L'altra campana

ONNE - 3

Don Salerno mantenne la promessa: mi presentò al monsignore che presiedeva la FNC (Federazione Nazionale del Clero, vulgo il sindacato dei preti) come sindacalista e neolaureato capace e combattivo, anche se non credente. Potevo essere utilmente inserito nel collegio legale che stavano allestendo. E a me non sarebbe dispiaciuto difendere i diritti dei Padri Incitti e dei Padri Pettoruto, come uomini comuni; non meno uomini per la loro rinuncia ai piaceri umani più legittimi o per essere stati costretti e abituati a vivere una fede autodistruttiva senza discuterla, grazie all’educazione terrificante che io stesso avevo sperimentato.

Il monsignore mi fece presente che quello della FNC era comunque un ambiente religioso, che non avrebbe tollerato atteggiamenti diversi. Risposi che non avevo alcuna intenzione di fare proseliti all’ateismo. E lui sembrò titubante ma convinto della mia sincerità. Mi accomiatò dicendomi che avrebbe assunto le necessarie notizie sulla mia onestà di vita (non pretendeva altro) e che presto mi avrebbero comunicato la decisione.

Non si fecero più vivi: ero già schedato come un poco di buono; altro regalo, penso, di Don Giuseppe, emulo del Padre Boeris nel riferire della mia “spavalda irreligiosità”.

Avrei voluto chiedere a Carlo Marx se fosse stato l’interesse economico a persuaderli… O a determinare la mia scelta di vita, la mia dedizione alla causa dei “burini” e di tutti gli oppressi del mondo. Lo stesso disinteresse vedevo tra fautori di altre cause; terroristi compresi, che per la causa o per disperata resistenza a chi è più forte si  fanno dilaniare dalla loro bomba; scellerati nel coinvolgere altre persone innocenti, ma non di certo mossi da interessi economici. Fanatismo, in questo caso, certamente (e sta nella Bibbiaebraico-cristiana, non nel Corano, il Muoia Sansone con tutti i Filistei)… O fanatismo in ogni caso? Anche nel mio?

Penso di no; non mi ritengo un fanatico (anche se poi una certa fama mi avrebbe deformato in giacobino), ma un uomo consapevole che l’interesse personale, in una società civile, coincide con l’interesse comune. E condivido il detto, non evangelico(evangelico è il seguito aggiunto), che non si vive di solo pane, confortato dal vedere altra gente che come me è più compiaciuta di poter guardare il prossimo negli occhi e di giocarci a scopone, che di trarne profitto.

Sapevo bene (e non erano pochi a ricordarmelo) che il mio interesse economico mi avrebbe consigliato, semmai, un partito politico diverso.