Dalla tristezza alla gioia

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09 MAGGIO 2024

GIOVEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Gesù oggi ci dice che il nostro cuore proverà tristezza perché Lui andrà via, ma la sua assenza durerà “poco”, poi lo rivedremo e la nostra tristezza si cambierà in gioia.

La tristezza è un’emozione che ci fa provare dolore, disperazione, delusione, impotenza. Cosa possiamo fare davanti alla “perdita” di qualcuno che amiamo, davanti a situazioni che non sappiamo come venirne fuori?

Gesù ci insegna come affrontare questi “tempi”, queste vicende che sono un importante passaggio della nostra esistenza: dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita, dalla delusione alla speranza.

Tutto si trasforma alla luce di quel verbo “vedrete”. Vedere, non vedere con gli occhi, che per i discepoli è stato: prima realmente vedere il Signore risorto e poi un vedere con il cuore; solo il cuore che ama vede e comprende. Qui entra in gioco la fede nel credere che la morte di Gesù, non è la fine di tutto, ma il compimento dell’amore, dove Gesù ritorna al Padre per donare a noi il suo Spirito di vita. Questo tempo è il passaggio della Pasqua, è il tempo dove avviene la salvezza, dove la nostra tristezza si cambia in gioia: “Hai mutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia” (Sl 30).

Un Signore che ci strappa alla tristezza, si fa rialzare dal nostro dolore, ci insegna che queste situazioni della vita, non sono morte, ma possono diventare passaggi verso la luce, se vissuti con Lui e come Lui nell’amore. Allora scaviamo nel profondo del nostro, cuore magari faremo fatica, ma lì emergerà quella fonte zampillante di vita, che è lo spirito del Signore. Guardiamo con gli occhi del cuore e crediamo in quell’amore che ha già trasformato il nostro dolore.

“Signore,

tieni: ti affido il mio cuore,

trasformalo,

affinché ogni dolore e fatica

nelle tue mani non vadano perduti.

Prometti vita, gioia,

è davvero anche per me?

Si, lo sento da come tieni in mano il mio cuore,

perché chi ne ha così cura

è perché ama

e Tu Signore lo hai già fatto,

la mia gioia ora è per l’amore

che hai per me.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Spirito di verità

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06 MAGGIO 2024

LUNEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

 

Il compito principale dello Spirito, è quello di rivelare Gesù stesso e rendergli testimonianza, al punto tale da essere chiamato: “Spirito della verità”. Infatti Gesù è la verità, dire spirito di verità, equivale a dire Spirito di Gesù, così il Paràclito, ovvero il Consolatore può accompagnare i discepoli e tutti noi credenti nella verità. Lo Spirito rendendo testimonianza, ci aiuta a comprendere che in Gesù la rivelazione di Dio ha raggiunto tutta la pienezza.

Lo Spirito conferma che Gesù è il figlio di Dio, datore di vita vera ed è la stessa vita di Dio. Dove arriva questa vita, porta la verità che ci libera dalla menzogna e ci fa vivere nell’amore del Padre e vivere da salvati. Lo Spirito della verità è il contrario dello spirito di menzogna, che ci allontana da Lui, rendendoci schiavi dell’egoismo e del peccato.

Lo Spirito unifica nell’amore i credenti di tutti i tempi e li fortifica, perché possano veramente testimoniare con la loro vita l’amore reciproco. Soltanto amando i fratelli, ciascuno di noi può dire nella verità di essere un “salvato” da Cristo, reso vivo nello Spirito, partecipe della sua vita “fin dal principio”, testimone della Verità.

Chiediamo la grazia che venga a noi lo Spirito, che possa illuminarci e guidarci in questo cammino di

salvezza e testimonianza dell’amore ai fratelli.

“Spirito di verità,

forza di Dio,

rimani in me.

Aiutami a crescere nella fiducia

che solo Dio può svelare a me, me stesso,

perché da solo

la verità potrebbe fare male

o sarebbe duro portarne il peso;

solo in quell’amore,

ogni mia fragile verità e amata.

Aiutami a credere

che solo in Te o Spirito

trovo la forza per cambiare ciò che posso

e per alzare lo sguardo

lì dove ne ho bisogno.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Spirito di difesa

 

Spirito di difesa

 

MARTEDÌ 26 DICEMBRE 2023

SANTO STEFANO, PRIMO MARTIRE – FESTA

Il Vangelo di oggi ci parla di uno Spirito, quello venuto per essere difesa.

Quante volte abbiamo bisogno di essere difesi, o rispondiamo con parole o azioni per difenderci. Possiamo credere grazie al Vangelo di oggi, che è proprio lo Spirito del Padre, l’amore di Dio venuto incontro a noi, per difenderci.

Quindi cosa accadrà nel futuro? Apparentemente nulla. Probabilmente riceveremo accuse, offese, ma se il Vangelo di oggi sarà sceso nel nostro cuore, nel giorno dopo il Natale, avremo capito che poco importa difenderci o trovare scuse, perché davvero Dio ci è accanto, ci venuto incontro. Allora invochiamo questo Spirito pronto per difenderci, affinché non sia solo difesa, ma guida, in una vita in cui sentire Dio Padre accanto non solo nell’accusa, bensì per sempre.

“Spirito del Padre,

custodisci il mio cuore,

rendilo saldo, impavido

e fa che nel silenzio senta la Tua presenza.

Spirito amore del Padre,

suggeriscimi parole e azioni

che portino amore,

così che ogni figlio

possa vedere il volto del Padre

ed ogni cuore sappia tornare a casa,

nel Tuo cuore,

sicuro del Tuo amore.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Buon Santo Stefano a tutti e buon onomastico a chi porta il suo nome!

Rinascere dall’alto

rinascere dall'alto

 

17 APRILE 2023

LUNEDÌ DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 4,23-31

Salmo: Sal 2

Vangelo: Gv 3,1-8

Nicodemo è un capo dei Giudei, un uomo di cultura e riconosce Gesù come inviato da Dio, un maestro della legge, tuttavia non riesce a comprendere il messaggio nuovo che Gesù porta: rinascere mediante lo spirito.

Gesù afferma: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Nascere dallo Spirito equivale a rinascere di nuovo, è lasciare che questo entri in noi e che sia lo Spirito a guidarci con una nuova libertà.

Essere cristiano non è soltanto seguire dei Comandamenti, seppur vero, è avere la certezza che siamo rinati nell’amore di Dio e così ascoltare il dono dello Spirito che ci porta dove Lui vuole.

Nella nostra vita cristiana tante volte ci troviamo come Nicodemo ad andare a Gesù di notte, ovvero nell’incomprensione della fede, perché questa non è il frutto di una riflessione su Gesù, ma di una comunicazione della vita che proviene da Dio, una riplasmazione del nostro essere che accade quando nel cuore viene acceso il dono della fede.

È lo Spirito che ci fa partecipi della Vita che è in Dio. È lo Spirito che ci fa vivere al ritmo dell’Amore che Lui ha per noi.

Ogni uomo vecchio viene così trasformato in uomo nuovo e può camminare seguendo la libertà dello Spirito, che lo conduce sulle sue vie, verso la pienezza di un amore, che più ne coglie la portata, più ne aumenta la grandezza da scoprire.

Solo chi nasce dallo Spirito può avere questa qualità di Vita, questa qualità di Amore.

“Signore,

aiutami a rinascere,

fa che la mia vita

cominci dal Tuo amore.

Il Tuo spirito mi consoli,

mi doni la forza di camminare,

e mi guidi in ogni istante,

cosi che ad ogni mio passo

ti riconosca accanto

e nella fatica ritrovi il coraggio.

Tu spirito di vita,

che non ti stanchi di soffiare,

riscalda i cuori, risana le ferite

e donaci la grazia di riconoscerti

per rinascere in te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

L’incontro

l'incontro

 

22 SETTEMBRE 2022

GIOVEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Qo 1,2-11

Salmo: Sal 89 (90)

Vangelo: Lc 9,7-9

 

Nel Vangelo di oggi, Gesù non parla, eppure la sua persona suscita interesse. Troviamo Erode che cerca di capire chi è Gesù, di cui si sente tanto parlare. Molti saranno stati i motivi per cui desiderava anche incontrarlo, ma al di là di questi, prima di tutto c’è un Dio che va verso l’uomo.

Per quanto ogni essere umano possa credere o non credere in Lui, non esiste nessuno su questa terra che non sia spirituale, ovvero su cui Dio non abbia soffiato lo spirito di vita (Gn 2). In quel soffio il nostro cuore ha cominciato a battere, e con lui la sede delle sue decisioni, con la libertà persino di poterLo anche rifiutare. In noi è sempre presente questo spirito, è una parte seppur minima che lo cercherà, attirato da quel soffio vitale iniziale; un respiro incondizionato che non  puoi controllare, dove Dio aspetta solo di poter comunicare.

L’incontro con questo Dio allora non ci lascia più come prima, perché il suo soffio vitale ci ha resi figli, capaci di riconoscerlo come amore, misericordia, dono, e  perdono. Non esiste un luogo o un momento particolare per incontrarlo, a tutti e dovunque è dato, poiché la differenza tra l’uomo e Dio, consiste nel fatto che mentre l’uomo cerca, fugge o ha paura di non trovarLo,  Dio cerca ed è sempre presente, è già lì prima del tuo arrivo.

“Signore,

Tu mi parli ed io desidero ascoltarti,

è come se risuonassi in me.

Tutto è cominciato semplicemente:

una Parola, uno Spirito, un soffio, un colpo di vento

e dalla narici è subito vita.

Ti vengo a cercare,

perché sei il Tu, che mi corrisponde

e nonostante tutti i miei sbagli,

sei sempre qui, dietro alla mia porta

ad aspettare che io apra

le serracinesche di un cuore ferito”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Olio in piccoli vasi

olio in piccoli vasi

 

26 AGOSTO 2022

VENERDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Cor 1,17-25

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Mt 25,1-13

In questi giorni la liturgia ci ha presentato più volte il tema della “vigilanza”. Oggi dalla parabola delle dieci vergini meditiamo su un simbolo fondamentale della veglia: la lampada. Questa rappresenta la fede vigilante.

Il cuore desto dell’amore è come l’olio della lampada che brucia, si dona nell’attesa del Suo Signore. È una fiamma viva che ha bisogno di essere rinvigorita per restare accesa, proprio come una volta quando in una casa ci voleva il fuoco per scaldarla e si cercava la legna con costanza e perseveranza per non stare al freddo, così per alimentare la lampada del nostro cuore ci vuole la fede.

L’olio che alimenta la lampada, rappresenta il personale desiderio che ciascuno ha di incontrare il Signore della sua vita, nella verità del quotidiano, dove ci sono giorno in cui ci si sente forti e altri deboli, e confida sempre nel Suo amore che dia vigore alla fede, affinché l’olio dell’amore non scarseggi mai.

Nel testo si legge di quest’olio raccolto in piccoli vasi, è la perseveranza nella quotidianità delle cose da fare, è il ricordarsi oggi come ieri di quell’amore di Dio ricevuto. L’invito è l’unità di queste due cose che fanno parte di noi: quotidianità e vigilanza, Spirito e corpo, concretezza e trascendenza, perché l’olio come fuoco dell’amore è la chiave che unisce il tutto e non vi è luogo della nostra vita dove Dio non c’è.

L’amore sta in tutto, in grandi cose e in piccoli vasi e pur essendo piccolo quel vaso ha in sé tutti gli elementi dell’amore che può donare.

E allora vegliare non è stare fermi aspettando che il Signore passi, ma è  vivere la quotidianità credendo che Lui vi è dentro, per poter pregare:

“Signore,

aiutaci a tenere le lampade accese,

segno di chi ha conosciuto il Tuo amore.

Fa che non si spenga quella fiamma in noi,

consola, riscalda i cuori alla speranza,

affinché ritrovino nel timore o nell’angoscia

un balsamo per le ferite.

Un segno del Tuo amore

nel nostro oggi, fasci il cuore

e gli dia la forza e la fede

ogni giorno e per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Un fuoco che non si spegne

 

un fuoco che non si spegne

 

DOMENICA 14 AGOSTO 2022

XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 38,4-6.8-10

Salmo: Sal 39 (40)

Seconda lettura: Eb 12,1-4

Vangelo: Lc 12,49-53

 

La prima parte del Vangelo di oggi è comprensibile: il fuoco di cui il Signore ci parla, è il fuoco dell’amore. Egli esprime il Suo desiderio: “che fosse acceso!”. A noi è dato il compito di mantenere vivo quel fuoco dono dello Spirito ricevuto.

La seconda parte diventa quasi più “complicata”, perché si scontra giustamente con l’immagine che abbiamo di Dio. Come può parlarci di divisione, Colui il cui amore unisce i cuori?

Necessita di essere ben intensa, una possibile versione è pensare non tanto ad uno scontro verso gli altri, perché è questo che viene in mente quando parliamo di divisione, quanto piuttosto verso noi stessi. Dovremmo domandarci: attraverso i ruoli che abbiamo, cosa riflettiamo? Riflettiamo il fuoco dell’amore di Dio? Ovvero: siamo capaci di dividere in noi e in chi ci è accanto, l’odio dall’amore, la paura dalla forza, la disperazione dalla fede, oppure ci fermiamo alla superficie delle azioni?

È il Signore ad insegnarci il come, Egli è il primo che dinanzi al nostro peccato ne vede una ricerca di felicità che ha sbagliato il bersaglio, e lo fa a partire da quel fuoco ricevuto dal Padre, affinché il nostro cuore abbia sempre una speranza per ricominciare.

Il fuoco fonde, non divide e noi siamo uniti a Cristo da sempre, perché il Suo amore possa arrivare nei cuori di ciascuno. La vera divisione è non rispondere a questa chiamata antica e sempre nuova, di portare Cristo oltre i confini della terra.

Non ci sarà pace, si! Il Signore non si darà pace finché ognuno di noi non farà esperienza di quest’amore ricevuto, e viva nella verità di un Dio venuto sulla terra a portare amore, pace e speranza in un mondo che l’aveva persa.

“Signore,

un fuoco mi hai donato,

affinché il mio cuore senta il Tuo bruciare d’amore per me.

Abbi pietà di me, di tutti quei gesti spenti, vuoti, aridi,

fammi comprendere quanto è forte il Tuo amore,

così da riprendere da qui il mio viaggio,

alla ricerca del Tuo nome

nel mio cuore.

Fammi comprendere

che sei Tu il primo ad avermi cercato,

fin da quando sono nato

Tu sei già dentro di me,

Tu sei con me,

come un fuoco che non si spegne”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Parte di qualcosa di grande

 

parte di qualcosa di grande

 

08 LUGLIO 2022

VENERDÌ DELLA XIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Os 14,2-10

Salmo: Sal 50 (51)

Vangelo: Mt 10,16-23

 

Gesù invita i suoi discepoli ad aver coraggio, in quelle situazioni in cui non si sa cosa fare o dire, “è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.”

Siamo guidati dallo Spirito del Padre, per essere parte di qualcosa di grande: la vita di Dio.

Proprio perché siamo deboli e stanchi e a volte non sappiamo cosa fare, abbiamo un aiuto: lo Spirito. Egli non si sostituisce a noi, fa PARTE di noi, ci conduce alla verità di Dio, e quell’orizzonte un tempo intravisto come lontano, ora si fa vicino ed è la comunione con il Padre.

Ricevuto lo Spirito, non siamo più soli, c’è Qualcuno su cui contare, il quale non solo ci chiama a sé, ma ci offre il Suo amore, affinché sia di sostegno alla fragilità. Quando ci sentiamo oppressi, preoccupati, affidiamo a Lui il nostro cuore, sforziamoci di credere che c’è un Amore più grande di tutto, ciò non toglierà il peso della fatica, ma darà vigore alla nostra vita.

Lo Spirito di Amore che abbiamo ricevuto è davvero necessario, non per cancellare le difficoltà, ma per affrontarle e sentirsi accanto a Dio.

“Signore,

oggi ti sento accanto.

“Insieme”, una parola che ha volta uso poco

per definire il mio rapporto con te.

Nonostante questo, Tu non smetti mai

di offrirmi il tuo Amore.

Aiutami a credere in Te,

anche quando la paura,

i pesi prendono il sopravvento.

E quando non so parlare, o cosa fare

soccorrimi.

Accendi nel mio cuore la Speranza,

rendimi forte nell’attesa,

affinché io non mi privi mai di Te”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

uno Spirito senza misura

 

 

uno Spirito senza misura

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 5,27-33

Salmo: Sal 33 (34)

Vangelo: Gv 3,31-36

 

Nel Vangelo della liturgia odierna, leggiamo: “Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.”

Siamo coloro a cui è destinata la Parola di Dio e abbiamo il dono dello Spirito per comprenderla, elargito da Dio stesso. Attraverso Gesù possiamo ascoltare le Parole che il Padre ha da dirci e per mezzo dello Spirito, farle vivere in noi.

Si parla di un Spirito senza misura, è l’amore di Dio senza limiti, il cui unico obiettivo è arrivare a noi. La nostra vita non è separata dalla Parola e la Parola non è a se stante dalla nostra vita, esse non camminano per vie parallele, ma verso un’unica strada che è Dio stesso.

Questo è il dono che il Padre ha voluto farci: tramite il Figlio ascoltare le Parole di Dio, così da esserne parte nel nostro vissuto. Ogni giorno possiamo trovare una Parola che sia di consolazione, guida, rifugio, aiuto, e ci dia la forza per proseguire.

Il Signore ci è accanto mediante uno Spirito senza misura, affinché chiunque possa fare esperienza di Lui, così che la Parola diventi una voce capace di darci coraggio nel quotidiano.

L’amore del Padre ha un volto e una voce, Dio entra nella nostra vita con degli strumenti umani, quotidiani, ordinari, per sentirlo accanto e riconoscere chi è: un Padre che ama i suoi figli oltre misura!