDALENA – FESTA

 

LITURGIA DELLA PAROLA       (clicca qui)

Prima lettura: Ct 3,1-4a oppure: 2Cor 5,14-17

Salmo: Sal 62 (63)

Vangelo: Gv 20,1-2.11-18

 

Maria di Magdala, è davanti al sepolcro vuoto e piange lacrime di dolore, segno di un doppio vuoto, non solo della morte di Gesù, ma anche perché non sa più dov’è il corpo del suo Signore.

Gesù si fa accanto, come è accanto alle nostre sofferenze, e le chiede: “perché piangi? Chi cerchi?”. Una domanda la cui risposta è ovvia, ma in quel: “chi cerchi?” Maria rimane scossa e ritrova un filo di speranza pensando fosse il custode del giardino e potesse aiutarla.

Il nostro dolore, le fatiche, possono trovare in Lui un filo di speranza nonostante tutte le lacrime versate e i vuoti a volte incolmabili. Gesù non riempirà un vuoto, non ritornerà dentro al sepolcro, ma saprà dare Vita alla vita e lo fa anche con noi, ogni giorno.

Non c’è un luogo dove Lui non possa raggiungerci, Egli è con noi per farci vivere della Sua Risurrezione, dove la morte non ha posto la fine, ma un inizio.

Maria riconoscerà il Signore e si ricorderà sempre di quell’incontro, forse più del primo, perché quel filo di speranza non si spezzerà mai e sarà la sua forza per sempre.

“Signore,

aiutami a comprendere che nonostante il dolore,

la fatica e lo smarrimento,

oggi mi doni un filo di speranza.

Ai miei occhi bagnati di lacrime

doni riposo e conforto.

A quel cuore stanco e sfinito

doni la Tua forza ogni giorno.

Spesso chinato su di me,

non mi sono accorto che eri lì a sostenermi,

in silenzio, soffrendo anche Tu per me.

Voglio prendere quel filo di speranza,

che Tu risorto ci hai donato

e risorgere anch’io con te.

Desidero rialzarmi,

per chinarmi su chi sta soffrendo come me

e donargli lo stesso filo di speranza

e dirgli: prendilo, ora è anche tuo”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Nel suo nome spereranno le nazioni

 

Nel suo nome spereranno le nazioni

 

16 LUGLIO 2022

SABATO DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Mi 2,1-5

Salmo: Sal 9 (10)

Vangelo: Mt 12,14-21

 

 

“Nel suo nome spereranno le nazioni”

In qualsiasi luogo possiamo essere, qualunque cammino abbiamo fatto, oggi le parole del profeta Isaia giungono sino a noi, per ricordarci che siamo il popolo della speranza.

L’inizio della nostra vita, come di ogni giorno, è preceduto da un desiderio profondo di Dio di farsi incontrare e lungo il corso della nostra storia, da cercatori ci rendiamo conto di essere dei trovati da Dio.

Sperare a volte non è facile, dipende dalle situazioni o da cosa si sta vivendo, ma qui, leggendo attentamente le parole di Isaia, si tratta di sperare nel Suo nome. Il nome ci dice chi è quella persona, ci permette di identificarla, pertanto sperare in Gesù, è riconoscerlo per ciò che è: il Salvatore della nostra storia!

Egli è Colui che fa dell’amore un luogo di rifugio, in cui poter posare il cuore e sanare le ferite; la Sua giustizia si basa sulla Misericordia e fa del perdono per ciascuno, la strada di casa.

L’invito di oggi è fidarsi, credere in Gesù, affidarsi a Lui perché ci porta tra le braccia del Padre, non un giorno futuro ma già adesso, affinché arriviamo a comprenderci come suoi figli amati, in cui anche su di noi Dio ha posto il suo compiacimento.

 

“Signore,

io spero in te,

perché tu sei l’amato che Dio ha scelto.

Di fronte alla sofferenza e alla fatica,

solo l’amore può fare la differenza

e tu mi hai amato con tutto te stesso.

Come tu mi porti nel cuore,

anch’io voglio condurti nel mio,

perché sperare vuol dire anche

spalancare il cuore oltre il buio,

oltre la fragilità

e credere in Te, nel tuo nome

per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)