La Regola Dell’Amico

Vi dirò che noi maschi odiamo essere relegati da una donna nella famosa “zona amico”, un posto freddo e inospitale nel quale anche la benché minima forma di mascolinità è in grave pericolo di estinzione. D’altronde lo cantava pure quell’eroinomane di Max Pezzali: ” La regola dell’amico non sbaglia mai: se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente, mai” (o forse sono in preda al raptus alcolico del Jack Daniels e me lo sono appena inventato). Di solito questa forma informe di esclusione sociale inizia con la fatidica frase “Mi piaci, ma…” e termina con “…Forse è meglio se restiamo amici” o “Non vorrai rovinare un così bel rapporto” (la frase ha più effetto se ascoltata con in sottofondo l’ultimo atto del Don Giovanni di Mozart). E’ l’epilogo del famoso due di picche. Di solito si manifesta con altre frasi simili alla precedente tipo: “No, il nostro segno zodiacale non sarebbe compatibile.” o “Sono lesbica. Da due secondi.” o ancora “Non posso perché ti amo troppo, ma ti farei del male!”…
Insomma è una sorta di eiaculazione precoce inversa. Colpisce un sesso (di solito le donne) e ne danneggia un altro (di solito gli uomini). Per un maschietto può essere dura accettare l’esistenza di un simile disastro, soprattutto dopo la pubertà, periodo della vita in cui ormoni, feromoni, testosteroni e rottura de marroni si manifestano con una ciclicità e periodicità pari al battito di ciglia. Che poi lo sanno tutti che alle donne piacciono i maschi infami: avendo la possibilità di scegliere fra l’amico fidato e disponibile e il criminale conosciuto mentre tentava, a bordo di un vespino, di scipparle la borsetta trascinandola sull’asfalto per 250 metri, lei sceglierebbe il secondo, farebbe di tutto per gambizzarlo e poi farsi ricoverare nel medesimo ospedale, stessa camera e possibilmente stesso letto…. Eh sì le donne sanno sempre cosa vogliono, ma anche questa è una verità come quella di Babbo natale che arriva a bordo di un’astronave con il circuito di mille valvole e lancia il maglio rotante! Invece noi maschi siamo degli stronzi. Ci frega solo del sesso! Mentre le donne vorrebbero qualcuno che le stesse ad ascoltare… Non sia mai che non debba allora giocarmi il mio asso nella manica… una frase ad effetto del tipo: “….Ma io sono diverso”. Forse dovrei esser più colto e citare Alberto Sordi “Io so io e voi non siete un caxxo…” (Dal Marchese del Grillo) così oltre che due di picche potrò mettermi a contare pure i punti di sutura sulla crapa… Dicono che assieme al conteggio delle pecore aiuti a dormire… Speriamo…

Nella notte mi intingo
in pensieri vigliacchi
che mordono i polsi,
il collo e l’anima,
li vorrei incastonare
tra righe di un libro
o meglio fra le pieghe della pelle.
indosso la luce degli occhi,
quella più luminosa, per guardarti,
vorrei mi portassi tra gli arcobaleni
che profumano di temporali estivi
ubriacandomi di sole e di baci buoni,
giusto il tempo per addormentarmi,
giusto il tempo per imparare a sognare.

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“L’irrealtà del tutto sembra solo la madre di altre disperazioni”
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Sistematicamente Fottuti

Rassegnamoci… tra una settimana si andrà a votare, l’avevamo scampata! Per quasi 5 anni siamo stati in campagna elettorale… O forse solamente in campagna… Fatto sta che ormai siamo alla resa dei conti. Se è vero che con il termine elezioni si intendono procedimenti decisionali democratici per cui un gruppo più o meno esteso di soggetti sceglie una o più persone per assolvere un incarico o ricoprire un ruolo (ed è un baluardo del progresso sociale raggiunto in tutti gli altri paesi civili esclusi l’Italia), le elezioni sulla nostra amata terra, sono il più grande spettacolo di magia e cabarettismo circense noto nell’universo conosciuto. Esse si basano su un complesso sistema in cui gli elettori, qualora dovessero malauguratamente capire le regole di voto, possono tentare di esprimere la loro preferenza nei confronti di una o più persone con logiche di alternanza e cambiamento, affinché democraticamente tutti gli eleggibili possano dire di aver vinto e soprattutto, qualunque sia il risultato finale, tutto resti fondamentalmente invariato e nessuno ci capisca più un cazzo.
E alla fine di tutto ciò le frasi più gettonate il 5 marzo saranno
“abbiamo vinto noi… è tutto un imbroglio, ricontiamo i voti”
E si andrà avanti così per 5 anni nell’idea che qualcuno abbia usurpato il posto di quell’altro che in realtà manco aveva i requisiti per partecipare… Il termine coretto dovrebbe esser pastrocchio, ma devo chiedere a mio nipote di 13 anni che di politica ne sa più di me.
E’ stato lui a spiegarmi i vari sistemi elettorali, dal Rosatellum al Mattarellum al Fattemalefratellum.
Così ho capito che nel maggioritario vi è una suddivisione collegiale, viene designato un vincitore per ogni collegio che non è colui che ha la maggioranza assoluta dei voti, bensì colui che prende un voto più degli altri che, sommato al logaritmo su base x-2 del totale assoluto di tutti i voti conteggiati, diviso per la lunghezza della circonferenza terrestre, più la costante aritmetica dell’ampiezza dell’onda sonora media del rutto secondo il Sistema Internazionale, attribuisce la inconfutabile vittoria nel fortunato caso che non ci sia qualche errore di calcolo o conteggio. Insomma di solito vince colui che ottiene un punteggio più alto nel lancio di 6500 dadi (Knorr)
Nel proporzionale invece l’elezione avviene attraverso una suddivisione circoscrizionale ampia, in ogni circoscrizione vengono eletti più candidati. Ogni partito propone una o più liste di candidati e da ciascuna lista viene eletto un numero di candidati proporzionale al numero di voti ottenuti dalla lista con il minor numero di candidati per la media di persone che hanno votato meno il numero di matite copiative perse diviso la somma del numero di capelli degli aventi diritto al voto.
Nei Sistemi Misto – bosco invece vi è un compromesso tra i due sopraccitati con qualche conseguente complicazione in più. Detto ciò l’unica cosa degna di nota è nessuno ha capito nulla e tutti voteremo (se voteremo) a caso….
Quindi…. la prossima volta mi candido pure io (anche se di candido non ho manco le mutande… soprattutto quelle direbbe mamma). Aspettate con fiducia e tra qualche anno ricordatevi di me…. o anche no….

E viene il giorno,
Il pensiero di te mi bussa dentro,
non resisto a non aprirgli.
E’ mattina presto,
resto così tra me e il fiato,
le stelle lontane illuminano altre notti,
e la luna ha smesso di guardare curiosa.
Ci sei solo tu,
mentre sfioro la tazzina di caffè,
sulla quale indugiano tutti i miei sospiri… Chissà  perchè…
anche oggi le ore hanno dita incerte,
se mi sfioro la mano sento ancora la tua.
Solo un pezzo di carta inchioda il girotondo di sensazioni
e delle cose che vorrei dirti,
belle come il tramonto,
dolci come la marmellata,
intense
e che ti restino negli occhi.
Mi accendo di sorrisi
E so che sarai il mio blu
quando nelle giornate grigie guarderò il cielo…
Cercandoti…

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“e vivrò mille altri giorni, cercandoti negli occhi di altre donne”
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Un Pensiero Trucido

Non so se ve l’ho mai detto, ma ho un metodo speciale per fare la spesa al Supermarket e cioè Ad Minchiam, per me la lista della spesa è del tutto inutile, quindi cerco di ricordare a memoria quello che mi serve per poi dimenticare tutto nell’esatto momento in cui vedo la prima donna con tacchi 12 slanciata, ma alta come una botte di aceto balsamico, che tenta di prendere i grisbì alla crema dall’ultimo ripiano. Non so se la scena è più sexy o più divertente. Di solito mi porto comunque dietro il mio promemoria: cioè mia madre. Ma fedele al motto. “In due si dimentica meglio” mi ritrovo in casa ben 8 deodoranti per ambienti, 5 confezioni di profumi per il water e manco un foglio di carta igienica. Potrei usare le lenzuola del vicino, ma rischierei il linciaggio… o forse qualche malattia al colon retto. Non sono in vena di rischiare la vita in questo periodo. Dovrei decidermi a dare una pulita a casa, so che il mio secondo nome è Trasandatezza, ma a tutto c’è un limite. Insomma, quando entro e cammino sul pavimento del salotto si alza un polverone che sembra di essere sulla superficie della Luna. E’ intollerabile! Devo dargli almeno una “aspirapolverata”. Un piccolo passo per me, ma un grande passo per la mia salute! Così torno al supermarket perchè ovviamente ho dimenticato i detersivi per pulire, e ovviamente senza lista compro un po’ di roba a caso. Mi lascio sedurre dalle confezioni. Cioè è freddo e cosa c’è di meglio dell’etichetta dell’ammorbidente per lana e delicati con una gnocca vestita solo con un maglioncino? Devo smetterla di fare il maniaco e concentrarmi sulla mia mission impossible. Pulire casa, certo per togliere il calcare dai rubinetti mi ci vorrebbe dell’esplosivo ma mi hanno detto che per quello devo rivolgermi direttamente al successore di Bin Laden.  Così mi faccio consigliare un prodotto a base di limone e aceto: mi chiedo se possa andar bene anche per condire l’insalata. Col mio inutile esame di chimica all’università in tasca compro tutti i prodotti con gli additivi chimici più nocivi: l’idea è quella di mescolarli tutti insieme appassionatamente per la serie “o muore lo sporco o si disintegra il pavimento”. Ma, mentre sto elucubrando il mio piano di pulizie, una signora tenta di prendere una confezione di assorbenti (interni) dall’ultimo scaffale. Con l’istinto del lupetto degli scout prendo la confezione e gliela porgo. “Sono per me” affretta a precisare. La guardo allibito, cioè avrà l’età delle gemelle Kessler, o meglio la somma di entrambe. Agghiacciante. Ora questo pensiero resterà radicato nella mia mente e non ci sarà agente chimico al mondo che riuscirà a scioglierlo… voglio morire… magari con un po’ di detersivo per lana e delicati.

Come i fiocchi di nubi
che ondeggiano a metronomo
accarezzo una schiena scordata
afona di incantevoli melodie.
Sento l’animo divenire piombo
inchiodato ad una parete
e negli spazi muti della casa
mi ritrovo a girare solo.
Osservare un tramonto affievolito,
in questo silenzioso ghetto,
sbiadisce in antico stornello:
nessun punto o nessuna riga,
nessun morso alla vita,
ritrarsi ai troppi dinieghi
è come spolpare una mela.
Ciò che resta è un buco
e mille sogni stretti attorno

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“Senza fretta i viaggi si possono fare, ma il portone di casa deve prima esser aperto”
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Fatima -il Ritorno-

Ieri sono andato a trovare mia Zia… Sì lo so che è tardi e che ormai avrà già mangiato mezza pensione, e che quindi nel secondo cassetto dell’armadietto vicino alla scarpiera che c’è in salotto troverò soltanto pochi spicci…. Ma è che ho trovato tempo solo ieri e quindi la pensione se l’è già fottuta mia cugina… Dopo aver salutato la cara zietta per contraccambiare gli auguri mi ha dato una notizia sconvolgente… “Ritornano in tivù i segreti di Fatima”.  Ancora? Perchè capisco che la RAI sia in crisi e debba massimizzare quel poco che ha, ma mi sembravano sufficienti le repliche di Rex su Rai2 e quelle di Don Matteo su Rai3. Mo pure gli speciali si mettono a replicare? La ricordo bene quella puntata speciale su Fatima, quella in cui Vespa ha messo la faccia delle grandi occasioni, quella di Cogne, per capirci. Tirata, seria, tesa, sembrava quella di Rocco Siffredi prima dell’orgasmo. D’altronde, ‘sti segreti sono tutti terribili, truculenti, e fanno schifosamente audience. il che fa ingrifare il giornalista (?). Che poi non capisco perchè sti segreti debbano restare segreti. Ormai la Prima Guerra Mondiale è finita, la Seconda pure e pure l’attentato al papa è già fatto noto… Per l’ambaradan della pedofilia nella Chiesa non c’era da stupirsi, bastava guardare l’espressione di Bagnasco quando si parlava di giovani… Sembra la stessa espressione della Biancofiore quando si parla di Berlusconi. Sai che scoop. Anche io qualche tempo fa ho detto “Prima o poi cadrà pure il governo Berlusconi”, ma col ciufolo che il Papa ha pensato di farmi Santo. Mi sarei accontentato anche di Beato, o solo di un posto tra i Cherubini anche se non so suonare la tromba… Forse è perchè non faccio il pastore, ma senza pecore è un po’ difficile. Magari provo a comprarmene una dozzina di plastica riciclata. Che poi mi chiedo se la Signorina Fatima ha pure predetto che  avrei preso una multa perchè ero senza catene  bordo… Non so da voi, ma qui non c’era l’ombra di un fiocco di neve manco per sbaglio, che cavolo ci faccio con le catene??? Porto le gomme a fare una passeggiata al parco? E poi, tra tutti questi segreti di Fatima possibile che non ce ne sia uno bello? Una roba simpatica tipo che tra un anno sparisce Palazzo Chigi. Oppure che Minzolini va in pensione tra una settimana, che Charlize Theron viene ad abitare sotto casa mia, che Ferrara sta per trasferirsi in Botswana a far lo sciopero della fame con i boscimani…. Ma poi me lo spiegate perchè ste Madonne devono sempre piangere? Non possono farse una risata ogni tanto? Qualcuno ha mai pensato di provare a far loro il solletico o a raccontar loro una barzelletta? O a metterle davanti alla tv mentre fanno la replica della conferenza stampa di fine anno di Renzi dell’anno scorso? No? Nessuno ha pensato di farle sorridere neanche per decreto? E allora siamo spacciati! Neppure Fatima ci salverà, siamo ad un passo dall’estinzione e sono curioso di scoprire se su questo Vespa farà una puntata speciale con tanto di plastico!

La notte spesso mi disconosce,
con le palpebre intrise di sonno,
culla l’assenza di memoria
dei giorni passati a rovistare,
come un cane randagio, tra i ricordi.
Sono solo mucchi di carta
a farsi muraglia per difendere
parole che sgorgano a fiotti
più del sangue o del siero infetti.
Non giaccio ancora sul petto
dell’amorevole, ma fredda, terra:
le mani nude ancora non scavano
irregolari buche sotto la fiacca pioggia…
Sono solo sprofondato nel buio
dove ciechi non si riconosce la luce
neanche quella calda dei sogni.

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“Spesso mi ritrovo a singhiozzi, ma altrettanto spesso non mi ritrovo affatto”
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Come Scelsi il mio Futuro

Era ancora, o meglio, era appena diventato Presidente della Repubblica OscaV Luigi ScalfaVo che il suddetto individuo bipede e bimane decise dopo lunga e profonda e ponderata e disincantata meditazione (sti cazzi ho solo pescato la pagliuzza più corta) di iscriversi al Liceo Scientifico, per la gioia di mio padre che mi vedeva già Ingegnere fisico, aereo, astro iper, spaziale orbitare sul mondo all’interno della sonda Soyuz, cosa che non ho mai realizzato così come non sono mai diventato ingegnere (tanto per dire che sono proprio l’orgoglio di papà). Avessi ammesso la verità e cioè che uscito dalla scuola media non sapevo che cippa fare così scelsi il Liceo Scientifico, sarebbe stato più onesto, ma sicuramente mi sarebbe costato due o tre anni nelle saline di Ostia! E poi scusa, vuoi mettere l’utilità di sapere calcolare il volume della padella antiaderente che ti vende Giorgio Mastrota in TV? (e infatti non lo so fare, sarà per questo che non ho fatto Ingegneria?) Pensavo di essere il solo ad avere scelto il Liceo a caso, ma poi mi sono reso conto che a parte il 2% degli studenti composti dai classici Secchioni Nerd Conquistatori del Mondo del Sapere, io facevo parte dell’altra schiera composta prevalentemente da  Metallari, Secchioni e Leccaculo, Bimbiminkia, Truzzi, Emo, Fancazzisti, Copia-compiti, Figli di papà. Insomma anche io avrei fatto parte di quell’immane esercito di Goblin chiamati studenti del Triennio che inutilmente avrebbe tentato durante l’anno di svolgere un sistema di 46 disequazioni di quattordicesimo grado a 23 incognite beccandosi sistematicamente (e contro tutte le leggi della Fisica delle Probabilità) Matematica a fine anno. Oppure citare inutilmente Parmenide (la realtà è un’illusione dei sensi) per cercare di giustificare l’uguaglianza formale sostanziale e materiale tra il proprio compito e quello del compagno di banco secchione Ginetto!
Dopo avervi raccontato il manifesto dell’inutilità dei miei 5 anni, nei quali sono riuscito a diventare pure rappresentante di classe in contumacia (nel senso che mi hanno eletto mentre io ero a casa con 40 di febbre) nonchè vice redattore del giornalino dei Debosciati che mi costò un otto in condotta e una sequela interminabile di visite guidate all’Ufficio del Preside
capirete perchè ho deciso di aprire un blog… Ah non l’avete capito? Nessun problema, è soltanto uno degli infiniti quesiti senza soluzione dell’esistenza umana, inutili almeno quanto questo post….

Dove vado?
I piedi richiedono il riposo da terra
da quest’inverno che non è oro
da questi sogni a forma di nembo.
Se potessi, mi ripeto più volte
leggere nel fondo degli occhi
o trovarvi diecimila arcobaleni
una verde foglia d’alloro, perfetta,
inventarti nel pensiero distratto
di una cupa notte silente.
Dove vado?
Il nero si stringe verso la cinta
avanza oltre il tuo profilo sbilenco,
trattengo ancora una stilla di voce,
per chiedere perchè mai
il difetto risieda nella fede
di chi pigramente osserva…

 

sguardo
“Al Freddo si giace spesso nel tepore di mille ricordi lasciati spegnersi”

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