Guerra all’Antivirus

Oggi ho lottato contro l’Antivirus, e devo aver perso miseramente visto che mi sono beccato un bel raffreddore. Mi consola il fatto che esiste un famoso detto: “Solo gli idioti non pigliano mai un raffreddore”, o forse questa specie di sentenza fittizia me la sono inventata per farmi coraggio. ANYWAY: per chi non lo sapesse, per antivirus, nerdamente detto anti-malware, si intende un software in grado di eliminare virus creando più problemi di loro. Infatti si differenzia da un martello pneumatico per il fatto che, se questo polverizza le rocce, l’antivirus in teoria accoppa i virus, e con loro computer, disco, processore e maroni.
Il virus invece è un file che infetta la memoria del sistema, si infiltra all’interno del vostro computer senza permesso, svuota la dispensa, lascia i fazzoletti usati per casa, buca i preservativi ai bambini piccoli, scippa le borsette alle vecchiette per strada, e se non bastasse blocca gli unici file del vostro Pc che non avete salvato su Flash memory e dei quali non potete fare a meno.
A me ha infettato l’ultima puntata della serie animata Candy Candy e mo non so se Terence si sposa con Annie o scappa con Clin. Proverò a rivolgermi al Panda o al WWF, o, se proprio va male, agli acchiappafantasmi.
Come? Non avete ancora le idee abbastanza confuse su cosa sia un Virus e su come funziona un antivirus? Esiste sempre il manuale delle Istruzioni.
Questo però comporterà una prenotazione immediata al girone dei bestemmiatori. Tutti possono riconoscere un virus, anche grazie alla famosa serie di documentari scientifici intitolati “Esplorando il corpo umano”, in onda sulle reti Mediaset, come valida alternativa all’intrattenimento intelligente (tipo Matrix o Mistero). Anche il sottoscritto ha conosciuto il Sig. Virus molto bene… Era tanto tempo fa e ricordo che un amico che non vedevo da millenni venne a casa mia per farmi gli auguri di Natale. Sarà che al tempo faceva il militare, sarà che ha l’animo del Bastard Inside, sarà che se devi regalare qualcosa di scomodo meglio farlo a chi ti sta sulle balle, ma accadde che dopo qualche giorno mi ritrovai coperto di pustole che mi portarono a credere di avere la Peste Nera (non è la stazione spaziale di Star Wars: quella è la Morte Nera): e invece era solo varicella… Il che non mi impedì di andare comunque all’università a diffondere il Verbo e anche il Virus, come si suol dire di generazione in generazione per sempre e oltre.
Bene ora scusate se non scriverò per un po’, cercherò di sistemare il Pc alla bellemeglio, non posso fare a meno di monitorare costantemente il mio sito porno preferito e cioè www.Silvioeibungabunga.org. A presto… Spero.

Ci facciamo soffocare da lacrime,
assorti, ci si lascia scorrere altrove,
un sorriso ci uccide, che sarà mai?
Attorno non c’è sete di tranquillità
e i colori sembrano confiscati,
quando un pigro sole titubante
non permette la visuale migliore.
Si annaspa in questo rigido spazio
nello spazio in cui ognuno deve stare,
ma non siamo pazzi, animi bendati
se ognuno strozza la volontà altrui:
potremo sparire o spartirci i resti
farci muti o darci in pasto al rumore.
Tutto allora sembrerà ovattato
e il difetto starà nel restare…
vento
“Come brucia il silenzio del fiato di chi non mi vuole all’orecchio.
Come un dettaglio può uccidere una poesia”
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o
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Dolci Dolorosi Ricordi

Ieri mentre riordinavo (?) l’armadio mi sono capitati tra le mani i miei bellissimi pattini da ghiaccio. Ebbene sì, nell’era mesozoica avanzata anche il vostro paladino delle ingiustizie, noto con nome di Gian.Pisolo, si è cimentato, ma il termine corretto dovrebbe essere cementato, nella nobile arte del “fare figure di merda sul ghiaccio”. Non so chi volessi imitare, forse l’omino dell’olio cuore, fatto sta che al primo (e unico) tentativo di triplo tolup mi sono ritrovato col culo assiderato e con la tibia al posto del gomito. Per la serie “Mangiar bene per sentirsi INforme”. Credo di essere anche l’unico pattinatore in erba (ma si pattina sull’erba?) ad aver ideato nuove incredibili figure quali il loop con spanciata, doppio axel faccia a terra, la famosa caduta di rimbalzo sulle gengive e l’inossidabile, e scopiazzato goffamente pure da Carolina Kostner in ogni manifestazione mondiale che si rispetti, il triplo tolup con scivolata di culo. Mia madre mi disse un tempo che non appena comperati i pattini ho subito dimostrato una sfolgorante abilità nel loro utilizzo: ci ho messo appena 6 mesi per imparare ad allacciarli e, ancora meglio, ho imparato a scivolare e a cadere dai pattini prima ancora che a gattonare. Insomma per farla breve sono sempre stato il classico tipo che “si impegna molto ma è impedito”. Forse un po’ per sfottermi anche l’Amico_D ha cercato di incoraggiarmi a modo suo ricordandomi che il pattinaggio è come il Judo, l’importante è saper cadere e che, con lo stile tipico dei nanetti di gesso, io sapevo cadere così bene che probabilmente alle olimpiadi invernali di Torino avrei potuto vincere la medaglia d’argento (la Kostner resta comunque inarrivabile) nella combinata (categoria capitomboli). Avrei voluto prendere un po’ di lezioni, ma un istruttore vedendomi mi disse che lui non aveva abbastanza esperienza per insegnare a pattinare ad un essere vivente a metà strada tra l’omino Michelin e la boccia del Curling. Così ho alla fine desistito. Nel ripensare alla mia giovinezza sono stato assalito da una furibonda nostalgia. Avrei voluto indossarli di nuovo e riprovare l’ebbrezza (lo stato di ebbrezza lo provo tutti i sabati (mannaggia all’alcol test)) di fare qualche metro in posizione deltaplano. Probabilmente mia madre non sarebbe stata troppo felice di vedermi pattinare sul pavimento di piastrelle nuovo di pacca. Così ho fatto tre minuti di giravolte sul parquet della camera di mia sorella… E poi ho dato la colpa al gatto… Ah che bella giornata!

La fretta non morde il pane
è spesso senza denti, nè fame
non langue nelle inutili attese,
nè dove la linea del tempo chiede di sè.
Siamo cresciuti troppo e subito,
vivendo male gli anni infantili,
sbrecciando poco le ginocchia
e urlando troppo poco al vento.
Ora stai due passi avanti,
sembri piangere di vecchiaia,
e mi dai una colpa ignobile:
baciare quella bella malattia
che nessuno volle come dono.
E’ qui che l’anima del giorno si separa,
volge altrove un breve cenno,
tutto lentamente scioglie in rovina
tutto, anche uno stanco stupore.

2-1 bella

“Dio, dimmi a che età si smette di esser adulti, a che età si smette di piangere, soffrire, essere arrabbiati?”

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o
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Trick o Tracche

Non so se ve l’ho detto, ma mi è giunta voce che mia sorella si sia sposata e che come regalo di matrimonio abbia preferito non invitarmi. Ho così risparmiato i soldini per il presente. La cosa non mi ha affatto turbato. Essendo stato “testimone” dei suoi precedenti, tutti falliti, probabilmente avrà pensato che qualcuno in famiglia porta sfiga, e, visto che siamo rimasti in pochi, avrà di sicuro fatto testa o croce! Ma non è di questo fatto di cronaca nera che volevo parlarvi, bensì di uno più grave che turba la mia povera consanguinea collaterale di secondo grado. Cioè il suo annoso, annuale, stagionale, periodico problema con le doppie punte! Quando me ne ha parlato credevo si riferisse a qualche tecnica calcistica inerente al Fantacalcio. Probabilmente non cercava un suggerimento/consiglio proprio dal suo amato fratello, bensì solo un supporto morale. Posto che io sopporto e supporto mia sorella come un brufolo sul culo, ho pensato di suggerirle di raparsi a zero. Sarà che mi è venuto in mente Berlusconi che dopo il suo trapianto non ha più avuto problemi di doppie punte anche perché non era più Presidente del Milan (ma purtroppo ancora Presidente del Consiglio N.D.Q.)! Non so se l’abbia capita, fatto sta che ha cominciato a farmi una lista dei suoi problemi e inestetismi manco fossi dedito all’estetica femminile! Lo sanno tutti che per imbrogliare e imbrigliare l’occhio umano maschile basta un semplice trucco (e che per trucco alludo all’insieme dei cosmetici utilizzati dalle donne (e non solo) per sostituire madre natura laddove questa sia stata spilorcia. Dai meno esperti è conosciuto anche con il nome di Stucco). Laddove non arriva il trucco arriva il chirurgo e laddove non arriva il chirurgo arriva Silvan (inutile chiedere aiuto all’Altissimo che ha già i suoi casini)! Con un buon trucco puoi fare di tutto: dal rendere invisibili le occhiaie al coprire le escoriazioni cutanee; dall’ingrandire e allungare gli occhi all’illuminare le guance; dal nascondere i bubboni della peste al camuffare un occhio di vetro; dal coprire la barba al cambiare sesso! Che ci vuole! Basta un po’ di rossetto, qualche barattolo di colla vinilica, cemento fresco, due cazzuole e l’intera raccolta delle puntate di Art Attack! E anche un po’ di smalto. Sì ecco io sono smaltofobico. Non ve l’ho mai confidato? Allora sarà l’argomento della prossima puntata: sempre se qualcuno riesce a tirami fuori da sotto il letto… Brrr

 

Una storia sporca, nuda e cruda,
scritta sulla pelle, tra il collo e il mento.
La solitudine non è cosa per ragazzini
sa dove risiede il meridiano della paura,
ti svuota dentro e ti lascia stella orfana.
Ogni pensiero diventa agognata rivolta
né ci sono più, tra le fosse, futuri intoccabili.
Gli anni struggenti li abbiamo evasi
e barattati con delle polverose contrizioni,
goccia cadente o avventura poco umana,
è diventata indifferente ad ogni richiesta,
forse perché noi guardavamo il cielo acerbo
masticando sbagliate e vigliacche ambizioni.
E’ più leggero un anno intero senza un’estate!
Penso così sia più leggero ora il tuo corpo
senza il mio mondo vuoto a starti addosso.
***
X8mBsBH
“Com’è che spesso l’amore si perde in preda all’angoscia del dettaglio”

Hello ween

Dolcetto o scherzetto?
Sti gran cazzi, per fortuna sono riuscito a superare incolume anche questo Halloween, una festa bellissima che costringe anche i più sani di mente a indosare il costume dei peggiori decerebrati della storia, tipo Frau Bluker o Aigor di Frankenstein Junior. E come ogni anno cade il 31 ottobre e celebra la morte, il diabete, il capitalismo e il sequestro di fanciulli a scopo ludico. Le sue caratteristiche principali sono il travestivismo, il consumo smodato di dolci e il perpetramento di terribili scherzi al prossimo, come l’omicidio. Il tutto immerso in un’atmosfera macabra quasi quanto quella del Carnevale, E allora come ogni anno mi metto alla finestra seduto in poltrona con la copertina e la scorta di kinder bueno ad osservare i festeggiamenti, infatti, le strade delle città si riempiono di branchi di bambini (che ricordano vagamente i PapaBoys) e adulti che cercano di spaventarsi l’un l’altro senza successo indossando costumi orrendi: zombie, streghe, fantasmi, Lady Gaga e Bruno Vespa, per dirne alcuni. Durante tutta la notte, orde di fanciulli in preda all’euforia glicemica assaltano le abitazioni pretendendo vagonate di caramelle a suon di minacce; un caratteristico ritornello di Halloween è infatti “Dolcetto o scherzetto!” che, parafrasando, significa “Cedimi immediatamente grandi quantità di dolciumi, o ti do fuoco alla casa, con te dentro”. Ed ecco spiegato la serie di incendi in questo periodo. I bambini dai 0 ai 99 anni sono autorizzati per una legge speciale a suonare campanelli fino alla tre di notte per fare elemosina di zuccheri. Hanno anche il diritto di intrufolarsi in casa e rubare i dolcetti che le vecchie conservano nelle vetrine per le visite dei nipotini. Solitamente molti bambini vengono facilmente scacciati a calci sul sedere. Durante Halloween inoltre tutte le case, le chiese, i negozi, i cimiteri, i bordelli, i bunker nazisti e tanti altri edifici vengono decorati con ragnatele e festoni, roba da far rivoltare nella tomba anche Valentino? ah è ancora vivo? beh in molti non se ne erano accorti. ANYWAY: io mi sono vestito da Pulcinella, che si sa, come maschera, spaventa più di una strega. Quando mi hanno suonato alla porta ho visto due vampiri scappare dalla paura e una fata turchina (vabbè sembrava vestita da trans, per la serie piccole mignotte crescono) farsi del colore dell’oltretomba. E anche per oggi la mia buona azione l’ho fatta, ora vado a rimpinzarmi di cioccolata calda e panna, e con la zucca del vicino ci farò il risotto, perchè non si butta via niente, soprattutto ad Halloween (ops ho appena scaraventato un bambino nella raccolta differenziata)… Dolcetto o scherzetto????

Se rimarremo in silenzio
so che lo faremo, ci conto,
sarà che gli occhi parleranno per noi
dopo che tutte le parole sussurrate
si saranno fatte lunghe come fili di miele
per dire molto più di quel che si sente
fino a riempire il cielo di nuvole e zucchero
e a sentire sbriciolare il sole sulla lingua
a sentirci scavare dentro piano piano
farsi trovare un angolo tutto nostro.
Se rimarremo in silenzio
questo giorno di pioggia infame
che si perde come se fosse spuma
che trascolora come fosse vetro
ti avvolgerà di meraviglia
e mentre guarderemo il tutto e il noi
inciamperemo nei nostri cuori
distratti, che si stanno abbracciando.

Curvefemminili7-1

“Come quando il sole cadrà sulle nostre tempie inchiodandoci al suolo”
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Veneto si Nasce…

Molti di voi sanno, o forse dovrebbero sapere, che il sottoscritto essere scrivente e senziente, o forse solo l’uno senza l’altro, abita per sua fortuna, o forse no, in una delle più belle Regioni d’Italia dopo le restanti 19… Parlo del Veneto. Se avete un atlante di Geografia vinto con i punti della Esso, dovreste sapere che il Veneto è una delle sei regioni che stanno sopra il Po, il fiume che divide la Padania (regione inventata da Scognamiglio durante una partita di Risiko tra leghisti ubricachi di Lambrusco scadente) dal resto dell’Italia, che, a seconda del grado di “polentudine”, viene chiamata Africa del Nord o, nei peggiori dei casi, Teroniatellus . Il Veneto è una delle regioni italiane più separatiste, infatti tra le stesse province interne ci sono spinte separatiste come nel caso di Bassano del Grappa che non vuole condividere con Vicenza l’arte e la grappa. In Veneto si parla la lingua del bestemmiese, cioè, a parte un manipolo di cultori del dialetto veneto colto (quello parlato da Carlo Goldoni) la restante parte ha un lessico ridotto a una cinquantina di parole, condite da almeno 75 intercalari che si riferiscono all’Altissimo in svariati modi. D’altronde lo stesso Carlo V°, in gita forzata a Venezia, citò uno degli aforismi più significativi e che racchiude l’essenza essenziale dello spirito Veneto: “Parlo spagnolo con Dio, italiano con le donne, francese con gli uomini, e tedesco con il mio cavallo; ma quando sono inbriago, no so perché, ma mi viene da parlare in veneto!”. Lo aveva capito anche il nobile imperatore che il sangue degli abitanti dell’ex repubblica della Serenissima era (ed è) composto dal 52% da Grappa, 22% da Prosecco, qualche goccia di Amarone della Valpolicella e il resto da birra scadente prodotta a Pedavena. Gli unici a non bere sono di solito gli ingegneri… Completamente sobri e astemi erano pure coloro che progettarono la diga del Vajont. Ma se credete che il Veneto sia solo Grappa vi sbagliate: il Veneto è anche latte. Secondo una statistica farlocca dell’Istat, ogni veneto possiede pro capite almeno 50 mucche da latte, che di solito viene impiegata per la produzione, ma che ha anche altri usi tra i quali il baratto (per l’acquisto di un SUV) o come dote in caso di matrimonio. E la cultura… si spreca, con opere memorabili come quelle del Canova, Tiziano, Palladio, ma anche le tette di Giulietta e quelle di Melita Toniolo. E ora scusate, devo scappare, ho Zaia sull’altra linea che mi ha appena chiesto di diventare portavoce delle bellezze del Veneto nel resto dell’Africa e del mondo… Mi sa che ci penso, in fin dei conti un lavoro inutile e ben retribuito non si rifiuta mai…

A volte ci si attende troppo
nelle sere d’ottobre abbottonate
e condite con gocce d’inedia,
o sul ciglio grezzo del momento,
come un’alba gradita che tarda
sonnacchiosa oltre l’orizzonte.
Un continuo insano rovistare,
tra le chimere e le tue labbra
o tra i giacigli delle malinconie.
Calpesti senza requie gli auspici,
ingrigendo le mie vuote giornate
con secche sterpaglie e cenere.
Eppure resti ferma sulla soglia
un miraggio tinto d’incanto
o un petalo fresco e definito
che mi ha, per sbaglio, rigato il cuore.

bella donna

“Ho implorato amore, se amor si chiede e non si dona”.
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o
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