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Partenope

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Sono qui!

Post n°74 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da partenopeAA
 
Tag: Anima
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"dove sono stato.. in tutti questi anni.. io me ne ero andato.. a lavarmi i panni.. dagli inganni del successo.. a  riscoprirmi uomo.. io sempre lo stesso.. piu' grigio ma non domo" 
...recitava qualche tempo fa in una  sua nota canzone Claudio Baglioni, ringiovanito dai bisturi di un chirurgo palstico che lo faceva rassomigliare sempre meno al ragazzotto di “questo piccolo grande amore” e sempre più al padre segreto di Nina Moric… (ma questa è un’altra storia)

Tutta st’introduzione per riverarvi il motivo che mi ha allontanato dal blog in quest’ultimo anno di vita.
Più avvincente dell’ultimo film di James Bond, più avventuroso di un safari nell’Africa nera, più misterioso del segreto dei templari: il viaggio nel meraviglioso mondo della maternità. Ebbene si, il 30 luglio scorso sono diventata mamma di una splendida cucciola. Ricordo ogni emozione dei principali momenti che hanno accompagnato la conoscenza della mia figlioletta, dalla lettura delle analisi che me ne annunciavano l’arrivo, 1 anno e ½ orsono, fino all’incontro con quegli occhietti da cerbiatta e quel visino vellutato; eravamo tanti in sala parto tra infermieri, ostretiche, pediatra e medici vari, eppure non avevo occhi che per quel frugoletto ed ho compreso ancora di più in quegli attimi che la mia vita non sarebbe stata più la stessa.

Un figlio rivoluziona la vita! Quanta verità in questa scontatissima frase. La maternità compie forse il miracolo più grande, rende generosi, elimina ogni egoismo, infatti riesce a spostare le attenzioni della madre, le preoccupazioni, gli interessi dalla sua vita a quella del figlio. L’amore materno è il più puro che possa esistere perché è davvero l’unico che non attende di essere ricambiato. Il solo osservare il sorriso di mia figlia mi bea e mi gratifica di ogni momento che dedico a lei.

Ho troppo amore dentro ed è per questo che sono tornata qui a comunicarvi, seppur con i dovuti tempi, la nascita della mia Giulia.

 
 
 

Partenope in trasferta

Post n°73 pubblicato il 07 Ottobre 2007 da partenopeAA
 
Tag: Anima
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Amo così definirmi nonostante sia in pianta stabile, (oramai da due anni), in un’altra città. Il cordone ombelicale con la mia terra, le mie radici, non è lesionato in nessun punto..ed è forse per questo che risento, ancor più di prima, con maggior dolore o forse solo con un tono più di rabbia, dei numerosi ed inutili attacchi che vengono fatti alla mia gente.

In questi due anni che sono nella “meravigliosa” “ridente” Toscana ho potuto notare innumerevoli problemi di ordine pubblico e di coscienza civile, sicuramente non in emergenza come nella mia Napoli ma in evidente e pericoloso aumento… eppure.. mai su un giornale un appunto, mai tra i cittadini spirito critico…sempre e solo presunzione, arroganza di chi crede, nella comodità delle proprio poltrone, di poter giudicare situazioni delle quali conosce poco e male, filtrate dalla incoerenza e superficialità delle televisioni.

Un capitolo a parte merita l’argomento lavoro. Il fatto che ci siano più posti che persone (rispetto alla mia terra) non è sinonimo di qualità dei servizi, anzi al contrario, trovo spesso ai posti di comando persone che nella mia città, dove bisogna essere per forza di cose concorrenziali pur di ambire alle poche opportunità lavorative disponibili, non troverebbero alcuna collocazione. 

“Imbrogli prerogativa del Sud”? Niente di vero!!! Il lavoro di mio marito mi porta ad essere continuamente aggiornata sul “concetto di lealtà”, sull’onestà dei cittadini e rafforza in me l’opinione della discesa dei valori di un popolo che da sempre crede di essere emblema di correttezza dell’intera nazione.

“Last but non least”, ultimo ma non meno importante è l’assenza del valore della famiglia. Chi mi conosce o ha provato a farlo attraverso i miei scritti, (leggi qui), è consapevole del peso di questo ideale nella mia vita e che mal si coniuga con la frivolezza, l’inconsistenza dei rapporti parentali.

Divorzi in percentuali abissali, figli irrispettosi e lontani dallo “sguardo vigile” dei propri genitori. Vacanze separate, ricorrenze separate…vite separate.

 

Rileggo quanto scritto sopra e mi accorgo di esserci andata giù pesante…. ma non voglio nella maniera più assoluta apportare correzioni, questo è il pensiero, il mio stato d’animo e non voglio censurarlo. Mi spiace se qualcuno possa risentire delle mie parole ma forse questo potrebbe aiutarlo a comprendere la sensazione che provo io quando mi vengono mosse delle critiche che mirano al cuore della mia gente più che al reale desiderio di rinascita e rinnovamento.

 
 
 

Post n°72 pubblicato il 01 Luglio 2007 da partenopeAA
 
Tag: Anima
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dedicated to you..

E’ tanto tempo che non ci parlavamo e le novità sono tante per poter essere comunicate con semplici parole
...ma noi abbiamo uno strano modo di dialogare e di intuire quanto di nuovo e bello ci sia accaduto mentre eravamo “distanti”. Tra una battuta e una risata abbiamo affrontato temi seri, quasi drammatici, in passato, senza per questo peccare di superficialità, anzi con la consapevolezza che “e cose cchiù serie si dicono pazziando", gli argomenti seri vengono mascherati dal gioco per permettere un’analisi obiettiva lontana da qualsiasi forma di tragicità.

Quasi mi sembra di vedere il tuo viso che esprime gioia per l’amore che stai vivendo e tanto sembra a te di vedere il compiacimento nel mio volto per la consapevolezza di saperti felice.

Felice e preoccupato per i tanti ostacoli da superare. “Ma l’amore smuove le montagne”...si.. lo so, odi i luoghi comuni anche se il mio bagaglio di tradizione ne sforna uno all’occasione. Ma questa volta è diverso, credo in quello che ti dico, la forza dei sentimenti è capace di qualsiasi cosa, il fiume impetuoso della passione quando è incanalato nel letto dell’amore riesce a vedere strade che a noi sembrava fino a qualche tempo fa impercorribili.
Non temere amico mio, a volte la sofferenza dell’attesa rende ancora più soddisfacente la meta, non indugiare e fatti guidare come stai facendo dall’amore che conosce le chiavi atte ad aprire la porta del tuo..del vostro futuro.
Ti voglio bene (...nun t''o scurdà)

 
 
 

Post N° 71

Post n°71 pubblicato il 09 Maggio 2007 da partenopeAA
 
Tag: Anima
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09/05/78  "Chi dimentica il passato è costretto a riviverlo" 

Ricordo tempo fa, di aver letto di un recente studio circa l’impatto che gli eventi dell’11/09 hanno avuto sulle nostre coscienza e nello specifico, ricordo, si sottolineava il fatto che alla domanda: “dove eravate nel momento in cui avete appreso la notizia dell’attacco terroristico?”, tutti gli intervistati sapevano dare non solo una collocazione precisa ma riuscivano ad essere generosi di particolari circa la propria emotività nell’apprendere tale catastrofe.
 
Questo a detta degli studiosi era dovuto al fatto che la maggior parte delle persone oggetto dello studio erano nate molto probabilmente dopo i conflitti mondiali e quindi per loro era stato il primo confronto con un dolore che aveva unito milioni di persone.
Se mi permetto di proporre questo argomento di discussione in questa giornata è unicamente collegato al fatto che nei miei ricordi di bambina mi porto appresso una storia ripetuta più volte da mia madre, tanto da farla mia circa un altro evento doloroso che ha colpito e suggestionato la sensibilità di tante persone.
Era il 1978 e la mia famiglia era in viaggio per Firenze: alla guida mio padre, mia sorella seduta al lato passeggero e dietro mia madre con il port-enfant nel quale ero riposta. Troppo pochi i miei mesi per ricordare, troppo forte l’emozione per non essere riportata. Mia madre mi raccontava che lungo tutte le strade vi erano pattuglie di forze dell’ordine ferme in posto di blocco che fermavano e perquisivano quasi tutte le auto che transitavano, anche la nostra venne fermata più volte. L’atmosfera che si respirava era surreale. Una compostezza e voglia di collaborare con gli agenti, tanto si avvertiva la sofferenza dell’evento.

Con le dovute proporzioni, come più volte mi ha ripetuto mia madre all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle, il nostro 11/09 lo abbiamo subìto il 09/05/78.

 
 
 

Si...forever

Post n°70 pubblicato il 03 Aprile 2007 da partenopeAA
 
Tag: Anima
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Finalmente sono pronte….

E’ con infinita emozione che mi accingo a sfogliare l’album che contiene le immagini di quella che è considerata la giornata più bella della propria vita (dovrebbe valere ancora per molti sta cosa o no?!) , riesco a malapena a trattenere una lacrima alla vista di me sposina incantata davanti all’obbiettivo della macchina fotografica. Quanti sorrisi, quanti fiori..non ricordavo mica tutta questa gente…. Ma guarda..ha ripreso anche la mia acconciatura….noooooo l’entrata in chiesa con mia madre in lacrime…e mio padre l’indistruttibile che per poco non mi sviene… Ops…quello lì con il “pennacchio” e la Grande Uniforme è il mio “ex futuro” marito…naaaaaa il baciamano con il guanto è il massimo…Ma dai.. anche la mia nipotina che mi porta le fedi all’altare…Che bella l’uscita dalla Chiesa con i Carabinieri che sfoderano in alto le loro spade…quanto riso;
….lo sfondo della cascata della reggia e mio marito che finge di tuffarsi in acqua….i Cinesi che mi fotografano scambiandomi per Diana;
 …Il ristorante..con il brindisi, la torta e le bomboniere..i saluti ed ancora lacrime.

Dalla prima all’ultima foto, con il cuore a 1000 mi rituffo nei ricordi, riassaporo i passi di un giorno indimenticabile vissuto con la sconsiderata certezza di essere senza fine…

 

 
 
 

Nessuno tocchi Caino?

Post n°69 pubblicato il 20 Gennaio 2007 da partenopeAA
 
Tag: Anima
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Ho sempre avuto bisogno del doppio del tempo per operare qualsiasi scelta definitiva.
Sono una Bilancia è per quanto non presti fiducia a oroscopi ed indovini da quattro soldi, devo riconoscere di trovarmi in sintonia con il profilo di questo segno. Ho uno smisurato bisogno di giustizia e  di equilibrio, un senso innato di rimettere in ordine i piatti in modo da lenire oscillazioni di vario genere. Dopo ogni tempesta cerco con animo scrupoloso e attento di fare una chiara stima dei danni per poi rimboccarmi le maniche alla lenta ricostruzione della stabilità. Ma pur con immenso sforzo e rinnovata energia da parte mia questa volta non riesco a venire fuori da un problema che mi attanaglia:
-E’ più importante la vita di un Ficus Benjamin o quella della Cocciniglia, suo parassita? Quale delle due devo sacrificare e di contro a quale devo assicurare la grazia di una vita feconda? -

Ho già acquistato il veleno per salvare la pianta e per sterminare l’insetto, ma all’ultimo momento, mi ritrovo ai vestire i panni di un boia che con la scure tra le mani, pronto ad infierire sul corpo del carnefice, comprende che il suo gesto gli insinuerà il dubbio di aver compiuto una scelta sbagliata.
Chi stabilisce la priorità, l’importanza della vita di una pianta rispetto a quella di un insetto?
La mia mente fantastica un regolare processo al parassita con tanto di avvocato difensore che nella sua arringa sottolinei la necessità del suo assistito di cibarsi della linfa vitale della pianta perché è ad essa che deve la sua sopravvivenza e quindi l’impossibilità data dalla  sua stessa natura di cambiare “pratiche alimentari”.
..e per quanto il Pubblico Ministero possa dare rilievo agli atti criminosi compiuti dalla Cocciniglia a danno del Benjamin sono convinta che per il giudice non sia facile giungere ad un verdetto che stani ogni dubbio circa la sua equità.

 
 
 

Post N° 68

Post n°68 pubblicato il 26 Dicembre 2006 da partenopeAA
 
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Ogni Natale, come da consuetudine, complici le campagne televisive dei principali gestori di telefonia mobile che “vendono” carte auguri assicurando ai vacanzieri la possibilità di inviare sms “gratis”, si ripete l’invasione dei messaggini telefonici.
Puntualmente si ripete  la corsa ad accaparrarsi un primo posto nella classifica dei testi più originali ed altrettanto regolarmente avanza la consapevolezza dell’aver ricevuto oltre al regalo anche un sms riciclato.

Secondo la mia personale nonché discutibile opinione quest’anno ai vertici è giunto il seguente messaggio che giro e dedico a tutti voi:

Tra spaghetti  e capiton

Voglio solo cà stat buon

E tra Struffoli e Spumant

Buone feste a tutt quant’!

 
 
 

Arriva il Natale

Post n°67 pubblicato il 27 Novembre 2006 da partenopeAA
 
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..solo un'altra camicia e la valigia sembrerebbe essere pronta. Riparto per la mia città , in visita di “cortesia” s’intende, per riabbracciare i familiari, per non rammaricarsi troppo dei cambiamenti non vissuti e per non regalare al tempo e alla distanza il nostro desiderio di stare insieme.
E’ sempre con emozione che mi dedico al rito della partenza  e questa volta pregusto l’arduo compito che attende tutta la famiglia al mio arrivo: la preparazione dell’albero di Natale.

Si lo so, la tradizione vuole che agli addobbi ci si dedichi il giorno dell’Avvento ma per noi questo  vale solo per il presepe e poi tra una settimana ritornerò ad essere a 400 km di distanza e giammai ci priveremmo del desiderio di preparalo insieme.

Ogni anno è sempre la stessa storia: mio padre con mio fratello e gli altri uomini di casa si recano in cantina a prendere gli scatoloni che sono sempre i più polverosi e quelli più intricati e giù le prime lamentele sul fatto che “quando c’è da mettere le cose a posto si danno tutti alla macchia”  e gli occhi sorridenti e ammiccanti del resto della famiglia a sottolineare che a gennaio,alla macchia si danno proprio gli autori dell’affermazione.

La processione degli scatoloni lentamente arriva in salone e la famiglia al completo si organizza per la realizzazione. Dapprima si provano la serie delle luci, Natale non è Natale senza la scoperta di qualche “pisellino” (lucina) difettoso e la successiva sostituzione artigianale con qualcuno di scorta (mio padre in questo è contro qualsiasi forma di consumismo perché “o si no nun ce sta sfizio”).

Una ad una mettiamo le palle sull’albero, quelle grandi in basso, quelle piccole in alto, quelle più brutte e ammaccate dietro, che uno poi pensa a quando le ha comprate ed il ricordo di quel momento abolisce qualsiasi pensiero di scartarle. Poi è la volta delle collane ed infine arriva il momento più importante: il punteruolo “ che è di buon augurio”. L’anno scorso ebbi io il compito di posizionarlo in cima all’albero, con un matrimonio da organizzare ed una nuova casa da benedire ero entrata di diritto al primo posto della punteruolo-parade, quest’anno invece cederò il posto a mia mia sorella, da pochi giorni infatti abbiamo ricevuto la notizia che presto un fagottino farà compagnia alla mia nipotina e rigenererà d’amore la nostra famiglia.

 
 
 

Post N° 66

Post n°66 pubblicato il 22 Novembre 2006 da partenopeAA
 
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A volte basta una canzone per portar fuori quello che uno sente dentro...

A te che che sogni una stella ed un veliero
che ti portino su isole dal cielo più vero
a te che non sopporti la pazienza
o abbandonarti alla più sfrenata continenza
a te hai progettato un antifurto sicuro
a te che lotti sempre contro il muro
e quando la tua mente prende il volo
ti accorgi che sei rimasto solo
a te che ascolti il mio disco forse sorridendo
giuro che la stessa rabbia sto vivendo
stiamo sulla stessa barca io e te
ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti . . .
a te che odi i politici imbrillantinati
che minimizzano i loro reati
disposti a mandare tutto a puttana
pur di salvarsi la dignità mondana
a te che non ami i servi di partito
che ti chiedono il voto un voto pulito
partono tutti incendiari e fieri
ma quando arrivano sono tutti pompieri
a te che ascolti il mio disco forse sorridendo
giuro che la stessa rabbia sto vivendo
stiamo sulla stessa barca io e te
ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti ti . . .

 
 
 

Manifestare per la pace??

Post n°65 pubblicato il 18 Novembre 2006 da partenopeAA
 
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“l'unico tricolore da guardare è quello disteso sulle vostre bare”

E’ questo lo slogan che semplifica un’anima dedita alla pace??? Mi viene da provare rabbia e sdegno per deficienti travestiti da pacifisti che si aggregano unicamente per cercare di dare un senso alle loro vite, Sono convinti che l’unione fa la forza ma nessuno ha informato questi nullafacenti che così come qualsiasi cifra moltiplicata per 0 dà come prodotto 0, tante nullità unite dagli stessi deliri non riescono a formare un uomo vero.

Sono amareggiata nei confronti di una classe politica che non prende realmente le distanze da queste forme di violenza, anzi con i vari sconti, ragalìe sembra andare loro incontro o forse perché valgono maggiormente i voti dei teppisti che quelli della gente perbene??

 
 
 

La solidarietà è una parola

Post n°64 pubblicato il 14 Novembre 2006 da partenopeAA
 
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[..] Saviano confida al quotidiano spagnolo che se potesse tornare indietro non riscriverebbe il suo "Gomorra" "No - rivela - ma non per le minacce, bensì per tutto ciò che comportarono: l'atteggiamento degli editori e delle persone più vicine. La solidarietà è solo una parola". [..]
Termina così l’intervista al “El Pais di Roberto Saviano, lo scrittore napoletano autore di un libro che racconta il potere della camorra, la sua affermazione economica e finanziaria, e la sua potenza militare, la sua metamorfosi in comitato d'affari. Una scrittura in prima persona fatta dal luogo degli agguati, nei negozi e nelle fabbriche dei clan, raccogliendo testimonianze e leggende.
 - La solidarietà è solo una parola. -
Continua a riecheggiare dentro di me questa frase. Quante volte in seguito ad una situazione spaventosa, drammatica, intensa abbiamo impropriamente abusato di questo termine. Anch’io nell’ultimo post ho utilizzato la parola solidarietà ma in concreto cosa ho/abbiamo fatto per dimostrare partecipazione al dolore, all’azione di chi si espone in prima linea??
Sepolcri imbiancati venivano definiti i Farisei, alll’apparenza seri e impegnati in giuste cause ma nel profondo anime spente ed oziose. Dove sono finite le bandiere arcobaleno dei tanti sostenitori della pace? La guerra che si combatte nel nostro paese è meno interessante solo perché porta meno consensi politici? E’ triste pensare che la causa di Roberto Saviano non viene “sposata” nemmeno dai maggiori organi di informazione e ancora una volta i riflettori si spengono per lasciare spazio alla più cupa indifferenza.

 

 

 
 
 

Il mondo capovolto

Post n°63 pubblicato il 11 Novembre 2006 da partenopeAA
 
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-Il governo ha deciso che quest'anno non ci sarà la commemorazione nazionale per i soldati caduti a Nassiriya (Iraq) nel 2003-

Ho letto poco fa questa notizia ed è grande il mio sdegno. Un mondo politico che dà sempre più spazio ai criminali, i corrotti, gli sfascia-città che premia chi delinque con un indulto prima e con un’amnstia poi, che arriva  perfino a dedicare una sala del Senato ad un teppista, non onora chi muore per la patria in un attenato vile in terra straniera.
Non ho parole ma solo tanto tanto dolore ed il mio pensiero vuole andare alle vedove di Nassiriya, la mia solidarietà è con loro.

 

 
 
 

Post n°62 pubblicato il 05 Novembre 2006 da partenopeAA
 
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"Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi"

Troppe parole si sono sprecate in questi giorni sulla mia città, tanti credono di essere depositari della verità assoluta ed invece dimostrano con i loro commenti carichi di superficialità e menefreghismo di essere tanto lontani dall’aver compreso le radici dei problemi di una metropoli sotto i riflettori per volere dei media di ogni colore politico e spesso volutamente dimenticata dagli stessi.

I morti ammazzati ci sono sempre stati, il problema "radiotelecomandato" dei rifiuti? …pure.

..e allora cosa spinge l’opinione pubblica, i giornali in questo determinato periodo a parlare della mia città? Questo particolare ancora mi sfugge ma nulla è fatto a caso… forse si vuole soltanto spostare l’attenzione da altre questioni

Sorrido e non mi indignano più le parole di chi pensa di avere la soluzione a portata di mano, ascoltare frasi come “attendete la manna dal cielo” da chi la manna l’ha avuta da quando è nato solo perché è stato “geograficamente” più fortunato. O ancora “ma perché non vi ribellate, perché non denunciate, perché non rompete il muro di omertà?” “la verità è che sotto sotto siete tutti corrotti” …applauso…bene, bravo, bis!

Ma che ne sapete voi di come realmente si lotta ogni giorno. Si comincia dalla scuola ad essere impegnato per divenire maggiormente concorrenziale nel mondo del lavoro ed assicurarsi un’occupazione a nero e sottopagata ed essere consapevole che se cerchi di far valere i tuoi diritti ti scartano senza farsi tanti problemi, tanto la fila dietro di te composta da gente pronta a sostituirti è sempre lunga.

Sopportare il pizzo e non avere il coraggio o l’incoscienza di denunciare gli oppressori per tenersi ancora stretta la propria vita senza lasciarla in mano di gente che non le dà più valore,  pronta a rivalersi per il “torto subito” sulla tua o quella dei tuoi familiari.

L’invio dell’esercito è l’ultima delle tante assurdità, dei tanti controsensi del governo. Che senso ha adottare, ad intervalli di tempo più o meno regolari, misure di polizia straordinarie se poi gli arresti anche per più omicidi non si tramutano in certezza delle pene? Come in una porta girevole di un grand hotel i boss non fanno a tempo ad entrare in carcere e, vuoi per decorrenza dei termini o per altri cavilli “ legali”, non solo escono più spavaldi e  prepotenti di prima ma sviluppano nelle persone la sfiducia nella giustizia. 

L’amore per la mia città è smisurato ma questo non mi impedisce di vedere i tanti problemi che la caratterizzano, ad ogni modo non mi sento di avere delle responsabilità diverse da quelle di un cittadino di un’altra regione perché in quanto italiana, nonostante abbia sulla carta gli stessi obblighi e pari diritti, subisco la criminalità organizzata, anzi forse ho da lamentare la carenza dei servizi malgrado il versamento delle mie tasse siano le medesime.

La camorra è un problema dello Stato Italiano e deve essere lo Stato a risolverlo, non può pretendere aiuto dai cittadini se poi non riesce a garantire nemmeno la protezione degli stessi.

 Così come in passato ed il tempo mi darà ragione, tra qualche giorno, secondo la dichiarazione del Ministro degli Interni di turno, a seguito di qualche arresto eccellente montato per l’occasione, il livello di pseudoallarme cesserà, Napoli scomparirà dai riflettori, dimenticata dai dotti e dai dottori che finiranno di prescrivere cure approssimative e la vita quotidiana riprenderà tra i morti ammazzati, i rifiuti, e la gente perbene.

 
 
 

Saudade canaria

Post n°61 pubblicato il 26 Ottobre 2006 da partenopeAA
 
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Ci sono viaggi che più degli altri segnano il nostro cammino. Incontri, paesaggi, persone, storie che vissute in un determinato momento della nostra vita assumono un significato particolare, un valore differente…e forse è l’assenza di superficialità, la voglia di rilassarsi mista a quella di scoprire una terra vergine e di farsi “indigeno” con gli “indigeni” a dare a questa vacanza un ricordo inestimabile. Non credete che sia andata in Australia o in qualche villaggio sperduto della Polinesia (ma ce ne saranno ancora?!), la meta del viaggio di nozze è stata Fuerteventura, un’isola che mantiene ancora intatto il suo lato selvaggio, ci sono zone nelle quali si può accedere solo a piedi e con un paio di gambe agili ed elastiche.
Mi è sembrato di sentire la canzone di Rino Gaetano “ma il cielo è sempre più blu”, mai visto di un colore simile eppure io non provengo certamente dalla nebbia. Il vento, elemento caratterizzante del clima locale, riesce a mitigare i 30 e più gradi e così il sole ti riscalda senza disagio. Le dune di Corralejo: ritrovarsi nel deserto senza accorgersene e rimanere estasiati davanti allo spettacolare scenario delle maree nella spiaggia di Sotavento. L’incontro con Abibi, un mauritanio/canario che gestisce un locale della Costa Calma e che nelle serate splendide insieme agli amici conosciuti sull’isola ci ha raccontato della sua vita con l’esperienza di chi tene ‘o mare (Pino Daniele docet). Forse è per questo e per molto altro ancora che al ritorno da questo viaggio mi sento come i personaggi di una nota pubblicità delle crociere, depressa e demotivata immagine o forse sono semplicemente affetta dal mal d’Africa per questa isola che di spagnolo ha realmente ben poco.
…e allora non mi resta che concludere questo post con le note che al momento rendono meglio il mio stato interiore:

Simmo lazzari felici
gente ca nun trova cchiù pace
quanno canta se dispiace
è sempe pronta a se vutta'
pe' nun perdere l'addore.
Simmo lazzari felici
male 'e rine ma nun se dice
musicante senza permesso'e ce guarda'
e cu 'e spalle sotto 'e casce
nun se sente cchiù l'addore'e mare
c'o volto santo 'mpietto
e 'a guerra dint'e mmane
sapenno ca è fernuto.
Si haje asci' po' fatte 'acroce
cammenanno nun po' fa' pace
aiza 'a capa e so' tutte'nciuce
ca nun se ponno acchiappa'
e c'a faccia già scippata
'a chesta musica ca èmariola
pe' dinto 'e carusielle
s'arrobba 'a vita e sona
sapenno ca è fernuta.
E intanto passa 'stu noveciento
passammo nuje s'acconcia'o tiempo
si arape 'o stipo saje addo'staje
e nun te scuorde maje.
E intanto passa 'stu noveciento
cammisa 'a fora 'ncuorpo t'ossiente
e rieste all'erta tutt'a nuttata
penzanno addo' si' stato
penzanno addo' si' stato.

 

 
 
 

Addio a Bruno Lauzi

Post n°60 pubblicato il 25 Ottobre 2006 da partenopeAA
 
Tag: Anima

Volevo ricordare una persona speciale citando la sua più celebre canzone che lo ha reso a mio parere poeta e fine conoscitore dell'animo femminile

E' un'incognita ogni sera mia...
Un'attesa, pari a un'agonia. Troppe volte vorrei dirti: no!
E poi ti vedo e tanta forza non ce l'ho!
Il mio cuore si ribella a te, ma il mio corpo no!
Le mani tue, strumenti su di me,
che dirigi da maestro esperto quale sei...

E vieni a casa mia, quando vuoi, nelle notti più che mai,
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti andrà per una notte...
... E cresce sempre più la solitudine,
nei grandi vuoti che mi lasci tu!

Rinnegare una passione no,
ma non posso dirti sempre sì e sentirmi piccola così
tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te.
Troppo cara la felicità per la mia ingenuità.
Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore...

Sono sempre tua, quando vuoi, nelle notti più che mai,
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi.
Tanto sai che quassù male che ti vada avrai
tutta me, se ti andrà, per una notte... sono tua...
... la notte a casa mia, sono tua, sono mille volte tua...

E la vita sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai!
Ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu,
il resto di una gioventù che ormai non ho più...
E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia,
ora ammetto che la colpa forse è solo mia,
avrei dovuto perderti, invece ti ho cercato.

Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai.
Io non so l'amore vero che sorriso ha...
Pensieri vanno e vengono, la vita è così...

 
 
 

Post N° 59

Post n°59 pubblicato il 12 Ottobre 2006 da partenopeAA
 
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..ed eccomi di ritorno, con un bagaglio di emozioni da trasmettere, con un’abbronzatura fuori stagione e con tanti pensieri da mettere in fila…ma ci sarà tempo per tutto.

..per il momento voglio ringraziare tutti voi che avete partecipato “virtualmente” alla mia felicità e vi lascio con un breve quesito:

Cosa spinge 150 persone ad applaudire il pilota dopo l’atterraggio?

A) La bravura del pilota

B) La paura per lo scampato pericolo

C)…varie ed eventuali

 
 
 

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Post n°58 pubblicato il 07 Settembre 2006 da partenopeAA
Foto di partenopeAA

…e così anche questa giornata volge al termine e tra qualche ora vedrà il mio ritorno in terra natia. Mi attende l’evento che ha catalizzato nell'ultimo anno le mie attenzioni, le energie e le passioni.
Al rientro sarò sposata e forse riuscirò a realizzare pienamente quanto mi sta per accadere.
Prendo commiato da voi lasciandovi la 1° lettura scelta per il lieto giorno.

Una voce! Il mio diletto!
Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline.
Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate.
Ora parla il mio diletto e mi dice: «Alzati, amica mia, mia tutta bella, e vieni!
O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro». 
Il mio diletto è per me e io per lui.
Egli mi dice: "Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la gelosia:
le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore!
Le grandi acque non possono spegnere l'amore nè i fiumi travolgerlo.

 
 
 

Post N° 57

Post n°57 pubblicato il 06 Settembre 2006 da partenopeAA
 
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La superstizione è geneticamente programmata nell’essere umano la cui mente, nel corso di migliaia di anni, si è adattata ai ragionamenti intuitivi che le consentono di generare teorie, ma producono anche irrazionalità. A sostenerlo è Bruce Hood, professore di psicologia sperimentale all’università di Bristol.
Continua poi affermando nel suo lungo discorso:”Questa tendenza innata rende inutile aspettarsi che credenze e superstizioni muoiano con l’avanzamento della conoscenza scientifica del mondo”. Neppure le prove più schiaccianti porteranno la gente ad abbandonare le proprie idee. Non credo - ha concluso il professore - che l’uomo svilupperà mai una mente razionale perchè l’irrazionalità fa bene. La superstizione dà alla gente un senso di controllo che riduce lo stress”.
Leggo queste affermazioni e sorrido al pensiero dei lunghi periodi di studio e ricerca per arrivare a queste considerazioni….bastava soggiornare a Napoli  per qualche mese ed oltre ad esaltare e al contempo demolire ogni spiegazione "scientifica" di quanto sostenuto, il caro professore avrebbe potuto godere di una vacanza ai piedi del Vesuvio.
Qualsiasi evento, piacevole, luttuoso, agghiacciante, leggero provoca nel napoletano un riflesso incondizionato che lo porta immediatamente a sdrammatizzare l’evento, diventando quasi un mezzo per riuscire a superare e a prenderne le distanze. Una superstizione al contrario sembrerebbe, che genera nel confronto con i testimoni della circostanza una frase che diventa simbolo dell’elaborazione dell’ evento stesso : “ma quali numeri dobbiamo giocare?”

 
 
 

Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 29 Agosto 2006 da partenopeAA
 
Tag: Anima
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Questo brano è tratto da uno dei libri più belli che abbia mai letto..

"L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
Per abitudine si vive accanto a persone odiose, si impara a portar le catene, a subire ingiustizie, a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.
L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo di averla addosso ogni fibra di noi si è adeguata, ogni gesto si è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci."

Un uomo di O.F.

 
 
 

Un altro juventino

Post n°55 pubblicato il 28 Agosto 2006 da partenopeAA
 
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...queste le prime parole alla stampa di John Elkann per la nascita del primogenito

..e si vede che porta sfiga - aggiungo io 

Forza Napoli 

 
 
 
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