“Mai un uomo ha parlato così!”.

Mai un uomo ha parlato così

16 MARZO 2024

SABATO DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

Riguardo a tutte le domande che la gente fa su Gesù, noi ora sappiamo certamente, che Egli non veniva soltanto da un luogo geografico, ma possiamo affermare, che veniva dal Padre e va verso ogni uomo. È importante la direzione, perché il suo venire illumina tutto il mistero della vita umana.

Un Dio incarnato nella storia umana, non solo partecipe della nostra vita, ma che entra dentro la vita, addirittura dentro ogni persona per nutrirla di Lui, dando il suo corpo.

Al di là dell’esperianza che ciascuno può fare di Dio, Egli non si limita ai nostri schemi, alle nostre percezioni, è sempre oltre, infinito. Le sue parole, non ci lasciano indifferenti; persino le guardie che sono andate per prenderlo, ne rimangono affascinate, riconoscono un nuovo messaggio: “Mai un uomo ha parlato così!”.

Mai si è visto un Dio che desidera incontrare l’uomo, per rivolgergli parole d’amore, di misericordia, di perdono, che trasformano una vita, parole di fiducia che rialzano dalla disperazione, parole che illuminano il nostro cammino per vivere da risorti.

Gesù Parola di Dio per me. Lasciamo che questa Parola ci indichi il cammino, diriga e riplasmi continuamente i desideri del nostro cuore, verso Lui e verso tutti i fratelli.

“Signore,

parla al mio cuore

e digli “sono io, sono qui”,

perché solo così mi sentirò al sicuro.

È dura lasciare andare le proprie sicurezze, i propri schemi,

ma se non lascio andare qualcosa,

come Ti vedrò?

Aiutami a credere in Te,

la mia unica novità di vita,

il cui amore rinnova ogni cosa

persino i luoghi di me che disprezzo

e che Tu ami,

perché Tu mi vedi già bella,

piena di Luce, piena di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

Chi è dunque costui?

Chi è dunque costui?

28 SETTEMBRE 2023

GIOVEDÌ DELLA XXV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ag 1,1-8

Salmo: Dal Sal 149

Vangelo: Lc 9,7-9

Chi è dunque costui? Erode sente parlare di Gesù ma non sa chi sia.

Il Signore arriva a noi anche se non lo conosciamo, poiché in verità, Egli è già parte della nostra storia. Dovremo chiederci: chi è per noi il Signore? Ora che l’abbiamo conosciuto rispetto agli inizi lo sentiamo “casa nostra”? Gesù è venuto per noi, affinché avessimo una dimora: il Suo cuore. Sono queste le cose grandi che già al tempo di Erode risuonano da lontano, poiché c’erano tanti maestri, ma solo Gesù sapeva toccare il cuore e parlare in profondità.

Chi ascoltava Gesù si sentiva “preso dentro”, attratto da quell’uomo così buono, così capace di dire delle belle parole, tanto da scaldare i cuori di terre lontane.

Anche noi oggi possiamo vivere quest’esperienza attraverso i sacramenti, nella preghiera, nella meditazione; abbiamo tanti momenti per vivere di Dio e con Dio. E non solo momenti, ma tutta la nostra vita! Questa vita avrà un senso se lasciamo che Lui ci parli, se lo facciamo entrare nel nostro quotidiano. Chi è dunque costui? Sarebbe bello rispondere: è il mio Dio, il mio Signore, perché Lui sicuramente dirà di noi: tu sei il mio figlio amato che ho atteso da tempo.

“Signore, stai con me

e fai che il mio cuore non ti lasci più.

Tu sei il mio Signore,

l’amore che guida la mia storia

e tra le ferite e le lacrime,

sono qui con Te

per scrivere altre pagine,

per sentire parole di amore

e per trovare quel conforto che solo Tu sai donare.

Ti prego:aiutami a non perderti.

So che Tu non mi abbandonerai mai,

fai che possa fare altrettanto

e ti stia accanto per sempre.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Il sabato è stato fatto per l’uomo”

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MARTEDÌ 17 GENNAIO 2023

SANT’ANTONIO, ABATE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Eb 6,10-20

Salmo: Sal 110 (111)

Vangelo: Mc 2,23-28

 “Il sabato è stato fatto per l’uomo”

Prima di tutto Dio pensa sempre all’uomo, ogni cosa è fatta in funzione di questa creatura, opera delle sue mani.

Lo stesso suo Figlio Gesù è venuto per riportare a casa, a Dio, tutta l’umanità dispersa, cosi che nessuno possa vivere senza provare quanto è amato e perdonato da Lui.

Gesù è il signore del sabato perché è il signore dell’uomo, percorre le nostre strade insegnandoci che, ogni legge deve servire a rendere giustizia e verità.

La dignità umana è un dono troppo grande per non essere riconosciuta: la differenza tra lecito o non lecito, deve partire da questa considerazione. Quando la ragione si lascia guidare dalla ricerca del vero bene, allora si possono scorgere segni di amore sincero, qui Dio è entrato e invita l’uomo a condividere il suo Amore. Questo giorno diventa il sabato, ovvero, il giorno dove l’uomo incontra il dono del suo Signore, che si fa cibo per nutrire la sua vita, la sua dignità e mostrargli la grandezza di figlio.

Chiediamo al Signore, che ogni giorno ci aiuti a camminare scegliendo la legge del suo amore, per risponde a quel desiderio più profondo, che alberga nel nostro cuore: vivere di Dio.

“Signore,

quante volte la mia vita si trova ad un bivio,

bisogna scegliere.

Tu mi conosci, sai che sono una povera creatura,

Soccorrimi, guidami e aiutami.

Tu conosci tutta la mia strada,

prima ancora che io la percorra.

Conducimi sulla tua via con il tuo amore,

che io non mi perda.

Sii il mio nutrimento,

perché sei Tu il Signore della mia vita”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

In principio

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DOMENICA 25 DICEMBRE 2022

NATALE DEL SIGNORE (MESSA DEL GIORNO) – SOLENNITÀ

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 52,7-10

Salmo: Sal 97 (98)

Seconda lettura: Eb 1,1-6

Vangelo: Gv 1,1-18

Il Vangelo della messa del giorno è di Giovanni (Gv 1,1-18) ed inizia così:

“In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio”.

In principio, all’inizio di tutto, della vita e di ogni forma vivente c’è il Verbo e per evitare confusioni ci viene detto esplicitamente, che il verbo era Dio. Il Dio che con la Parola crea il mondo, ora ci fa un grande dono dicendo:

“E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria”.

Ecco il dono, ecco la salvezza, Gesù il Figlio di Dio nasce in mezzo a noi, tra di noi, affinché ogni cuore possa aprirsi alla speranza e rinascere. Come dice Benedetto XVI: “mentre noi cerchiamo sempre altri segni, altri prodigi, non ci accorgiamo che il vero Segno è Lui, Dio fatto carne, è Lui il più grande miracolo dell’universo: tutto l’amore di Dio racchiuso in un cuore umano, in un volto d’uomo”.

Buon Natale di cuore! Fraternità Shekinaheart

 

 

Uomo del silenzio e dell’ascolto

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DOMENICA 18 DICEMBRE 2022

IV DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14

Salmo: Sal 23 (24)

Seconda lettura: Rm 1,1-7

Vangelo: Mt 1,18-24

 

Grande uomo del silenzio e dell’ascolto era Giuseppe, che cooperó al piano di salvezza. Anche a Lui apparve l’angelo che gli disse: “non temere”. Il coraggio di Dio accompagna i suoi figli ed a ciascuno Egli garantisce la sua forza.

Giuseppe si sveglierà e saprà che non era solo un sogno e questo, perché la fede di lui sa cogliere il segno di Dio, dal suo Si, assieme a quello di Maria, si compie la pienezza per tutti noi.

Affidiamoci a Giuseppe padre di Gesù, un padre che lo crescerà e gli insegnerà a credere nell’impossibile, proprio perché d’ora in poi ogni giorno che si sveglierà, guarderà a suo figlio e alla sua amata, e riconoscerà la potenza di Dio averlo coinvolto. Giuseppe diventa così esempio di quella quotidianità offerta e sofferta, capace di credere e sperare, affinché Dio sia sempre per ciascuno il motore di tutto. E rivolgendogli questa preghiera, chiediamo a lui di aiutarci a vivere il dono della salvezza scaturita dal suo si:

“O uomo saggio Giuseppe,

tu che hai saputo cogliere i segni dei tempi,

insegnami a comprendere Dio nella mia storia.

Tu, Giuseppe, taci, ma fai parlare il tuo cuore,

aiutami a credere come hai fatto tu, nell’impossibile.

Sii tu l’angelo capace di confortare la mia notte,

così che al mio risveglio, anch’io sia capace di dire si”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

Giovanni voce della verità

 

Giovanni voce della verità

 

LUNEDÌ 29 AGOSTO 2022

MARTIRIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 1,17-19

Salmo: Sal 70 (71)

Vangelo: Mc 6,17-29

 

Il ritornello al Salmo della liturgia di oggi recita: “La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza”, nell’ascoltarle viene da pensare a Giovanni Battista, il cui Vangelo racconta il suo martirio.

Giovanni durante la sua vita preannunciò la venuta di Gesù, era la voce che nei deserti dei cuori più disperati, preparava la via al Signore e seppur prigionero, leggiamo nel brano che persino Erode lo ascoltava volentieri.

Uomo di fede, sperava nella venuta di Gesù per il suo popolo, aveva compreso che Dio ascoltava le sofferenze di ciascuno e non gli avrebbe lasciati soli; anche in carcere, nel vuoto e nel nulla di una prigione non ha mai smesso di dire la verità e fu quella la sua più grande libertà che nessuno poteva togliergli.

La voce di Giovanni che grida: “preparate la via al Signore”, risuona ancora oggi, affinché ogni nostro grido o supplica trovi in Dio il coraggio. Sebbene le voci siano tante, Dio sa distinguerne i suoni, nessuno di noi sarà mai dimenticato dal Suo cuore.

Giovanni ci ha insegnato a sperare in un Dio sceso in terra, ha annunciato fino alla fine la verità che il Signore stesso ha posto sulla Sua bocca, perché preparassimo il cuore alla Sua Parola fattasi carne e venuta ad abitare in mezzo a noi.

“Signore,

dinanzi al mio cuore a volte privo di speranza,

mi sei accanto per non che io tema.

Aiutami a credere persino quando attorno a me

percepisco il vuoto,

come una prigione diventa il mio cuore

se Tu non ci sei.

Sostienimi, perché sei Tu la mia speranza

in un mondo dove a volte si perde il senso,

ma nulla è perduto

perché è qui che sei nato,

in questo mondo, nel mio mondo,

per essere segno, per donare un senso ad ogni cuore, ad ogni vita”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Ciò che fa la differenza è sempre il cuore

 

Ciò che fa la differenza è sempre il cuore,

 

12 AGOSTO 2022

VENERDÌ DELLA XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

 

LITURGIA DELLA PAROLA     (clicca qui)

Prima lettura: Ez 16,1-15.60.63

Salmo: Is 12,2–6

Vangelo: Mt 19,3-12

 

Fin dall’inizio del mondo, il creatore ha pensato per l’umanità un disegno d’amore.

Il Vangelo di oggi, ci dice quanto l’amore tra uomo e donna è una chiamata di Dio a diventare totale dono di sé,  perché la legge che regola quest’unione è una legge divina.

Qui il brano parla di una legge umana creata a causa della durezza del cuore, quasi a giustificare un ripudio.

Ciò che fa la differenza è sempre il cuore, quando è indurito non riesce più a vedere niente e a fare esperienza di un amore libero. E se Dio ha creato uomo e donna, affinché diventassero una sola carne, sarà a partire dal cuore indurito la disgregazione e di conseguenza un venir meno a quell’unica legge, che Dio ha messo in noi.

Tanti possono essere i motivi per cui il cuore si indurisca: sofferenze, delusioni e ferite, allora bisogna chiedere l’aiuto a Dio che conosce il cuore di ciascuno, piu di quanto lo conosciamo noi stessi, perché lo apra, lo dischiuda, tolga quella durezza che non lo lascia impregnare d’amore.

Il Signore c’insegna che l’amore è la vera risposta al dolore, alla delusione, ai nuovi inizi. “L’uomo non divida ciò che Dio ha congiunto”, Egli, anzitutto, ci ha unito a sé, affinché la nostra chiamata in qualsiasi vocazione alla vita, sia un perpetuare l’amore di Dio ricevuto.

“Signore,

aiutami ad aprire il cuore a Te,

affinché ogni mio gesto

sia segno del Tuo amore ricevuto.

Insegnami a fare dell’amore una risposta

nella gioia come nella fatica,

così che il tuo Volto

non venga mai dimenticato dal cuore della gente

e ciascuno possa riconoscere in sé quell’unità in te,

che ci hai donato

e la vocazione che ci hai preparato”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

“Mai un uomo ha parlato così!”

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 11,18-20

Salmo: Sal 7

Vangelo: Gv 7,40-53

 

All’udire le parole di Gesù, nasce un dissenso riguardo a Lui. Una lotta che a volte può accompagnare le nostre giornate, quando umanamente ci troviamo in difficoltà a percepire la Sua presenza. In questo brano di Vangelo non viene narrato cosa dice Gesù, ma l’effetto che lascia: “Mai un uomo ha parlato così!”.

Le guardie, nonostante siano condizionate dai capi dei sacerdoti e dei farisei, sentono in Gesù delle parole che lasciano il segno. Gesù ci lascia un segno, la Sua Parola, per scoprire chi Egli sia; non è solo un testo che ci affina la conoscenza, ma è un’esperienza del Cuore, e ci permette di conoscere noi stessi alla luce di essa.

Mettersi di fronte alla Parola, è stare di fronte a Colui che ci ama profondamente e conosce tutto di noi, persino quei momenti di lotta, di dissenso che vorremmo eliminare.

Gesù desidera comunicarci il Padre e il profondo legame che CI unisce! Si! Siamo immersi in questa relazione, anche se a volte non lo sappiamo e la nostra vita diventa un cammino di scoperta di un Volto, che è presente da sempre! La Parola è il mezzo con cui possiamo trovare pace in noi, perché riconosciuti come figli amati, voluti, perdonati.

Siamo davanti a Lui, lasciamolo parlare al nostro cuore; la Sua Parola dirà, ciò di cui abbiamo bisogno, e sarà la forza per alzarsi al mattino, trovare il coraggio e affrontare la giornata.

Non si tratta di cercare una Parola adatta a noi, ma di allenare il cuore a cogliere il Suo passaggio nella nostra vita, con la certezza che Egli c’è sempre. Si tratta di vivere non solo della Parola, ma di quell’effetto che dona quest’ascolto: Egli è lì, in quella situazione, in quel dolore, in quella fatica, in quella gioia. A volte basta solo questo: rafforzare la consapevolezza per poter dire anche noi: “Mai un uomo ha parlato così!”.

 

 

Un uomo con un’esperienza da celebrare

 

un uomo con un'esperienza da celebrare

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 2 Sam 15,13-14.30;16, 5-13a

Salmo: Sal 3

Vangelo: Mc 5,1-20

 

La guarigione descritta nel Vangelo di oggi è straordinaria, Gesù guarisce un uomo posseduto, che viveva tra le tombe, era come dire un uomo morto. Egli soffriva molto, eppure nonostante fosse definito malato di mente si accorse di Gesù, gli si getta ai piedi, e fatto strano, non gli chiede di essere guarito, anzi fa a Gesù una domanda insolita: “che cosa vuoi da me?”.

Gesù sa come parlare con quest’uomo, Egli riesce a dialogare anche con le sue parti che sanno di rifiuto, e con quelle parti di noi che a volte attraverso atteggiamenti, parole, sembrano essere in contraddizione con il Signore, ed è venuto a portare pace.

Il finale di questa guarigione è un po’ diverso da altre che abbiamo sentito, in alcuni episodi Lui guarisce e dice di non dirlo a nessuno, qui l’uomo diventa un testimone, con il compito di annunciare nella sua casa, tra i suoi ciò che il Signore aveva fatto. Perché? Gesù sa che abbiamo bisogno di comprendere che non tutto è perduto, se l’abbiamo rifiutato o la nostra strada ha avuto percorsi diversi, Lui non si è mai allontanato da noi anzi era lì a dialogare con le nostre parti più buie che, avremmo volentieri allontanato da noi.

Quando il nostro cuore è stanco di chiedere aiuto e tutto sembra spacciato, come un luogo di morte non è la fine, Egli ti sta dicendo che proprio a partire da quella situazione, tu puoi uscirne perché Lui è già lì. Quell’uomo si accorge di Gesù solo perché Gesù era già lì!

Non c’è un momento giusto o sbagliato per incontrare Dio, perché Egli è sempre presente. La vita di quell’uomo è cambiata, è un uomo che può tornare a casa, tra i suoi. C’è una casa che ti aspetta ed è il tuo cuore, dove Dio ne ha fatto il Suo tempio. Non c’è bisogno che Gesù resti da quell’uomo perché quell’esperienza è diventata segno, e a lui, come per noi che non abbiamo visto Gesù, ma sappiamo del Suo Amore, non resta che celebrarlo.