Amina Narimi
con la fragilità che io immagino degli angeli quando spostano tra i fiori un buio d'aria
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Post n°943 pubblicato il 31 Gennaio 2014 da claudia.sogno
Come la testa di un bambino che oscilla nel ventre della madre per mettere le mani nella luce così ti faccio nascere per giungere nell’asse della vita dove le contrazioni sono scale e una dopo l’altra nell’evento scolpendo le mie vertebre sui pioli, si rompono le acque come un vaso nelle profondità dell’incompiuto
C’è un’emozione tenera ad Oriente, dove non si grida. Un’aurora senza sole si custodisce e vive, nel tempo della sua composizione, fino a volgere il viso alla sorgente cambiando le pietre con il pane quando torna in sogno. Avviene al caldo E’ uno speciale sovvenire. Non ritrarti con le mani, non coprirti gli occhi di paura- mi ripeto- per generare un fiore anche il ramo di una quercia sola parrà giardino intorno alla sorgente per zampolare il burro e lavare i panni badando a partorire ancora Leila e Majnun.
E’ troppo poco, nell’erba viva neppure un giorno che sale dalla terra senza te, e per riempirsi il cielo sale sul foglio un alfabeto che pulsa nelle pieghe della mano e in altre forme china sui fiori la sua lezione di luce portando sulle labbra la prima comunione di piccole cose, le sue mani fanno chiesa sul capo ai miei domani - dici non hai niente da darmi- È poca cosa forse il suono e un bosco con i piedi carichi di seta?
C’è una retta ideale che congiunge una coppa immaginaria, tra l’ombelico e il pube, vestita di maestà, e annodata sulle reni con la forza della sua fragilità, filtrando l’aria come fa l’orecchio nell’ascolto della terra, come Dio, lo sa, che fioriscono sogni nei capelli, scambiando l’acqua con il sangue da un solstizio all’altro. Dal Vuoto perfetto nella totale attrazione è la bellezza che ritma ogni vita contemplando l’ombelico nel luogo più immutabile e sorgente di ogni movimento. E’ là, fino al soffio dell’ultima sua terra, nell’estremo orgasmo della Morte, che oscilla ancora, in un ritmo binario primordiale, il Canto nel ventre di mia madre.
Col dolore posso sedermi ora, e stare sola con la gioia, alla bellezza della tua presenza, lunghe ore dondolando per uscire come la testa di un bambino nella luce- e qualcosa di più grande si fa mondo- va e viene. calma |
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