Zacinto mia

Ciò nonostante ognuno, se non proprio felice, almeno non è infelice. E tira avanti.

 

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Messaggi di Ottobre 2015

LE FOGLIE D’AUTUNNO

Post n°322 pubblicato il 23 Ottobre 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Ormai è arrivato l’autunno. La mattina e la sera fa piuttosto fresco, il pomeriggio col sole le giornate si scaldano. Come ogni anno scivoleremo inesorabilmente verso l’inverno, come inesorabilmente passano i giorni, le occasioni sfumano, la vita ci scivola tra le mani, come le foglie scivolano dagli alberi.

La scelta dei giorni scorsi mi fa ancora un po’ male, vorrei spegnere il telefonino aziendale. Ogni chiamata mi sembra un rimprovero. Uno scambio di sms col mio capo m’ha fatto star male. Devo continuare ad avere a che fare con la struttura di Roma a cui ho detto di no, ma non posso pagarla per tutta la vita.

Oltretutto ho il vago sentore che mia moglie non stia molto bene. Ieri ha avuto una lite con la collega che l’aveva fatta piombare nel baratro degli attacchi di panico la primavera dell’anno scorso ed è da una decina di giorni che dice di sentirsi piuttosto agitata. Forse ho sottostimato i suoi problemi, ma io continuo ad accompagnarla tutti i giorni al lavoro. Come avrei potuto trasferirmi lontano da lei dal lunedì al venerdì per 10 anni? Come avrebbe potuto dormire sola la notte per 10 anni?

Come se ciò non bastasse abbiamo preparato i documenti per presentare richiesta di idoneità all’adozione al tribunale dei minori, ma il medico di base le ha negato il certificato che avrebbe dovuto firmare perché, a suo dire, coi suoi problemi di ansia le negherebbero l’idoneità. Lei si è sentita morire. Io non ne parliamo. Sono rimasto a Milano anche per questo. Io vorrei tentarci lo stesso, facendo scrivere al medico che i suoi problemi non sono così gravi e, comunque, non inficiano le capacità relazionali. Vedremo.

Sotto la spinta della frustrazione ho fatto una cosa che non avrei dovuto. E’ stato un attimo, non ci ho pensato, speravo che non succedesse. Avevo lottato tanto. Sono caduto anch’io, come una foglia in autunno.

 
 
 

NO

Post n°321 pubblicato il 15 Ottobre 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Alla fine ho rifiutato la proposta di lavoro. Come avrei potuto lasciare mia moglie sola per 10 anni e vederla solo nel fine settimana? E se finalmente rimanesse incinta? E se non riuscisse, come avremmo l’idoneità all’adozione? So di aver perso una grande occasione. D’ora in poi non mi lamenterò più del fatto che, in questa azienda, solo i raccomandati fanno carriera perché anch’io ho avuto un’opportunità e l’ho scartata.

Ho fatto molta fatica a dirlo al capo del mio capo e a risorse umane. Mi ero addirittura preparato un biglietto con le giustificazioni. “Lei valuta più un futuro incerto che un presente certo”, “I trasferimenti si valuteranno”, “Lei perde un’occasione”. Lo so, lo so.

Nei lunghi giorni di riflessione ho immaginato quanto mi sarebbe mancata mia moglie e ho percepito più forti i miei sentimenti per lei. Ci penso ancora, ma non potevo accettare.

E intanto è passato anche il mio 34esimo compleanno. Gli anni passano, mi lamento che le cose che chiedo a Dio non si realizzano. Forse devo solo avere pazienza, se poi le occasioni si presentano e le rifiuto… La vita è così, le cose non capitano quando vorremmo, vengono quando meno ce le aspettiamo e, alla fine, non ci va sempre così male. E’ un po’ quello che ho scritto nel sottotitolo del blog “Ognuno, se non proprio felice, almeno non
è infelice”.

 
 
 

L'OPPORTUNITA'

Post n°320 pubblicato il 09 Ottobre 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Mercoledì sono stato a Roma. A parte il treno in ritardo di un’ora, il resto è andato bene.

Sono stato accolto da una responsabile del personale con un vestitino cortissimo e calze a rete a maglie più larghe della rete di un campo da calcio, la quale, in 10 minuti di colloquio, mi ha parlato del trattamento economico e detto che prevedono per me una permanenza a Roma. “Non deve pensare che si possa imparare qualcosa in 6 mesi, la permanenza è più lunga”. Ma quanto? Con che prospettive? Ovviamente non ti dicono nulla. Accenna al fatto che nella sede centrale è tutto molto più formale, “ma, tanto, io vedo da come si pone che lei incarna i valori della sede centrale” Se lo dice lei!

Mi ha poi accompagnato dal responsabile nazionale della mia struttura, che, nel suo intervento di 10 minuti, ha parlato più chiaro: 2-3 anni per diventare dirigente. Sì, ma dove? “Il tuo capo ha almeno 15 anni davanti” (secondo me sono 10, comunque non posso aspettare 10 anni prima di tornare a Milano…) Lascio a casa mia moglie per 10 anni e faccio avanti e indietro per 10 anni? E se poi rimane veramente incinta? Fa la gravidanza da sola? Vedo mio figlio solo il sabato e la domenica per anni? E poi se si è dirigenti si può essere spostati sempre, anche tra 20 anni. Conosco dirigenti 60enni fuori regione.  E se chiedessimo l’idoneità all’adozione ce la darebbero sapendo che io vivo in un’altra città? Non credo proprio.

Segue un discorso fumoso di 1 ora e mezza con il responsabile della struttura in cui sarei teoricamente applicato a Roma durante il quale il cielo soleggiato si tramuta repentinamente in fosco e scoppia il diluvio. Il discorso verte sull’umiltà, sulla diplomazia, che nella sede centrale bisogna dimostrare “non come voi del territorio” (???)

Torna il sole e torno da un’altra di risorse umane, che mi chiede come m’è parsa la giornata e quali sono, secondo me, le doti di un buon capo.

Ora, le prospettive sono buone, una carriera così fulminante non me la proporrà più nessuno. Se rifiuto non mi devo più lamentare della mia azienda che mi ha offerto una valida prospettiva di carriera. Ma a che prezzo? Che qualità della vita avrei vedendo solo mia moglie nel fine settimana per anni e anni e sempre sottoposto al rischio di trasferimento da un anno all’altro? Mia moglie non vuole trasferirsi ad ogni mio trasferimento. Il nostro rapporto si logorerebbe e il nostro progetto di avere un bambino?

Il mio capo m’ha detto che ha avuto un feedback positivo da parte del suo capo di Roma, ma io sono veramente combattuto. La mia vita sarebbe sconvolta e sarebbe all’insegna della precarietà per anni e anni. Non mi hanno dato una data entro cui far sapere se accetto o no (e io mi sono guardato bene dal chiederlo) ma nei prossimi giorni devo rispondere.  Mi piange il cuore rifiutare una proposta così gratificante, che mi permetterebbe di dire “anch’io ce l’ho fatta”, ma non voglio vivere così, all’insegna dell’incertezza e lasciando sola mia moglie per anni.

 
 
 

LA PROPOSTA

Post n°319 pubblicato il 06 Ottobre 2015 da Oxumare81
Foto di Oxumare81

Sono stato convocato domani a Roma per un “colloquio tecnico gestionale”.

La scorsa settimana il mio capo m’aveva accennato al fatto che il suo capo di Roma mi aveva notato lo scorso anno quando avevo fatto un corso per essere poi inviato sul territorio a afre formazione. Facendo 2+2 sono il più giovane in Italia ad occuparmi di controllo di gestione. Tante cariatidi andranno in pensione fra breve e ritiene opportuno farmi crescere professionalmente. I giorni scorsi mi hanno chiamato da risorse umane dicendo che questo comporterebbe una mia permanenza a Roma di circa 2 anni. Questo il mio capo non me l’aveva detto, pensavo che mi avrebbero fatto progredire molto più velocemente anche se ciò non era verosimile.

Sono lusingato di questa proposta. Evidentemente qualcuno si accorge di me, l’azienda forse vuole puntare su di me, ma a che prezzo? Io ho mia moglie qui a Milano, noi abbiamo tanti progetti, in particolare quello di avere un bambino. La fecondazione assistita la potrei comunque fare tornando a Milano, l’idoneità all’adozione ho paura che non me la daranno se mi trasferirò a Roma. Certo, tutti i venerdì tornerei a Milano, però il lunedì mattina dovrei sempre ripartire. Inoltre mia moglie ha i suoi problemi di salute. Con gli attacchi di panico come dormirebbe la notte? E se avesse qualche problema? Io sarei lontano. Fortunatamente ha la sua famiglia a poche centinaia di metri, però non l’aiuterei, inoltre mi mancherebbe molto. Io a Roma sarei completamente solo.

All’inizio mia moglie s’è detta felice della fiducia accordatami. M’ha detto che devo accettare, ma poi ha valutato anche la mia mancanza e i suoi problemi. Questi giorni aveva anche l’influenza e, vederla così triste e sconfortata, m’ha fatto venire un groppo alla gola. Sua mamma m’ha consigliato di rassicurarla di più, ma di accettare se la proposta è realmente vantaggiosa per non rimpiangerla. Il treno potrebbe passare una volta sola nella vita.

Bisogna poi considerare l’aspetto economico. Forse per qualche mese mi pagherebbero l’albergo, ma poi? Dovrei continuare a pagare il mutuo a Milano e un affitto a Roma. Il treno e l’aereo per tornare tutti i fine settimana non costano 2 lire, vanno prenotati con anticipo e, se il viaggio va fatto 4 volte al mese, ha un costo. Spero che, quanto meno, mi offrano una congrua indennità, un premio, un aumento di stipendio… per compensare almeno parzialmente queste spese.

E poi che prospettive avrei? Diventerei veramente dirigente? Dove? Dopo Roma dove sarei? Non credo a Milano perché al mio capo mancano almeno 7 anni prima di andare in pensione. Sarebbero liberi posti a Torino (spero), ma anche a Bologna, Venezia, Bari… Che ne sarà di me?

D’altra parte se dicessi di no sarei depennato per una crescita professionale. A suo tempo (2009) dissi di no ad un progetto, se rifiutassi ancora, resterei nei secoli dei secoli in questo ufficio polveroso. Rimpiangerei a vita questo rifiuto, così come mi sono lamentato per anni di aver rifiutato la passata proposta. Ho visto passarmi davanti chi aveva accettato, passavo i quarti d’ora in bagno a trattenere le lacrime, ho ingoiato rospi per anni, ho invidiato gente in continuazione. Non voglio rifarlo.

Insomma, domani vedrò se ci sono reali prospettive di crescita professionale e cosa mi offrono economicamente e poi valuterò insieme a mia moglie. Certo è che se accettassi, mi mancherebbe moltissimo e sarei preoccupato sapendola a Milano.

 
 
 
 
 

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Un blog di: Oxumare81
Data di creazione: 13/08/2007
 

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